Autore: Andrea Martire Pagina 2 di 11

Due mesi di stop alla pesca dello scampo

Novità per i pescatori

Istituzione  della chiusura temporanea durante il periodo di reclutamento della specie scampo (Nephrops norvegicus) nella zona A e nella zona B, durante i periodi corrispondenti stabiliti nella stessa Raccomandazione GFCM, ovvero dal 15 ottobre al 15 dicembre 2025.

Le due zone – zona A e zona B – sono definite nell’allegato 1 del decreto.

Lo stabilisce il D.D. 551877, accessibile a questo link diretto https://www.masaf.gov.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23648

Nuovo utilizzo per il granchio blu, ora diventa cibo per gatti

Si cercano nuove strade per utilizzare il crostaceo

Il granchio blu, specie invasiva che sta cambianbo l’ecosistema dell’Adriatico, potrebbe trasformarsi da problema a risorsa, diventando (anche) ingrediente per la produzione di cibo per gatti. Pescato in grandi quantità, potrebbe avere un possibile utilizzo virtuoso nell’industria del pet food, che già in molti casi ricorre alle farine di pesce.

Nuova vita per il granchio blu

La struttura del progetto

Il progetto di FilBlu, una filiera che mette insieme diversi soggetti (il consorzio delle cooperative di pescatori del Polesine, le università di Milano e Padova e la start-up Feed from food da esse generata; l’azienda Sanypet-Forza10 che produce il nuovo paté, la catena di punti vendita «L’isola dei tesori» che si occupa della distribuzione) sta mettendo in pratica un nuovo utilizzo. I proventi, al netto dei costi e delle tasse, verranno destinati allo stesso progetto che punta a dare una nuova prospettiva agli operatori del settore ittico, che nell’ultimo biennio hanno subito perdite considerevoli.

L’iniziativa è stata presentata nello stabilimento di Forza10 a Bagnoli di Sopra (Padova) dove la produzione in forma di «special edition» è già cominciata. Sostanzialmente dal granchio blu – ma volendo anche solo dalla parte di scarto che non viene utilizzata per l’alimentazione umana -, attraverso un processo meccanico di disidratazione e triturazione si ricava una materia prima seconda, una sorta di granulato da utilizzare come ingrediente nelle formulazioni di cibo per animali. Si è partiti dal gatto, anche perché il sapore del granchio è più affine alla abituale dieta dei felini. La distribuzione è iniziata nei circa 370 negozi della catena specializzata o ora si attende il test più importante, quello del gradimento da parte dei consumatori finali, gli amati quadrupedi. Se il riscontro sarà positivo le filiera si strutturerà per operare su una scala più vasta. 

L’impatto del granchio blu sull’economia ittica

«Nel 2023, c’è stata la prima invasione su vasta scala e la nostra pesca di vongole è stata decimata – le parole di Paolo Mancin, presidente del Consorzio delle cooperative di pescatori del Polesine -. Tiravamo su le vongole e contemporaneamente i granchi blu che se le stavano mangiando. Circa 1.500 pescatori hanno visto in poche settimane crollare le loro entrate».

Un’immagine ravvicinata del pericoloso crostaceo

Quei pescatori, nel giro di due anni, si sono ridotti di un terzo. «Oggi siamo meno di mille – conferma ancora Mancin -, gli altri hanno dovuto cambiare lavoro». 

“Fermo pesca scelta obbligata per salvare ecosistemi marini”

Indennità e scelte condivise per scongiurare collasso biologico ed economico, la parola al Presidente

«Il fermo pesca non è un ostacolo per il settore, ma uno strumento fondamentale per rigenerare gli stock ittici, tutelare gli habitat marini e garantire la sopravvivenza delle comunità costiere. Tuttavia, senza un adeguato sostegno economico e senza una governance realmente partecipata, rischiamo di trasformarlo in un peso insostenibile per migliaia di imprese e lavoratori del mare». Con queste parole Mario Serpillo, presidente dell’UCI – Unione Coltivatori Italiani, richiama l’attenzione sulla necessità di un cambio di passo nelle politiche di gestione della pesca.

Fermo pesca per motivi biologici

Il quadro normativo è stato aggiornato con il Decreto n. 124436 del 18 marzo 2025 sul fermo obbligatorio, il Decreto Direttoriale n. 142369 del 27 marzo 2025 sugli aiuti alle imprese e il Decreto Interministeriale n. 1222 del 17 aprile 2025, che prevede un’indennità giornaliera di 30 euro per i lavoratori. «Si tratta di passi nella giusta direzione – spiega Serpillo – ma ancora insufficienti: le risorse coprono appena il 20-25% del reddito reale e i ritardi nei pagamenti aggravano una situazione economica già complessa. Non possiamo permettere che una misura nata per la sostenibilità diventi una condanna per chi vive di pesca.»

L’importanza del fermo biologico è confermata dalle evidenze scientifiche, che dimostrano come la sospensione temporanea dell’attività consenta alle specie di riprodursi e agli ecosistemi di recuperare. Per questo, secondo il presidente, Mario Serpillo, la gestione di questo strumento deve essere integrata in un sistema decisionale più ampio e condiviso, in cui marinerie, organizzazioni del settore e comunità scientifica collaborino per calibrare i periodi di fermo sulle esigenze reali degli stock e sulle condizioni socioeconomiche dei territori.

La necessità di agire con urgenza è confermata anche dai dati più recenti diffusi dal Consiglio Internazionale per l’Esplorazione del Mare (ICES), secondo cui la situazione di alcune specie è ormai «precipitata a un livello da cui sarà difficile riprendersi». Lo sgombro, uno dei pesci azzurri più apprezzati e consumati in Italia, con oltre 25.000 tonnellate l’anno, ha visto la biomassa scendere sotto la soglia critica. Le catture superano del 39% le raccomandazioni scientifiche e, per evitare il collasso, sarà necessario ridurle del 77% entro il 2026. Allarmi analoghi riguardano il melù, per cui è richiesta una riduzione del 41%, e l’aringa atlanto-scandinava, che necessita di una gestione delle quote conforme alle evidenze scientifiche.

«Questi dati dimostrano in modo inequivocabile che è arrivato il momento di cambiare rotta – dichiara Serpillo . Oggi la biomassa dello sgombro è sotto la soglia critica e per evitarne il collasso serve ridurre drasticamente le catture. Ignorare questi segnali significa mettere a rischio non solo le risorse marine ma anche la stabilità di intere filiere e l’economia dei territori costieri. Il fermo pesca resta uno strumento imprescindibile, ma deve essere parte di una strategia più ampia, fatta di politiche coraggiose e lungimiranti, capaci di coniugare la tutela degli ecosistemi con la dignità del lavoro e la sostenibilità economica delle imprese.»

Pescherecci fermi nei porti

Il presidente dell’UCI richiama infine la necessità di superare lo stallo politico che da anni rallenta l’adozione di misure strutturali a livello europeo. «Non possiamo più permetterci decisioni parziali o dettate da interessi di breve periodo. Se vogliamo garantire un futuro alla pesca, servono indennità proporzionate alle perdite reali delle imprese, tempi certi nei pagamenti e un sistema decisionale partecipato. Solo così – conclude Serpillo – il fermo pesca potrà diventare ciò che deve essere: uno strumento di tutela del mare e, al tempo stesso, un pilastro per la competitività e la resilienza della pesca italiana.»

Nasce il fondo per la pesca del WTO

Porterà sussidi ed un’impostazione diversa dal solito, Ue molto favorevole

L’Unione Europea accoglie con favore l’entrata in vigore dell’Accordo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) sui sussidi alla pesca, dopo due decenni di negoziati multilaterali. Si tratta di un significativo passo avanti nell’impegno globale per la protezione degli oceani, in quanto mira a eliminare i sussidi dannosi alla pesca, contribuendo vieppiù ad un Oceano più resiliente e prospero.

Nuove regole per la pesca

I dettami dell’accordo

Attraverso disposizioni vincolanti e applicabili, si prevede che tale accordo ridurrà significativamente la pesca eccessiva, garantirà una pesca sostenibile e promuoverà migliori pratiche per le comunità costiere di tutto il mondo. Questa è anche una delle priorità chiave del Patto europeo per gli oceani, che esplica l’impegno dell’UE per la protezione degli oceani.

Il Fondo per la Pesca

L’entrata in vigore attiva anche il Fondo per la Pesca del WTO, che mira ad assistere i paesi in via di sviluppo nell’attuazione dell’accordo, migliorando la sostenibilità e apportando benefici alle comunità di pescatori di tutto il mondo. L’UE e i suoi Stati membri sono i principali contributori di questo importante fondo.

In linea con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14.6 delle Nazioni Unite, che impone al WTO di vietare i sussidi dannosi alla pesca, l’Accordo include il divieto di sussidi che contribuiscono alla pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata (INN), unito a disposizioni di trasparenza senza precedenti. Inoltre, vieta tutti i sussidi alla pesca in alto mare non regolamentato, vale a dire le aree più vulnerabili dell’oceano in quanto prive di un regime consolidato e coordinato per la gestione della pesca. Un’ulteriore disposizione definirà norme di sostenibilità per i sussidi che interessano gli stock sovrasfruttati più vulnerabili, promuovendo in ultima analisi un approccio più sostenibile alla gestione della pesca.

L’impegno dell’Ue

L’UE ribadisce il suo impegno nel contrasto ulteriore ai sussidi dannosi alla pesca a livello globale, negoziando disposizioni aggiuntive a integrazione di questo accordo di prima fase. Con l’entrata in vigore dell’accordo, i membri del WTO dovranno recepire queste nuove norme multilaterali nel loro quadro interno in materia di sussidi alla pesca.

Accordo su scala mondiale

Per monitorare l’attuazione, i membri del WTO devono fornire una serie di notifiche dettagliate che saranno esaminate dal nuovo Comitato del WTO sui sussidi alla pesca, anch’esso creato dall’accordo.

Mentre 111 membri del WTO hanno accettato le regole dell’accordo a partire da oggi, l’UE invita i restanti membri del WTO, in particolare le grandi nazioni dedite alla pesca, a fare lo stesso al più presto, per garantire benefici ancora più ampi.

Calabria, in arrivo oltre 2 milioni di euro col Feampa

Il contributo pubblico erogabile va dal 60% al 100% della spesa, a seconda della tipologia di intervento

La Regione Calabria, attraverso il dipartimento Agricoltura e Sviluppo rurale, ha pubblicato un nuovo bando nell’ambito del Programma nazionale Feampa 2021-2027 – Fondo Europeo per gli Affari marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura, con una dotazione finanziaria complessiva di euro 2.717.063,25.

Il bando promuove interventi volti a migliorare la qualità, la sicurezza, la sostenibilità e la competitività dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, con particolare attenzione alla trasformazione lungo tutta la filiera.

In particolare, si andrà a finanziare gli investimenti destinati alla realizzazione e all’ammodernamento degli impianti e delle infrastrutture, nonché all’acquisto di attrezzature volte a migliorare la competitività e le condizioni di salute, sicurezza e lavoro degli addetti del settore.

Il contributo pubblico erogabile va dal 60% fino al 100% della spesa, a seconda della tipologia di intervento mentre la spesa massima ammissibile per ciascun richiedente è fissata in 750.000 euro.

Ancora sostegno dalla Regione Calabria

Le domande di sostegno potranno essere presentate a partire dal 20 settembre 2025 ed entro il termine ultimo del 20 ottobre 2025 attraverso la piattaforma regionale: https://documentale.regione.calabria.it/portale/

Il bando, e tutte le informazioni utili per la presentazione delle domande, sono disponibili sul portale istituzionale della Regione Calabria al link https://www.regione.calabria.it/bandi/bando-di-attuazione-obiettivo-specifico-2-2-azione-2-pn-feampa-2021-2027/

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