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È stato proprio il ricambio generazionale nella pesca uno dei temi al centro dell’attenzione in Galizia negli ultimi mesi, e l’annuncio ufficiale delle nuove borse di studio per gli studenti imbarcati sui pescherecci rappresenta oggi un punto di riferimento concreto per tutta la filiera europea. Il finanziamento stanziato dalla Xunta de Galicia – 350.000 euro cofinanziati al 70% dal FEMPA – mira a sostenere gli armatori che accolgono a bordo studenti delle scuole nautico-pesca per le tradizionali “giornate in mare”, garantendo loro un contributo per spese di vitto, attrezzature di lavoro e costi indiretti legati alla formazione.
L’iniziativa, che coprirà in maniera retroattiva le giornate di imbarco effettuate a partire dal 1° gennaio 2025 fino al 31 agosto 2025, agisce su due piani: da un lato offre ai giovani uno strumento per entrare concretamente in contatto con la realtà del lavoro a bordo, dall’altro riconosce il ruolo degli armatori come soggetti formatori, compensando almeno in parte i costi che questa responsabilità comporta. Un approccio pragmatico, che parte da una constatazione condivisa anche in Italia: senza un rinnovo generazionale, la capacità produttiva della filiera ittica rischia un progressivo ridimensionamento.
La Galizia – territorio in cui la pesca è storicamente un settore economico e sociale centrale – sta affrontando la stessa sfida che coinvolge anche regioni italiane a forte vocazione marittima. Le giornate in mare sono un passaggio obbligato all’interno dei percorsi formativi nautico-pesca, ma spesso diventano proprio l’elemento di maggiore criticità per studenti e famiglie. Distanza da casa, condizioni meteorologiche difficili, percezione di un lavoro pesante e poco valorizzato: una combinazione che riduce l’attrattività del settore, soprattutto per le nuove generazioni.
Proprio per questo il ricambio generazionale nella pesca ha bisogno di strumenti concreti, ispirati a modelli che hanno già trovato applicazione in altri contesti. Le borse di studio galiziane permettono infatti di colmare un vuoto: quello tra il momento formativo e l’ingresso effettivo nel mondo del lavoro, ponendo le basi per una relazione diretta tra studenti e imprese. È un percorso che la filiera italiana osserva con crescente interesse, nella consapevolezza che politiche analoghe potrebbero offrire un contributo determinante non solo alla sostenibilità sociale del settore, ma anche alla sua competitività futura.
Non si tratta di replicare meccanicamente l’iniziativa, quanto piuttosto di coglierne la logica. Incentivare chi offre formazione on-board è il primo passo per riconoscere il valore di un’esperienza che non può essere sostituita da alcuna attività a terra. In questo senso, il caso Galizia rappresenta un’opportunità di confronto per l’Italia: quale ruolo possono e devono avere Stato e Regioni nel favorire l’ingresso dei giovani nell’industria della pesca? E quali strumenti possono rendere più concreta questa transizione?
Il caso galiziano mostra come il ricambio generazionale nella pesca sia una questione strategica che richiede interventi mirati e pragmatici. L’Italia dispone delle competenze e delle strutture per intraprendere un percorso analogo, ma occorre una visione chiara che unisca formazione, sostegno agli operatori e valorizzazione del lavoro in mare.
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L’articolo Ricambio generazionale e competitività: cosa insegna alla filiera italiana il caso Galizia proviene da Pesceinrete.
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