Categoria: Economia del mare Pagina 22 di 513

A Senigallia la conferenza “Ecosistema Mare. Strategie per una gestione responsabile della biodiversità e della salute marina”

A Senigallia la conferenza “Ecosistema Mare. Strategie per una gestione responsabile della biodiversità e della salute marina”

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Si è tenuta il 22 ottobre la conferenza “Ecosistema Mare. Strategie per una gestione responsabile della biodiversità e della salute marina” presso la Rotonda a Mare di Senigallia (AN) organizzata da Filiera Futura, da Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

L’evento, moderato dalla conduttrice di Linea Blu Rai Uno Donatella Bianchi, ha avviato un dibattito approfondito sulla conservazione dell’ecosistema marino, coinvolgendo autorevoli esperti, pescatori, imprese e istituzioni. 

Si è partiti dall’analisi dei dati e delle esperienze in corso per esaminare lo stato attuale della biodiversità del mare. La conferenza ha proposto strategie efficaci per il monitoraggio e la protezione degli habitat marini, per affrontare le sfide legate alla sostenibilità della pesca, delle attività costiere e produttive. 

Un’attenzione speciale è stata dedicata al coinvolgimento delle comunità locali e delle imprese, riconoscendo la rilevanza del loro impatto nella salvaguardia del mare e la necessità di una maggiore divulgazione e sensibilizzazione rivolta a professionisti del settore e cittadini.

Equilibrio precario.

E’ stata analizzata la complessa interazione tra le filiere agroalimentari, industriali e l’ecosistema marino, con l’obiettivo di trasformare l’attuale equilibrio precario in un solido patto di sostenibilità a lungo termine, che integri sviluppo economico e tutela ambientale. L’incontro ha favorito insomma il confronto tra esperti, ricercatori e stakeholders per raccogliere buone pratiche e idee innovative sulla gestione sostenibile degli ambienti marini, attraverso un approccio sistemico e responsabile.

Dopo i saluti istituzionali di Massimo Bello, Presidente del Consiglio comunale di Senigallia; Paolo Morosetti, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi; Prof. Alessandro Impoco, Dirigente I.I.S. Panzini di Senigallia e Francesco Cappello, Presidente Filiera Futura e Vicepresidente Fondazione CRC, si è entrati nel vivo della discussione con le relazioni del Prof. Roberto Danovaro, Presidente Patto con il Mare per la Terra e docente Università Politecnica delle Marche e del Prof. Silvestro Greco, docente UNISG di Pollenzo e Vice Presidente Stazione Zoologica Anton Dohrn. 

Roberto Danovaro: “Senza essere allarmisti la situazione del mare appare piuttosto preoccupante, un po’ come la serie delle piaghe d’Egitto. Provo a elencare alcune delle anomalie di quest’estate: la mucillagine, le fortissime temperature, l’alga tossica, morie massive delle foreste marine costiere. Ricordiamo poi che solo l’anno scorso è esplosa l’invasione di una specie aliena come il granchio blu, responsabile dello sterminio di cozze e vongole. Nel 2024 non si è ripresentato con le stesse abbondanze, sia per la pesca che ne è stata fatta, sia per le temperature eccessiva del mare di quest’estate. Ma non possiamo cantare vittoria poiché potrebbe tornare ciclicamente, basti pensare che alcuni esemplari di 4 etti possono generare milioni di uova. Inoltre, è ancora vivo il ricordo delle pregiate cozze di Portonovo, i moscioli, scomparse unitamente alla mortalità massiva di tanti altri organismi costieri”.

L’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo ha proposto un ”Patto con il mare per la Terra”, tema al quale ha dedicato una propria Fondazione in cui Roberto Danovaro è stato nominato Presidente, e che vede Carlo Petrini come presidente onorario. Un forum che riunisce università, centri di ricerca, enti pubblici e aziende per un approccio complessivo alla sostenibilità del mare, per una strategia win-win in cui vincono tutti, ambiente e imprese. Per esempio, pensare all’energia eolica o solare in mare, invece che a terra per fornire energia rinnovabile per l’agricoltura senza sottrarre terreni alle imprese agricole.

“Il mare può diventare a sua volta nuovo territorio per l’agricoltura del mare, ad esempio coltivando le alghe, attività che in Italia è praticamente assente ma sta esplodendo in tutto il mondo con oltre 41 milioni di tonnellate prodotte. La terra è preziosa, e deve essere coltivata in modo sostenibile non usata per produrre energia, ma richiede acqua. E il mare viene in aiuto anche per questo, ad esempio con la desalinizzazione. 

Per la prossima estate il rischio è quello di vedere riproposti gli stessi problemi dell’estate scorsa. Per questo è necessario fare i compiti in questo autunno e inverno, ridurre il rischio di altre mucillagini. Come? Ad esempio, mantenere in efficienza i depuratori e le reti fognarie, realizzarli dove mancano. 

Dobbiamo utilizzare sempre più le soluzioni che ci fornisce la natura, per esempio facendo tornare i banchi di ostriche che, anche in Adriatico, fornivano una barriera contro le mareggiate, erano delle assorbitrici di anidride carbonica essendo i gusci composti di carbonato di calcio, oltre a costituire fonte di reddito, essendo un alimento pregiato”.

In seguito si è aperto un dibattito con esperienze e voci del territorio, introdotto da Silvio Barbero, Presidente Comitato Scientifico Filiera Futura e Consigliere Delegato UNISG di Pollenzo, dove hanno preso la parola: Giuseppe Micucci, Vicepresidente Fedagripesca Marche; Francesca Gironi, Presidente ANBI Marche; Enrico Loccioni, Fondatore e Presidente di Loccioni e Tonino Giardini, Armatore Coldiretti Pesca Marche.

“Questa conferenza  – afferma Silvio Barbero, Presidente Comitato Scientifico Filiera Futura e Consigliere Delegato UNISG di Pollenzo – nasce dall’attività di Filiera Futura che raccoglie 25 tra Fondazioni di origine bancaria, Università e Associazioni di categoria e di cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi fa parte. Filiera Futura nasce dall’esigenza di innovare il settore agroalimentare attraverso progetti condivisi, utili allo sviluppo dei territori e delle filiere locali, con particolare attenzione alle aree rurali e interne. Vogliamo affrontare il tema dell’ecosistema marino da due punti di vista diversi, ma convergenti: da una parte studiare la situazione del mare e delle acque e d’altra parte portare alla luce quanto stretto sia il legame tra agricoltura e mare, visto che le sostanze che si utilizzano nell’agricoltura industriale finiscono inevitabilmente, attraverso i fiumi, ad alterare le condizioni chimico-fisiche dei nostri mari. Da questo punto di vista dopo le relazioni dei due professori Danovaro e Greco, animeremo una tavola rotonda con le associazioni di categoria della pesca e dell’agricoltura, assieme alla rappresentante dei Consorzi di bonifica. La presenza dell’azienda Loccioni è legata al tema essenziale del monitoraggio e della prevenzione delle situazioni potenzialmente dannose che si possono venire ad innescare”.

I dati

Tonino Giardini, Coldiretti Pesca Marche, ha fornito alcuni significativi dati sulla situazione del sistema pesca nelle Marche:

Numero degli addetti: Imbarcati o addetti ad impianto in totale circa 2.500.

In calo negli ultimi 30 anni (-40% personale Italiano – + 15% personale extracomunitario) età media circa 52 anni.

Numero delle imbarcazioni: Circa 700 imbarcazioni di cui circa 650 attive;  in calo negli ultimi 30 anni (-33%).

Tipologie di pesca:

Circa 180 barche a strascico/rapidi; 

circa 210 barche operanti a vongole; 

circa 20 barche operanti a sistema reti pelagiche per cattura piccoli pelagici;  

circa 30 barche con attrezzi da posta d’altura; 

circa 15 barche con palangaro;   

circa 170 barche operanti con attrezzi da posta piccola pesca artigianale;  

circa 22 barche asservite ad impianto (mitilicoltura);

La percentuale delle Marche sul totale nazionale: In numero il 6% ed in stazza il 9%.

L’Età media della flotta è di circa 37 anni

Quantità di pescato: In rapporto agli ultimi 10 anni in leggero aumento; costante le catture delle principali specie di pesce bianco; costante le catture delle principali specie di pesce azzurro; in aumento le catture e la produzione (allevamento e catture) di molluschi bivalvi (vongole e cozze allevate).

Le specie aliene sono  un danno se non esiste un mercato pronto a recepire e premiare con il prezzo.

Allevamenti esistenti nelle Marche: circa una ventina di impianti a mare ( a mare solo allevamenti di cozze)  e  7 impianti di trote a terra.

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Le Settimane della Pesca Sostenibile

Le Settimane della Pesca Sostenibile

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Anche quest’anno, ALDI, parte del Gruppo ALDI SÜD, realtà multinazionale di riferimento della Grande Distribuzione Organizzata, annuncia la sua partecipazione all’iniziativa “Le Settimane della Pesca Sostenibile”, promossa dal Marine Stewardship Council (MSC), organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma di certificazione per la pesca sostenibile.

L’evento si terrà negli oltre 180 punti vendita di ALDI in Italia, dal 21 ottobre al 3 novembre, per offrire ai clienti la possibilità di portare in tavola il gusto fresco e autentico dei prodotti ittici all’insegna di una prospettiva responsabile.

L’iniziativa punta a far conoscere ai consumatori il significato del marchio blu MSC, che certifica i prodotti ittici pescati in maniera sostenibile.

La certificazione MSC, infatti, garantisce pesce proveniente da attività di pesca sostenibili, che preservano la salute delle popolazioni marine, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente. Inoltre, la catena di custodia certificata MSC assicura la tracciabilità del prodotto, offrendo ai clienti la trasparenza necessaria sulla provenienza del pescato selvaggio, ovvero sui prodotti pescati nei mari e negli oceani, che si distingue dal pesce di allevamento.

Il nostro impegno per la sostenibilità è parte integrante del nostro approccio aziendale,” ha dichiarato Michael Gscheidlinger, Country Managing Director ALDI Italia. “Partecipare alle iniziative di MSC è un passo fondamentale per contribuire alla tutela degli oceani e promuovere il consumo responsabile di prodotti ittici. ALDI è fiera di offrire ai propri clienti prodotti di alta qualità, certificati e tracciabili, con l’obiettivo di garantire scelte consapevoli e sostenibili. Una mission che perseguiamo quotidianamente attraverso la nostra strategia di Corporate Responsibility “Oggi per Domani” e che intendiamo ancora di più far nostra al fianco di MSC”.

“L’equilibrio degli oceani è costantemente messo in pericolo dal cambiamento climatico, dall’inquinamento e dalla pesca eccessiva. Tutto questo impone la necessità di uno sforzo congiunto per un cambio di passo che sia decisivo e che promuova non solo una responsabilità ambientale verso la salute delle risorse e degli ecosistemi, ma anche una responsabilità sociale verso i Paesi da cui importiamo, che sono per lo più in via di sviluppo. Da oltre 20 anni, siamo impegnati nel portare avanti uno sforzo collettivo per garantire che i nostri oceani siano sfruttati in modo sostenibile. Poter contare anche quest’anno sulla collaborazione di ALDI è per noi un elemento chiave per proseguire questo percorso a favore del benessere della collettività e del nostro ecosistema” ha sottolineato Francesca Oppia, Program Director MSC Italia. 

Durante le Settimane della Pesca Sostenibile, ALDI offrirà ai clienti un’ampia gamma di prodotti ittici certificati MSC e ASC, confermando l’attenzione alla qualità e alla sostenibilità. Tra i prodotti disponibili si trovano i Filetti di merluzzo gratinato e i Cuori di filetto di nasello porzionato, entrambi a marchioGolden Seafood e certificati MSC. Saranno inoltre disponibili i Ritagli di salmone rosso selvaggio e iBastoncini di surimi Almare Seafood, certificati MSC. Successivamente, grazie alla linea Golden Seafood, l’offerta si arricchirà con i Burger di pesce classici e impanati, le Code di mazzancolla tropicale sgusciate e con guscio certificate ASC, oltre ai Filetti di tonno, disponibili in diversi gusti. Completano l’assortimento certificato MSC i Filetti di alici del Mar Cantabrico della linea Gourmet e i Bastoncini di merluzzo impanati extra croccanti Golden Seafood.

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Unci AgroAlimentare: innovazione tecnologica e digitale per acquacoltura sostenibile e resiliente

Unci AgroAlimentare: innovazione tecnologica e digitale per acquacoltura sostenibile e resiliente

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L’utilizzo di tecnologie avanzate e intelligenti per il monitoraggio e la gestione degli impianti di acquacoltura: è questo il focus di uno studio innovativo elaborato dal Corisa – Consorzio di Ricerca Sistemi ad Agenti e dall’Università di Salerno, nell’ambito di un progetto dell’Unci AgroAlimentare, rientrante nel Programma nazionale triennale della pesca, annualità 2024.

Obiettivo della ricerca è l’analisi e la proposta di modelli e sistemi tecnologici per lo sviluppo di un’acquacoltura più sostenibile e in grado di gestire le criticità, anche e soprattutto di fronte ad un incremento della domanda e a una maggiore complessità delle strutture di allevamento.

“Abbiamo sempre sostenuto – ha affermato Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, a conclusione del progetto – la necessità di intraprendere ricerche nel settore primario e in particolare nella filiera ittica, per definire nuovi percorsi, che puntino alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività, agevolando il lavoro degli operatori e incrementando la redditività delle imprese, attraverso l’adozione di nuove tecniche e dispositivi tecnologici e digitali, salvaguardando sempre la qualità dei prodotii immessi sul mercato”.

Con il progetto, attraverso l’implementazione di tecnologie IoT (Internet of things, una rete di strumenti e apparecchi incorporati con sensori, software e connettività), è stato analizzato come sia possibile migliorare la sostenibilità, efficienza operativa e gestione dei rischi negli impianti di acquacoltura.

E’ stata inoltre condotta un’attentaanalisi dello stato dell’arte delle applicazioni tecnologiche IoT per il comparto, che ha permesso di identificare i parametri critici da monitorare per una futura implementazione dell’architettura proposta. Tali parametri, come qualità dell’acqua, temperatura, ossigenazione e comportamento degli organismi, dovranno essere personalizzati in base alle specie allevate e alle specifiche caratteristiche dell’impianto. L’architettura proposta consente decisioni più rapide e basate su dati in tempo reale, migliorando il benessere degli animali allevati, attenuando le ricadute ambientali e incrementando la produttività.

Gli impatti sociali e economici dell’implementazione di questa tecnologia sono significativi, con benefici che spaziano dal miglioramento delle competenze dei dipendenti alla maggiore competitività delle aziende nel mercato globale dell’acquacoltura.

A questo scopo, è stato proposto un approccio basato sul modello di Endsley per la realizzazione di un dispositivo IoT per la “consapevolezza della situazione”(situation-aware). Il dispositivo costituisce la base per l’implementazione di un’architettura innovativa basata su un edge-cloud continuum, progettata per migliorare il monitoraggio e il controllo in tempo reale degli impianti di acquacoltura.

Per dimostrare l’efficacia di tale approccio, è stato presentato un caso di studio sull’allevamento di branzini (Dicentrarchus labrax) in un sistema RAS (Recirculating Aquaculture System), illustrando una possibile distribuzione dell’architettura proposta.

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Export Regione Sicilia nel 2024: +1,8% grazie a pesca, agricoltura, silvicoltura e minerali

Export Regione Sicilia nel 2024: +1,8% grazie a pesca, agricoltura, silvicoltura e minerali

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La regione Sicilia sta registrando una crescita dell’export rispetto al 2023, come rilevato nel corso del convegno “The Rotary blue vision”, iniziativa dedicata all’economia del mare patrocinata dall’Unione Europea nell’ambito degli European Maritime days.

L’appuntamento, promosso dall’Associazione siciliana operatori spedizioni e logistica (aderente a Fedespedi – Federazione nazionale imprese spedizioni internazionali) insieme con il Rotary club Catania e l’Università di Catania ha voluto mettere a tema il ruolo della blue economy per l’import-export della regione Sicilia ed è stato aperto dall’intervento in collegamento del Viceministro alle infrastrutture, on. Matteo Salvini 

Il Presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto, ha sottolineato: “Nonostante le difficoltà del commercio internazionale dovute alle diverse tensioni geopolitiche, l’export della Sicilia continua a registrare una dinamica interessante. Secondo le elaborazioni del Centro Studi Fedespedi (elaborazioni su dati ISTAT), nel 2024 le esportazioni hanno raggiunto il risultato di +1.8% sul 2023: una performance positiva rispetto anche al dato complessivo italiano (export -1,1%) da imputare soprattutto ai prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca e ai prodotti minerali”.

Il Presidente del Rotary Club Catania, avv. Laura Bonaccorso ha commentato: Il convegno è stata un’occasione preziosa per presentare ai tanti esponenti dell’industria siciliana e non presenti oggi i best cases innovativi del settore della blue economy e veicolare al decisore politico le istanze del cluster marittimo regionale e nazionale che chiedono di potenziare il ruolo strategico del mediterraneo a beneficio dei traffici commerciali e della coesione internazionale”. 

Il Prof. Pierluigi Catalfo, Presidente del corso di laurea in management delle imprese per l’economia sostenibile dell’Università di Catania: “Mi fa piacere sottolineare l’ottimo livello di partecipazione degli studenti che abbiamo registrato con la nuova summer school dedicata alla blue economy. Questo risultato conferma l’interesse per le potenzialità che l’economia del mare offre al territorio siciliano e che è nella nostra missione continuare ad incentivare con nuovi appuntamenti formativi con l’obiettivo di fornire agli studenti del dipartimento di economia competenze specifiche nell’ambito dell’economia marittima e delle filiere produttive connesse”. 

L’evento è stato patrocinato da Assiterminal (Associazione italiana terminalisti portuali), Uniontrasporti, AIBA (Associazione italiana brokers di assicurazioni) e The International Propeller Clubs.

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Unci AgroAlimentare: pesca, attività sempre più sostenibile. I risultati della ricerca scientifica

Unci AgroAlimentare: pesca, attività sempre più sostenibile. I risultati della ricerca scientifica

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“L’impatto ambientale della pesca, in termini di emissioni nell’atmosfera, è molto ridotto e decisamente inferiore a quello di imbarcazioni di altro genere o ad attività produttive svolte sulla terraferma”.

Ad affermarlo è il presidente nazionale di Unci AgroAlimentare, citando il risultato del progetto di studio e ricerca “La pesca e i cambiamenti climatici”, promosso dall’associazione di settore in collaborazione con altri partner, nell’ambito del Piano triennale della Pesca e dell’Acquacoltura 2022-2024.

Gli esiti del lavoro di monitoraggio, effettuato con il coinvolgimento diretto degli operatori, anche attraverso lo sviluppo di un’applicazione digitale per la raccolta dei dati, sono stati presentati nell’ambito di Divinazione Expo 2024, evento collaterale al G7 Agricoltura, nell’isola di Ortigia a Siracusa, con la relazione della biologa e dottoressa di ricerca, Barbara Zambuchini, alla presenza di rappresentanti istituzionali, della direzione Pesca del Ministero, del presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio, del presidente dell’Unci, Andrea Amico, del direttore dell’Unci Sicilia, Luisa Tosto, e di altri tecnici ed esperti del settore: Vincenza Cerulo, Santo Alleri e Piero Forte.

Il progetto ha permesso l’analisi sulle emissioni di anidride carbonica (CO2) delle flotte pescherecce nel Mediterraneo, focalizzandosi su alcune aree del Tirreno (GSA 10), dello lonio (GSA 16) e dell’Adriatico (GSA 17-18).

È stata condotta un’analisi statistica, esaminando variabili chiave come le caratteristiche dei motori, la potenza, il tipo di alimentazione, il numero di giornate di pesca e i tempi di permanenza in mare.

E’ stata poi focalizzata l’analisi su tecniche di pesca, quali lo strascico, volanti, lampare, la piccola pesca, compiendo una valutazione oltre che sul rilascio di anidride carbonica, anche sui principali macroinquinanti/gas serra responsabili dei fenomeni di acidificazione ed eutrofizzazione, come il monossido di carbonio, l’ossido di azoto, l’ossido di zolfo, composti organici volatili non metonici, particelle sospese totali (PM10), ed esaminando l’efficacia degli impianti di mitilicoltura nel trattenere CO2, contribuendo così a una migliore comprensione del flusso biogenico del carbonio e delle dinamiche ambientali.

Uno studio sulle emissioni di gas serra nella pesca ha rilevato che ogni chilo di pesce allevato emette 5 kg di CO2, quello pescato da 1 a 3 kg, dati molto più contenuti rispetto ai 59,6 kg emessi per un chilo di carne rossa, mentre per l’agnello si arriva a 24 kg. Anche altri alimenti come il formaggio, principalmente derivato da latte vaccino, oppure il ciccolato o il caffè contribuiscono significativamente all’impatto ambientale. Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, gli alimenti vegetali hanno un impatto ambientale notevolmente inferiore rispetto ai prodotti animali. Per gli impianti di mitilicoltura viene evidenziato il contributo positivo al riassorbimento dell’anidride carbonica da parte dei mitili (cozze), soprattutto per gli impianti privi di fasi di stabulazione.

La pesca con metodi sostenibili e responsabili non solo riduce le emissioni, ma salvaguarda gli ecosistemi marini. Il comparto ha già compiuto progressi significativi in questa direzione, con una riduzione del 50% delle emissioni a partire dal 1990 nell’Ue. Per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050 occorre trovare valide alternative energetiche e diminuire la dipendenza da combustibili fossili.

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