Mese: Luglio 2025 Pagina 5 di 28

Pesca nel mirino dell’Europa, l’allarme di Unci AgroAlimentare

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“Ancora una volta la pesca e l’agricoltura finiscono nel mirino della Commissione europea, che è pronta a mettere in campo, all’interno del programma del “Green Deal”, provvedimenti di tagli delle risorse destinate ai due comparti, accorpando i fondi e riducendo così gli spazi di autonomia delle politiche del settore e quindi l’attenzione destinata alle imprese e ai lavoratori delle filiere produttive”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare.

“Si tratta di una scelta inaccettabile – prosegue il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – e insensata, una vera e propria ostinazione di un ceto politico-burocratico, che dovrebbe rappresentare gli interessi della vasta comunità dei Paesi europei, valorizzando le specificità, e supportando i settori economici, soprattutto quelli che garantiscono qualità dei prodotti, e l’occupazione, ma invece sembrano ostinatamente e ottusamente impegnati ad ingaggiare una campagna di affossamento della pesca, dell’acquacoltura, dell’agricoltura e dell’allevamento, penalizzando così settori già in difficoltà e in particolare i Paesi come l’Italia che costituiscono il fiore all’occhiello del comparto, nei quali l’agroalimentare è un segmento importante dell’intera economia.

Fortunatamente non sono mancate, a tutti i livelli istituzionali e trasversalmente, voci contrarie alla linea della Commissione e del Commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Hansen. Un indirizzo scellerato che dimostra la distanza siderale dei Palazzi rispetto alla realtà quotidiana del mondo del lavoro e di chi produce, assumendosi continuamente responsabilità, senza far venire mai meno la disponibilità al confronto e la visione dell’interesse generale, dentro la quale tutelare le istanze del proprio settore. Un atteggiamento che troppo spesso da anni, invece, non abbiamo potuto registrare a Bruxelles, dove sono prevalse chiusura e autoreferenzialità”.

“Da parte nostra – ha concluso Scognamiglio – pertanto bocciamo nettamente gli indirizzi della Commissione europea e ci muoveremo in tutte le sedi per contrastare l’ennesimo colpo basso nei confronti del settore agroalimentare complessivamente e della pesca in particolare, che colpisce le attività e i lavoratori del settore, ma che avrà ricadute negative anche per i consumatori, per i territori e più in generale per il made in Italy”.

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La Farnesina identifica le zone italiane per la pesca entro le 200 miglia dalla costa

Varato il regolamento per le Zone economiche esclusive

Il consiglio dei ministri della Repubblica ha approvato, su proposta del Maeci, il Regolamento per la proclamazione delle Zone Economiche Esclusive (ZEE) italiane nel Mar Mediterraneo.

Regolamento per le zone e conomiche esclusive

In base delle valutazioni emerse dai lavori del Comitato interministeriale per le politiche del mare, sono state identificate le Zone Economiche Esclusive italiane nel Mare Adriatico, nel Mar Ionio e nel Mar Tirreno. Ne è derivato, pertanto, un Tavolo tecnico per la  mappatura degli interessi nazionali in vista di futuri negoziati sulla delimitazione delle ZEE, che tenga conto anche delle preoccupazioni del mondo della pesca.

L’Italia è l’ultimo dei grandi Paesi rivieraschi del Mediterraneo a proclamare la propria Zona Economica Esclusiva. “Con questo provvedimento si intende tutelare gli interessi del mondo della pesca, nello sfruttamento economico delle aree marittime oltre il mare territoriale“, recita una nota ufficiale.  

Il Governo italiano intende procedere in maniera concordata e non unilaterale, rispettando i Paesi vicini – le parole del titolare della Farnesina -, per fare sempre più del Mediterraneo un mare di pace, cooperazione e commercio. Le ZEE interesseranno le regioni Marche, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Lazio, Campania“.

Italy-Algeria cooperation on fisheries strengthened

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New strategic axis for Italy-Algeria cooperation on fisheries and aquaculture

During the Italy-Algeria Intergovernmental Summit held on July 23 at Villa Doria Pamphilj, attended by Prime Ministers Giorgia Meloni and Abdelmadjid Tebboune, a new strategic axis was launched for bilateral cooperation in fisheries, agri-food transformation, and technological exchange.

Italy’s Minister of Agriculture, Food Sovereignty and Forests, Francesco Lollobrigida, welcomed Youcef Cherfa, Algeria’s Minister of Agriculture, Rural Development and Fisheries, at the MASAF headquarters to formalize two new Memorandums of Understanding (MoUs).

The first MoU covers broad collaboration in agriculture, fisheries, and food processing. Its aim is to build resilient, integrated supply chains that address global food security and climate change challenges. The second MoU is focused specifically on the fisheries and aquaculture sectors, establishing a framework for joint programs in technical assistance, capacity building, specialized training, and skills transfer across both primary and secondary sectors.

Boosting Italy Algeria cooperation on fisheries for sustainable regional growth

The strengthened Italy Algeria cooperation on fisheries aims to develop regional production systems that generate added value through innovation and sustainability. Core technical elements of the partnership include the exchange of best practices in marine resource management, traceability, certification, and advanced technologies for both extensive and intensive aquaculture.

The summit also explored the Bonifiche Ferraresi initiative, currently the largest Italian agro-industrial investment in Africa. Located in Algeria, the project features a vertically integrated model that combines cultivation, logistics, and food processing facilities. This model, with its strong employment impact, could be replicated in the fisheries sector.

Trade and regulatory alignment for better market access

On the regulatory and trade front, discussions included expanding the list of eligible origins for plant product imports—particularly floricultural ones—by easing restrictions imposed during the Xylella emergency. Italy also reaffirmed its commitment to providing technical support in food quality, certification, post-harvest technologies, and value enhancement of local products, including fish and seafood.

This enhanced cooperation fits into a broader geopolitical strategy positioning the Mediterranean as a core area for economic proximity policies. The goal is to promote sustainable industrial development, with aquaculture and artisanal fisheries acting as engines of stability and growth for both countries.

Towards resilient and integrated fish value chains

With the signing of these two Memorandums, Italy and Algeria lay the foundation for building integrated, resilient, and sustainable fish value chains. The roadmap includes public-private partnerships, knowledge transfer, and productive investments—a pragmatic vision that restores the centrality of Euro-Mediterranean cooperation as a catalyst for joint economic development.

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Italia e Algeria siglano un’intesa tecnica per pesca, acquacoltura e trasformazione

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Nel corso del Vertice intergovernativo Italia-Algeria, svoltosi lo scorso 23 luglio a Villa Doria Pamphilj alla presenza dei capi di governo Giorgia Meloni e Abdelmadjid Tebboune, è stato tracciato un nuovo asse operativo per la cooperazione Italia Algeria sulla pesca, la trasformazione agroalimentare e l’interscambio tecnologico. Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha accolto al MASAF il Ministro dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca della Repubblica Democratica e Popolare di Algeria, Youcef Cherfa, per formalizzare due nuovi Memorandum of Understanding.

Il primo protocollo d’intesa, di carattere più ampio, riguarda la collaborazione su agricoltura, pesca e trasformazione alimentare, con l’obiettivo di costruire filiere resilienti e integrate, capaci di rispondere alle sfide della sicurezza alimentare e del cambiamento climatico. Il secondo MoU è dedicato specificamente al comparto ittico e acquacolturale e stabilisce un quadro di riferimento per avviare programmi congiunti di assistenza tecnica, capacity building, formazione specializzata e trasferimento di competenze nel settore primario e secondario.

Il rafforzamento della cooperazione Italia Algeria sulla pesca è funzionale allo sviluppo di sistemi produttivi regionali capaci di generare valore aggiunto attraverso l’innovazione e la sostenibilità. La condivisione di buone pratiche in ambito di gestione delle risorse marine, tracciabilità, certificazione delle produzioni e tecnologie per l’itticoltura estensiva e intensiva costituisce il nucleo tecnico del partenariato.

All’interno del bilaterale è stata approfondita anche l’esperienza di Bonifiche Ferraresi, attualmente impegnata nella realizzazione del più rilevante investimento agroindustriale italiano in Africa. Il progetto, localizzato in Algeria, prevede un’integrazione verticale tra coltivazione, logistica e impianti di trasformazione agroalimentare, con un forte impatto occupazionale e un impianto progettuale replicabile in ambito ittico.

Sul versante normativo e commerciale, il colloquio ha incluso una riflessione sull’ampliamento delle aree di origine dei prodotti vegetali importabili, in particolare florovivaistici, superando alcune limitazioni legate all’emergenza Xylella. In ambito agroalimentare, l’Italia ha confermato la disponibilità a fornire supporto tecnico in materia di qualità, certificazione, tecnologie post-raccolta e valorizzazione delle produzioni locali, incluse quelle ittiche.

Questa cooperazione Italia Algeria sulla pesca si innesta in una strategia geopolitica più ampia, che vede l’area mediterranea al centro delle politiche di prossimità economica. L’intento è favorire uno sviluppo industriale sostenibile, in cui l’acquacoltura e la pesca artigianale possano rappresentare un motore di stabilizzazione e crescita per entrambi i Paesi.

Con la firma dei due Memorandum, Italia e Algeria definiscono un impianto tecnico e strategico per sviluppare filiere ittiche integrate, sostenibili e resilienti, attraverso partenariati pubblico-privati, trasferimento di know-how e investimenti produttivi. Una visione pragmatica che restituisce centralità alla cooperazione euromediterranea come leva per una crescita congiunta.

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La Russia conquista l’Asia del surimi: giù gli USA, stabili i volumi giapponesi

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Il mercato asiatico del surimi sta attraversando una trasformazione radicale, e la crescita del prodotto russo ne è il segnale più evidente. Mentre gli Stati Uniti arretrano, Mosca avanza a grandi passi, investendo nella lavorazione interna e conquistando posizioni strategiche nei tre principali mercati: Giappone, Cina e Corea del Sud.

Nel complesso, le esportazioni russe di surimi verso questi paesi hanno raggiunto 31.823 tonnellate, con un incremento del 37% rispetto all’anno precedente. Un risultato che colloca la Russia al centro delle dinamiche commerciali asiatiche, con una quota pari al 46% delle importazioni totali da questi tre mercati, a scapito del concorrente storico: gli Stati Uniti, in calo del 13%, scesi a 37.632 tonnellate.

Il Giappone si conferma il primo mercato di destinazione, con 40.065 tonnellate importate, sostanzialmente stabili rispetto all’anno scorso. Tuttavia, anche qui si osserva una netta polarizzazione: le importazioni dal mercato statunitense sono scese del 12%, fermandosi a 30.809 tonnellate, mentre quelle dalla Russia sono aumentate di 1,7 volte, toccando le 9.256 tonnellate.

Decisamente più marcato è il cambiamento nei flussi verso la Cina, che ha superato la Corea del Sud e si è attestata come secondo mercato mondiale per il surimi. Con 17.441 tonnellate importate (+7%), Pechino rappresenta oggi la domanda in maggiore espansione. Le importazioni dagli Stati Uniti si sono ridotte drasticamente, fermandosi a 771 tonnellate, mentre il surimi russo ha segnato un aumento del 12%, raggiungendo le 16.670 tonnellate. A colpire è soprattutto un dato: la Cina ha importato 25.273 tonnellate di surimi di merluzzo prodotto in Russia, con un aumento di 1,5 volte rispetto all’anno precedente, consolidandosi come principale sbocco per il prodotto russo trasformato.

La Corea del Sud, pur retrocessa al terzo posto tra i mercati asiatici, ha mostrato segnali di vitalità, importando 11.949 tonnellate (+20%). Anche qui il surimi russo ha raddoppiato la propria presenza, con 5.896 tonnellate, avvicinandosi rapidamente al volume statunitense, in calo a 6.053 tonnellate.

La tendenza è chiara: la Russia sta guadagnando terreno non solo in termini di volumi, ma anche come player strutturato nella trasformazione del pesce. La scelta di rafforzare la lavorazione interna ha permesso al paese di aumentare il valore aggiunto delle esportazioni e di rispondere alla domanda asiatica con maggiore efficienza. Al contrario, gli Stati Uniti sembrano pagare un prezzo crescente per la loro dipendenza da impianti esterni e per una rete commerciale meno competitiva in Asia.

Il peso crescente del surimi russo nei mercati chiave dell’Estremo Oriente rappresenta un cambiamento che l’intera filiera globale non può ignorare. Se il trend dovesse consolidarsi, si apriranno nuovi scenari anche per i produttori europei, chiamati a rafforzare qualità, capacità produttiva e capacità di presidiare mercati ad alta intensità di consumo.

L’avanzata del surimi russo nei mercati asiatici, sostenuta da investimenti nella trasformazione interna e da strategie commerciali mirate, mette in discussione l’equilibrio tradizionale del commercio internazionale del prodotto. Il declino degli Stati Uniti e la stabilità del Giappone aprono un nuovo capitolo nelle dinamiche del settore.

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