Mese: Maggio 2025 Pagina 12 di 19

Desiree Pesci: “Il nuovo Farm Standard ASC è una svolta per l’acquacoltura”

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Il lancio del Farm Standard per l’acquacoltura responsabile segna un nuovo punto di riferimento per l’intera filiera. Non si tratta solo dell’introduzione di un nuovo schema certificativo, ma di un’evoluzione strutturale che unisce esigenze di mercato, rigore scientifico e responsabilità ambientale. A confermarlo è Desirée Pesci, Market Development Manager di ASC Italia, che ha commentato: “Il lancio del nuovo Farm Standard di ASC rappresenta una svolta fondamentale per l’intera industria. Con un approccio integrato e basato sul rischio, questo standard offre risposte concrete alle esigenze di mercato e alle sfide ambientali e sociali che il settore dell’acquacoltura deve affrontare. È uno strumento potente per guidare il cambiamento e per dimostrare, con trasparenza, l’impegno reale verso pratiche responsabili che rispettino le persone, il pianeta ed il benessere animale.”

Il nuovo standard, presentato in anteprima al Seafood Expo Global di Barcellona, nasce dall’unificazione di dodici standard precedenti in un unico framework operativo, pensato per aumentare coerenza, trasparenza e applicabilità nella gestione degli allevamenti ittici certificati ASC.

Un impianto moderno e multilivello

A differenza degli approcci settoriali del passato, il Farm Standard adotta una logica integrata e risk-based, ovvero calibrata sull’effettiva esposizione ai rischi ambientali, sociali e sanitari dei diversi contesti produttivi. Questo consente alle aziende di concentrare gli sforzi dove è più necessario, riducendo al contempo il carico amministrativo dove i rischi sono minori.
Per chi acquista e distribuisce prodotti ittici, il nuovo standard introduce un vantaggio competitivo rilevante: più chiarezza nei requisiti, maggiore affidabilità dei dati, e soprattutto la possibilità di comunicare ai propri clienti un impegno certificato che tiene conto di benessere animale, condizioni di lavoro e tutela della biodiversità.

Il ruolo dell’Italia nella nuova fase dell’ASC

Il mercato italiano, già da tempo attento ai valori della tracciabilità e della responsabilità ambientale, si trova oggi nella posizione ideale per guidare questa transizione. Le aziende certificate ASC nel nostro Paese sono in crescita e sempre più strutturate per affrontare gli obiettivi ESG richiesti da GDO, export e canali Horeca.
Il nuovo Programme Centre, piattaforma digitale dedicata messa a disposizione da ASC, centralizza documenti, strumenti e risorse operative, facilitando il lavoro di produttori, trasformatori e auditor. Un’infrastruttura pensata per rendere la certificazione non solo più accessibile, ma anche più funzionale al miglioramento continuo.

Due anni per trasformare il settore

ASC ha previsto un periodo di transizione di due anni per permettere alle aziende di adeguarsi progressivamente, con il massimo supporto tecnico e formativo. In questo tempo, i vecchi standard rimarranno validi, ma l’obiettivo è chiaro: dare a tutta la filiera uno strumento univoco, aggiornato e concreto per dimostrare l’impegno verso l’acquacoltura sostenibile.
Il Farm Standard non è solo un documento tecnico, ma una leva per rafforzare la credibilità del settore agli occhi di consumatori, istituzioni e mercati internazionali. Come affermato da Desiree Pesci, “guidare il cambiamento” oggi significa saper unire rigore, trasparenza e visione.

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Turismo internazionale e nuovi consumi: il pesce italiano ha una chance

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Il binomio turismo estero e ristorazione è diventato centrale nella crescita della spesa alimentare fuori casa in Italia. Lo evidenzia con chiarezza il Rapporto Ristorazione 2025 di FIPE-Confcommercio: nel 2024, la componente internazionale del turismo ha avuto un impatto decisivo sul recupero del comparto Ho.Re.Ca., in particolare nelle città d’arte e nelle località costiere.

Con 292 miliardi di euro complessivi nei consumi alimentari, di cui oltre 96 miliardi spesi fuori casa, il ruolo dei viaggiatori stranieri appare tutt’altro che marginale. E il pasto al ristorante si conferma un momento centrale del viaggio, spesso guidato dalla ricerca di autenticità, identità e qualità.

Una domanda attenta a qualità, narrazione e tracciabilità

Il turista straniero non cerca solo buon cibo, ma un’esperienza coerente con valori di sostenibilità e appartenenza territoriale. In questo contesto, il pesce italiano può diventare un ambasciatore naturale di eccellenza, se accompagnato da una narrazione efficace e da un’offerta coerente con le aspettative internazionali.

Il rapporto segnala che i consumatori premiano ingredienti locali, tracciabili e sostenibili. Elementi che molte aziende ittiche italiane già garantiscono, ma che spesso non vengono tradotti in valore percepito nella ristorazione turistica. Per cogliere questa opportunità, occorre migliorare la comunicazione in sala e nei menù, investire nella formazione del personale e stringere alleanze tra produttori e ristoratori.

Città d’arte e destinazioni costiere: i poli della ripresa

Le aree maggiormente coinvolte dalla spinta di turismo estero e ristorazione sono le grandi città italiane — Roma, Firenze, Venezia, Napoli — e le località costiere del Mezzogiorno e delle isole. Qui il pesce è spesso già presente nei menù, ma non sempre rappresentato come prodotto distintivo, stagionale e sostenibile.

Questa è la leva su cui può lavorare il comparto ittico: proporre referenze adatte alla ristorazione turistica, accompagnate da strumenti che facilitino la comprensione del valore aggiunto — etichette multilingua, QR code sulla tracciabilità, format degustativi per clienti internazionali.

Il pesce come proposta esperienziale nel fuori casa

Il Rapporto FIPE 2025 rileva che il pasto fuori casa si è trasformato in esperienza: non solo nutrizione, ma relazione, cultura e racconto. In questo contesto, un piatto di pesce locale può diventare il momento clou di una cena in Italia per milioni di turisti.

Per riuscirci, serve una filiera unita e consapevole: chi produce, chi trasforma e chi serve devono agire insieme per posizionare il pesce non solo come alimento, ma come identità. In questo senso, la ristorazione turistica può diventare il palcoscenico ideale per esaltare le specificità ittiche regionali.

La crescita del turismo estero e la ristorazione è un dato oggettivo, ma trasformarlo in valore per il settore ittico richiede strategia. Serve un’offerta all’altezza, formazione, comunicazione e una narrazione coerente. Il pesce italiano ha le carte giuste, ma va accompagnato nel racconto e nella messa in scena.

Continua a seguirci, Pesceinrete continuerà a offrire spunti e analisi per supportare imprese e territori in questo percorso.

 

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Mangimi per acquacoltura: Europa in controtendenza, Asia e Americhe in frenata

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La produzione mangimi acquacoltura 2024 ha registrato un leggero calo dell’1,1% a livello globale, a riportarlo il recente Alltech Agri-Food Outlook 2025. Un dato che conferma la tendenza discendente già osservata nel 2023 e che evidenzia le crescenti disparità tra aree geografiche, specie allevate e condizioni di mercato.

Per gli operatori professionali del settore ittico — dai buyer ai trasformatori, dagli stakeholder istituzionali alle imprese di allevamento — il quadro globale impone riflessioni strategiche: mentre l’Europa consolida una crescita lenta ma costante, altre macroaree come Asia-Pacifico e Nord America arretrano.

Europa: traino sostenibile e consolidamento

Nel panorama del 2024, l’Europa si distingue per un incremento del 2,1% nella produzione di mangimi per acquacoltura. Questo risultato conferma un trend positivo avviato già da cinque anni, attribuito a tre fattori principali:

  • adattamenti alle politiche di sostenibilità ambientale
  • progressi tecnologici nei mangimi specializzati
  • dinamiche di mercato favorevoli, con prezzi elevati soprattutto per salmone atlantico, branzino e orata

L’attenzione alla qualità nutrizionale, alla tracciabilità e alle formulazioni alternative alle farine di pesce tradizionali ha contribuito a rendere l’offerta europea più resiliente e attrattiva, sia nei mercati interni che nelle esportazioni.

Asia-Pacifico e Americhe: contrazione e difficoltà operative

Nonostante rappresenti ancora il maggior produttore mondiale, l’Asia-Pacifico ha subito un calo dell’1,7%. La pressione ambientale, le epidemie ricorrenti e la necessità di contenere i costi hanno ridotto la domanda di mangimi specializzati, spingendo verso soluzioni meno performanti.

Situazione ancora più critica in Nord America, dove la produzione è diminuita del 3,7%. Le difficoltà sono attribuite a malattie negli allevamenti di salmone, sovrapproduzione di gamberetti e instabilità economica. Il caso della bancarotta del principale produttore statunitense di gamberi all’inizio del 2025 è emblematico di una filiera sotto forte stress.

Anche l’America Latina registra un calo del 2,3%, causato da nuove normative fiscali e dal calo dell’utilizzo di mangimi per gamberetti in Ecuador. Tuttavia, Paesi come Cile e Perù mostrano segnali positivi grazie a condizioni ambientali favorevoli e incentivi alla produzione.

Africa e Oceania: piccoli volumi, grandi potenzialità

Il continente africano si conferma in fase espansiva, con un +9,1% trainato da un progressivo passaggio dai mangimi artigianali a quelli commerciali. Tuttavia, i volumi restano ancora marginali a livello globale.

Oceania mostra la crescita relativa più elevata, +9,3%, grazie all’apertura di nuovi impianti e alla diversificazione delle specie allevate. Il sostegno governativo e la prossimità geografica all’Asia rappresentano un vantaggio competitivo in potenziale espansione.

Il report Alltech mette in luce una verità fondamentale: la produzione mangimi acquacoltura 2024 non segue un’unica traiettoria. Le differenze tra regioni, specie allevate e approcci industriali generano un mosaico complesso, che richiede capacità analitiche, rapidità di adattamento e visione strategica.

Per le aziende che operano nel comparto, monitorare questi segnali non è solo utile, ma necessario per anticipare tendenze, ottimizzare gli approvvigionamenti e rafforzare la resilienza della propria filiera.

Continua a seguire Pesceinrete per approfondire i trend che contano davvero.

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Norvegia, aprile da record per l’export ittico: volano salmone, sgombro e crostacei

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Le esportazioni ittiche norvegesi ad aprile 2025 hanno raggiunto un valore complessivo di 14,3 miliardi di corone norvegesi, segnando il miglior risultato di sempre per questo mese. L’aumento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2024 è frutto di una combinazione di fattori: crescita dei volumi, domanda solida nei mercati chiave e una produzione ittico-acquicola ben calibrata sull’export.

Buyer, imprese e stakeholder europei e internazionali guardano con attenzione ai numeri diffusi dal Norwegian Seafood Council, che rivelano non solo una conferma delle tendenze note, ma anche interessanti segnali di riposizionamento sui mercati.

La forza del salmone norvegese: volumi in aumento, prezzi sotto pressione

Il salmone ha rappresentato il 71% del valore totale esportato nel mese, per un valore di 10 miliardi di corone e un volume di 106.339 tonnellate, in crescita del 34%. Il prezzo medio si è attestato su 84,60 NOK/kg, in calo del 29% rispetto all’anno precedente.

L’aumento delle temperature marine e la riduzione delle sfide biologiche hanno portato a una disponibilità superiore di prodotto di alta qualità. Questo ha favorito una maggiore penetrazione nei mercati d’oltremare, con gli Stati Uniti che si confermano primo mercato in valore (4,4 miliardi di NOK da inizio anno) e la Cina in forte ascesa, con +88% di valore ad aprile rispetto al 2024.

Crostacei in crescita: boom del granchio reale e dei gamberi

Le esportazioni ittiche norvegesi ad aprile 2025 si sono distinte anche per il rendimento dei crostacei. Il granchio reale ha fatto registrare una crescita del valore del 110% su base annua, toccando i 41 milioni di corone. Le spedizioni verso gli USA rappresentano oltre la metà del totale.

Anche il granchio delle nevi ha segnato un incremento del 46% in valore, a fronte però di un calo dei volumi (-18%), riflettendo una disponibilità più limitata e una domanda stabile. I gamberi, trainati dagli sbarchi nel Mare di Barents, hanno visto una crescita del 64% in valore e del 53% in volume, con l’espansione del segmento surgelato e lavorato a bordo.

Ottimi risultati anche per sgombro, baccalà e pesce salato

Tra le specie ittiche lavorate, lo sgombro si distingue con 9.111 tonnellate esportate (+11%) e un valore di 289 milioni di NOK (+38%). La forte domanda e la scarsità di offerta hanno sostenuto il prezzo medio.

Il baccalà mantiene la sua centralità sul mercato portoghese, con esportazioni per 5.140 tonnellate e un valore in crescita del 23%. Da segnalare il valore record del pesce salato, che ha raggiunto 435 milioni di corone, con un +16% su base annua, trainato ancora una volta dal Portogallo.

Per il merluzzo, invece, il quadro è più articolato: calo per lo skrei (-44% in volume da inizio anno), contrazione dei volumi per il merluzzo congelato (-49%) e recupero parziale per il merluzzo fresco, soprattutto d’allevamento.

I dati sulle esportazioni ittiche norvegesi ad aprile 2025 evidenziano una solida resilienza del comparto in un contesto internazionale ancora incerto. Mentre alcuni segmenti, come lo stoccafisso e lo skrei, mostrano segnali di contrazione, l’industria norvegese riesce a compensare con l’espansione di prodotti più dinamici e adattabili alla domanda globale.

Buyer e distributori europei dovranno monitorare l’impatto dei dazi USA e della concorrenza asiatica, ma le prospettive restano positive per i prossimi mesi, soprattutto grazie alla forza logistica e alla flessibilità dell’offerta norvegese.

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Pesca,  al via il “Sigillo di garanzia” per il tracciamento

In ottica sicurezza alimentare e tracciamento

In vigore da oggi l’obbligo di apporre idoneo sigillo di garanzia su ogni esemplare di tonno rosso che arriverà nei porti siciliani o per il tonno pescato da palangari. Dal prossimo 26 maggio, inoltre, tale obbligo sarà esteso a tutti i porti italiani e a tutta la pesca professionale. Al momento dello sbarco e della convalida del documento elettronico di cattura (eBcd), il sigillo, con ben visibile l’origine e altre informazioni, verrà apposto per facilitare il tracciamento del pesce in tutte le fasi della commercializzazione, sia quando è presentato intero che eviscerato.

E’ una misura che nasce per dare forza alla lotta contro la pesca illegale e per la tutela della filiera ittica virtuosa. Il sigillo permetterà di identificare ogni esemplare, e assicurare che giungano sulle tavole degli italiani prodotti sicuri, certificati e garantiti.

I sigilli – predisposti dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – saranno distribuiti a tutte le Autorità Marittime coinvolte.

L’obbligo si applica inizialmente agli sbarchi effettuati da unità autorizzate alla pesca con palangari e successivamente per tutte le catture di tonno. Agripesca ritiene che sostenere in tal modo l’attività della pesca corrispondere a difendere il lavoro di chi, come i nostri pescatori, rispetta le regole e garantisce ai cittadini un prodotto di eccellenza.

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