Autore: Andrea Martire Pagina 1 di 8

Pesce e frutti di mare, grandi passioni per gli italiani

Il dato racconta non solo la passione degli italiani verso l’ittico, ma anche la vitalità del settore, nonostante le sfide legate all’inflazione e alla pressione sui prezzi

Nel 2024, secondo i dati Crest di Circana, gli italiani hanno consumato oltre 1.093 milioni di porzioni di pesce e frutti di mare, con un incremento del +3% rispetto all’anno precedente. Un dato che racconta non solo la passione degli italiani verso l’ittico, ma anche la vitalità del settore Out Of Home, nonostante le sfide legate all’inflazione e alla pressione sui prezzi.

Il salmone si è confermato protagonista indiscusso del consumo fuori casa: la crescita complessiva è stata del +6,2%. Anche il merluzzo ha registrato una performance positiva con un +5,2%, distribuito in modo omogeneo su tutte le sue varianti.

Italiani amanti del pesce e dei frutti di mare

A guidare le scelte dei consumatori, non sono solo i sapori, ma criteri sempre più consapevoli: qualità, attenzione alla salute e convenienza si confermano i principali driver. Quasi la metà dei consumatori che cercano qualità (46%), consumano il salmone durante le loro occasioni fuori casa.

Rispetto ad altre fonti proteiche, il salmone norvegese presenta un profilo ambientale particolarmente vantaggioso. Secondo i dati condivisi da Nordlaks durante il seminario, il salmone garantisce una resa commestibile fino al 68%, superiore a quella di pollo, maiale e agnello, e permette di utilizzare quasi interamente l’animale: il 99,5% del corpo del salmone viene impiegato, riducendo al minimo lo spreco. Anche in termini di impatto ambientale, il salmone mostra una delle impronte di carbonio più basse del comparto: appena 0,6 kg di CO₂ per chilo di prodotto.

Stoccafisso e baccalà, consumi in crescita

Nel 2025, le importazioni complessive in Italia di prodotti lavorati a base di merluzzo – provenienti da diversi Paesi, inclusa la Norvegia – hanno raggiunto un valore di 275 milioni di euro, con una crescita dell’11% in volume rispetto all’anno precedente.

Un dato che si inserisce in un contesto più ampio, segnato da una riduzione delle esportazioni norvegesi di stoccafisso e baccalà, legata all’adozione di quote di pesca più restrittive da parte delle autorità norvegesi. Una misura necessaria per tutelare gli stock ittici e garantire la sostenibilità a lungo termine delle risorse marine.

All’interno del mercato italiano, secondo i dati NielsenIQ presentati durante il seminario, lo stoccafisso ha comunque registrato una performance positiva nel canale retail: la domanda è aumentata nella maggior parte dei canali di vendita e la pressione promozionale si è ridotta al 9,6%, un segnale di rafforzamento del percepito di qualità da parte dei consumatori.

Anche il baccalà conferma la sua solidità sul mercato, sostenuto soprattutto dai canali della grande distribuzione. Nonostante un prezzo medio superiore, continua a incontrare il favore di un pubblico sempre più attento alla qualità e alla provenienza del prodotto.

A completare il quadro, si conferma il successo dei segmenti Ready to Eat e Ready to Cook, sempre più centrali nelle scelte quotidiane dei consumatori italiani.

Salmone norvegese, vero re del mercato

Nel 2024, il salmone norvegese si è confermato come uno degli alimenti più amati dagli italiani: secondo le ricerche del Norwegian Seafood Council, quasi il 75% dei consumatori in Italia lo indica come la propria scelta preferita tra le varietà disponibili, un dato significativamente superiore alla media globale, attualmente intorno al 61%. Un risultato che sottolinea non solo l’apprezzamento per il gusto e la versatilità del prodotto, ma anche una crescente attenzione a fattori come origine, qualità e sostenibilità.

Numeri in crescita per tutti i segmenti

A rafforzare questo legame, oltre il 90% del salmone consumato in Italia proviene dalla Norvegia, conferma della fiducia costruita negli anni nei confronti dell’industria ittica norvegese.

Il valore delle importazioni di salmone dalla Norvegia ha raggiunto 1.277 milioni di euro, accompagnato da una crescita importante sia in termini di volume (+14%) sia di valore (+9%), evidenziando una domanda in espansione anche in un contesto economico complesso.

Un segnale interessante dell’evoluzione del comportamento dei consumatori è rappresentato dall’acquisto digitale: oggi, il 10% degli italiani dichiara di acquistare salmone norvegese “spesso o molto spesso” tramite retail online o app dedicate. Questo trend riflette un cambiamento nel modo in cui gli italiani si approcciano al cibo, iniziando a privilegiare canali agili, personalizzabili e accessibili anche da mobile. L’integrazione del prodotto in questi nuovi ecosistemi digitali contribuisce a rafforzarne la presenza nella quotidianità degli italiani, portando il salmone norvegese anche sulle tavole di chi ha poco tempo, ma non vuole rinunciare a qualità e benessere.

Sostenibilità, due bandi in Emilia Romagna per 1,6 milioni

Incentivi ad acquisto pescherecci e a competitività per piccole imprese costiere

La giunta regionale dell’Emilia Romagna ha approvato due bandi finanziati attraverso il Programma nazionale Feampa (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura) 2021-27, per una cifra complessiva di oltre 1,6 milioni. Di tali risorse, il 50% sono dell’Unione europea, il 35% statali, il 15% regionali.

Un aiuto per il primo acquisto di un peschereccio, a sostegno della creazione di startup di giovani imprenditori tra i 18 e 40 anni. E poi ancora, contributi per incrementare la competitività delle imprese di piccola pesca costiera. L’obiettivo è comune, rafforzare le attività di pesca sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale.

Il primo bando ha un duplice obiettivo: sostenere i giovani pescatori per il primo acquisto di un peschereccio, ovvero aiutare i giovani pescatori, tra i 18 ed i 40 anni, favorendo il ricambio generazionale. A disposizione, 900mila euro per le annualità 2025-26.

Il secondo bando punta invece a incrementare la competitività delle imprese di piccola pesca costiera (una forma di pesca professionale che si pratica con imbarcazioni di piccole dimensioni), sia in mare che quelle delle acque interne, e a migliorare le condizioni di reddito degli addetti. La dotazione supera i 766mila euro per il biennio 2025-2026.

I fondi rappresentano un aiuto concreto per innovare il settore e indirizzare tutte le attività connesse in un’ottica di sostenibilità. Ma è grande l’attenzione ai giovani, e il sostegno per incentivarli a investire in quest’ambito.

Pesca,  al via il “Sigillo di garanzia” per il tracciamento

In ottica sicurezza alimentare e tracciamento

In vigore da oggi l’obbligo di apporre idoneo sigillo di garanzia su ogni esemplare di tonno rosso che arriverà nei porti siciliani o per il tonno pescato da palangari. Dal prossimo 26 maggio, inoltre, tale obbligo sarà esteso a tutti i porti italiani e a tutta la pesca professionale. Al momento dello sbarco e della convalida del documento elettronico di cattura (eBcd), il sigillo, con ben visibile l’origine e altre informazioni, verrà apposto per facilitare il tracciamento del pesce in tutte le fasi della commercializzazione, sia quando è presentato intero che eviscerato.

E’ una misura che nasce per dare forza alla lotta contro la pesca illegale e per la tutela della filiera ittica virtuosa. Il sigillo permetterà di identificare ogni esemplare, e assicurare che giungano sulle tavole degli italiani prodotti sicuri, certificati e garantiti.

I sigilli – predisposti dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – saranno distribuiti a tutte le Autorità Marittime coinvolte.

L’obbligo si applica inizialmente agli sbarchi effettuati da unità autorizzate alla pesca con palangari e successivamente per tutte le catture di tonno. Agripesca ritiene che sostenere in tal modo l’attività della pesca corrispondere a difendere il lavoro di chi, come i nostri pescatori, rispetta le regole e garantisce ai cittadini un prodotto di eccellenza.

Genova, inizia Slow Fish

Tanti i temi toccati, tra sostenibilità e gastronomia

Slow Fish al via. La kermesse è un invito a esplorare, conoscere e gustare tutto ciò che lega il cibo al mare, alle comunità costiere e agli ecosistemi acquatici.  L’edizione 2025, da oggi all’11 maggio al Porto Antico di Genova, è quella del ventennale ma siamo certi che Slow Fish non ha ancora esaurito la sua missione; affrontare, attraverso il gusto e la convivialità, temi cruciali per il futuro di tutti.

Anche i granchi saranno presenti a Genova

Slow Fish, il significato

In primo luogo, è una manifestazione che parla del mare come entità biologica a se’ stante, e non come meta per le vacanze o qualcosa da sfruttare senza limite. La vita viene dal mare, a cominciare dal 50% dell’ossigeno che respiriamo. Allo stesso modo non dobbiamo correre il rischio di dimenticarci dei pescatori, di non riconoscere il valore di un mestiere che implica un rapporto viscerale con il mare e una conoscenza profonda dei fondali, delle specie ittiche, dei cicli di riproduzione di ciascuna di esse

Temi, spazi, eventi: un assaggio del programma

Slow Fish 2025 è un’esperienza immersiva tra gusto e conoscenza, insieme a pescatori, cuochi, produttori, scienziati ed esperti accomunati da un obiettivo: difendere la biodiversità e promuovere una cultura del mare più consapevole. Si va dalle conferenze sui cambiamenti climatici e il futuro della pesca, alle degustazioni con specie ittiche sostenibili; dai Laboratori del Gusto che mettono al centro i Presìdi Slow Food, alle attività per bambini e famiglie, fino agli appuntamenti conviviali tra food truck, birre artigianali e musica dal vivo.

L’attenzione ai bambini

I più piccoli diventano esploratori nella Ludoteca Slow Fish, realizzata con la collaborazione dell’Acquario di Genova e dell’Acquario di Livorno. Attraverso giochi, disegni e quiz, bambini e bambine imparano a riconoscere le specie aliene, scoprire il ruolo degli squali e capire perché la biodiversità marina va protetta, divertendosi.

Crisi climatica e sostenibilità

Le conferenze dell’Arena Slow Fish Masaf affrontano i grandi temi del presente e del futuro: la crisi climatica, la pesca sostenibile, il turismo consapevole e il rinnovamento del mestiere del pescatore. Spazio anche a novità importanti, come il lancio del Presidio della bottarga di muggine e della pesca tradizionale dello Stagno di Cabras.

La presenza delle Regioni

Gli stand regionali arricchiscono il percorso con un racconto corale dell’Italia gastronomica: la Puglia celebra la mitilicoltura e le ricette del recupero; la Sardegna porta bottarga, capperi e granchio blu, la Calabria esplora sapori intensi tra piccante e umami, il Lazio partecipa con una collettiva di produttori in uno spazio del Mercato e uno spazio espositivo della Città di Roma accanto a Casa Slow Food.

Il mare, vero protagonista delle nostre vite

L’evento è organizzato da Slow Food Italia, con il patrocinio del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e della Regione Liguria: «Un traguardo importante, che abbiamo voluto onorare nonostante le difficoltà organizzative di questa edizione – le parole di Daniele Buttignol, amministratore delegato di Slow Food Promozione -. L’attenzione all’ambiente, al tema delle plastiche nei nostri mari, l’individuazione di modelli di pesca sostenibili che possano garantire un futuro a chi decide di dedicare la propria vita al mare e alla pesca, il tutto visto attraverso la lente della gastronomia, del cibo, dei paesaggi costieri, del turismo, sono per noi elementi imprescindibili».

Oggi è la Giornata Mondiale del tonno

Metà del tonno pescato viene da fonti certificate sostenibili

Ogni anno vengono sbarcati 2,8 milioni di tonnellate di tonno proveniente da attività di pesca certificate MSC, pari alla metà delle catture globali. Un aumento reso possibile anche dalla certificazione, negli ultimi 5 anni, di otto nuove attività di pesca valutate sostenibili secondo lo Standard MSC per la pesca sostenibile; tra queste troviamo la Kyowa-Meiho, la prima pesca giapponese del tonno con reti a circuizione a ottenere la certificazione; la pesca del tonno rosso australe australiano; e la pesca del tonno dell’Atlantico del Senegal, la prima in Africa occidentale a soddisfare lo Standard MSC.

MSC Marine Stewardship Council è un’organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma per la pesca sostenibile basato sulla Teoria del cambiamento, che vede pescatori,
aziende del settore ittico e consumatori uniti in un circolo virtuoso capace di promuovere miglioramenti nella pesca attraverso un aumento della domanda di prodotti ittici da fonti sostenibili.

I volumi sostenibili

Il volume di tonno MSC venduto nel mondo è cresciuto del 24% su base annua arrivando a quasi 300.000 tonnellate metriche al 31 marzo 2025, secondo i nuovi dati pubblicati da MSC nell’ultima edizione del suo Sustainable Tuna Yearbook. I dati comprendono il tonno venduto nelle categorie fresco, surgelato, in conserva, in piatti pronti o pet food.

In Italia si è registrato un aumento del +256% del volume di tonno certificato MSC negli ultimi 4 anni, pari a 13.000 tonnellate di materia prima certificata1. Un aumento che testimonia la resilienza e la centralità
della sostenibilità nell’operato dei principali operatori del settore, nonostante la contrazione del mercato, le sfide legate all’inflazione e l’aumento dei costi produttivi.

Le quote in vendita in Italia

Il tonno certificato rappresenta in Italia il 20% dei volumi totali di prodotto ittico MSC; di questi oltre il 91% è utilizzato per il tonno in conserva, in linea con il mercato nazionale.

Sugli scaffali della grande distribuzione italiana sono presenti oltre 200 referenze di tonno certificato MSC in un’ampia gamma di prodotti che vanno dalla classica conserva, alle insalate di tonno e ai tramezzini. Analizzando le specie, è interessante notare come quest’anno per la prima volta il tonnetto striato abbia superato il tonno a pinne gialle, arrivando a rappresentare il 56% del volume totale di tonno certificato MSC nel nostro Paese.

Il tonno, gigante del mare

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