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Energia offshore e turismo crocieristico: nuove prospettive per il Sud e il Mediterraneo

Energia offshore e turismo crocieristico: nuove prospettive per il Sud e il Mediterraneo

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Terza giornata di lavori per la XXXIV Rassegna del Mare, promossa da Mareamico con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Ministero del Turismo. Al Chiostro di San Domenico, esperti, accademici e rappresentanti istituzionali si sono confrontati su due temi strategici per il futuro del Mezzogiorno e del Mediterraneo: l’energia pulita da fonti rinnovabili offshore e il turismo crocieristico.

La mattinata si è aperta con la tavola rotonda “Energia pulita da fonti rinnovabili offshore: un’incredibile occasione per la generazione di nuovi posti di lavoro al Sud”, moderata da Domenico Coiro (Università di Napoli Federico II).
Tra i relatori, Roberto Bardari e Aurelio Caligiore (Commissione VIA del MASE), Leonardo Damiani (Politecnico di Bari), Antonio Mazzola (Università di Palermo), Marco Marcelli (Università della Tuscia), Fabio Filianoti (Università Mediterranea di Reggio Calabria), Alessandro Corsini (Università La Sapienza – OWEMES), Alberto Basset (Università del Salento) e rappresentanti di TERNA, Edison e altre società del settore.

Dal dibattito è emersa la necessità di creare “corridoi energetici” che colleghino il Paese, rendendo efficaci gli investimenti previsti per lo sviluppo dell’eolico offshore. In Sicilia, si stima la creazione di oltre 6.600 posti di lavoro a tempo pieno durante la fase di costruzione dei parchi eolici, e circa 680 per la loro gestione nei 25 anni successivi.

Sono stati evidenziati ostacoli normativi e infrastrutturali, la mancanza di una normativa specifica, la necessità di porti attrezzati e di una governance centralizzata per la pianificazione degli spazi marini.
Particolare attenzione è stata dedicata agli impatti ambientali e alla necessità di monitorare gli ecosistemi marini attraverso tecnologie avanzate come la telemetria acustica.

L’eolico offshore è stato indicato come una risorsa strategica per la transizione ecologica, capace di generare energia pulita e di costruire una filiera industriale italiana, con ricadute occupazionali e territoriali significative.

Nel pomeriggio, la tavola rotonda “Turismo crocieristico, portualità e Blue Economy” ha approfondito le potenzialità del turismo marittimo come motore di sviluppo sostenibile.

Moderata da Leonardo Damiani e Jean Louis Moretti (Responsabile Turismo Corsica), ha visto la partecipazione di Natale Amoroso (Ittiturismo La Tramontana), Salvatore Braschi (Confcooperative Trapani), Fabio Croccolo (Ministero dei Trasporti), Giovanni Cucchiara (Regione Siciliana), Stefania Frandi (AIDIM), Piergiorgio Manciola (Università di Perugia), Giulia Motta Zanin e Alessandra Saponieri (Università del Salento), Cristina Pozzi (Università di Parma) e Stefano Soriani (Università Ca’ Foscari).
Il turismo crocieristico è stato analizzato come leva economica e culturale, con focus sulle esperienze di pescaturismo nelle Isole Egadi, sulla trasformazione urbana di Trapani e sulle sfide legate alla portualità.

Sono stati presentati dati significativi: nel 2017 il Mediterraneo ha accolto il 30% del turismo mondiale, con 24 milioni di crocieristi e 36 porti principali.

Il caso di Venezia ha offerto spunti di riflessione sulle implicazioni ambientali e sociali del traffico crocieristico, mentre Chioggia si è affermata come esempio virtuoso nel segmento delle crociere di lusso.
I relatori hanno sottolineato l’importanza di una pianificazione strategica che integri turismo, logistica e sostenibilità, promuovendo una filiera produttiva legata al mare capace di generare occupazione qualificata.

La giornata si è conclusa con lo show cooking “A scuola di cucina”, dedicato alla valorizzazione gastronomica delle specie ittiche dimenticate, in collaborazione con la Regione Siciliana – Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea.
La XXXIV Rassegna del Mare si conferma come spazio di confronto e progettualità, dove scienza, imprese e istituzioni dialogano per costruire un futuro sostenibile per il Mediterraneo.

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A Trapani due tavole rotonde su governance del mare e crisi della pesca

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Si è svolta ieri, nel Chiostro di San Domenico, la seconda giornata della XXXIV Rassegna del Mare, promossa da Mareamico con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Ministero del Turismo.

La mattinata si è aperta con gli interventi del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, del presidente di Mareamico Roberto Tortoli, del presidente dell’ISPRA Stefano Laporta, del presidente del Comitato Scientifico di Mareamico Leonardo Damiani e della presidente di Generazione Mare Daniela Addis.
Un’apertura istituzionale e di visione, che ha posto l’accento sulla necessità di un equilibrio tra innovazione, sviluppo sostenibile e tutela delle identità costiere, in una fase cruciale per il futuro del Mediterraneo.

La prima tavola rotonda, dedicata al tema “Patto Europeo per gli Oceani”, ha visto confrontarsi Ludovica D’Apote, Eugenio Falcone, Maria Lorella Grippa, Daniela Mainenti, Daniele Paesani e Jean Louis Morelli.
Dal dibattito sono emerse riflessioni sul ruolo del Mediterraneo nelle strategie europee, sulla governance ambientale e sulle nuove sfide geopolitiche e tecnologiche legate al mare.
Dalla proposta di riconoscere al Mediterraneo una personalità giuridica al richiamo sull’importanza della restaurazione ecologica e delle praterie di Posidonia oceanica, fino al concetto di turismo rigenerativo, gli interventi hanno delineato un Mediterraneo da tutelare e da ripensare come spazio condiviso di cooperazione e responsabilità.

La seconda tavola rotonda, intitolata “Cause del declino e riflessioni sul futuro della pesca in Italia e in Sicilia”, ha riunito Giovanni Basciano, Natale Amoroso, Franco Andaloro, Lucrezia Cilenti, Antonio Di Natale e Ignazio Monterosso.
La discussione ha messo in luce le difficoltà strutturali della pesca mediterranea: ricambio generazionale, sostenibilità economica, carenza di dati, effetti del cambiamento climatico e impatto delle specie aliene.
La giornata si è chiusa con un messaggio condiviso: il futuro del mare passa dalla convergenza tra scienza, imprese e governance pubblica, in una prospettiva di sviluppo sostenibile che tenga insieme tutela ambientale, economia e cultura.

Oggi, sabato 25 ottobre, la Rassegna proseguirà sempre al Chiostro di San Domenico con due nuove sessioni dedicate all’energia pulita da fonti rinnovabili offshore e al turismo crocieristico e portualità, temi chiave per la blue economy e la transizione ecologica nel Mezzogiorno.
Qui il programma completo della XXXIV Rassegna del Mare.

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Turning Fish Waste into Feed: The Cuban Aquaculture Revolution

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Enhancing the value of fish processing waste by transforming it into valuable resources for feed production—thus improving the efficiency of the Cuban aquaculture chain—is the milestone achieved in the city of Sancti Spíritus by the Department of Agricultural, Food, Environmental and Forestry Sciences and Technologies (DAGRI) of the University of Florence. The project was developed in collaboration with Cuba’s Ministry of Food Industry (MINAL), the Grupo Empresarial de la Industria Agroalimentaria (GEIA), and the fishery company PESCASPIR. It marks the culmination of extensive research and field experimentation aimed at securing sustainable protein sources for animal nutrition in a context challenged by embargo restrictions and limited raw materials.

Funded by the Italian Cooperation (Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation – MAECI, and the Italian Agency for Development Cooperation – AICS), the IPEPAC Project (Enhancement of Productivity and Efficiency of Agro-Industrial Processing in Cuba, also through Environmental Protection and Loss Reduction) led to the creation of a processing line capable of handling up to 10 tons of fish residues per day—heads, skins, bones, tails, and viscera. These materials are transformed into silage through an acidification process and blended with flours to produce animal feed, increasing yields sustainably and locally.

This innovative circular economy model is now ready to be replicated across the island to meet protein needs and improve lipid intake—both essential for fish health and, consequently, for the Cuban population’s nutrition.

To share the results of the project, launched in 2019 with GEIA, a public event will be held on October 28 at the Hotel Plaza in Sancti Spíritus, offering an opportunity to showcase this initiative as a pilot model for freshwater and marine fisheries, adaptable to other regions.

Armando Guerra Borrás, Cuban project director from GEIA, emphasized:

“The strength of the project lies in creating a local resource network that allows Cuban aquaculture to become self-sufficient. Transforming food industry by-products into feed reduces environmental impact and ensures independence from imported raw materials.”

Giuliana Parisi, DAGRI professor and project coordinator, added:

“Our goal was to increase fish availability in Cuba, a country with significant potential in this area. In the future, even saltwater aquaculture could expand. This project can be replicated in other regions to boost access to healthy and sustainable food. A special thanks to AICS, not only for financial support but for acting as a vital bridge with our Cuban partners.”

Researcher Francesco Garbati concluded:

“We’ve all learned something valuable from this project. We developed something original that can serve as a benchmark for similar initiatives worldwide, starting from Cuba itself. Despite technical and logistical challenges, Cuban engineers demonstrated outstanding skill and adaptability, mastering the techniques and technology we introduced.”

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IFFO Tokyo 2025: sostenibilità e realismo per gli ingredienti marini

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Alla conferenza annuale dell’IFFO, conclusasi il 22 ottobre a Tokyo, il settore degli ingredienti marini ha riaffermato il proprio ruolo chiave nella sostenibilità dell’acquacoltura globale. La sostenibilità del settore è stata filo conduttore di tre giorni di dibattiti, dati e visioni condivise. Leader industriali e scienziati hanno analizzato l’evoluzione di un comparto che oggi si muove tra tensioni geopolitiche, incertezza climatica e nuove dinamiche commerciali.

L’approccio comune emerso è chiaro: le decisioni strategiche devono fondarsi su prove concrete e misurabili, superando le semplificazioni che per anni hanno diviso gli ingredienti in categorie “buone” o “cattive”.

Dalla retorica all’approvvigionamento responsabile

A Tokyo è emersa una consapevolezza matura: non basta più parlare genericamente di origine marina o vegetale. Il nuovo criterio guida è l’approvvigionamento responsabile. La sostenibilità, in questa visione, non è un’etichetta ma un processo continuo, verificabile e documentato lungo l’intera catena del valore.

Questo cambio di paradigma segna un punto di svolta per l’intero ecosistema produttivo. Il valore degli ingredienti non si misura più soltanto per la loro provenienza, ma per l’impatto reale che generano su ambiente, risorse e redditività. In questo contesto, la collaborazione tra industria e ricerca scientifica assume un ruolo decisivo per garantire trasparenza e credibilità.

La valutazione del ciclo di vita come standard operativo

Secondo l’IFFO, la valutazione del ciclo di vita (LCA) rappresenta oggi la metodologia di riferimento per analizzare gli impatti ambientali del settore. Questo approccio olistico consente di misurare le emissioni, il consumo energetico e l’uso delle risorse in ogni fase del processo produttivo, dall’origine delle materie prime alla trasformazione industriale.

Il LCA diventa quindi uno strumento di gestione e non solo di rendicontazione. Permette alle aziende di individuare margini di miglioramento, ridurre gli sprechi e rafforzare la propria posizione nei mercati globali. Per il settore degli ingredienti marini, ciò significa integrare la sostenibilità non come obbligo, ma come vantaggio competitivo.

Tokyo 2025 segna una svolta culturale

Il principale risultato della conferenza di Tokyo è culturale prima ancora che tecnico. Il settore sembra aver raggiunto una nuova maturità: meno narrativa, più sostanza. La sostenibilità del settore degli ingredienti marini viene interpretata come un equilibrio dinamico tra efficienza produttiva, etica ambientale e responsabilità economica.

Questo orientamento potrebbe orientare anche le politiche pubbliche, favorendo un dialogo più coerente tra istituzioni, scienza e industria. Nel frattempo, l’IFFO ha annunciato che la prossima conferenza annuale si terrà a Buenos Aires nel 2026, un nuovo appuntamento per misurare i progressi di un comparto sempre più strategico per l’alimentazione mondiale.

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L’Europa in viaggio verso il Golfo di Biscaglia per ascoltare i pescatori

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La pesca nel Golfo di Biscaglia sarà al centro di una missione conoscitiva del Parlamento europeo. Dal 27 al 30 ottobre, una delegazione di sei membri della Commissione pesca visiterà la regione per approfondire le difficoltà che il settore sta affrontando tra Francia e Spagna. L’obiettivo è valutare gli effetti concreti della Politica Comune della Pesca (PCP) sulla sostenibilità delle risorse e sulla tenuta economica delle imprese.

Il Golfo di Biscaglia, area ricca di biodiversità e di intensa attività peschereccia, rappresenta un laboratorio ideale per comprendere come la cooperazione transfrontaliera e le misure di gestione possano convivere con le esigenze delle comunità locali.

Tra sostenibilità e sopravvivenza economica

Nel corso della missione, i deputati visiteranno la sala d’asta del pesce di Ciboure, punto d’incontro quotidiano tra pescatori e acquirenti professionisti. È prevista anche una tappa al porto della città, dove la delegazione incontrerà i rappresentanti delle cooperative di pescatori e dell’associazione nazionale di soccorso in mare.

Sul tavolo ci sarà anche la discussione sulle recenti misure di gestione, come la chiusura temporanea di un mese nelle acque francesi del Golfo di Biscaglia, che nel 2024 e nel 2025 interesserà circa 300 imbarcazioni, soprattutto francesi e spagnole. La missione permetterà di ascoltare le voci di chi vive direttamente l’impatto di tali provvedimenti, spesso necessari per la conservazione degli stock ittici ma difficili da sostenere per molte imprese artigianali.

Il ruolo dell’acquacoltura e dell’industria conserviera

Il secondo giorno sarà dedicato al comparto dell’acquacoltura, con la visita a un laboratorio di allevamento e lavorazione della trota iridea. L’obiettivo è analizzare come le norme della PCP influenzino la crescita del settore e la sua integrazione nelle strategie europee per la transizione blu.

I membri della Commissione incontreranno anche i rappresentanti delle imprese di trasformazione e visiteranno un’industria conserviera locale, per comprendere le sfide e le opportunità legate all’innovazione e all’accesso ai fondi europei del FEAMP.

Una politica più vicina ai territori

Il viaggio nel Golfo di Biscaglia offrirà alla delegazione l’occasione di raccogliere testimonianze dirette e valutare come rendere la politica comune della pesca più aderente alle esigenze dei territori. Comprendere la realtà quotidiana dei pescatori e delle imprese significa, per l’Europa, rafforzare il legame tra sostenibilità ambientale e futuro socioeconomico delle comunità costiere.

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