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Nel 2024 il mercato mondiale del pesce surgelato ha raggiunto circa 46 milioni di tonnellate consumate, in linea con l’anno precedente, ma il valore complessivo si è ridotto a 159,7 miliardi di dollari, segnando un calo del 2,1% rispetto al 2023 (IndexBox).
La crescita in volume (+1,5% medio annuo dal 2013) non si traduce in un analogo incremento economico, a conferma della pressione sui prezzi lungo la catena globale.
La produzione mondiale si attesta a 45 milioni di tonnellate, per un valore di 173,6 miliardi di dollari, con un trend analogo a quello dei consumi. Il segmento dei pesci interi surgelati domina sia per volume (68% del totale) sia per valore (71 miliardi di dollari), mentre crostacei e filetti seguono con quote più contenute ma dinamiche diverse. In particolare, i crostacei surgelati evidenziano i tassi di crescita più rapidi, sia negli scambi che nei prezzi medi.
Sul fronte commerciale, nel 2024 le importazioni globali hanno toccato 21 milioni di tonnellate per un valore di 78,9 miliardi di dollari, in calo del 3,1%. La Cina è il primo importatore (3,9 milioni di tonnellate), seguita da Thailandia, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. In Europa, Germania, Spagna e Italia restano hub strategici, ma con margini più compressi a causa della volatilità dei prezzi internazionali e della concorrenza asiatica.
Cina leader anche sul fronte dell’offerta
Le esportazioni globali si fermano a 20 milioni di tonnellate (-3,4%), con la Cina leader anche sul fronte dell’offerta (7,8 miliardi di dollari in valore), affiancata da Ecuador e India. I prezzi medi di importazione a livello mondiale scendono a 3.828 dollari per tonnellata, con gli Stati Uniti che restano il mercato più costoso (oltre 8.000 dollari per tonnellata) e l’Africa occidentale a livelli molto inferiori.
Il consumo pro capite continua a mostrare forti disparità geografiche: dalla Mauritania con 254 kg annui per persona, alla media mondiale ferma a circa 5,7 kg. In Europa, la domanda di surgelato è sostenuta dalla distribuzione moderna e dai canali Horeca, ma la sensibilità al prezzo impone una costante ridefinizione delle strategie di approvvigionamento.
Prospettive al 2035
Le prospettive delineate fino al 2035 indicano un incremento moderato: +0,9% in volume e +2,5% in valore, fino a 51 milioni di tonnellate e 208,6 miliardi di dollari complessivi. Per l’Italia e l’Europa questo significa la necessità di consolidare filiere efficienti, rafforzare la diversificazione delle origini e integrare le logiche di sostenibilità e tracciabilità, sempre più centrali nei mercati di sbocco.
Il quadro globale evidenzia un mercato in equilibrio fragile: volumi stabili, valori in calo e margini sotto pressione. La leadership asiatica condiziona gli equilibri internazionali, mentre l’Europa, Italia inclusa, deve muoversi tra competitività, sicurezza alimentare e nuove sfide normative. Capire queste dinamiche oggi è fondamentale per orientare scelte industriali e politiche nei prossimi dieci anni.
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