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Nel 2024, la Russia ha consolidato la propria posizione di leadership nell’export di merluzzo russo sul mercato cinese, superando definitivamente la Norvegia e segnando un’inversione di tendenza significativa per uno dei segmenti chiave della pesca demersale globale. A confermarlo sono i dati ufficiali FAO analizzati da WARPE, rilanciati dall’Associazione panrussa dell’industria della pesca, che tracciano un quadro in cui Mosca, nonostante un calo complessivo delle proprie esportazioni, riesce a mantenere un primato strategico verso Pechino.

La Cina continua infatti a essere un nodo cruciale nella catena globale del merluzzo congelato, non solo come acquirente diretto ma anche come hub di trasformazione e riesportazione. Nel 2024, le importazioni cinesi di merluzzo congelato hanno raggiunto 144 mila tonnellate, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Di queste, oltre il 65% proveniva dalla Russia, che ha spedito verso la Cina 36,7 mila tonnellate nella prima metà dell’anno, contro le appena 4,7 mila tonnellate norvegesi. Il confronto è impietoso: otto volte tanto.

Il sorpasso russo si consolida in un contesto complesso, segnato da una contrazione del commercio globale di pesci demersali. Le cause principali? Riduzione delle quote di cattura, diminuzione della produzione e un embargo che ha colpito il merluzzo russo in alcuni mercati occidentali. Eppure, proprio questo scenario ha rafforzato i legami tra Russia e Cina, portando quest’ultima a preferire un fornitore meno costoso e più affidabile dal punto di vista logistico e politico.

Secondo i dati FAO, nel 2024 la Russia ha esportato circa 800 mila tonnellate di merluzzo, in calo rispetto al 2023 ma comunque dominate in quota destinata alla Cina. La Norvegia, invece, ha visto crollare le proprie esportazioni di merluzzo congelato del 40% rispetto al 2022, con appena 40 mila tonnellate esportate nel 2024. Il motivo? Un chiaro calo di interesse da parte dei buyer cinesi, sempre più orientati verso il prodotto russo per ragioni di prezzo e disponibilità.

Il merluzzo russo sul mercato cinese, quindi, non è solo una questione di volumi ma anche di posizionamento strategico. Mentre i mercati occidentali impongono restrizioni commerciali, la Russia rafforza le relazioni con l’Estremo Oriente, riconfigurando l’equilibrio globale dell’offerta ittica. Il rischio, per i competitor europei, è quello di una marginalizzazione crescente in uno dei mercati più vitali e dinamici al mondo.

La sfida è aperta anche sul piano della trasformazione: la Cina importa, lavora e riesporta. Il merluzzo russo entra nei flussi commerciali globali con una penetrazione che non si ferma al consumo interno cinese. Questo fa del prodotto russo non solo un campione di esportazioni, ma anche un elemento chiave nella filiera industriale asiatica, che potrebbe estendere il vantaggio competitivo della Russia ben oltre il semplice dato doganale.

Il 2024 ha segnato un punto di svolta nel commercio globale del merluzzo congelato: il merluzzo russo sul mercato cinese ha soppiantato il concorrente norvegese, forte di costi più contenuti e volumi più stabili. La Cina consolida il suo ruolo di centro nevralgico, mentre la Norvegia perde terreno. Per la filiera europea, è il momento di ripensare strategie e alleanze.

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L’articolo Il merluzzo russo guida le forniture cinesi, in calo l’export norvegese proviene da Pesceinrete.

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