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Federpesca audita alla Camera su proposta di legge riordino settore ittico

Federpesca audita alla Camera su proposta di legge riordino settore ittico

Nella giornata di ieri, lunedì 11 settembre, la XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha audito Federpesca in merito alle proposte di legge C. 747 Pierro e C. 856 Caramiello, recanti “Interventi per il settore ittico”. La Direttrice di Federpesca, Francesca Biondo, è intervenuta ribadendo la necessità di andare avanti velocemente nel varo di una legge di riassetto complessivo del settore ittico.

Tra i temi trattati la necessità di una semplificazione amministrativa, effettiva e non di facciata, nell’ottica di semplificare i procedimenti amministrativi a carico delle imprese e ridurre i tempi di risposta delle amministrazioni. “Apprezziamo le proposte di legge oggetto dell’audizione e auspichiamo che si possa pervenire in tempi brevi all’approvazione di un provvedimento di riforma complessivo auspicato da anni, che vada nella direzione di sostenere le attività della pesca marittima professionale” ha dichiarato la Direttrice Biondo.

Molti i temi affrontati tra i quali Federpesca ha segnalato la necessità di integrare nei testi alcune esigenze di riforma del settore non espressamente menzionate, tra cui una riforma del sistema sanzionatorio proporzionando la sanzione all’effettiva gravità dell’infrazione, la semplificazione delle procedure per l’imbarco di marittimi stranieri e l’esclusione del ticket naspi per i casi di sbarco per malattia. “Tutte questioni che è necessario affrontare con decisione e chiarezza per garantire un reale sostegno al comparto e intervenire in termini di razionalizzazione e semplificazione del sistema della pesca” ha così concluso la Direttrice.

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1° Workshop European Maritime Single Windows environment – il ruolo dell’Europa e il ruolo dell’Italia: stato dell’arte e prospettive future

1° Workshop European Maritime Single Windows environment – il ruolo dell’Europa e il ruolo dell’Italia: stato dell’arte e prospettive future

Oggimartedì 12 settembre alle ore 9:00, si terrà presso la sala conferenze del Comando Generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera a Roma il 1° Workshop EMSWe European Maritime Single Windows environment.

L’evento è presenziato dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sen. Matteo Salvini, e dal Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone.

L’incontro rientra nella politica europea dei trasporti in chiave Blue Economy ed è espressione dell’impegno delle Istituzioni – Ministero delle infrastrutture e dei trasporti su tutte – a sostenere ilsettore marittimo, strategico per il nostro Paese.

Un impegno, questo, che – grazie all’attività della Guardia Costiera, designata quale Autorità nazionale competente – si traduce nella semplificazione dei procedimenti amministrativi connessi all’arrivo, sosta e partenza delle navi, finalizzato a una maggiore efficienza e competitività del sistema portuale italiano.

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Seatrade Europe dal 6 all’8 settembre ad Amburgo

Seatrade Europe dal 6 all’8 settembre ad Amburgo

Dal 6 all’8 settembre in programma Seatrade Europe ad Amburgo. Durante la fiera saranno presentate le novità di aziende in Germania e internazionali riguardanti i settori di Costruzione barche, Trasporto marittimo, Oil & gas.

Seatrade Europe è un evento biennale che ha lo scopo di promuovere anche il crocierismo, fluviale e marittimo, europeo.

Presenti come espositori italiani: Assoporti, l’Autorità Portuale di Palermo, Mantero Sistemi Srl, North Adriatic Sea Port Authority – Porti di Venezia e Chioggia, Porti di Bari, Brindisi, Manfredonia Barletta e Monopoli, Porti di Cagliari e Olbia, Porti di La Spezia e Marina di Carrara, Porto di Ravenna, Porto di Taranto, PortArgentario, Porto Livorno 2000 Srl, Porti di Livorno, Piombino e Portoferraio, Porti di Napoli, Salerno and Castellammare di Stabia, Porti di Roma di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, Salerno Cruises, Terminal Napoli SPA.

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Confartigianato: l’Italia protagonista dell’economia del mare

Confartigianato: l’Italia protagonista dell’economia del mare

L’ultimo Rapporto annuale di Confartigianato delinea il profilo dell’economia del mare: sono 2.467.076 le micro e piccole imprese con 5.898.822 addetti, pari a oltre la metà (54,3%) degli addetti nazionali delle MPI attive nelle 66 province costiere,  affacciate sul mare o con almeno la metà della popolazione residente entro 50 km dalla costa e che rappresentano l’economia italiana del mare.

Le MPI concentrano il 70,7% degli addetti delle imprese delle province costiere, una quota nettamente superiore al 63,4% della media nazionale.

In particolare, nelle aree costiere si contano 526.846 le imprese artigiane con 1.238.045 addetti, pari alla metà (48,7%) degli addetti dell’artigianato italiano ed al 14,8% degli addetti nazionali. Per quanto riguarda il turismo, nelle province costiere si concentra il 61,2% delle presenze turistiche totali e il 50,7% di quelle straniere ed in particolare le località marine interessano il 27,1% delle presenze, dietro solo a quelle delle città d’arte (27,6%). In termini di offerta, nei territori costieri si concentra il 57,3% dell’artigianato interessato dalla domanda turistica che offre prodotti e servizi di qualità e contribuisce al trasporto dei turisti.

Nel confronto internazionale l’Italia è al primo posto in Ue a 27 per pil generato nelle province costiere, pari a 906,8 miliardi di euro e alla metà (50,6%) del PIL nazionale, quota superiore rispetto al 36,6% della media Ue. Il valore dell’economia italiana del mare supera i 786,2 miliardi di euro della Francia (32,3% del PIL), i 713,2 miliardi della Spagna (57,4% del PIL) e i 458,8 miliardi dei Paesi Bassi (56,6% del PIL). L’Italia rappresenta il 12,8% del PIL dell’Ue, ma la quota sale al 17,7% per il PIL dell’economia del mare definita dalle aree costiere.

“Senza artigiani e Mpi – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – non esisterebbe l’’economia del mare’ e l’Italia non sarebbe al top tra le mete turistiche più apprezzate a livello internazionale. È indispensabile valorizzare questa nostra peculiarità negli interventi di politica economica. In particolare, per quanto riguarda il turismo, va sostenuto il sistema delle imprese artigiane e di vicinato che sono fondamentali per alimentare l’attrattività dei territori italiani”.

“L’artigianato – aggiunge Granelli – rappresenta un player di primo piano nell’economia del mare e delle aree costiere, soprattutto nella fornitura di servizi e prodotti (stabilimenti balneari, alimentare e ristorazione, compagnie di trasporto turistico via terra e via mare), ma anche nella produzione di imbarcazioni e accessori, di attrezzatura e abbigliamento tecnico e sportivo. Decisivo è anche il contributo degli artigiani e delle Mpi nell’assicurare la mobilità di merci e persone, con un ruolo fondamentale nell’organizzazione logistica di questa filiera integrata nei porti italiani. Inoltre cittadini e turisti possono fruire di servizi flessibili e ad alta specializzazione offerti dagli operatori artigiani impegnati nel trasporto con imbarcazioni da diporto, motoscafi, bus, taxi e noleggio con conducente”.

La metà (50,7%) del valore aggiunto nazionale è generato dall’economia del mare, la quale ha registrato una maggiore resilienza nella pandemia: tra il 2019 e il 2021, la flessione del valore aggiunto delle province costiere risulta dimezzato rispetto a quello delle restanti province. Il carattere peninsulare dell’Italia attribuisce un ruolo dominante al Mezzogiorno nell’economia del mare: nel Sud e Isole, infatti, si concentra il 43,0% del PIL dei territori costieri, davanti al 31,5% del Centro, al 20,0% del Nord-Est e al 5,5% del Nord-Ovest e nel Mezzogiorno i territori costieri determinano la quasi totalità (97,6%) del PIL della ripartizione, a fronte di 73,4% del Centro, 43,7% del Nord-Est e 8,5% del Nord-Ovest.

Nei territori costieri si realizza il 34,0% dell’export manifatturiero, pari a 167,4 miliardi di euro, una quota che sale 41,9% per l’export verso l’area del mediterraneo. In particolare la quota tocca il 94,3% per l’export di navi e imbarcazioni, ambito che conta circa 3mila imprese artigiane specializzate in attività cantieristiche e riparazione e manutenzione di navi e imbarcazioni che rappresentano l’88,8% dell’artigianato italiano della nautica, evidenze emerse in un  approfondimento in occasione di Seafuture, la Fiera internazionale della blue economy e dell’innovazione tecnologica legata al settore Difesa, svoltasi ad inizio giugno 2023 a La Spezia.

Uno degli asset dell’economia del mare è rappresentato dall’attività portuale, con l’apporto del sistema delle imprese del trasporto merci e della logistica. Prendendo a riferimento i 40 porti principali, ognuno con oltre un milione di tonnellate di merci movimentate in imbarco e sbarco e che insieme concentrano il 96,8% del trasporto marittimo merci nazionale, la regione con maggiore attività è la Sicilia con il 16,8% del movimento merci nel 2021, seguita dalla Liguria con il 14,9%, dal Friuli-Venezia Giulia con il 13,1% e dalla Sardegna con il 10,3%: queste prime quattro regioni insieme concentrano oltre la metà (55,0%) del movimento merci dei porti italiani.

Fonte: https://italia-informa.com/Confartigianato-Studi–Italia-protagonista-dell-economia-del-mare.aspx

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L’intelligenza artificiale si tuffa in mare per preservare le risorse marine

L’intelligenza artificiale si tuffa in mare per preservare le risorse marine

La Blue Economy o Blue Growth ha acquisito importanza negli ultimi anni per la necessità di trovare soluzioni sostenibili in grado di preservare le risorse marine in modo responsabile. Con questo obiettivo, Minsait, una società di Indra, insieme alla Fondazione europea per l’innovazione e l’applicazione della tecnologia (INTEC), ha presentato il Rapporto Blue Economy e Blue Growth 2023, che include le tecnologie più importanti per la conservazione dell’ambiente marittimo, nonché le ultime tendenze per la promozione della Blue Economy in Europa.

“Il settore della Blue Growth e della Blue Economy è quello in cui possiamo esercitare una grande leadership, c’è una magnifica opportunità per crescere con l’aiuto della tecnologia e di farlo in modo più sostenibile. Abbiamo aziende leader a livello mondiale e dobbiamo essere leader nell’implementazione della tecnologia e dell’intelligenza artificiale per migliorare le nostre possibilità”, ha dichiarato Juan Francisco Delgado, Vicepresidente esecutivo della Fondazione Europea per l’Innovazione (INTEC).

Il rapporto evidenzia l’importanza di valorizzare il potenziale economico degli oceani e delle loro risorse, promuovendo un approccio più equilibrato e responsabile dal punto di vista ambientale per garantirne la conservazione a lungo termine ed evitarne lo sfruttamento eccessivo. A tal fine, promuove una gestione coscienziosa della pesca, il turismo sostenibile, la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. Ciò è possibile grazie alla spinta e all’utilizzo di tecnologie avanzate e dell’intelligenza artificiale. In particolare, nell’immediato futuro sono previste tendenze in questo campo come lo sviluppo di tecnologie marittime avanzate, l’economia circolare nel settore marino, le energie rinnovabili oceaniche, la digitalizzazione e i Big Data nella gestione marina e lo sviluppo del turismo sostenibile nelle aree costiere.

La spina dorsale di molti di questi progressi è l’intelligenza artificiale, che consente il monitoraggio e la gestione delle risorse marine attraverso la raccolta e l’analisi dei dati, facilitandone una migliore comprensione e gestione, l’ottimizzazione delle operazioni di acquacoltura per migliorare l’efficienza e l’impatto ambientale e lo sviluppo di tecnologie marine intelligenti, come robot subacquei autonomi, sensori avanzati e sistemi di comunicazione.

“Queste e altre tendenze evidenziano come la digitalizzazione e, in particolare, le tecnologie all’avanguardia come l’IA, stiano già trasformando la Blue Growth, migliorando l’efficienza, la sostenibilità e la gestione delle risorse marine, oltre a guidare la ricerca e la corretta esplorazione degli oceani”, afferma Alberto Bernal, direttore di Phygital Territories di Minsait.

Promuovere la pesca sostenibile e il turismo di qualità

Gli oceani coprono più del 70% della superficie del pianeta, con una grande diversità di risorse naturali. Pertanto, uno dei settori chiave della Blue Economy è la pesca sostenibile, dove è necessario incoraggiare modelli di gestione responsabile che garantiscano la conservazione degli stock ittici e la loro riproduzione, grazie a misure come quote e taglie minime di cattura o aree protette per consentire il salvataggio delle specie a rischio.

Il rapporto sottolinea la necessità di concentrarsi sulla conservazione di mari sani e sull’uso sostenibile delle risorse marine, creando alternative ai combustibili fossili e alla produzione alimentare tradizionale. Raggiungere gli obiettivi della neutralità climatica e dell’inquinamento zero, in particolare attraverso lo sviluppo di energie marine rinnovabili, la decarbonizzazione del trasporto marittimo e l’ecologizzazione dei porti. A tal fine è necessario completare la transizione verso un’economia circolare e ridurre l’inquinamento, nonché preservare la biodiversità e investire nella natura: la strategia sulla biodiversità fissa l’obiettivo di proteggere il 30% delle aree marine dell’UE per prevenire la perdita di ecosistemi marini. Uno degli obiettivi prioritari del rapporto è sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza delle coste: le attività di adattamento, come lo sviluppo di infrastrutture verdi nelle aree costiere e la protezione delle coste dal rischio di erosione e inondazioni, contribuiranno a preservare la biodiversità e i paesaggi, con conseguenti benefici per il turismo e l’economia.

È inoltre necessario garantire una produzione alimentare sostenibile: “In linea con la strategia Farm to Fork, la produzione sostenibile e i nuovi standard di commercializzazione dei frutti di mare, l’uso di alghe, il rafforzamento del controllo della pesca e la ricerca e l’innovazione nell’acquacoltura cellulare contribuiranno a preservare i mari e gli oceani”, afferma Juan Francisco Delgado.

Attraverso l’implementazione di misure e strumenti tecnologici per la pesca sostenibile, come gli algoritmi di apprendimento automatico che identificano i modelli di pesca illegale o l’automazione di vari processi marittimi con l’IA, il recupero degli stock colpiti dalla pesca eccessiva potrebbe aumentare la produzione di 16,5 milioni di tonnellate, contribuendo a una maggiore sicurezza alimentare e al benessere delle comunità costiere.

Come emerge dal rapporto Blue Economy and Blue Growth 2023 di Minsait e INTEC, la Blue Economy rappresenta l’1,5% del PIL dell’UE, comprendendo anche settori come il turismo costiero e marittimo. In questo senso, ecosistemi marini sani e ben conservati sono attraenti per i turisti, il che genera anche opportunità per le destinazioni, fornendo occupazione e crescita economica senza compromettere l’integrità degli ecosistemi.

L’Italia come benchmark per la Blue Growth

Dato che il settore della pesca e dell’acquacoltura sono due dei pilastri più importanti dell’economia italiana, l’Italia è uno dei Paesi più importanti d’Europa in termini di Blue Economy grazie alla sua estesa linea costiera. L’economia marina incide sulla produzione complessiva in modo diretto per il 3,4%, ma se consideriamo tutta la filiera supera il 9% del PIL, oltre a generare il 3,7% dell’occupazione nazionale, secondo i dati di Informare. Negli ultimi anni, il Paese ha portato avanti progetti di ricerca e sviluppo sia a livello pubblico che privato, oltre alla creazione di diversi cluster e associazioni che promuovono la cooperazione e lo sviluppo congiunto di questo tipo di progetti.

Minsait

Minsait, società di Indra (www.minsait.com), è l’azienda leader nella consulenza negli ambiti della Digital Transformation e delle Information Technologies in Spagna e America Latina. Possiede un alto grado di specializzazione e conoscenza del settore, grazie alle sue capacità di integrare il mondo core con il mondo digitale, alla sua leadership nell’innovazione e nella trasformazione digitale e alla propria flessibilità. In questo modo la società focalizza l’offerta su proposte di valore ad alto impatto, basate su soluzioni end-to-end, con un notevole grado di segmentazione, che le consente di raggiungere risultati tangibili per i propri clienti in ogni settore con un focus sulla trasformazione. Le proprie capacità e leadership si riflettono nella suite di prodotti proprietari, sotto il marchio Onesait, e nella vasta gamma di servizi offerti.

In Italia Minsait conta più di 3.000 professionisti che lavorano presso tutto il territorio nazionale. La società ha sviluppato competenze avanzate in ambiti innovativi come Content & Process Technologies, Customer Experience Technologies, Solutions Architects e Data & Analytics, che consentono di offrire soluzioni e servizi ad alto valore aggiunto nei mercati in cui opera. Minsait ha localizzato in Italia il proprio centro di eccellenza globale per le tecnologie Customer Experience, completando la sua vasta presenza geografica con una consolidata capacità locale di produzione e delivery grazie ai centri di Napoli, Matera e Bari.

Indra

Indra (www.indracompany.com) è una delle principali società globali di tecnologia e consulenza, leader mondiale nell’ingegneria tecnologica per i mercati dell’aerospazio, della difesa e della mobilità, nonché nella trasformazione digitale e nell’Information Technology in Spagna e in America Latina attraverso la sua controllata Minsait. Il suo modello di business si basa su un’offerta completa di prodotti proprietari, con un approccio end-to-end ad alto valore e un’elevata componente di innovazione, che la rendono il partner tecnologico per la digitalizzazione e per le operazioni chiave dei suoi clienti in tutto il mondo. La sostenibilità fa parte della sua strategia e della sua cultura, per rispondere alle sfide sociali e ambientali presenti e future. Nel 2022, Indra ha registrato un fatturato di 3.851 milioni di euro, circa 57.000 dipendenti, presenza locale in 46 Paesi e operazioni commerciali in oltre 140 Paesi.

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