Mese: Maggio 2025 Pagina 2 di 19

Mitili da record: la Scozia firma il suo massimo storico nel 2024

 [[{“value”:”

La produzione di mitili in Scozia nel 2024 ha raggiunto quota 11.690 tonnellate, segnando il valore più alto mai registrato a livello nazionale. È il dato che apre lo Scottish Shellfish Farm Production Survey 2024, pubblicato dal governo scozzese, e che evidenzia un incremento del 13% rispetto al 2023.

A trainare il settore è la regione delle Shetland, con oltre 10.200 tonnellate prodotte, pari all’88% del totale nazionale. Un risultato che consolida la centralità della mitilicoltura nel panorama dell’acquacoltura britannica ed europea, offrendo segnali positivi nonostante le flessioni in altre specie molluschi.

Ostriche in calo, ma crescono le native

Accanto al primato dei mitili, lo stesso report segnala una netta contrazione nella produzione di ostriche del Pacifico (Magallana gigas), scese da 3,9 a 2,4 milioni di esemplari (-38%). Il calo è legato all’interruzione delle attività da parte di un grande produttore dell’area Highland.

Crescono però le ostriche native (Ostrea edulis), passate da 111.000 a 170.000 esemplari, con un incremento del 53% che riaccende l’interesse su questa specie storicamente più fragile e selettiva. Resta marginale invece la produzione di capesante, con 23.000 esemplari complessivi nel 2024.

Un comparto da 14 milioni di sterline

Sommando i dati di prima vendita, il valore complessivo della mitilicoltura e della molluschicoltura scozzese nel 2024 si attesta intorno ai 14 milioni di sterline, in leggero calo rispetto ai 14,1 milioni del 2023. Il mitilo si conferma la colonna portante del settore con circa 12,3 milioni di sterline generati, seguito da ostriche del Pacifico (1,5 mln), ostriche native e capesante (entrambe stimate intorno alle 100.000 sterline).

La produzione di mitili in Scozia nel 2024 mostra un’elevata concentrazione: solo 11 aziende hanno prodotto oltre l’88% del totale nazionale. Due sole imprese hanno superato le 300.000 ostriche prodotte.

Spat settlement in ripresa, ma calano le imprese

Un altro indicatore positivo arriva dallo spat settlement, ovvero la disponibilità naturale di seme per l’avvio dei cicli produttivi: nel 2024 i siti con raccolta sufficiente per i mitili sono cresciuti dell’80%, da 54 a 97. Un segnale incoraggiante dopo anni di criticità legate a fattori ambientali e biologici.

Tuttavia, il settore continua a registrare una progressiva riduzione del numero di imprese autorizzate: 100 nel 2024 contro le 144 del 2015, con una perdita del 31% in dieci anni. Le difficoltà maggiori si riscontrano nei siti più remoti, dove logistica e costi di commercializzazione penalizzano la continuità operativa.

Monitoraggi sanitari e resilienza ambientale

Il Marine Directorate ha proseguito anche nel 2024 le attività di controllo sanitario su 120 siti, con ispezioni basate sul rischio e verifiche documentali su altri 41. Non sono emerse malattie soggette a notifica obbligatoria, ma continuano a essere applicate restrizioni in zone sensibili alla Bonamia ostreae, come Loch Sunart, Dornoch Firth e West Loch Tarbert.

Nel frattempo, la Scozia mantiene lo status sanitario favorevole anche per Marteilia refringens e OsHV-1 µvar, con un regime che vieta la movimentazione di stock infetti, proteggendo le produzioni locali e le aree ancora indenni.

La produzione di mitili in Scozia nel 2024 rappresenta un caso virtuoso in un contesto europeo segnato da incertezze e adattamenti climatici. Se da un lato la mitilicoltura mostra slancio e capacità di consolidamento, le ostriche richiedono strategie mirate di rilancio.

Continua a seguire Pesceinrete per aggiornamenti puntuali sulla molluschicoltura europea e internazionale.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

 

L’articolo Mitili da record: la Scozia firma il suo massimo storico nel 2024 proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Il futuro della pesca nel Mediterraneo parte da Mazara

 [[{“value”:”

Mazara del Vallo torna al centro del dibattito strategico sulla pesca nel bacino del Mediterraneo. Venerdì 30 maggio, dalle ore 10:00 alle 12:30, la Sala Consiliare del Comune ospiterà l’incontro ministeriale “Rafforzare l’approvvigionamento ittico nel Mediterraneo”, appuntamento di punta della rassegna internazionale Tesori dal Blu, promossa dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

La riunione, ad altissimo livello istituzionale, vedrà la partecipazione del ministro Francesco Lollobrigida, del sottosegretario Patrizio La Pietra, del ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e dell’assessore regionale Salvatore Barbagallo.

Oltre alla presenza italiana, l’incontro si apre al dialogo con i partner del Mediterraneo, segnando un momento concreto di diplomazia blu: saranno infatti presenti Anton Refalo, ministro della Pesca di Malta, Adel Sultan, ministro libico delle Risorse Marine, e Ben Cheikh, ministro tunisino dell’Agricoltura, delle Risorse Idriche e della Pesca.

“Questa manifestazione non è soltanto una celebrazione del mare e delle sue risorse, ma un’occasione operativa per rafforzare la cooperazione, promuovere lo sviluppo sostenibile delle attività legate alla pesca e consolidare il ruolo dell’Italia quale attore guida nel rilancio dell’economia blu” ha dichiarato il sottosegretario Patrizio La Pietra, che introdurrà i lavori.

La visione condivisa guarda a un settore ittico capace di rispondere a sfide complesse come sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale e competitività economica, puntando su politiche integrate, alleanze internazionali e innovazione tecnologica.

Sessione tecnica: esperti e imprese a confronto

La seconda parte dell’incontro si concentrerà su un panel tecnico di alto profilo, in cui saranno affrontati i nodi più operativi legati all’approvvigionamento, alla trasformazione, alla sicurezza e alla valorizzazione del prodotto ittico mediterraneo.

Giuseppe Palma, segretario generale di Assoittica Italia, affronterà il tema del trasferimento del know-how nella trasformazione dei prodotti, sottolineando l’importanza di diffondere competenze e tecnologie nei Paesi dell’area.

Alberico Simioli, esperto di pesca e acquacoltura, parlerà della centralità delle filiere per la valorizzazione e la competitività, mentre Mauro Colarossi, della Direzione Generale della Pesca Marittima e dell’Acquacoltura, tratterà le normative europee su sicurezza alimentare e tracciabilità.

Chiuderà la sessione Valentina Tepedino, direttrice di Eurofishmarket, con un focus sulla promozione internazionale del prodotto ittico mediterraneo, sempre più percepito come elemento distintivo per l’export e per le strategie di branding dei territori.

Una visione condivisa per l’economia blu

L’incontro a Mazara del Vallo non si limita alla dimensione simbolica: rappresenta un momento concreto di elaborazione politica e operativa, che intende rafforzare la posizione dell’Italia come leader del dialogo mediterraneo in materia di pesca e risorse marine.

Per il mondo della trasformazione, della distribuzione e per tutti gli operatori della filiera, sarà anche l’occasione per aggiornarsi sulle strategie istituzionali in atto, favorendo nuove sinergie tra pubblico e privato, tra innovazione e tradizione, tra scala locale e cooperazione internazionale.

Mazara del Vallo diventa laboratorio e crocevia per il futuro della pesca mediterranea. Segui Pesceinrete per tutti gli aggiornamenti su “Tesori dal Blu” e le strategie che guideranno la nuova economia blu del Mediterraneo.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo Il futuro della pesca nel Mediterraneo parte da Mazara proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Un robot tra le cozze: la Nuova Zelanda riscrive le regole dell’acquacoltura

 [[{“value”:”

L’innovazione tecnologica in acquacoltura prende corpo nelle acque della Nuova Zelanda, dove un robot subacqueo autonomo osserva la crescita delle cozze e fornisce dati utili per programmare la raccolta con maggiore precisione.

Sembra fantascienza, ma è realtà grazie a un progetto nato all’interno dell’Università di Canterbury, oggi diventato una vera e propria startup con ambizioni globali. Un’iniziativa che coniuga automazione, intelligenza artificiale e sostenibilità, offrendo nuove prospettive alla filiera molluschicola.

Un sistema intelligente che guarda sott’acqua

Il cuore del progetto è un AUV – Autonomous Underwater Vehicle – ideato per muoversi tra le corde degli allevamenti e misurare la dimensione delle cozze in tempo reale.

Dotato di sensori ottici e software di visione artificiale, il robot raccoglie dati utili alla pianificazione delle attività di raccolta e alla previsione delle rese. Un’operazione che normalmente richiede lavoro manuale e tempi lunghi, oggi viene svolta con efficienza, continuità e precisione.

“Vogliamo offrire agli allevatori uno strumento concreto per ridurre i margini di errore e aumentare il controllo sulla produzione”, ha spiegato Tim Rensen, ingegnere e dottorando all’Università di Canterbury, ideatore del sistema.

Dalla ricerca al mercato: una startup nata per innovare

Grazie al supporto dei programmi Kiwinet, Callaghan Innovation e Sprout Accelerator, il progetto ha lasciato i confini accademici per entrare nella fase di validazione industriale.

Rensen oggi è CTO della startup che sta industrializzando il robot. La sua squadra collabora con aziende pilota per adattare il sistema alle esigenze reali della produzione. L’obiettivo: rendere questa innovazione tecnologica in acquacoltura accessibile, affidabile e scalabile.

Il vantaggio è duplice: da un lato, la possibilità di ridurre l’incertezza nei cicli produttivi; dall’altro, un risparmio su risorse, personale e investimenti in attrezzature per il monitoraggio.

Un modello replicabile per l’acquacoltura globale

La Nuova Zelanda punta a triplicare il valore delle esportazioni ittiche nei prossimi dieci anni, anche grazie a condizioni geografiche favorevoli all’acquacoltura offshore. Le cozze, in particolare, giocano un ruolo cruciale: oltre ad avere un impatto ambientale molto basso, sequestrano carbonio nei gusci e rappresentano una fonte proteica sostenibile.

L’esperienza neozelandese dimostra come l’innovazione tecnologica in acquacoltura possa essere la chiave per aumentare la resilienza e la competitività delle produzioni marine, senza rinunciare alla sostenibilità.

Per i paesi del Mediterraneo, l’approccio sviluppato da Rensen e dal suo team potrebbe rappresentare una fonte d’ispirazione concreta: integrare tecnologia e visione strategica può fare la differenza, specialmente in contesti soggetti a pressione ambientale e mercati in rapida evoluzione.

Il caso neozelandese rappresenta un esempio virtuoso di trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca all’industria. L’innovazione tecnologica in acquacoltura, se accompagnata da investimenti mirati e politiche di sostegno, può contribuire a rendere il settore più sostenibile, automatizzato e pronto alle sfide future.

Continua a seguire Pesceinrete per scoprire come la tecnologia sta cambiando il mare.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

 

L’articolo Un robot tra le cozze: la Nuova Zelanda riscrive le regole dell’acquacoltura proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Sostenibilità, due bandi in Emilia Romagna per 1,6 milioni

Incentivi ad acquisto pescherecci e a competitività per piccole imprese costiere

La giunta regionale dell’Emilia Romagna ha approvato due bandi finanziati attraverso il Programma nazionale Feampa (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura) 2021-27, per una cifra complessiva di oltre 1,6 milioni. Di tali risorse, il 50% sono dell’Unione europea, il 35% statali, il 15% regionali.

Un aiuto per il primo acquisto di un peschereccio, a sostegno della creazione di startup di giovani imprenditori tra i 18 e 40 anni. E poi ancora, contributi per incrementare la competitività delle imprese di piccola pesca costiera. L’obiettivo è comune, rafforzare le attività di pesca sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale.

Il primo bando ha un duplice obiettivo: sostenere i giovani pescatori per il primo acquisto di un peschereccio, ovvero aiutare i giovani pescatori, tra i 18 ed i 40 anni, favorendo il ricambio generazionale. A disposizione, 900mila euro per le annualità 2025-26.

Il secondo bando punta invece a incrementare la competitività delle imprese di piccola pesca costiera (una forma di pesca professionale che si pratica con imbarcazioni di piccole dimensioni), sia in mare che quelle delle acque interne, e a migliorare le condizioni di reddito degli addetti. La dotazione supera i 766mila euro per il biennio 2025-2026.

I fondi rappresentano un aiuto concreto per innovare il settore e indirizzare tutte le attività connesse in un’ottica di sostenibilità. Ma è grande l’attenzione ai giovani, e il sostegno per incentivarli a investire in quest’ambito.

Dal banco alla strategia: il settore ittico alla prova del 2025

 [[{“value”:”

Il Rapporto Coop 2025 offre una lettura nitida della condizione economica e psicologica del Paese. In un contesto in cui le parole chiave sono “preoccupazione” e “sfiducia”, anche il settore ittico si trova coinvolto in una crisi che va ben oltre l’andamento dei consumi: riguarda la percezione stessa del valore del cibo, della qualità e della sicurezza alimentare.

I numeri lo confermano. La crescita prevista dei consumi si ferma allo 0,7%, mentre il carrello della spesa si fa più essenziale, selettivo, orientato a beni primari a basso impatto economico. In questo scenario, la filiera ittica italiana è chiamata a rivedere il proprio posizionamento: da comparto produttivo a componente strategica dell’economia nazionale.

Il carrello della fiducia: il pesce non basta, servono garanzie

Non è solo una questione di prezzo. I consumatori oggi chiedono qualità certa, tracciabilità verificabile, etichette leggibili. Il comparto ittico, con le sue molteplici declinazioni — dal fresco alle conserve, dal surgelato ai piatti pronti — è al centro di questa richiesta di trasparenza.

Il settore ittico nel 2025 non può più affidarsi alla tradizione mediterranea o all’appeal salutista. Serve un salto di paradigma. Le scelte di consumo sono ormai atti culturali, e ciò che finisce nel carrello riflette un’intera visione del presente. I prodotti ittici che non comunicano in modo efficace rischiano di essere esclusi, indipendentemente dalla loro qualità intrinseca.

Rafforzare il sistema: filiere digitali e politiche industriali

L’industria ittica italiana ha le risorse per affrontare questa sfida. Le competenze esistono: tecnologie per la tracciabilità, piattaforme logistiche integrate, impianti di trasformazione avanzati. Ma troppo spesso queste eccellenze restano isolate. Manca una regia nazionale che trasformi l’insieme in sistema.

Serve un investimento coordinato in filiere digitali, dalla barca allo scaffale, e una semplificazione radicale delle procedure autorizzative. La burocrazia è oggi uno dei principali freni all’innovazione industriale, soprattutto per le PMI del settore. Senza un ambiente normativo favorevole, nemmeno la migliore innovazione può scalare.

Il settore ittico nel 2025 ha davanti un bivio: restare adattivo o diventare strategico. Il primo atteggiamento porta alla sopravvivenza, il secondo alla crescita strutturale.

Una nuova narrazione per una nuova economia del mare

In un clima sociale segnato dalla stanchezza comunicativa e da una continua esposizione all’allarme, anche il modo di raccontare il cibo deve cambiare. L’ittico non fa eccezione. Raccontare bene significa educare, costruire fiducia, distinguersi senza sensazionalismo.

Le aziende più evolute stanno già investendo in comunicazione di filiera, etichettatura intelligente, contenuti editoriali di qualità. Ma servono anche alleanze tra imprese, istituzioni, media di settore.

Il 2025 è un anno di svolta. Il rapporto Coop fotografa un’Italia sospesa, ma il comparto ittico ha la possibilità di reagire. Attraverso tracciabilità, semplificazione, comunicazione credibile e politiche industriali mirate, il mare può tornare a essere non solo fonte di sostentamento, ma infrastruttura strategica per l’intero sistema agroalimentare italiano.

Continua a seguire Pesceinrete per analisi, dati e strategie che contano davvero nel futuro dell’industria ittica.

Iscriviti alla newsletter settimanale di Pesceinrete per ricevere notizie esclusive del settore.

NEWSLETTER

L’articolo Dal banco alla strategia: il settore ittico alla prova del 2025 proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Pagina 2 di 19

Made with & by Matacotti Design

Privacy & Cookie Policy