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La pesca siciliana non è solo un comparto produttivo: è identità, cultura, economia costiera. Ma oggi, per restare vitale, deve affrontare transizioni decisive – sul piano infrastrutturale, ambientale, tecnologico e commerciale. Il Dipartimento della Pesca Mediterranea, guidato dall’Arch. Giovanni Cucchiara, è al centro di questo processo, chiamato a trasformare i fondi europei in interventi concreti e accessibili, a sostenere l’innovazione lungo la filiera e a rafforzare il valore del pescato siciliano nei mercati.
In questa intervista, il Dirigente Generale, traccia le direttrici della strategia regionale: dalla modernizzazione dei porti alla digitalizzazione, dalla promozione dell’acquacoltura sostenibile alla valorizzazione multifunzionale del lavoro dei pescatori. Una visione operativa che punta a rafforzare il ruolo della Sicilia come protagonista del Mediterraneo.
Il recente bando da 6 milioni di euro per interventi infrastrutturali nei porti e nei luoghi di sbarco rappresenta un primo passo concreto nell’attuazione del FEAMPA. Qual è la visione complessiva del Dipartimento su come questi fondi devono incidere, a terra e a mare, sulla competitività del comparto siciliano?
Il bando a cui fa riferimento rappresenta, senza dubbio, un primo e significativo passo nell’attuazione concreta del FEAMPA in Sicilia. Questa dotazione finanziaria è un’opportunità preziosa per rafforzare e modernizzare le infrastrutture costiere, che costituiscono il cuore pulsante dell’intero comparto della pesca mediterranea nella nostra regione. La visione complessiva del Dipartimento della Pesca Mediterranea si fonda sull’idea che questi investimenti debbano incidere in modo tangibile sia a terra che a mare, per migliorare la competitività e la sostenibilità del settore. A terra, intendiamo favorire la realizzazione e l’ammodernamento di strutture portuali funzionali, sicure e tecnologicamente avanzate, capaci di garantire migliori condizioni per le attività di sbarco, conservazione e commercializzazione del pescato. Migliori infrastrutture significano anche maggiore sicurezza per gli operatori e una più efficiente gestione delle risorse. A mare, la modernizzazione delle infrastrutture di supporto è fondamentale per incentivare la transizione verso pratiche di pesca sostenibili e innovazioni tecnologiche, in linea con gli obiettivi del FEAMPA e della politica comune della pesca. Il nostro obiettivo è quello di creare un sistema integrato, in cui l’adeguamento delle infrastrutture costiere si traduca in un miglioramento complessivo della filiera ittica, dalla cattura alla commercializzazione. Questi interventi non solo contribuiscono a preservare e valorizzare la tradizione marittima siciliana, ma rappresentano anche un fattore strategico per rilanciare la competitività del comparto, favorendo la crescita economica delle comunità costiere e promuovendo l’occupazione nel settore.
Quali strumenti concreti state adottando per garantire che anche le realtà più piccole possano beneficiare dei finanziamenti?
Siamo pienamente consapevoli delle difficoltà che molte microimprese della pesca incontrano nell’accesso ai finanziamenti pubblici, in particolare a quelli derivanti dai fondi europei come il FEAMPA. Queste difficoltà spesso derivano dalla complessità delle procedure amministrative e dalla mancanza di risorse interne dedicate alla gestione dei bandi. Per questo motivo, il Dipartimento della Pesca Mediterranea, ha adottato una serie di misure concrete volte a facilitare l’accesso ai finanziamenti anche per le realtà più piccole e meno strutturate. In primo luogo, stiamo rafforzando il supporto tecnico e informativo e promuoviamo iniziative di formazione specifica per migliorare la capacità amministrativa delle imprese. Oltre a semplificare il più possibile le procedure di presentazione delle domande, al fine di ridurre gli oneri amministrativi e rendere più accessibili le opportunità di finanziamento. Questi interventi rappresentano un impegno concreto del Dipartimento per garantire equità nell’accesso ai fondi e sostenere lo sviluppo delle microimprese della pesca, che costituiscono un patrimonio economico e sociale fondamentale per le nostre comunità costiere.
Tracciabilità, gestione dei dati, aste digitali: come la Regione intende sostenere concretamente l’innovazione lungo tutta la filiera ittica, dalla barca al mercato?
L’innovazione tecnologica e la digitalizzazione stanno diventando strumenti fondamentali per rendere più efficiente, trasparente e sostenibile l’intera filiera ittica, dalla fase della cattura fino alla commercializzazione sul mercato. In questo contesto, la Regione Siciliana si impegna concretamente a favorire queste trasformazioni attraverso una strategia integrata che tocca diversi ambiti chiave. Un aspetto centrale riguarda la tracciabilità: stiamo infatti pian piano promuovendo l’adozione di sistemi digitali avanzati che consentono di monitorare ogni passaggio del pescato, garantendo così una maggiore trasparenza e sicurezza alimentare per i consumatori, oltre a migliorare la gestione delle risorse marine. Parallelamente, l’idea è quella di programmare investimenti nello sviluppo di piattaforme digitali condivise, che facilitano lo scambio di informazioni tra operatori, enti di controllo e autorità di gestione, ottimizzando le attività di pesca, riducendo gli sprechi e supportando decisioni basate su dati affidabili, ma che siano allo stesso tempo utili per incentivare l’introduzione di aste digitali innovative che permettono agli operatori di vendere il pescato in modo più rapido, trasparente e competitivo, ampliando così l’accesso ai mercati anche al di fuori dei confini locali. In sintesi, il nostro obiettivo è accompagnare l’intera filiera ittica siciliana in un percorso di modernizzazione digitale che valorizzi le peculiarità del territorio, rafforzi la competitività delle imprese e garantisca uno sviluppo sostenibile e duraturo nel tempo.
Come si sta preparando il Dipartimento a garantire una gestione adattiva delle risorse senza compromettere la tenuta socioeconomica delle marinerie?
La Sicilia, per la sua posizione strategica nel Mediterraneo, è particolarmente esposta agli impatti dei cambiamenti climatici e alle variazioni degli stock ittici, fenomeni che richiedono un approccio dinamico e flessibile alla gestione delle risorse marine. Il Dipartimento della Pesca Mediterranea è impegnato a promuovere una gestione adattiva degli stock ittici, basata su dati scientifici aggiornati e sul monitoraggio costante delle risorse. Collaboriamo con istituti di ricerca e università per acquisire informazioni precise e tempestive che guidino le decisioni gestionali. Parallelamente, riconosciamo l’importanza di tutelare la tenuta socioeconomica delle marinerie, che rappresentano il tessuto vitale delle nostre comunità costiere. Per questo adottiamo misure di accompagnamento e sostegno rivolte agli operatori della pesca, quali incentivi per pratiche di pesca sostenibile, programmi di diversificazione economica e formazione specifica per favorire la resilienza delle imprese. Inoltre, stiamo integrando politiche di adattamento climatico nelle strategie di sviluppo del settore, con interventi infrastrutturali mirati e piani di gestione che tengano conto degli scenari futuri legati al clima. In sintesi, il nostro approccio punta a coniugare la conservazione delle risorse marine con la valorizzazione del capitale umano e sociale delle marinerie siciliane, garantendo così uno sviluppo sostenibile e duraturo nel tempo.
Quali priorità definite nel Piano Regionale si stanno già traducendo in misure operative per il settore?
L’acquacoltura rappresenta un settore strategico per la Regione Siciliana, fondamentale non solo per garantire l’approvvigionamento di prodotti ittici di qualità, ma anche per contribuire alla sicurezza alimentare regionale e nazionale. Nel nostro Piano Regionale per lo sviluppo dell’acquacoltura abbiamo individuato alcune priorità che stanno già traducendosi in azioni concrete e misure operative. In primo luogo, stiamo promuovendo la sostenibilità ambientale attraverso l’adozione di tecniche produttive a basso impatto e il monitoraggio costante delle aree di allevamento, per garantire il rispetto degli ecosistemi marini e costieri. Vengono incentivati progetti che favoriscono l’uso di tecnologie innovative volte a ridurre l’inquinamento e migliorare l’efficienza delle risorse. Particolare attenzione è inoltre rivolta al rafforzamento delle infrastrutture dedicate all’acquacoltura, con interventi mirati a migliorare i punti di sbarco, le strutture logistiche e gli impianti di lavorazione, per aumentare la competitività del settore e favorire l’accesso ai mercati. Il Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana inoltre, supporta le imprese nel percorso di certificazione e valorizzazione dei prodotti, puntando su qualità, tracciabilità e promozione territoriale, elementi essenziali per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più esigente che mira a fare dell’acquacoltura un settore moderno, sostenibile e capace di contribuire in modo significativo allo sviluppo socioeconomico della Sicilia.
Quali strategie intende mettere in campo la Regione per valorizzarlo, differenziarlo sul mercato e comunicarne l’identità territoriale anche fuori dai confini regionali?
La valorizzazione del pescato siciliano è una priorità strategica per la Regione, in quanto rappresenta non solo un elemento chiave per la competitività del settore ma anche un patrimonio culturale e identitario da preservare e promuovere. Per questo motivo, la Regione intende adottare un approccio integrato che agisca su più fronti. Innanzitutto, si lavorerà per favorire la differenziazione e la certificazione dei prodotti ittici attraverso strumenti quali marchi di qualità, certificazioni DOP/IGP e sistemi di tracciabilità che ne garantiscano l’origine, la sostenibilità e la freschezza. Parallelamente, la promozione commerciale sarà rafforzata mediante campagne di comunicazione mirate, sia a livello regionale che nazionale e internazionale, per far conoscere le peculiarità del pescato siciliano e raccontarne la storia, le tradizioni e il legame con il territorio. Un altro ambito di intervento riguarda il supporto alla filiera corta e ai mercati locali, con iniziative volte a valorizzare la vendita diretta e a promuovere nuove forme di commercializzazione, che consentano un miglior riconoscimento economico agli operatori. In questo percorso di valorizzazione si inserisce anche il REIMAR – Registro delle Identità della Pesca Mediterranea e dei Borghi Marinari – istituito dalla Regione Siciliana per tutelare e promuovere l’identità culturale e storica delle comunità marinare dell’isola. Il REIMAR rappresenta uno strumento strategico per riconoscere e valorizzare saperi, luoghi, pratiche tradizionali e architetture legate al mondo della pesca, contribuendo a costruire una narrazione autentica e distintiva del pescato siciliano. Infine, la Regione sostiene la partecipazione a fiere e eventi di settore, nonché la collaborazione con ristoratori, chef e operatori turistici, per creare una rete virtuosa che faccia del pescato siciliano un prodotto simbolo della Sicilia nel mondo.
In sintesi, l’obiettivo è costruire un sistema di valorizzazione che non solo aumenti il valore economico del pescato, ma rafforzi anche l’identità e la riconoscibilità della nostra tradizione marinara, contribuendo così allo sviluppo sostenibile delle comunità costiere.
Quali opportunità sono aperte, concretamente, per quei pescatori che vogliono integrare l’attività di pesca con trasformazione, vendita diretta, pescaturismo, ittiturismo ed educazione ambientale?
Oggi parlare di pesca non significa più solo parlare di cattura del pesce. Significa parlare di comunità, di cultura del mare, di sostenibilità ambientale ed economica. In questo contesto, la diversificazione delle attività rappresenta una risposta concreta alle difficoltà che molti pescatori vivono quotidianamente. Per noi, è anche un’opportunità per riconoscere e valorizzare il ruolo multifunzionale che il pescatore può e deve svolgere. Come Dipartimento, stiamo lavorando affinché i pescatori siciliani possano aprirsi a nuove forme di attività che integrino, e in alcuni casi trasformino, il loro mestiere. Pensiamo al pescaturismo e all’ittiturismo: esperienze che permettono ai pescatori di accogliere a bordo i turisti, di raccontare il mare, le tecniche tradizionali, e di mostrare, in prima persona, cosa significa vivere del mare nel rispetto delle sue regole. Sono attività che non solo generano un reddito alternativo, ma rafforzano anche il legame tra le comunità costiere e il territorio. Allo stesso tempo, stiamo sostenendo anche chi vuole investire nella trasformazione del pescato, nella vendita diretta o nella creazione di piccoli laboratori artigianali. Questo consente ai pescatori di controllare una parte più ampia della filiera, aumentando il valore del proprio prodotto e migliorandone la riconoscibilità sul mercato. Un’altra frontiera che ci sta particolarmente a cuore è quella dei servizi ecosistemici e dell’educazione ambientale. Sempre più pescatori vogliono partecipare attivamente alla tutela dell’ambiente marino: raccogliendo i rifiuti, monitorando la biodiversità, spiegando ai più giovani – magari attraverso percorsi didattici – quanto è fragile e prezioso l’equilibrio del nostro mare. Noi intendiamo accompagnare e sostenere questo cambiamento, perché siamo convinti che il pescatore del futuro non sarà solo un produttore, ma anche un custode del patrimonio ambientale e culturale del Mediterraneo. Per rendere tutto questo possibile, mettiamo a disposizione strumenti concreti: bandi dedicati, semplificazioni amministrative, percorsi formativi, supporto tecnico. La nostra visione è chiara: vogliamo che la pesca in Sicilia sia una leva di sviluppo sostenibile, in cui le tradizioni si uniscano all’innovazione, e in cui il pescatore possa continuare a vivere del mare, senza dover scegliere tra la propria identità e il proprio futuro.
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L’articolo Sicilia, la pesca del futuro tra identità e innovazione proviene da Pesceinrete.
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