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OsserMare presenta 5 report con i suoi primi centri studi partner

OsserMare presenta 5 report con i suoi primi centri studi partner

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Nell’ambito di un processo di evoluzione e consolidamento della propria attività di analisi, OsserMare – l’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare del sistema camerale – ha avviato una serie di partnership strategiche con alcuni centri di ricerca e osservatori specializzati nel settore di comprovata esperienza.

L’iniziativa risponde all’esigenza di elaborare studi e analisi sempre più puntuali, basati su evidenze, capaci di restituire una rappresentazione articolata e solida delle dinamiche economiche, sociali e ambientali legate al mare e alle sue filiere specifiche.

L’integrazione di competenze specialistiche, metodologie avanzate e fonti rappresenta un fattore chiave per rafforzare la capacità dell’Osservatorio di supportare politiche pubbliche e strategie di sviluppo sostenibile della Blue Economy italiana, contribuendo al contempo alla costruzione di un patrimonio nazionale di conoscenza condivisa, utile a tutti gli attori dell’Economia del Mare.

“Con queste prime collaborazioni” – ha sottolineato il Coordinatore Antonello Testa “OsserMare conferma la propria vocazione a operare come piattaforma aperta e collaborativa, nella quale far convergere esperienze e strumenti diversi per un’analisi sempre più sistemica e al servizio dell’Economia del Mare. Auspichiamo che altri enti e centri di ricerca si uniscano a questo percorso, condividendo un approccio fondato sulla qualità scientifica, la cooperazione e la visione strategica”.

Ad oggi, sono stati realizzati 5 report in collaborazione con altrettanti partner, focalizzati ciascuno su una filiera specifica del settore o su un suo aspetto.

PORTI COMMERCIALI

Rapporto 2024 sulle caratteristiche e trend traffico dei Sistemi Portuali Italiani e di alcuni benchmark esteri a cura di SRM – OsserMare su Assoporti

“La collaborazione Ossermare-SRM è rivolta a strutturare e mettere a disposizione della collettività un interessante report economico che dà contezza dei traffici che vedono coinvolti i porti italiani. Le analisi mostrano infatti, sia le merci, sia le rotte più importanti che interessano gli scali ed anche le loro vocazioni. Il nostro è un sistema multipurpose che movimenta quasi mezzo miliardo di tonnellate di prodotti industriali e materie prime e riesce a attirare tutte le categorie di navi, dai container, alle rinfuse, al Ro-Ro, ed anche i traffici energetici. Inoltre, vi è una dettagliata analisi, su base regionale, che mostra in quali aree è più intenso e sviluppato l’import export via mare che per il nostro Paese ammonta ad oltre 300 miliardi di euro. Dunque, un prodotto di ricerca che può essere un utile riferimento per chi deve porre in essere strategie e prendere decisioni”.

ALESSANDRO PANARO, Responsabile Maritime & Energy SRM

Lo studio è disponibile qui: https://ossermare.org/pubblicazioni/rapporto-2024-sulle-caratteristiche-e-trend-traffico-dei-sistemi-portuali-italiani-e-di-alcuni-benchmark-esteri-a-cura-di-srm-ossermare-su-assoporti/

PORTI TURISTICI

Port in Italy: Il Piano Strategico per la portualità turistica italiana a cura del Centro Studi sulla Portualità Turistica Italiana di Assonat

“Il Piano Strategico per la portualità turistica italiana rappresenta un passo fondamentale per delineare una visione strategica del settore, finalmente supportata da dati, analisi e proposte concrete. La collaborazione tra Assonat e OsserMare nasce dalla volontà di valorizzare il ruolo delle marine e dei porti turistici come asset strutturali del sistema economico e territoriale del Paese. Abbiamo bisogno di programmazione, investimenti mirati e una governance che sappia cogliere le potenzialità di un comparto in continua evoluzione.”

LUCIANO SERRA, Presidente Centro Studi Assonat

Lo studio è disponibile qui: https://ossermare.org/pubblicazioni/port-in-italy-il-piano-strategico-per-la-portualita-turistica-italiana/

CROCIERE

La crocieristica in Italia: il coinvolgimento dei Comuni italiani, a cura di Risposte Turismo

“In questo primo anno di collaborazione, Risposte Turismo ha voluto mettere a disposizione della banca dati Ossermare, per una dashboard interattiva, una serie di dati sul traffico crocieristico in Italia che annualmente acquisisce elabora e produce grazie alla collaborazione con oltre 60 porti e le principali compagnie operative in Italia, ed ha realizzato un approfondimento di ricerca, originale e inedito, finalizzato a comprendere il reale raggio di coinvolgimento di comuni e territori in generale a partire dalle dinamiche di produzione e turismo croceristici. Il dato interessante che è emerso da questo lavoro è che in Italia sono 330 i comuni che traggono in un modo o nell’altro beneficio da questo comparto, e oltre la metà di questi comuni sono nell’entroterra. Un numero che potrà salire ulteriormente, sia grazie alla crescita attesa dei flussi crocieristici che per la capacità dei territori e degli operatori di conoscere ed aprirsi alle opportunità di questo settore dell’economia del mare Per arrivare a determinare questa particolare geografia si sono presi in considerazione i comuni in cui sono collocati porti crocieristici, ma anche quelli sede di compagnie di crociera o di cantieri specializzati anche o esclusivamente nella costruzione di navi bianche, e infine quelli raggiunti dalle escursioni proposte dalle compagnie e dalle agenzie ai passeggeri. Un lavoro con i relativi risultati che crediamo aggiunga un ulteriore elemento di comprensione di questo settore”.

FRANCESCO DI CESARE, Presidente Risposte Turismo

Lo studio è disponibile qui: https://ossermare.org/pubblicazioni/la-crocieristica-in-italia-il-coinvolgimento-dei-comuni-italiani-il-contributo-di-risposte-turismo-alla-banca-dati-di-ossermare/

PESCA

Il Settore della Pesca in Italia 2024 a cura dell’Osservatorio Nazionale della Pesca.

“Partire dai dati è fondamentale per conoscere e interpretare il settore ittico e individuare proposte e politiche industriali e del lavoro a sostegno del settore, con l’obiettivo di garantire uno sviluppo sostenibile dal punto di vista non solo ambientale, ma anche sociale ed economico.

Per questo siamo orgogliosi di aver preso parte a questa  sfida con l’obiettivo di fornire uno strumento di lavoro per chi opera nell’economia del Mare e una chiave di lettura e approfondimento per chi vuole conoscere il nostro mondo.”

FRANCESCA BIONDO, Presidente Osservatorio Nazionale della Pesca

Lo studio è disponibile qui: https://ossermare.org/pubblicazioni/report-il-settore-della-pesca-in-italia-2024/

NAUTICA

Yachting Map Italiana 2024 – Distretti Nautici Italiani, a cura di Yachting Insight – Centro Studi e Ricerca Avanzata dell’Eccellenza Yachting Italiana di NAVIGO

“Lo yachting è un settore in forte crescita, che esprime un’eccellenza consolidata e una leadership italiana riconosciuta a livello internazionale. In questo contesto, la Toscana rafforza la propria posizione sul fronte costruttivo, mentre a livello nazionale cresce la competitività dell’Italia nei servizi di refit e accoglienza. La filiera si sta allungando, integrando produzione e servizi, e un ruolo fondamentale lo gioca la formazione, che stiamo strutturando con forza attraverso il sistema ITS.”

PIETRO ANGELINI, Direttore Centro Studi NAVIGO

Lo studio è disponibile qui: https://ossermare.org/pubblicazioni/yachting-map-italiana-2024/

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Pesca senza voce nel nuovo bilancio UE, cresce la protesta

Pesca senza voce nel nuovo bilancio UE, cresce la protesta

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Pesca

Nel nuovo bilancio pluriennale dell’Unione Europea per il periodo 2028–2034, la Commissione propone una semplificazione radicale e pericolosa: i capitoli di spesa passano da sette a quattro. In questa nuova architettura, i fondi di coesione, l’agricoltura e la pesca confluiscono in un unico maxi-capitolo da 865 miliardi di euro. “Ma dietro l’apparente razionalizzazione si nasconde un rischio concreto: il settore ittico viene di fatto assorbito, perdendo una sua linea autonoma di finanziamento e visibilità strategica.” Ha dichiarato Francesca Biondo, direttrice di Federpesca.

Quel maxi-capitolo dovrà infatti coprire anche altre priorità dell’Unione, come la migrazione (con una dotazione stimata di 34 miliardi), la difesa e la sicurezza (incluse agenzie come Frontex ed Europol). Al suo interno, sono previsti 218 miliardi per le regioni europee meno sviluppate e 300 miliardi per i pagamenti diretti agli agricoltori, ma nessuna indicazione chiara per il comparto pesca, che rischia di restare schiacciato tra settori ben più strutturati e politicamente rappresentati.

“Il comparto ittico europeo, e quello italiano in particolare, ha affrontato negli ultimi anni una trasformazione significativa, contribuendo in modo responsabile agli obiettivi europei di sostenibilità, riduzione dello sforzo di pesca e tutela della biodiversità. Ne sono seguiti il ridimensionamento della flotta, la perdita di posti di lavoro, nonostante un forte impegno nell’innovazione e nella sostenibilità delle pratiche di pesca. Tagliare oggi le risorse significa compromettere questi sforzi e indebolire un settore strategico per la sicurezza alimentare, la sovranità produttiva e la coesione territoriale, soprattutto nelle aree costiere più fragili.” Ha dichiarato Biondo.

Per questi motivi Federpesca esprime forte preoccupazione per le conseguenze che potrebbero derivarne, anche rispetto alla competitività con prodotti provenienti da Paesi terzi, spesso non soggetti agli stessi standard europei.

“L’auspicio è che il Governo italiano e il Parlamento europeo, nel suo ruolo di co-legislatore, possano riuscire a negoziare nei prossimi due anni una ricollocazione più equa e responsabile delle risorse, riconoscendo il valore economico, ambientale e sociale di un comparto che contribuisce alla resilienza delle economie costiere e all’identità alimentare dell’Europa” ha concluso Biondo.

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Pesca sottovalutata nella proposta di bilancio della Ue

Pesca sottovalutata nella proposta di bilancio della Ue

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Pesca

Ignorata l’importanza strategica della Pesca europea. È il commento di Legacoop Agroalimentare che si associa al coro di critiche alla proposta di Bilancio Ue 2028-2034 presentato ieri (16 luglio) a Bruxelles. «La pesca è un asset strategico per la Ue. Penalizzarla significa rinunciare ad un canale fondamentale per il miglioramento della sovranità alimentare europea visto il già elevatissimo livello di importazioni di pesce», sottolinea Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare. Inoltre «si rinuncia a considerare questo settore come un elemento di relazione e creazione di politiche sociali ed economiche nel Mediterraneo e con il continente africano».

No al fondo unico, no alla pesca nel patto per gli Oceani. Quello che non va è l’accorpamento dei finanziamenti «in un fondo unico che mette insieme pesca e acquacoltura con agricoltura, ma anche con la coesione e lo sviluppo regionale». Soprattutto non si «tiene per niente di conto dell’importanza strategica della pesca, omessa incredibilmente anche dal titolo del nuovo fondo». Quanto tiene a precisare Maretti è che «considerare la pesca nell’ambito del più ampio patto per gli Oceani rischia di penalizzarla a vantaggio di altri settori dell’economia blu. Ciò che avevamo prefigurato rischia di avverarsi: meno fondi per un maggior numero di beneficiari».

Pesca determinante per l’economia e per la Dieta Mediterranea. E non si tiene conto del valore del settore, di chi ci lavora, dell’economia che vi gira attorno e soprattutto non si tiene conto del fatto che «la pesca è fonte di proteine nobili, i blue food sono elemento cardine della Dieta Mediterranea, per la quale abbiamo presentato un Manifesto per la sua valorizzazione, e rappresentano un’opportunità strategica per affrontare le pressanti sfide dell’Europa in materia di sicurezza alimentare, resilienza climatica e salute pubblica».

Infine, come succede anche per l’agricoltura, queste «politiche di finanziamento restrittive minano direttamente la sovranità alimentare dell’Ue e lo sviluppo di una flotta moderna e competitiva. Le proposta di bilancio deve essere corretta», conclude Maretti.

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Scognamiglio: pesca sostenibile per rilanciare l’Adriatico

Scognamiglio: pesca sostenibile per rilanciare l’Adriatico

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Scognamiglio

“Promuovere un’idea di sostenibilità che coniughi la tutela dell’ambiente con la salvaguardia del lavoro e dell’economia. E’ questa la linea che da anni proponiamo per il rilancio della pesca e dell’acquacoltura e che con nostra soddisfazione il Ministero dell’Agricoltura sta concretamente raccogliendo”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, a margine del vertice internazionale sul mare Adriatico, che si è tenuto ieri ad Ancona, alla presenza del ministro Lollobrigida, del sottosegretario La Pietra, delle istituzioni pubbliche marchigiane e dei rappresentanti di governo di Croazia, Slovenia, Albania e Montenegro, sulle prospettive della blue economy.

“In questa fase – prosegue il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – di grande difficoltà generale per il comparto e di criticità supplementari per le imprese e gli addetti che operano in quest’area, è fondamentale mettere in campo interventi e misure specifiche a supporto dei pescatori e degli allevatori per garantire continuità alle attività e ai lavoratori, soprattutto nel segmento delle lampare del Sud Adriatico, che registra una forte crisi.

Occorre quindi una visione strategica che può essere costruita e attuata soltanto attraverso una politica condivisa con gli altri Paesi che gravitano sull’Adriatico, superando gli attuali schemi e le rigidità prescrittive che non agevolano lo sviluppo del settore, per aprirsi ad una visione di più ampio respiro, che si adatti al contesto, così come si sta tentando di fare nel consiglio Agrifish, armonizzando la programmazione delle catture e la salvaguardia del patrimonio ittico e dell’intero sistema biologico marino.

Da parte nostra, siamo pronti a cogliere la sfida, come è avvenuto sino ad oggi, della modernizzazione della pesca, in sintonia con la sollecitazione del ministro Lollobrigida, a dimostrazione che la categoria non è affatto ripiegata su se stessa, ma è una risorsa economica e sociale da valorizzare, come ha sottolineato il senatore La Pietra, per il futuro delle comunità costiere e per garantire la qualità dei prodotti presenti sulle tavole di tante famiglie.

Un ragionamento che vale anche per l’acquacoltura, che sempre più sta puntando sulla sostenibilità, come evidenziato dal direttore generale Abate, e che potrà diventare ancora più competitiva sul mercato globale”.

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Ancona: incontro per strategie condivise sulla pesca nell’Adriatico

Ancona: incontro per strategie condivise sulla pesca nell’Adriatico

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Ancona

Valorizzare la pesca del mar Adriatico con alleanze strategiche e politiche comuni tra Italia e Albania, Croazia, Montenegro e Slovenia. È stato questo il filo conduttore dell’incontro Sostenibilità, innovazione e cooperazione nella blue economy per il mare Adriatico che si è tenuto stamani ad Ancona. «L’evento – spiega Elena Ghezzi referente del settore Pesca di Legacoop Agroalimentare e presente ad Ancona – è stata un’occasione importante per riflettere su azioni strategiche e politiche condivise in Adriatico. Siamo grati al ministro Francesco Lollobrigida per aver coinvolto le rappresentanze settoriali: è un segnale forte di ascolto e attenzione». Questo in quanto «di fronte a sfide inedite dobbiamo farci trovare preparati, avere una visione di lungo periodo che individui una rotta certa verso un porto sicuro e che ci aiuti a governare i processi e non subirli», continua Ghezzi.

Particolarmente importante è stato il tema della «gestione delle Risorse ittiche in Adriatico, ad oggi sotto l’ombrello della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (Cgpm), che ci mette di fronte a questioni complesse. Questioni che potremo e dovremo affrontare con una rinnovata cooperazione tra Paesi frontalieri: inquinamento, cambiamento climatico, pesca illegale, pressione da parte di altre attività economiche. In sostanza la vera sfida sarà quella di trovare un equilibrio tra le esigenze economiche, la protezione dell’ambiente marino e la sostenibilità a lungo termine».

E, conclude Ghezzi, «oggi ad Ancona abbiamo partecipato ad un importante momento di dialogo, una tappa essenziale nella diplomazia del Bacino che, se ben governata, potrebbe fare della pesca nell’Adriatico un modello di sostenibilità per il resto del Mediterraneo.

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