Mangimi per acquacoltura: Europa in controtendenza, Asia e Americhe in frenata

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La produzione mangimi acquacoltura 2024 ha registrato un leggero calo dell’1,1% a livello globale, a riportarlo il recente Alltech Agri-Food Outlook 2025. Un dato che conferma la tendenza discendente già osservata nel 2023 e che evidenzia le crescenti disparità tra aree geografiche, specie allevate e condizioni di mercato.

Per gli operatori professionali del settore ittico — dai buyer ai trasformatori, dagli stakeholder istituzionali alle imprese di allevamento — il quadro globale impone riflessioni strategiche: mentre l’Europa consolida una crescita lenta ma costante, altre macroaree come Asia-Pacifico e Nord America arretrano.

Europa: traino sostenibile e consolidamento

Nel panorama del 2024, l’Europa si distingue per un incremento del 2,1% nella produzione di mangimi per acquacoltura. Questo risultato conferma un trend positivo avviato già da cinque anni, attribuito a tre fattori principali:

  • adattamenti alle politiche di sostenibilità ambientale
  • progressi tecnologici nei mangimi specializzati
  • dinamiche di mercato favorevoli, con prezzi elevati soprattutto per salmone atlantico, branzino e orata

L’attenzione alla qualità nutrizionale, alla tracciabilità e alle formulazioni alternative alle farine di pesce tradizionali ha contribuito a rendere l’offerta europea più resiliente e attrattiva, sia nei mercati interni che nelle esportazioni.

Asia-Pacifico e Americhe: contrazione e difficoltà operative

Nonostante rappresenti ancora il maggior produttore mondiale, l’Asia-Pacifico ha subito un calo dell’1,7%. La pressione ambientale, le epidemie ricorrenti e la necessità di contenere i costi hanno ridotto la domanda di mangimi specializzati, spingendo verso soluzioni meno performanti.

Situazione ancora più critica in Nord America, dove la produzione è diminuita del 3,7%. Le difficoltà sono attribuite a malattie negli allevamenti di salmone, sovrapproduzione di gamberetti e instabilità economica. Il caso della bancarotta del principale produttore statunitense di gamberi all’inizio del 2025 è emblematico di una filiera sotto forte stress.

Anche l’America Latina registra un calo del 2,3%, causato da nuove normative fiscali e dal calo dell’utilizzo di mangimi per gamberetti in Ecuador. Tuttavia, Paesi come Cile e Perù mostrano segnali positivi grazie a condizioni ambientali favorevoli e incentivi alla produzione.

Africa e Oceania: piccoli volumi, grandi potenzialità

Il continente africano si conferma in fase espansiva, con un +9,1% trainato da un progressivo passaggio dai mangimi artigianali a quelli commerciali. Tuttavia, i volumi restano ancora marginali a livello globale.

Oceania mostra la crescita relativa più elevata, +9,3%, grazie all’apertura di nuovi impianti e alla diversificazione delle specie allevate. Il sostegno governativo e la prossimità geografica all’Asia rappresentano un vantaggio competitivo in potenziale espansione.

Il report Alltech mette in luce una verità fondamentale: la produzione mangimi acquacoltura 2024 non segue un’unica traiettoria. Le differenze tra regioni, specie allevate e approcci industriali generano un mosaico complesso, che richiede capacità analitiche, rapidità di adattamento e visione strategica.

Per le aziende che operano nel comparto, monitorare questi segnali non è solo utile, ma necessario per anticipare tendenze, ottimizzare gli approvvigionamenti e rafforzare la resilienza della propria filiera.

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Norvegia, aprile da record per l’export ittico: volano salmone, sgombro e crostacei

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Le esportazioni ittiche norvegesi ad aprile 2025 hanno raggiunto un valore complessivo di 14,3 miliardi di corone norvegesi, segnando il miglior risultato di sempre per questo mese. L’aumento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2024 è frutto di una combinazione di fattori: crescita dei volumi, domanda solida nei mercati chiave e una produzione ittico-acquicola ben calibrata sull’export.

Buyer, imprese e stakeholder europei e internazionali guardano con attenzione ai numeri diffusi dal Norwegian Seafood Council, che rivelano non solo una conferma delle tendenze note, ma anche interessanti segnali di riposizionamento sui mercati.

La forza del salmone norvegese: volumi in aumento, prezzi sotto pressione

Il salmone ha rappresentato il 71% del valore totale esportato nel mese, per un valore di 10 miliardi di corone e un volume di 106.339 tonnellate, in crescita del 34%. Il prezzo medio si è attestato su 84,60 NOK/kg, in calo del 29% rispetto all’anno precedente.

L’aumento delle temperature marine e la riduzione delle sfide biologiche hanno portato a una disponibilità superiore di prodotto di alta qualità. Questo ha favorito una maggiore penetrazione nei mercati d’oltremare, con gli Stati Uniti che si confermano primo mercato in valore (4,4 miliardi di NOK da inizio anno) e la Cina in forte ascesa, con +88% di valore ad aprile rispetto al 2024.

Crostacei in crescita: boom del granchio reale e dei gamberi

Le esportazioni ittiche norvegesi ad aprile 2025 si sono distinte anche per il rendimento dei crostacei. Il granchio reale ha fatto registrare una crescita del valore del 110% su base annua, toccando i 41 milioni di corone. Le spedizioni verso gli USA rappresentano oltre la metà del totale.

Anche il granchio delle nevi ha segnato un incremento del 46% in valore, a fronte però di un calo dei volumi (-18%), riflettendo una disponibilità più limitata e una domanda stabile. I gamberi, trainati dagli sbarchi nel Mare di Barents, hanno visto una crescita del 64% in valore e del 53% in volume, con l’espansione del segmento surgelato e lavorato a bordo.

Ottimi risultati anche per sgombro, baccalà e pesce salato

Tra le specie ittiche lavorate, lo sgombro si distingue con 9.111 tonnellate esportate (+11%) e un valore di 289 milioni di NOK (+38%). La forte domanda e la scarsità di offerta hanno sostenuto il prezzo medio.

Il baccalà mantiene la sua centralità sul mercato portoghese, con esportazioni per 5.140 tonnellate e un valore in crescita del 23%. Da segnalare il valore record del pesce salato, che ha raggiunto 435 milioni di corone, con un +16% su base annua, trainato ancora una volta dal Portogallo.

Per il merluzzo, invece, il quadro è più articolato: calo per lo skrei (-44% in volume da inizio anno), contrazione dei volumi per il merluzzo congelato (-49%) e recupero parziale per il merluzzo fresco, soprattutto d’allevamento.

I dati sulle esportazioni ittiche norvegesi ad aprile 2025 evidenziano una solida resilienza del comparto in un contesto internazionale ancora incerto. Mentre alcuni segmenti, come lo stoccafisso e lo skrei, mostrano segnali di contrazione, l’industria norvegese riesce a compensare con l’espansione di prodotti più dinamici e adattabili alla domanda globale.

Buyer e distributori europei dovranno monitorare l’impatto dei dazi USA e della concorrenza asiatica, ma le prospettive restano positive per i prossimi mesi, soprattutto grazie alla forza logistica e alla flessibilità dell’offerta norvegese.

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Pesca,  al via il “Sigillo di garanzia” per il tracciamento

In ottica sicurezza alimentare e tracciamento

In vigore da oggi l’obbligo di apporre idoneo sigillo di garanzia su ogni esemplare di tonno rosso che arriverà nei porti siciliani o per il tonno pescato da palangari. Dal prossimo 26 maggio, inoltre, tale obbligo sarà esteso a tutti i porti italiani e a tutta la pesca professionale. Al momento dello sbarco e della convalida del documento elettronico di cattura (eBcd), il sigillo, con ben visibile l’origine e altre informazioni, verrà apposto per facilitare il tracciamento del pesce in tutte le fasi della commercializzazione, sia quando è presentato intero che eviscerato.

E’ una misura che nasce per dare forza alla lotta contro la pesca illegale e per la tutela della filiera ittica virtuosa. Il sigillo permetterà di identificare ogni esemplare, e assicurare che giungano sulle tavole degli italiani prodotti sicuri, certificati e garantiti.

I sigilli – predisposti dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – saranno distribuiti a tutte le Autorità Marittime coinvolte.

L’obbligo si applica inizialmente agli sbarchi effettuati da unità autorizzate alla pesca con palangari e successivamente per tutte le catture di tonno. Agripesca ritiene che sostenere in tal modo l’attività della pesca corrispondere a difendere il lavoro di chi, come i nostri pescatori, rispetta le regole e garantisce ai cittadini un prodotto di eccellenza.

Accelerare il cambiamento nell’industria dei prodotti ittici: ASC lancia il nuovo Farm Standard

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Aquaculture Stewardship Council (ASC) ha lanciato il suo nuovo standard di certificazione per l’acquacoltura in occasione della Seafood Expo Global di Barcellona, Spagna, la scorsa settimana. Oltre 200 partecipanti provenienti da tutta la filiera – inclusi produttori, rivenditori, trasformatori, associazioni di settore e media – hanno preso parte all’atteso lancio, che ha visto anche il supporto di relatori ospiti del mondo industriale.

In qualità di leader globale nella certificazione dell’acquacoltura, ASC sta definendo nuovi standard per il settore e accelerando il cambiamento verso una produzione ittica responsabile, a beneficio dei pesci, delle aziende, delle persone e del pianeta. Unificando i dodici standard precedenti relativi alle singole specie in un unico standard globale, il Farm Standard di ASC introduce maggiore coerenza nei requisiti applicabili a tutte le specie.

Nel lanciare ufficialmente il Farm Standard, il CEO di ASC Chris Ninnes ha dichiarato: “La sostenibilità non è più una tendenza: è il futuro innegabile che si sta già realizzando. Con una popolazione che si stima raggiungerà i 10 miliardi entro il 2050 e con le risorse di pesca selvatica al limite, l’importanza dell’acquacoltura è destinata a crescere. Dobbiamo affrontarne gli impatti ambientali e sociali.
È per questo che ASC è determinata ad accelerare questa trasformazione, sostenendo in particolare le aziende e i mangimifici che scelgono il cambiamento.”

Quattro pilastri per un cambiamento concreto

Michiel Fransen, Direttore degli Standard e della Scienza di ASC, ha affermato: “Costruito su quattro pilastri – pesce, azienda, persone e pianeta – il nuovo standard aiuta i produttori a soddisfare le richieste normative e di mercato, migliorare le pratiche di allevamento e la salute degli animali, dare priorità al benessere dei lavoratori e delle comunità, e proteggere la biodiversità.”

Il potere della collaborazione e il sostegno del settore

Il Farm Standard rappresenta il frutto di una vasta collaborazione e di uno sforzo condiviso da tutto il settore, che ha incluso consultazioni pubbliche, interviste e sondaggi. Dal 2019, ASC ha ricevuto oltre 1.100 contributi da stakeholder durante le consultazioni sui contenuti proposti per il nuovo standard.

Durante il lancio, il nuovo standard ha ricevuto importanti attestazioni di supporto da parte di relatori rappresentanti di vari segmenti della filiera.

Sophie Ryan, CEO della Global Salmon Initiative (GSI) – che rappresenta il 40% del settore globale del salmone allevato – ha definito il nuovo standard ambizioso ma pratico: “Vediamo in questo standard un riferimento fondamentale per il nostro percorso di sostenibilità, e una prova concreta del nostro impegno verso pratiche responsabili. È ambizioso per la sua portata e i suoi requisiti, ma è anche pratico, grazie all’approccio basato sul rischio che concentra gli sforzi dove sono più necessari, alleggerendo invece il carico amministrativo dove il rischio è minore. Questo è essenziale per evitare ostacoli al progresso.”

Oliver Spring, Sustainability Manager del gruppo Nomad Foods – azienda leader in Europa nel settore dei surgelati, proprietaria dei marchi Birds Eye, Findus e Iglo – ha aggiunto: “Il Farm Standard e il programma ASC rispondono pienamente alle aree che per noi, e per i nostri clienti e consumatori, sono più importanti. Il suo approccio olistico – che va dagli impatti ambientali positivi ai miglioramenti in materia di diritti umani e benessere dei pesci – è supportato da requisiti tra i più rigorosi e ambiziosi nel panorama dell’acquacoltura.”

David Parker, responsabile acquacoltura e pesca della catena britannica Sainsbury’s, ha sottolineato l’importanza dell’assicurazione completa offerta dal nuovo standard: “Scegliere in modo integro non è mai facile né economico. Bilanciare il valore con i valori è una sfida, e siamo forti solo quanto l’intera filiera. Per proseguire nel percorso tracciato dalle aziende certificate ASC, serve l’impegno di tutti.”

Un periodo di transizione di due anni per l’adozione del nuovo standard

Consapevole che il cambiamento richiede tempo e risorse, ASC ha previsto un periodo di transizione di due anni. Alcuni operatori saranno pronti già da subito, ma altri avranno così modo di adattarsi gradualmente alle nuove pratiche. Durante questo periodo, gli standard specifici per specie attualmente in vigore continueranno a essere operativi.

ASC lavorerà a stretto contatto con i produttori, offrendo tutto il supporto necessario per garantire una transizione agevole e per raccogliere feedback utili all’evoluzione dello standard.

Il supporto previsto include: formazione per i produttori, strumenti di autovalutazione, FAQ, assistenza mirata basata sui feedback, e l’accesso al nuovo ASC Programme Centre – un hub digitale completo che raccoglie tutta la documentazione dei programmi ASC in formato interattivo, intuitivo e facilmente consultabile.

ASC Farm Standard per l’acquacoltura sostenibile

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Il pesce alla prova della nuova ristorazione: tra salute, etica e valore

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Le tendenze legate a ristorazione e sostenibilità, delineano un cambiamento strutturale nelle abitudini di consumo fuori casa. Secondo il Rapporto Ristorazione 2025 di FIPE-Confcommercio, la clientela italiana è sempre più selettiva: si esce meno, ma si sceglie con maggiore consapevolezza.

Nel 2024 il settore ha registrato un +11,3% in valore, a fronte di un calo dei volumi del 6%. È un segnale chiaro: la ristorazione non è più semplice evasione, ma rappresenta un’esperienza identitaria. Tra salute, etica e narrazione territoriale, il pesce può (e deve) trovare nuova centralità.

Il consumatore cerca benessere e autenticità

Il 73% degli italiani considera la salute un criterio essenziale nella scelta dei piatti. Il menù si alleggerisce: meno zuccheri, meno grassi, meno alimenti trasformati. In parallelo cresce la domanda di proteine leggere, ingredienti locali e cibi funzionali.

Le nuove tendenze nella ristorazione e sostenibilità favoriscono un ritorno al prodotto naturale e tracciabile. Il pesce, se fresco e ben gestito, offre il mix perfetto tra valore nutrizionale, digeribilità e legame con il territorio. Il comparto ittico può quindi rientrare stabilmente tra le opzioni privilegiate, soprattutto se affiancato da una comunicazione trasparente e da format flessibili per il servizio.

Sostenibilità ambientale come leva di differenziazione

Il 61% degli italiani tiene conto dell’impatto ambientale nella scelta del ristorante, e il 30% è disposto a pagare un sovrapprezzo per un’offerta etica. Il Rapporto FIPE evidenzia il boom di proposte vegetariane, biologiche e a filiera corta. Diminuisce invece il consumo di carne, anche per ragioni ambientali.

All’interno delle tendenze nella ristorazione e sostenibilità, il settore ittico ha un’opportunità strategica. Dalla piccola pesca artigianale alle pratiche di acquacoltura certificata, la filiera può rispondere concretamente alla domanda di trasparenza e responsabilità. Ma per farlo serve coerenza lungo tutta la catena, dalla produzione alla ristorazione.

Menù dinamici, format ibridi e nuovi linguaggi

Nel 2024 il 38% dei locali ha innovato la propria offerta: serate tematiche, menù stagionali, servizi digitali e delivery gourmet sono solo alcune delle strategie emerse. Il food delivery ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro, spinto dalle città metropolitane e dai consumatori under 40.

Il pesce può inserirsi con efficacia in questi format, ma ha bisogno di essere raccontato in modo adeguato: valorizzazione della specie, stagionalità, certificazioni, storytelling della provenienza. Le imprese che sapranno dialogare con ristoratori e operatori Ho.Re.Ca. attraverso prodotti funzionali e strumenti comunicativi avranno un vantaggio competitivo reale.

Le tendenze nella ristorazione e sostenibilità non sono una moda, ma un cambio di paradigma. Il pesce italiano ha tutti i requisiti per incontrare questa nuova domanda, ma deve farsi trovare pronto: serve un’offerta snella, certificata, tracciabile e ben presentata.

In questo contesto, Pesceinrete si propone come punto di riferimento per accompagnare imprese, buyer, chef e stakeholder verso un sistema più consapevole e integrato.

Continua a seguirci per analisi e scenari sul futuro dell’ittico nel fuori casa.

Foto: https://www.mascaariafoodedrink.it/

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