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“Se l’obiettivo dell’Europa è cancellare la pesca italiana, allora si abbia il coraggio di dirlo apertamente e ci venga dato un impiego statale, perché con queste misure non si pesca più, si sopravvive a stento”.
È con queste affermazioni dure e provocatorie che Natale Amoroso, presidente di AIC Pesca, risponde alle proposte della Commissione Europea sulle possibilità di pesca per il 2026.
Le nuove misure – che prevedono una riduzione del 64% dello sforzo a strascico, un taglio del 25% per i palangari, limiti alle catture di gamberi e pelagici, e nuove restrizioni nello Stretto di Sicilia e nello Ionio – secondo Amoroso rappresentano “un attacco diretto alla dignità e alla sopravvivenza della flotta italiana”.
“Non si può parlare di sostenibilità quando si impongono tagli che rendono impossibile lavorare. È come chiedere a un contadino di coltivare senza terra. Se l’Europa vuole davvero la fine della pesca, allora ci dia un contratto pubblico e ci metta dietro una scrivania. Ma non ci prenda in giro con la parola ‘transizione’ mentre ci toglie il mare sotto i piedi”.
Amoroso chiede al ministro Lollobrigida una presa di posizione netta e immediata: “Non possiamo accettare passivamente una proposta che non solo è economicamente insostenibile, ma anche socialmente devastante. Le comunità costiere rischiano di svuotarsi, le tradizioni di scomparire, e il pescatore di diventare una figura da museo.”
Il presidente di AIC Pesca si dice pronto a unirsi a una mobilitazione europea con i colleghi francesi e spagnoli: “Serve una risposta forte, un fronte comune. Non possiamo permettere che Bruxelles decida il nostro destino senza ascoltarci. Il Mediterraneo non è un laboratorio, è la nostra casa”.
L’articolo Amoroso : “Volete l’estinzione del pescatore? Allora assumeteci come dipendenti europei” proviene da Pesceinrete.
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