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Il Seafood Seminar di Milano 2025 ha confermato la traiettoria precisa del Norwegian Seafood Council: rafforzare il radicamento nel mercato italiano e offrire un punto di riferimento credibile e autorevole per buyer, distributori, retailer e ristoratori. Una strategia non solo commerciale, ma culturale, che punta a consolidare la fiducia del consumatore italiano verso l’origine norvegese.

L’evento, con 270 partecipanti registrati, ha unito in un’unica giornata le tre anime fondamentali dell’export norvegese in Italia: salmone, baccalà e stoccafisso. Una scelta che risponde a una visione sempre più integrata della filiera, orientata al dialogo intersettoriale e alla creazione di valore condiviso.

L’Italia come mercato strategico per la Norvegia

L’apertura dei lavori, affidata a Erling Hoem, ha ribadito il valore storico e strategico del mercato italiano. Non si tratta solo di una questione di volumi: è in Italia che il brand “Norvegia” deve guadagnare significati, essere difeso, promosso, narrato. La tradizione italiana del consumo di merluzzo e la crescita del salmone nel largo consumo rappresentano due fronti complementari da presidiare con competenza e coerenza.

Christian Chramer, CEO del NSC, ha allargato la prospettiva, analizzando le vulnerabilità dell’attuale contesto geopolitico e sottolineando come la Norvegia possa e debba essere percepita come un partner stabile, affidabile, sostenibile. In un’Europa che rivede le proprie priorità in materia di approvvigionamento e sicurezza alimentare, il mare del Nord vuole continuare a giocare un ruolo da protagonista.

Soft power istituzionale e marketing d’assalto

Il Seafood Seminar è, a tutti gli effetti, l’emblema di un soft power ittico, che il Norwegian Seafood Council esercita con una regia silenziosa ma pervasiva. La sua forza non sta nel vendere pesce, ma nel creare condizioni favorevoli per l’intero comparto norvegese. L’evento di Milano è stato anche una vetrina della nuova aggressività marketing-oriented delle aziende norvegesi, che non si limitano più alla qualità del prodotto, ma puntano su packaging, posizionamento e brand identity.

Domingo Iudice, con il suo caso di fast-food ittico, ha portato il discorso sul piano del linguaggio e della relazione col consumatore. Il pesce norvegese – dice in sostanza – non si vende da solo. Va raccontato, con codici nuovi, con format accessibili, con narrazioni contemporanee. E questo vale sia per la ristorazione che per il retail.

Produzione, gestione e sostenibilità: il modello norvegese

Dal punto di vista produttivo, le relazioni di Benedicte Nielsen e Julie Seem hanno chiarito i fondamenti del sistema norvegese: rigore scientifico, gestione delle risorse, tracciabilità, trasparenza. La riduzione delle quote di merluzzo è stata presentata non come una debolezza, ma come una prova di responsabilità ecologica e lungimiranza politica.

Il settore dell’acquacoltura, rappresentato da Eivind Hestvik Brækkan, ha messo in luce le nuove rotte commerciali e le prospettive per il salmone norvegese, sempre più richiesto in formati ready-to-cook dalla GDO italiana. Una tendenza confermata dai dati illustrati da Andrea Succi, secondo cui il consumo domestico è trainato dalla praticità, ma anche dalla reputazione del paese d’origine.

Retail e horeca: convergenze parallele

Se nel largo consumo si impongono convenienza e velocità, nella ristorazione avanzano esigenze diverse. Matteo Figura ha documentato il ritorno a una ristorazione attenta all’origine, all’etica, alla narrazione territoriale. È qui che il pesce norvegese può trovare nuove sponde, se affiancato da una comunicazione trasparente e da un racconto credibile.

La tavola rotonda finale con Elisa Chiarioni, Giovanna D’Avino e Anders Tennefoss ha tracciato i punti cardine per il futuro: adattabilità dei formati, flessibilità distributiva, comunicazione integrata. Tutti elementi che presuppongono una conoscenza profonda del mercato italiano e un ascolto costante dei suoi mutamenti.

Un radicamento che guarda lontano

Il Seafood Seminar 2025 non è stato solo un evento. È stato un messaggio. Il Norwegian Seafood Council ha dimostrato di voler essere più presente, più attento, più radicato nel nostro paese. In un settore in cui l’innovazione va di pari passo con la fiducia, costruire legami solidi è la vera strategia di lungo periodo.

Pesceinrete continuerà a raccontare questi processi, dando spazio ai protagonisti, ai numeri, alle scelte strategiche. Perché solo con uno sguardo informato e competente si può cogliere il senso profondo dei movimenti della filiera.

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L’articolo Seafood Seminar 2025: la strategia norvegese per il mercato italiano proviene da Pesceinrete.

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