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Sollecitata dalle analisi di BLOOM e Foodwatch, la questione del mercurio nel tonno in scatola entra con forza nell’agenda francese: otto città hanno annunciato il ritiro del tonno dai menù delle scuole come misura di precauzione per l’infanzia. Le amministrazioni hanno chiesto a governo e Parlamento di sostenere in sede nazionale ed europea un abbassamento dei limiti legali, allineandoli alle soglie più restrittive adottate per molte altre specie.

La mossa arriva dopo test indipendenti su 148 lattine acquistate in cinque Paesi europei. Mercurio è stato riscontrato in tutti i campioni, con oltre la metà delle lattine sopra 0,3 mg/kg e circa una su dieci oltre 1 mg/kg, il limite fissato per il tonno fresco. In un campione a marchio Petit Navire è stato misurato un valore record di 3,9 mg/kg, pari a circa tredici volte la soglia di 0,3 mg/kg applicata ad altre specie.

Il nodo è regolatorio. Il Regolamento (UE) 2023/915 fissa 0,3 mg/kg per molte specie di pesce e 0,5 mg/kg come valore generale per i prodotti ittici non specificati, ma mantiene 1,0 mg/kg per specie ad alto bioaccumulo, tra cui il tonno. Questo differenziale è al centro della contestazione avanzata dai comuni e dalle ONG.

C’è anche un aspetto tecnico da chiarire. La normativa definisce i tenori massimi sul prodotto a peso “fresco”, mentre la trasformazione in conserva concentra gli elementi presenti nel tessuto: il rapporto tra fresco e prodotto disidratato può far salire la concentrazione teorica in lattina fino a 2,7 mg/kg. È uno dei motivi per cui mercurio nel tonno in scatola torna oggetto di richiesta di armonizzazione fra fresco e trasformato.

Sul piano sanitario, l’EFSA ha fissato per il metilmercurio un TWI di 1,3 μg per kg di peso corporeo a settimana. Per un bambino di 30 kg significa 39 μg settimanali: una porzione di 60 g di tonno con 1 mg/kg apporta circa 60 μg, superando il TWI. Il rischio dipende dalle concentrazioni reali e dalla frequenza di consumo, ma l’esempio rende comprensibile l’approccio prudenziale adottato nelle mense
(European Food Safety Authority).

Il confronto resta aperto. Le autorità francesi hanno escluso falle nei controlli ufficiali e richiamato il rispetto dei limiti vigenti, mentre i comuni ribadiscono la priorità della tutela dei minori e chiedono di ridurre la soglia per il tonno a 0,3 mg/kg. In parallelo, le ONG sollecitano misure aggiuntive sulla filiera, dalla trasparenza nei test al ritiro dei prodotti oltre 0,3 mg/kg, fino a un’informazione più chiara al consumatore.

Per la ristorazione collettiva e la distribuzione, l’impatto è immediato su capitolati e assortimenti. Un’eventuale transizione verso specie con profili di contaminazione mediamente più bassi – come sardina, sgombro o merluzzo – consente di mantenere l’apporto proteico e di omega-3 riducendo l’esposizione nei gruppi vulnerabili, con un presidio rigoroso dei controlli di filiera e una comunicazione trasparente verso famiglie e stakeholder. In questo quadro, mercurio nel tonno in scatola diventa una leva strategica per riallineare standard, etichettatura e pratiche d’acquisto.

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L’articolo Tonno bandito a scuola: sotto esame i limiti sul mercurio proviene da Pesceinrete.

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