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A pochi giorni dalla chiusura ufficiale dei lavori, le decisioni adottate dall’International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (ICCAT) continuano a risuonare in tutta la comunità internazionale della pesca. L’edizione 2025 della riunione annuale, ospitata a Siviglia, viene già considerata una delle più rilevanti del decennio: nuove quote, limiti di mortalità per gli squali, rafforzamento dei controlli e l’avvio di procedure gestionali basate sui più recenti modelli scientifici. Un pacchetto di misure che ridisegna scenari economici e ambientali, con impatti diretti anche per l’Italia.

Il punto centrale dell’accordo riguarda il tonno rosso. Per il triennio 2026-2028, ICCAT ha fissato il TAC dello stock occidentale a 3.081,6 tonnellate e quello dello stock orientale e mediterraneo – quello che interessa la flotta italiana – a 48.403 tonnellate, con incrementi rispettivamente del 13% e del 19,3%. Le nuove quote riflettono le valutazioni scientifiche che attestano una condizione di buona salute dello stock, frutto di vent’anni di gestione rigorosa. Per l’Italia, presente lungo tutta la filiera del tonno rosso, l’incremento del TAC dello stock orientale potrà avere ripercussioni industriali ed economiche, in funzione delle decisioni che il Governo adotterà sulla ripartizione interna delle quote.

Tra le novità più strategiche figura anche il progetto pilota per studiare le condizioni di pesca e allevamento del tonno rosso e del tonno pinna gialla nelle acque delle Isole Canarie. Un modello sperimentale che potrebbe anticipare una nuova stagione dell’acquacoltura oceanica e offrire spunti anche al Mediterraneo, dove l’Italia è tra i Paesi più esperti nella filiera dell’ingrasso.

ICCAT ha inoltre approvato, per la prima volta, una management procedure per lo skipjack dell’Atlantico occidentale, fissando un TAC costante a 30.844 tonnellate per tutto il triennio 2026-2028. Anche se geograficamente più distante dall’area di pesca italiana, questa decisione interessa l’industria conserviera nazionale: una gestione stabile riduce l’incertezza sui flussi di approvvigionamento e contribuisce alla stabilità dei prezzi delle materie prime.

Capitolo squali: la Commissione introduce un tetto massimo di mortalità a 1.000 tonnellate per lo squalo mako dell’Atlantico meridionale e rafforza la protezione di squalo bianco e squalo elefante, per i quali viene confermato il divieto totale di trattenimento e sbarco. Un segnale che si inserisce nel percorso internazionale di tutela delle specie vulnerabili e che si collega alle azioni già intraprese in Mediterraneo, con un ruolo crescente dell’Italia nelle attività di ricerca e monitoraggio sulle catture accessorie.

La riunione di Siviglia ha anche rilanciato il contrasto alla pesca illegale attraverso un rafforzamento delle misure portuali e un aggiornamento del registro delle navi autorizzate. Per l’Italia, che gestisce alcuni dei porti più importanti della regione e dispone di un sistema di controlli tra i più avanzati, queste misure rappresentano un ulteriore consolidamento dell’azione di sorveglianza marittima.

Sul piano geopolitico, ICCAT ha scelto di rinnovare la propria leadership eleggendo Zakia Driouich (Marocco) alla presidenza e confermando Ernesto Penas Lado come Secondo Vicepresidente. Una transizione che arriva in un momento cruciale: la Commissione ha avviato i lavori preparatori per l’attuazione del trattato globale sulla biodiversità in acque internazionali, che nei prossimi anni ridefinirà regole e responsabilità nelle aree oltre la giurisdizione nazionale.

A distanza di pochi giorni dalla conclusione dei negoziati, l’eredità di Siviglia appare chiara: un quadro normativo più solido, una governance più moderna e una prospettiva di crescita regolata per gli operatori. Per l’Italia, storico protagonista della pesca mediterranea e attore chiave nei controlli e nella trasformazione, le decisioni prese rappresentano al tempo stesso una sfida e un’opportunità: continuare a tutelare gli stock e valorizzare una filiera che oggi più che mai necessita di stabilità, credibilità e visione internazionale.

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