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I Diritti Umani al centro del Farm Standard di ASC

I Diritti Umani al centro del Farm Standard di ASC

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I Diritti Umani al centro del Farm Standard di ASC – Il 7 maggio 2025, Aquaculture Stewardship Council lancerà il nuovo Farm Standard al Seafood Expo Global di Barcellona.

Il Farm Standard di ASC comprende quattro principi: legale, ambientale, sociale e di benessere animale. Lo sviluppo del terzo Principio, che riguarda la responsabilità sociale, è stato guidato dal Team per i Diritti Umani di ASC.

Perché è importante per ASC affrontare il tema dei diritti umani in acquacoltura?

Oltre 60 milioni di persone sono coinvolte nelle filiere dei prodotti ittici d’allevamento. Il settore contribuisce in modo determinante al sostentamento delle persone e delle comunità in tutto il mondo. Come ogni industria, l’allevamento di prodotti ittici può avere un impatto negativo sul benessere delle persone se non vengono messe in atto pratiche corrette e non viene data loro priorità.

La nostra missione è promuovere il rispetto dei diritti umani di coloro che lavorano nell’acquacoltura e vivono nelle comunità circostanti, agendo da catalizzatore per un più ampio cambiamento a livello di settore.

Il terzo Principio del Farm Standard affronta un’ampia gamma di criteri sociali volti a rispettare i diritti umani di coloro che lavorano nell’industria e di coloro che vivono nelle comunità che possono subire l’impatto delle operazioni di allevamento ittico. Il Farm Standard di ASC sottolinea l’importanza di aderire a 13 criteri chiave che incoraggiano gli allevatori a valutare le loro pratiche interne e il loro impatto sulle comunità circostanti. Lo Standard richiede agli allevatori di esaminare le pratiche di assunzione, le condizioni di impiego e le condizioni di lavoro; consente agli allevatori non solo di migliorare le proprie pratiche, ma anche di avere un impatto positivo sulle comunità di cui fanno parte.

Qual è il vantaggio di seguire i requisiti sociali del nuovo ASC Farm Standard?

Sebbene gli standard e le certificazioni possano talvolta essere percepiti come costosi, è stato dimostrato che migliorano la produttività, la soddisfazione dei dipendenti e la stabilità economica. Salari minimi, condizioni di lavoro buone e sicure, protezione sociale e accesso alla libertà di associazione e contrattazione collettiva possono aumentare la soddisfazione dei dipendenti e, di conseguenza, migliorare le prestazioni. L’allineamento al nuovo ASC Farm Standard può portare a benefici quali la riduzione del turnover del personale, un luogo di lavoro più sicuro e un miglioramento dei rapporti tra management e dipendenti.
Inoltre, gli investitori valutano sempre di più la qualità della forza lavoro e la stabilità politica e sociale rispetto al basso costo del lavoro, il che significa che l’adesione a questi standard può anche rendere un’azienda più attraente per gli investimenti.

Un impegno collettivo

ASC sta lavorando su altri progetti chiave, oltre a rivedere e aggiornare regolarmente i requisiti del nostro standard. Ad esempio, il progetto “Worker Voice” intende includere requisiti per assicurare che i dipendenti siano consapevoli dei loro diritti e in grado di difenderli laddove necessario; assicurare la libertà di aderire a sindacati o associazioni informali per contrattare collettivamente le condizioni di lavoro; meccanismi attraverso i quali i dipendenti possono far sentire la propria voce in caso di lamentele o quando è necessario un cambiamento.

Invitiamo tutte le parti interessate a impegnarsi con noi in questa missione vitale. Insieme, possiamo creare un’industria dell’acquacoltura più equa e responsabile, che rispetti la dignità di tutti gli individui coinvolti. Il Farm Standard di ASC non è solo un insieme di linee guida, ma un impegno per un futuro in cui i diritti umani siano in primo piano nelle pratiche di acquacoltura.

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Rivoluzione contro la pesca illegale. Un test genetico svela tutto in poche ore

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Rivoluzione contro la pesca illegale. Un test genetico svela tutto in poche ore – Il futuro del controllo sulla pesca illegale passa dalla genetica. Negli Stati Uniti, i funzionari della pesca stanno per dotarsi di una tecnologia rivoluzionaria: un dispositivo PCR rapido, capace di identificare oltre 100 specie di pesce in poche ore direttamente nei porti. Questo significa non solo una stretta senza precedenti sulla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, ma anche una concreta possibilità di ridurre le frodi alimentari che ancora oggi minano la trasparenza e la tracciabilità della filiera ittica globale.

Dietro questa innovazione ci sono l’Office of Fisheries Law Enforcement della NOAA e la Florida International University, che hanno sviluppato e testato il dispositivo in condizioni reali. Lo scorso novembre, durante un test presso il porto di Newark, lo strumento ha già dato prova del suo potenziale, portando all’individuazione di oltre 27 tonnellate di pesce pescato illegalmente o etichettato in modo scorretto. Un risultato che parla da sé e che anticipa un cambio di passo nella gestione delle importazioni ittiche negli Stati Uniti.

Oggi, senza questo strumento, identificare correttamente le specie richiede ispezioni visive approssimative e, nei casi dubbi, l’invio di campioni a laboratori specializzati. Un processo lungo, che rallenta la movimentazione delle merci e lascia spazio agli errori. Con il nuovo dispositivo PCR, invece, basteranno pochi campioni inseriti nel sistema per ottenere risultati affidabili in tempo reale. Il segreto è nei marcatori genetici: ogni specie reagisce chimicamente in modo unico, permettendo così agli ispettori di smascherare frodi o violazioni direttamente sul campo.

Il dispositivo promette anche di rafforzare il SIMP, il Programma di monitoraggio delle importazioni di pesce e frutti di mare, già attivo negli Stati Uniti per assicurare la legalità delle importazioni di specie ad alto rischio come il tonno. Parliamo di numeri enormi: solo nel 2023, attraverso il SIMP, sono transitate negli Stati Uniti oltre 773.000 tonnellate di prodotti ittici per un valore di 6,43 miliardi di dollari, con il tonno che da solo rappresenta circa la metà del totale. Migliorare i controlli significa non solo garantire la legalità del prodotto, ma anche tutelare un mercato di valore strategico.

L’obiettivo finale è rendere questi test genetici sempre più accessibili, affinché diventino parte integrante delle procedure di routine nei porti e nei punti di ispezione. Con questa evoluzione tecnologica, gli Stati Uniti puntano a diventare leader nella tracciabilità ittica, lanciando un messaggio forte anche ai mercati internazionali: chi punta sulla trasparenza avrà sempre un vantaggio competitivo.

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La Norvegia cresce negli Stati Uniti, ma pesa l’incognita dei dazi

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La Norvegia cresce negli Stati Uniti, ma pesa l’incognita dei dazi – Il primo trimestre del 2025 si chiude con numeri positivi per l’industria ittica norvegese, che trova negli Stati Uniti il principale mercato di riferimento. Nei primi tre mesi dell’anno, la Norvegia ha esportato prodotti ittici verso gli USA per un valore complessivo di 4,9 miliardi di corone norvegesi, registrando un incremento del 56% rispetto allo stesso periodo del 2024. Anche i volumi sono cresciuti in modo significativo, raggiungendo le 35.591 tonnellate, con un aumento del 34%.

Questi dati consolidano la posizione degli Stati Uniti come primo mercato singolo per il seafood norvegese, superando Polonia e Danimarca, che negli anni precedenti avevano occupato posizioni di rilievo. In totale, le esportazioni ittiche della Norvegia nel primo trimestre dell’anno hanno toccato i 44 miliardi di corone norvegesi, segnando un incremento del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il salmone si conferma la specie più importante per l’export norvegese, con un valore di 29,5 miliardi di corone norvegesi e una crescita del 6%. La combinazione di maggiore disponibilità di pesce di alta qualità e di un cambio favorevole ha sostenuto la domanda nei principali mercati internazionali. Anche prodotti come merluzzo, sgombro e granchio delle nevi hanno beneficiato di prezzi elevati, contribuendo al risultato positivo del trimestre.

Nonostante la solidità di questi numeri, le nuove barriere tariffarie di Trump introducono un elemento di incertezza per il commercio globale dei prodotti ittici. La Norvegia, storicamente abituata a gestire le fluttuazioni del mercato e i cambiamenti normativi, si prepara ad affrontare questa nuova fase di instabilità. Le autorità norvegesi hanno già avviato un dialogo con il settore per monitorare l’impatto delle nuove misure e cercare di salvaguardare gli interessi dell’industria.

Secondo le analisi del Norwegian Seafood Council, l’effetto delle nuove tariffe potrebbe farsi sentire in alcune aree specifiche dell’industria ittica norvegese, influenzando i flussi commerciali e costringendo le imprese a valutare possibili strategie di adattamento. Tuttavia, per il momento, il comparto mantiene una posizione stabile, confermando la propria capacità di adattamento in uno scenario globale che rimane in continua evoluzione.

Il quadro complessivo del primo trimestre resta positivo e conferma l’importanza strategica del mercato statunitense per il seafood norvegese. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere l’effettivo impatto delle nuove politiche commerciali e definire eventuali contromisure da parte degli operatori del settore.

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Gamberi, il 2024 ha rotto gli equilibri: il mercato globale cerca riscatto

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Gamberi, il 2024 ha rotto gli equilibri: il mercato globale cerca riscatto – Il 2024 ha segnato una svolta decisiva per il mercato globale dei gamberi. Quello che era stato previsto come un anno di assestamento si è trasformato in un terreno accidentato, con dinamiche complesse che hanno messo alla prova produttori e trader in ogni angolo del mondo. Oggi, nel 2025, l’intera filiera guarda avanti con l’obiettivo di uscire da una fase di squilibrio tra domanda e offerta che ha lasciato il segno.

L’ultimo report FAO ha fotografato perfettamente la situazione: le importazioni dalla Cina, per anni locomotiva del commercio mondiale, sono cali del 6,54% rispetto al 2023. Se durante il Capodanno lunare si era registrato un temporaneo picco grazie alla spinta della ristorazione, nei mesi successivi la crisi economica interna ha frenato la spesa dei consumatori, soprattutto sui prodotti ittici di alta qualità. Neppure gli Stati Uniti sono riusciti a invertire la rotta: nel 2024 le importazioni di gamberi si sono ridotte del 3,17%, appesantite da consumi deboli, scorte ancora abbondanti e dazi crescenti che hanno colpito duramente le esportazioni cinesi.

L’Ecuador, primo esportatore mondiale, ha chiuso il 2024 sotto le aspettative. Le difficoltà non sono mancate: forniture elettriche instabili, prezzi bassi e un calo della domanda dai due giganti asiatico e americano hanno rallentato la crescita. Le ambizioni di superare la soglia di 1,5 milioni di tonnellate di esportazioni si sono scontrate con una realtà molto più complessa, spingendo il paese a ripensare le proprie strategie per il nuovo anno.

Ma non tutto è stato stagnazione. Il 2024 ha visto emergere nuove rotte e modelli produttivi. Nell’Asia meridionale e nel Sud-est asiatico, ha preso slancio la transizione verso l’allevamento del gambero tigre nero. Paesi come India, Vietnam, Malesia e Cina hanno puntato con decisione su questa specie per cercare margini di profitto più interessanti rispetto al gambero bianco, penalizzato da prezzi troppo bassi. Solo il Vietnam, ad esempio, ha chiuso l’anno con un aumento della produzione del 3% per il gambero nero tigre e del 6% per il gambero bianco, superando complessivamente le 1,1 milioni di tonnellate.

Anche il Brasile ha sorpreso, consolidandosi come outsider di tutto rispetto. Pur essendo ancora lontano dai volumi dei colossi asiatici o sudamericani, il paese ha mantenuto una produzione stabile tra le 210.000 e le 220.000 tonnellate e ha registrato una crescita del 10% nel corso del 2024. Un segnale che fa intravedere ambizioni da protagonista nel medio termine, spinto da un mercato interno solido e dall’espansione verso nuove rotte di export.

In Europa, invece, la stabilità è stata la parola chiave del 2024. L’Unione Europea ha visto crescere le proprie importazioni del 2,6%, con Spagna e Germania in prima fila a trainare il mercato. In Italia, purtroppo, le importazioni hanno subito una contrazione, ma il blocco europeo nel suo complesso si conferma ancora oggi come un mercato strategico e relativamente equilibrato.

Il Giappone, infine, ha chiuso l’anno passato in controtendenza rispetto ad altri mercati. Le sue importazioni di gamberi sono cresciute dell’8,33%, con una domanda forte di prodotti trasformati di alta gamma, provenienti soprattutto da Cina, Thailandia, Indonesia e Vietnam. L’effetto Capodanno lunare ha spinto ulteriormente le vendite, consolidando il ruolo del Giappone come uno dei mercati premium a livello globale.

Guardando al 2025, le prospettive restano sfidanti ma non prive di opportunità. La stagione asiatica dei gamberi è ripartita dopo febbraio, con forniture  limitate da festività religiose come il Ramadan, mentre le tariffe statunitensi potrebbero continuare a spostare l’asse del commercio verso Europa e Giappone. Il Brasile sembra pronto a capitalizzare sulla sua crescita interna e sull’apertura di nuovi canali internazionali, mentre l’industria globale dei gamberi dovrà adattarsi rapidamente ai cambiamenti nei gusti dei consumatori e alle nuove pressioni geopolitiche.

Il 2024 è stato un anno di scosse, ma anche di segnali di evoluzione. Il settore è chiamato a raccogliere le lezioni di questi mesi per rilanciarsi nel 2025 con un approccio più flessibile e reattivo. Solo chi saprà cogliere questi segnali e adattarsi in tempo resterà competitivo in un mercato che, sebbene più complesso, è tutt’altro che privo di opportunità.

Gamberi, il 2024 ha rotto gli equilibri: il mercato globale cerca riscatto

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Pesce essiccato: da prodotto dimenticato a star della cucina moderna

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Pesce essiccato: da prodotto dimenticato a star della cucina moderna – Il futuro della cucina mondiale ha un sapore sorprendentemente antico: è il pesce essiccato, oggi protagonista di una rinascita entusiasmante. Se un tempo veniva relegato a ruolo di semplice ingrediente di scorta o snack da accompagnare a una birra ghiacciata, oggi si sta riscoprendo come autentico interprete della cucina moderna, grazie alla creatività dei produttori giapponesi e non solo.

Nel cuore del Giappone, patria delle sperimentazioni gastronomiche più ardite, il pesce essiccato è riuscito a scrollarsi di dosso l’etichetta di cibo dimenticato per diventare ingrediente versatile e apprezzato. Chef e ristoratori, sempre più attenti a proporre piatti veloci ma ricchi di sapore, stanno trasformando sgombri e bonito essiccati in veri e propri protagonisti del menù. A Kanagawa, ad esempio, hamburger gourmet realizzati con pesce essiccato stanno catturando l’interesse di un pubblico sempre più curioso, dimostrando che tradizione e innovazione possono convivere in perfetto equilibrio.

Il merito di questo successo va anche ai vantaggi pratici del pesce essiccato, come evidenzia Ikki Nagasaki, esperto di cultura del consumo ittico. A differenza del pesce fresco, quello essiccato si conserva più a lungo, si cucina rapidamente e riduce al minimo gli scarti, rendendolo ideale per chi ha poco tempo da dedicare ai fornelli ma non vuole rinunciare a gusto e qualità.

La tendenza ha preso piede non solo nei ristoranti di alta gamma, ma anche tra gli appassionati di cucina domestica. I negozi specializzati utilizzano i social media in modo strategico per avvicinare nuovi consumatori, proponendo ricette innovative che fondono sapientemente tradizioni giapponesi e occidentali. Sorprende scoprire, ad esempio, come un piatto italiano come l’acqua pazza trovi nuova vita grazie all’uso del pesce essiccato, conferendo alla ricetta una profondità aromatica inaspettata.

Anche in Russia, paese dove il pesce essiccato è storicamente considerato un accompagnamento rustico alla birra, si stanno aprendo nuovi scenari. Prodotti come la ricciola di merluzzo giallo o il baccalà salato ed essiccato stanno conquistando il palato dei consumatori più esigenti. Il gruppo Norebo, attivo dal 2020 in questo segmento, sta contribuendo a ridefinire la percezione di un ingrediente che, grazie alla sua versatilità, promette di arricchire numerosi piatti della cucina contemporanea.

La crescente attenzione verso un’alimentazione sana e bilanciata gioca un ruolo chiave in questa trasformazione. Il pesce essiccato si propone come soluzione perfetta per chi cerca alternative al fast food tradizionale: gustoso, nutriente, facile da preparare e pronto per essere interpretato in mille varianti creative. Spesso già condito, si integra con naturalezza in piatti veloci ma ricchi di personalità.

Il fascino del pesce essiccato non si limita più ai confini di un’unica cultura. Il suo sapore intenso e la lunga conservabilità lo rendono un ingrediente ideale per affrontare le sfide di una cucina moderna e globale, in cui il tempo è prezioso ma la voglia di sperimentare rimane fortissima. La strada è tracciata: il pesce essiccato è pronto a diventare la nuova star della cucina internazionale, capace di sedurre buongustai e appassionati di ogni latitudine.

Pesce essiccato: da prodotto dimenticato a star della cucina moderna

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