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Scognamiglio: nella manovra novità positive per agricoltura e pesca

Scognamiglio: nella manovra novità positive per agricoltura e pesca

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“Valutiamo positivamente le novità introdotte dal governo nella manovra finanziaria 2026 per i comparti della pesca, dell’agricoltura e della filiera agroalimentare. Si tratta di misure di supporto alle attività, che vanno nella direzione da noi auspicata. Un primo passo per affrontare nodi cruciali per le imprese, in una fase economica delicata”. Ad affermarlo è Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“L’introduzione di un credito d’imposta al 40% – prosegue il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico – per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che investono in nuovi beni strumentali, sia materiali che immateriali, è un aiuto che contribuisce all’ammodernamento dei processi di lavorazione e produzione e alleggerisce i costi per le attività. Sono sottoposte alle agevolazioni le spese effettuate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026, o fino al 30 giugno 2027, a condizione che l’ordine venga accettato entro il 31 dicembre 2026 e che sia stato versato almeno il 20% dell’ammontare previsto per l’acquisto”.

“Bene – prosegue Scognamiglio –  anche la proroga per il prossimo anno del regime di agevolazione Irpef dei redditi dominicali e agrari dichiarati dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, con gli stessi scaglioni del biennio 2024-2025.
L’istituzione, inoltre, di un fondo di 35 milioni di euro per il sostegno alle esportazioni e all’internazionalizzazione delle aziende risponde ad un’esigenza recentemente segnalata, da noi e da più parti, per gestire i problemi determinati dall’imposizione dei dazi da parte degli Stati Uniti, che potrebbero diventare ancora più stringenti proprio su alcuni prodotti dell’agroalimentare, e per un più generale rilancio del made in Italy sui mercati globali”.

“Infine – incalza il presidente di UNCI AgroAlimentare –  esprimiamo apprezzamento per la decisione di stanziare 10 milioni di euro in più all’anno, da destinare alle attività istituzionali degli Istituti zooprofilattici sperimentali, per garantire maggiori risposte sul fronte della sicurezza alimentare e fronteggiare le crescenti emergenze in questo ambito.
E’ da anni che evidenziamo la necessità di investimenti pubblici e privati sul fronte della ricerca scientifica, dell’innovazione tecnologica e della promozione di misure a garanzia della sicurezza alimentare, oltre che di sistematico contrasto di pratiche scorrette e della concorrenza sleale”.

“Il percorso avviato ormai da tempo – conclude Scognamiglio – con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, in termini di confronto con le parti sociali, promosso particolarmente dal sottosegretario di Stato, Patrizio Giacomo La Pietra, sempre disponibile all’ascolto, alla luce dei fatti risulta proficuo e una utile indicazione di lavoro anche per il futuro”.

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The Mediterranean Cannot Be Managed Like an Ocean

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During the 34th Rassegna del Mare in Trapani, Franco Andaloro, member of the Scientific Committee of the Italian Biologists Foundation (FIB), delivered one of the most lucid and disarming speeches of the entire event.

Speaking with the candor of someone who knows the industry from within, Andaloro retraced three decades of Italian fisheries in the Mediterranean, acknowledging the systemic failures that led to its decline. Science, politics, and trade associations—all, in different ways—have contributed to the gradual impoverishment of the sector.
It was not an accusation, but a collective reflection: “We all got it wrong,” was the message Andaloro left the audience.

A Model Built on the Wrong Assumptions

According to Andaloro, Italian fisheries in the Mediterranean have been managed for thirty years as if this sea were an ocean.
European policies—supported by scientific research that never truly embraced an ecosystem approach—developed resource management plans designed for high-biomass, low-biodiversity oceans, based solely on achieving the Maximum Sustainable Yield (MSY).
Applied to the Mediterranean—an enclosed, multispecies sea—these models have proven not only ineffective but devastating.

Italy has reduced its fishing fleet by over 50%, demolished hundreds of vessels, and dispersed historical expertise—without achieving either increased catches or stock recovery. Yet, fleet decommissioning remains the only policy tool still in use.
It is the paradox of a system that chose mathematics over ecology.

Science, Politics, and Representation: A Missed Alliance

Andaloro also pointed to the fragmentation of responsibility.
Science, he argued, has often preferred to produce “comfortable” data—easily digestible in technical committees—rather than interpret the true complexity of the Mediterranean.
Politics has favored temporary measures and social cushioning over long-term planning.
Trade associations, meanwhile, have too often focused on day-to-day survival rather than vision and innovation.
The result is a system that, for three decades, has acted as if the end of fishing were both foreseeable and inevitable.

A Fragile and Forgotten Mediterranean

Andaloro reminded that the fisheries crisis is not merely a matter of fleets or licenses.
It is the symptom of a profoundly altered sea, where the combination of environmental and human pressures has irreversibly changed ecological balances.
Coastal pollution, marine plastics, acidification, and rising temperatures have all shifted species distribution.

Changes in Levantine currents caused by climate change have redirected nutrient flows away from the Strait of Sicily toward other seas, triggering the collapse of small pelagic biomass that once sustained Sicilian and Tunisian fisheries.
In this context, research has continued to describe these phenomena without translating them into effective management tools, while political responses have remained slow and fragmented.

The Perfect Storm and the Maritime Space Grab

Today, Mediterranean fisheries face a “perfect storm”: a structural crisis compounded by the new threat of maritime space appropriation.
Andaloro highlighted the more than 100 offshore wind farm projects proposed without real involvement of coastal communities.
Maritime spatial planning, though required by EU directives, has largely remained theoretical—developed through bureaucratic logic that overlooks local economies.

This trend risks further marginalizing fisheries, confining them to the edges of a sea increasingly valued for activities that no longer recognize fishing as part of its identity.
The result is a loss of social sustainability and cultural identity in coastal communities, with repercussions that could ultimately harm tourism itself.

The Mediterranean as an Ecosystem, Not a Statistic

Andaloro concluded with a call for shared responsibility.
The Mediterranean cannot be managed with the same tools applied to oceans, nor can fishing be reduced to figures compensated with subsidies.
What is needed is ecosystem-based fisheries management, grounded in real knowledge, participation, and adaptability.

Science, institutions, and associations must once again work together—overcoming the fragmentation that has weakened the sector—and confront the Mediterranean challenge: managing the sea and its resources in a complex geopolitical setting where EU rules do not apply to North African countries and international norms are often ignored.

As Andaloro warned, “The sea cannot be governed with abstract models, but with awareness, ethics, and respect.”

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La Marca del Distributore supera in Italia i 15,6 miliardi di euro. Nel primo semestre 2025: +4,7% di crescita

La Marca del Distributore supera in Italia i 15,6 miliardi di euro. Nel primo semestre 2025: +4,7% di crescita

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La Marca del Distributore registra, nel primo semestre 2025, una crescita del +4,7% a valore, superando nettamente la performance del Largo Consumo Confezionato (+3,8%), e si conferma il segmento più dinamico della DMO italiana.

Considerando il totale Omnichannel – che comprende i canali Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio Piccolo, Discount, Specialisti Casa Persona, Petshop e Online – con ricavi complessivi superiori a 15,6 miliardi di euro e una quota di mercato che raggiunge il 30,5%, la MDD dimostra di aver consolidato un incremento strutturale che ridefinisce i paradigmi del consumo.

È quanto emerge dai dati Circana per l’Italia del primo semestre 2025, che fotografano una profonda evoluzione – più dinamica rispetto a molti mercati maturi – e segnalano un potenziale di sviluppo ancora significativo e un modello di filiera che sta diventando benchmark internazionale.

“I dati confermano quello che osserviamo ogni anno a MARCA by BolognaFiere & ADM: la MDD è diventata il laboratorio dell’innovazione della DMO in Italia e i consumatori la scelgono sempre di più per la qualità e la fiducia che associano a questa opzione, e non più solo per convenienza economica” – commenta Rossano Bozzi, Direttore Business Unit di BolognaFiere. – “La significativa crescita di cui MARCA è stata protagonista negli ultimi anni certifica l’unicità della manifestazione come punto di riferimento del settore Private Label a livello internazionale e come faro per l’intera industry”.

Da rilevare, inoltre, il dato della GDO tradizionale: circoscrivendo lo sguardo ai canali Ipermercati, Supermercati e Libero Servizio Piccolo, la MDD cresce del +6,2% a valore e del +5% nei volumi.

“Le evidenze mostrano che la MDD ha completato una trasformazione profonda” – sottolinea Antonella Maietta, Exhibition Manager di MARCA. – “Le Insegne non replicano più prodotti esistenti, ma sperimentano e guidano l’innovazione di categoria. MARCA anticipa queste tendenze e crea valore per i consumatori, consolidando il proprio ruolo di piattaforma trend setter a livello internazionale. Proprio per celebrare questa eccellenza, nell’edizione 2026 lanceremo i MARCA Awards: grazie a una nuova sinergia tra MARCA e PL Magazine, i nuovi riconoscimenti puntano a intercettare le migliori innovazioni di prodotto, con il supporto di IPLC, e i partner produttivi più affidabili e performanti, contribuendo a disegnare il futuro della MDD”.

Il fresh italiano: quando l’eccellenza diventa benchmark internazionale

Tra i dati più significativi emerge la prestazione del reparto Fresh, che guadagna +0,7 punti di quota e vede un’importante riduzione della pressione promozionale. Un risultato che conferma l’eccellenza della DMO italiana nella gestione del fresco, in particolare nell’ortofrutta, riconosciuta come modello di riferimento in Europa.

“Il modello italiano nel fresco rappresenta un unicum per qualità e gestione della filiera, con standard che stanno diventando benchmark per l’intera DMO europea” – continua Bozzi. – “Questa eccellenza trova riscontro concreto nell’edizione 2026 dell’area MARCA Fresh, che registra numeri record: oltre 80 aziende su 5.000 mq totali, ovvero il doppio della superficie occupata nel 2025″.

Pure i reparti Carni (+1,2 punti quota) e Cura Casa (+0,8 punti) mostrano dinamiche positive, evidenziando come l’ottima performance della MDD attraversi l’intero ecosistema della DMO, dal food al non-food.

Un settore in espansione

La MDD conferma la sua espansione anche nell’offerta, con la quota assortimentale che raggiunge il 17,2%. Questo dato riflette la crescente fiducia delle Insegne in un settore che ha dimostrato resilienza e capacità di innovazione.

MARCA by BolognaFiere & ADM: l’ecosistema della MDD italiana a cui guardano gli operatori internazionali

A un settore così strategico e dinamico è dedicata una manifestazione altrettanto unica: MARCA by BolognaFiere & ADM, l’unica fiera al mondo che vede la presenza di 28 Insegne leader (+13% rispetto all’edizione 2025), ognuna delle quali presenta direttamente le proprie strategie e novità in spazi espositivi dedicati. Un format irripetibile, che ha fatto di Bologna il punto di riferimento globale per chi opera nella Marca del Distributore.

MARCA è la sola manifestazione a presidiare l’intera supply chain della MDD: dalle eccellenze del food al fresco, al centro di MARCA Fresh; dai servizi di filiera e packaging di MARCA Tech al prodotto non-food per la cura della casa e della persona; dalle innovazioni di prodotto all’eccellenza industriale dei fornitori premiati con i MARCA Awards, rispettivamente attraverso il Best Innovation Product e il Best Copacker Profile.

Un ecosistema completo, che accompagna e anticipa i trend che stanno ridefinendo la DMO moderna.

Ma non solo. Questo ecosistema rappresenta un network che si completa con gli appuntamenti internazionali di MARCA China e MARCA Poland. E la sua chiara visione internazionale si concretizza nell’appuntamento con i buyer internazionali attesi a Bologna, a partire dalla preview di MARCA del 13 gennaio.

Con numeri che parlano di un futuro sempre più orientato alla qualità, all’innovazione e alla visione internazionale, MARCA by BolognaFiere & ADM dà appuntamento alla community della Marca del Distributore il 14 e 15 gennaio 2026 a Bologna, con un’offerta di valore che avrà un impatto su milioni di consumatori.

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Ristorazione e filiera ittica: sostenibilità e identità gastronomica per un futuro condiviso

Ristorazione e filiera ittica: sostenibilità e identità gastronomica per un futuro condiviso

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Negli Stati Generali della Ristorazione Italiana, svoltisi il 27 ottobre 2025 a Padova, si è discusso di sostenibilità, innovazione e identità gastronomica come cardini del futuro del settore. Temi che risuonano in tutte le filiere del Made in Italy, dal campo al mare, chiamate a garantire approvvigionamenti responsabili e a tutelare la qualità delle materie prime. La filiera ittica e la ristorazione italiana condividono oggi un orizzonte comune: costruire un modello produttivo e culturale capace di valorizzare le eccellenze e ridurre l’impatto ambientale.

L’iniziativa, promossa da FIPE-Confcommercio e APPE Padova, ha riunito istituzioni, imprese e protagonisti del mondo gastronomico per una riflessione sulle nuove sfide del settore. Dal turismo enogastronomico all’innovazione digitale, fino alla formazione e al ricambio generazionale, il confronto ha delineato una visione ampia, in cui il cibo torna a essere motore di sviluppo e coesione sociale.

Sostenibilità e responsabilità come linguaggio comune

La sostenibilità è emersa come valore condiviso e misurabile, destinato a guidare ogni anello della filiera alimentare. La gestione oculata delle risorse, la riduzione degli sprechi e la tracciabilità delle origini sono ormai prerequisiti per chi vuole restare competitivo. Il mare, con la sua ricchezza di biodiversità e di prodotti ad alto valore nutrizionale, rientra a pieno titolo in questa prospettiva di responsabilità diffusa.

L’attenzione alla qualità e all’etica degli approvvigionamenti accomuna produttori, trasformatori e ristoratori. È una consapevolezza che rafforza il legame tra le imprese del food service e i comparti agricoli e ittici, orientando il mercato verso scelte più coerenti con gli obiettivi della transizione ecologica.

I premi “Land of Venice – Food Excellence”: eccellenze locali in un contesto nazionale

A conclusione della giornata, la premiazione “Land of Venice – Food Excellence”, patrocinata dalla Regione del Veneto, ha celebrato trentotto ristoranti della regione selezionati tra le principali guide gastronomiche. Tra questi, Le Calandre di Rubano, Storie d’Amore di Borgoricco e Lazzaro 1918 di Pontelongo hanno rappresentato la provincia di Padova, mentre due locali — Trattoria Milan di Albignasego e Ostaria Dai Garbo di Santa Caterina d’Este — sono stati premiati per le buone pratiche di sostenibilità.

Una scelta che, pur nel contesto di un evento dal respiro nazionale, ha mantenuto una forte impronta regionale. Il Veneto, in questo senso, è stato proposto come laboratorio di eccellenza gastronomica e modello di integrazione tra qualità, innovazione e territorio.

Un futuro da costruire insieme

Gli Stati Generali della Ristorazione Italiana hanno offerto un momento di visione collettiva su come innovazione, formazione e sostenibilità possano diventare leve di crescita per l’intero sistema agroalimentare. Sostenibilità, approvvigionamenti e identità gastronomica sono i principi che uniscono il futuro della ristorazione e quello delle filiere produttive, mare compreso.

Un percorso che valorizza il Made in Italy e promuove un nuovo equilibrio tra ambiente, impresa e cultura del cibo: un equilibrio in cui il gusto, la qualità e la responsabilità trovano finalmente la stessa direzione.

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Natale Amoroso: senza giovani, la pesca non potrà restare competitiva

Natale Amoroso: senza giovani, la pesca non potrà restare competitiva

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La crisi del ricambio generazionale nella pesca italiana rappresenta oggi uno dei principali fattori di vulnerabilità del comparto.
A evidenziarlo, durante la XXXIV Rassegna del Mare di Trapani, è stato Natale Amoroso, presidente di AIC Pesca, che ha posto l’attenzione sulle rigidità burocratiche e sulle lacune normative che rallentano l’ingresso dei giovani nel settore.

Secondo Amoroso, il percorso per diventare marinaio professionale è oggi troppo lungo e disincentivante: tra tempi, requisiti di navigazione e vincoli amministrativi, un giovane raggiunge l’abilitazione se va bene intorno ai venticinque anni.
Un tempo bastavano due anni di navigazione continua, del resto come adesso, la legge non è cambiata, sono cambiate le abitudini.

In Inverno i natanti si mettono in disarmo, cosa che una volta non succedeva spesso ed i giovani pescatori non maturano la navigazione necessaria per passare di grado.

Oggi la burocrazia scoraggia chi vorrebbe intraprendere un mestiere che richiede invece tempestività, pratica e continuità.

Norme obsolete e formazione inadeguata

Il presidente di AIC Pesca ha sottolineato come il sistema di abilitazioni e tabelle di armamento risponda ancora a logiche del passato, non più coerenti con l’attuale organizzazione del lavoro in mare.
La mancanza di un coordinamento interministeriale tra istruzione, lavoro e pesca, unita alla discontinuità occupazionale, rende difficile programmare una reale transizione generazionale.
Molti giovani, pur formati, non riescono a completare i requisiti di navigazione necessari per accedere stabilmente all’attività, mentre le imprese segnalano carenza di equipaggi qualificati in quasi tutte le marinerie italiane.

Una questione nazionale di produttività

Per Amoroso, la questione non riguarda solo l’occupazione giovanile, ma la tenuta complessiva della filiera.
Senza nuovi ingressi, la capacità produttiva delle imprese di pesca rischia di ridursi ulteriormente nei prossimi anni, con impatti diretti sulla competitività e sulla gestione delle quote.
L’assenza di manodopera stabile incide anche sui costi di esercizio, sui turni di navigazione e sulla sicurezza a bordo.
Amoroso ha invitato le istituzioni a intervenire con strumenti di semplificazione amministrativa, percorsi formativi più brevi e incentivi mirati per favorire l’ingresso stabile dei giovani nel settore.

Un’urgenza per la blue economy italiana

La pesca italiana rappresenta un nodo strategico della blue economy, ma per restare sostenibile deve garantire continuità generazionale e innovazione.

“Non è il mestiere ad aver perso attrattiva – ha osservato Amoroso – ma il sistema che lo circonda.
La sfida è ridurre le barriere all’ingresso e restituire al lavoro in mare la dignità professionale che merita, integrando la pesca nelle politiche attive per l’occupazione giovanile e nei programmi di sviluppo costiero.”

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