Categoria: Pesce In Rete Pagina 6 di 1120

Federpesca: servono vere politiche industriali per il futuro della pesca italiana

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Tutela delle comunità marittime, necessità di una nuova politica nazionale ed europea in materia di pesca e concorrenza sleale. Questi i temi centrali del convegno “I Custodi del Mare: per una nuova politica della pesca sostenibile – Pescatori, istituzioni e territori a confronto”, tenutosi martedì 14 ottobre presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati.
L’iniziativa, promossa dall’on. Giandiego Gatta, responsabile del Dipartimento Pesca e Acquacoltura di Forza Italia, ha riunito rappresentanti del mondo politico, istituzionale e produttivo per avviare un confronto costruttivo sul futuro del settore ittico.

All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Tra gli interventi, quello della direttrice di Federpesca, Francesca Biondo, che ha espresso forte preoccupazione per la proposta di Fondo Unico Europeo, sottolineando come essa rischi di sacrificare ulteriormente il comparto della pesca, già sottoposto a pesanti restrizioni e sfide economiche.

Biondo ha richiamato l’attenzione anche sui problemi di concorrenza sleale nel Mediterraneo e le difficoltà legate all’assenza di marittimi.

“La pesca è un settore produttivo strategico per l’economia italiana, che necessita di vere politiche industriali e del lavoro, capaci di sostenere la competitività, l’innovazione, la sostenibilità e la sicurezza – ha dichiarato – Tutti obiettivi richiamati in teoria dal Feampa, ma che nei fatti non sono supportati da un reale contributo agli investimenti”.

L’on. Giandiego Gatta, promotore dell’evento, ha infine ribadito l’impegno di Forza Italia a favore di una politica della pesca che valorizzi le professionalità del settore e promuova la sostenibilità ambientale. L’obiettivo, però, rimane quello di non compromettere la sopravvivenza economica delle imprese e garantire un dialogo costante tra istituzioni, pescatori e territori.

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ASC to Certify Atlantic Cod by Late 2025

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Aquaculture Stewardship Council has announced the inclusion of Atlantic cod in the ASC certification program by the end of 2025, marking a decisive step for sustainable aquaculture. The decision follows a 30-day consultation that engaged numerous stakeholders, particularly from Norway, currently the leading producer of farmed cod.

Certifying cod is a concrete response to rising demand for seafood produced with responsible practices. Farmers, retailers, and consumers are calling for greater transparency and guarantees on animal welfare, traceability, and environmental protection. With this move, ASC consolidates its role as the global reference standard for a rapidly evolving sector.

The initial integration will take place through an updated version of the ASC Salmon Standard, which already shares many criteria applicable to cod farming. After a two-year transition, the species will be fully incorporated into the ASC Farm Standard V1.1. This step will allow producers to obtain certification quickly, encouraging broad adoption of a sustainable production model.

In Norway, companies such as Ode, a leader in cod farming, will benefit from a clear, recognized pathway to enhance their product’s value in international markets. Interest is already high in Iceland, Scotland, the Faroe Islands, and Canada—countries facing reduced quotas for wild cod and looking to aquaculture as a strategic alternative.

The new ASC standard for cod will prioritize crucial topics such as disease management, biodiversity conservation, and reducing impacts on marine ecosystems. It will also assess practices related to efficient resource use and working conditions, with the goal of making cod farming a model that balances profitability with environmental responsibility.

A sustainable response to the North Sea crisis

The announcement comes at a delicate time for European fisheries: ICES has recently recommended a total closure of North Sea cod fishing by 2026, highlighting the need to transition to more sustainable production systems. In this context, ASC offers a concrete pathway to safeguard one of the emblematic species of Nordic fishing tradition while ensuring economic continuity for the value chain.

Including cod in the ASC certification program is not just a technical expansion of the standard; it’s a political and cultural signal. It shows that sustainability can be the main lever to rewrite the future of the seafood sector, reconciling environmental and production needs in a credible balance.

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Come il marketing può farci scegliere più pesce (e meglio)

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In genere sappiamo che si dovrebbe mangiare più pesce. È ricco di proteine nobili, povero di grassi saturi, contiene omega-3, e tutte le linee guida nutrizionali lo raccomandano almeno due volte a settimana. Eppure, nella pratica quotidiana, questo consiglio si scontra con abitudini consolidate, tempi limitati e una certa diffidenza legata al prezzo, alla freschezza o alla difficoltà di preparazione. Proprio in questo divario tra sapere e fare, tra buone intenzioni e realtà di scaffale, si gioca una delle sfide più interessanti per il futuro della filiera: quella del marketing del pesce consapevole, un approccio che combina scelte di assortimento, comunicazione e psicologia del consumo per rendere più semplice e naturale scegliere il pesce.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità

L’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a segnalare la cattiva alimentazione tra le principali cause di obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Le politiche di prevenzione si sono concentrate per anni su campagne informative e programmi educativi, ma i risultati restano modesti. Le persone sanno cosa dovrebbero fare, ma non sempre lo fanno. In economia comportamentale questo fenomeno è noto come say-do gap: la distanza tra ciò che si dichiara di voler fare e ciò che si fa davvero. La mente umana non è un calcolatore razionale — tende a privilegiare le gratificazioni immediate, come un cibo comodo o familiare, rispetto a benefici futuri e più astratti come la salute.

Il marketing che aiuta

Oggi il marketing può aiutare a colmare questo divario non solo comunicando, ma progettando il contesto decisionale in modo più intelligente. Disporre meglio i prodotti, semplificare le informazioni nutrizionali o rendere più accessibili le alternative salutari significa creare un ambiente che orienta le scelte senza imporle. È una forma di influenza gentile che parla ai comportamenti reali delle persone, non solo alle loro intenzioni.

I retailer, ma anche le pescherie moderne, possono diventare “architetti delle scelte”. L’assortimento può dare maggiore visibilità a specie locali o sostenibili, valorizzando il prodotto fresco ma anche le soluzioni pronte o monoporzione, perfette per chi ha poco tempo. Il layout può aiutare il cliente a orientarsi con chiarezza, presentando il pesce non come categoria difficile ma come opzione quotidiana, abbinata magari a verdure, salse leggere o condimenti semplici. Anche la comunicazione visiva ha un ruolo cruciale: etichette intuitive, colori coerenti, simboli nutrizionali chiari o QR code che raccontano la provenienza possono ridurre lo sforzo cognitivo e aumentare la fiducia.

La leva economica

La leva economica, poi, non va sottovalutata. Programmi fedeltà che premiano chi acquista pesce regolarmente, piccole promozioni sui tagli meno noti o sulle specie sostenibili possono creare un circolo virtuoso tra convenienza e salute. Ma la vera forza di questo approccio sta nella continuità. Le azioni più efficaci non sono quelle che convincono una volta, ma quelle che modificano le abitudini nel tempo. Il marketing del pesce consapevole non si limita a informare, ma agisce nel momento della decisione, quando il consumatore si trova davanti al banco e deve scegliere davvero.

Naturalmente non mancano le criticità. Il prezzo medio del pesce resta un freno, così come la percezione di un prodotto più deperibile o complesso da gestire rispetto ad altre proteine. Per questo è essenziale che tutta la filiera — dai produttori ai distributori — collabori per garantire assortimenti costanti, informazioni trasparenti e un’esperienza d’acquisto positiva. Le aziende possono investire in packaging più pratici e sostenibili, la GDO può valorizzare la tracciabilità e la freschezza, mentre le istituzioni pubbliche possono supportare con campagne coordinate e incentivi alla formazione del personale di vendita.

Un approccio integrato di questo tipo conviene a tutti. Promuovere il consumo di pesce significa migliorare la salute collettiva, sostenere le economie locali e rafforzare la reputazione dei marchi coinvolti. In un’epoca in cui i consumatori chiedono autenticità e responsabilità, il marketing del pesce consapevole rappresenta un nuovo paradigma: non spingere a comprare di più, ma aiutare a scegliere meglio. È un modo intelligente per trasformare il punto vendita in un luogo dove salute, sostenibilità e profitto convivono, restituendo al pesce il ruolo che gli spetta — alimento prezioso, quotidiano e alla portata di tutti.

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Europa divisa sulla sostenibilità: Bruxelles taglia gli obblighi ESG e infiamma il dibattito

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Nel tentativo di alleggerire la pressione normativa sulle imprese, la Commissione Affari Giuridici del Parlamento europeo ha approvato una proposta che riduce drasticamente il numero di aziende soggette agli obblighi di rendicontazione in materia di sostenibilità e due diligence.

Il voto

Con 17 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni, la commissione JURI ha chiesto di modificare la proposta “Omnibus I” della Commissione europea, restringendo il campo di applicazione alle sole aziende con più di 1.000 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 450 milioni di euro. In questo modo verrebbero escluse molte imprese di media dimensione che oggi contribuiscono in modo rilevante alla transizione verde europea.

L’iniziativa è stata accolta con favore da parte del mondo imprenditoriale, soprattutto dalle associazioni di categoria che da mesi segnalano costi e tempi eccessivi per adeguarsi ai nuovi standard ESG. Ma non mancano le perplessità: molti temono che questa semplificazione degli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità finisca per indebolire il sistema di trasparenza costruito negli ultimi anni.

Organizzazioni ambientaliste e reti europee per la responsabilità d’impresa, come CSR Europe, hanno espresso preoccupazione: ridurre gli obblighi significa anche ridurre la responsabilità, e ciò rischia di creare un’Europa a due velocità sulla sostenibilità.

Sul fronte della due diligence aziendale, il Parlamento europeo intende mantenere l’obbligo solo per le grandi imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro, oltre che per le società extra-UE con ricavi equivalenti nel mercato europeo. Le aziende di dimensioni inferiori potranno continuare a pubblicare su base volontaria le proprie relazioni sociali e ambientali, secondo le linee guida della Commissione. Inoltre, le grandi imprese non potranno più imporre ai fornitori minori di fornire informazioni aggiuntive rispetto a quanto previsto dagli standard volontari.

Un passaggio che, pur alleggerendo le catene di fornitura, rischia di ridurre la capacità delle grandi aziende di mappare i rischi sociali e ambientali lungo la propria filiera.

Minore pressione regolatoria

Per la filiera ittica e agroalimentare, dove la tracciabilità ambientale e sociale è ormai parte integrante dei rapporti commerciali, la riduzione degli obblighi potrebbe tradursi in una minore pressione regolatoria nel breve periodo ma anche in una perdita di credibilità sul piano internazionale. Molte imprese europee del comparto seafood hanno già investito in certificazioni e sistemi di tracciabilità volontaria, e temono che il nuovo approccio possa penalizzare chi ha puntato su trasparenza e innovazione.

Secondo alcuni analisti, un alleggerimento eccessivo potrebbe avere l’effetto opposto a quello sperato: le imprese che operano su mercati globali rischiano di trovarsi impreparate di fronte a partner commerciali che richiedono standard ESG documentati e verificabili.

Un portale digitale

Tra le misure previste, la Commissione europea istituirà un portale digitale unico dedicato a tutti gli obblighi di rendicontazione, che offrirà modelli e guide per semplificare la conformità normativa e garantire maggiore coerenza tra gli Stati membri. Le sanzioni, invece, restano invariate: fino al 5% del fatturato globale per le aziende inadempienti, con responsabilità stabilite a livello nazionale e diritto al pieno risarcimento dei danni per le vittime.

Jörgen Warborn

Il relatore del provvedimento, l’eurodeputato svedese Jörgen Warborn (PPE), ha spiegato che l’obiettivo è offrire prevedibilità alle imprese europee, riducendo i costi, rafforzando la competitività e mantenendo la transizione verde del continente sulla buona strada.

Resta ora da vedere se il compromesso tra competitività e sostenibilità riuscirà a reggere nei negoziati con il Consiglio e in sessione plenaria. L’Europa dovrà dimostrare di saper semplificare senza rinunciare alla coerenza del suo progetto più ambizioso: quello di un’economia realmente sostenibile e trasparente.

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Rizzoli Emanuelli rinnova il proprio impegno per il mare

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Per Rizzoli Emanuelli, la più antica realtà italiana nel settore delle conserve ittiche, il mare è da sempre una risorsa preziosa e parte integrante della propria identità. L’acqua, da cui provengono materie prime di altissima qualità, è al centro della storia del marchio e dei propri valori. Ecco perché tutelarne la salute e l’equilibrio è una responsabilità che il brand porta avanti con impegno e concretezza.

Anche per il 2025, Rizzoli Emanuelli si unisce a MSC – Marine Stewardship Council – promuovendo la campagna “Settimane della Pesca Sostenibile”, in programma dal 13 al 26 ottobre. Una partnership che si fonda su valori condivisi e su un obiettivo comune: salvaguardare il patrimonio marino attraverso una pesca sostenibile e sensibilizzare i consumatori sull’importanza di scegliere prodotti ittici provenienti da una pesca rispettosa dei mari, riconoscibili dal marchio blu MSC. Rizzoli è stato il primo produttore di alici in Italia ad ottenere la certificazione MSC per la catena di custodia, un marchio che certifica il prodotto ittico da pesca certificata in modo indipendente secondo lo Standard ambientale.

Oggi il Brand porta questa importante responsabilità anche nel banco frigo dei supermercati, con la linea di Alici in Banco Frigo Rizzoli, Alici del Mar Cantabrico con il 25% di sale in meno rispetto alle tradizionali Alici Cantabriche Rizzoli in olio. Una linea di alici che si rivolge a chi adotta un’alimentazione equilibrata senza rinunciare al gusto, confezionate in vaschette realizzate per il 90% in plastica riciclata. Tra le varianti disponibili: Le Dolci, Le Piccanti (con peperoncino biologico), Le Rustiche (con prezzemolo biologico), le Alici con tartufo Urbani e quelle con l’iconica Salsa Rizzoli, speziata e delicatamente piccante, la cui ricetta è segreta dal 1906. Completano la gamma le ultime due referenze lanciate: Le Marinate con olio agli agrumi e le nuovissime Le Marinate con Cipolla rossa di Tropea Calabria I.G.P.

Le Settimane della Pesca Sostenibile non rappresentano quindi solo una ricorrenza simbolica, ma un’occasione unica per sensibilizzare i consumatori sull’importanza di orientare le proprie scelte verso prodotti che rispettano il mare e le sue risorse.

“Noi di Rizzoli Emanuelli crediamo fortemente che insieme si possa fare la differenza nel proteggere i mari per le generazioni future. Per questo supportiamo la pesca sostenibile certificata MSC, in un mondo in cui le risorse marine sono sempre più vulnerabili. Difendere la biodiversità marina non è solo una scelta ambientale, è un atto d’amore verso la Terra e verso le generazioni future”, Annalisa Sergi – Sostenibilità e Qualità.

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