Maretti: servono cure per il pianeta, agricoltura e pesca in crisi

Maretti: servono cure per il pianeta, agricoltura e pesca in crisi

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Maretti

Abbiamo soltanto questa Terra e la dobbiamo proteggere. Ma «gli ultimi episodi di maltempo in Veneto e Piemonte con morti e danni, sono soltanto l’ultimo segnale che qualcosa non funziona più. Prendersi cura del pianeta non è un gesto altruistico, ma la necessità per evitare al genere umano un disastro». Sono le parole con le quali, in occasione del World Earth Day che si celebra oggi, Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, invita a fare presto per prendersi cura del Pianeta.

Un processo a cui adattarsi e da gestire. Anche perché gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire. «Il settore agricolo e quello della pesca già pagano per le mutazioni delle temperature medie e massime e per le variazioni delle distribuzioni delle piogge. Dobbiamo mettere in atto percorsi di mitigazione che sono in ritardo rispetto a tutte le conferenze sul clima. E bisogna velocemente acquisire una cultura dell’adattamento dei nostri sistemi produttivi». Ci sono eventi ed emergenze come «alluvione e siccità, peste suina, granchio blu ed insetti alieni, Xylella, Flavescenza Dorata, brucellosi, che aumentano sensazione di insicurezza e contribuiscono ad espellere imprese dai processi produttivi e non sempre e non solo quelle marginali», spiega Maretti.

Fondamentali ricerca, innovazione e best practice delle cooperative. In questo caso l’innovazione può giocare un ruolo determinante. Ricerca di materiali per gestire l’acqua, biostimolanti, ma anche varietà resistenti nate dalle Tea, possono rappresentare una risposta alle sfide alle quali agricoltura e pesca sono chiamate a dare per sopravvivere. «L’innovazione e la tecnologia possono darci una grande spinta. Ma prima di tutto vanno fatti dei passaggi culturali per comprendere la delicatezza del momento», sottolinea Maretti. Che continua come la strada da seguire sia quella di «recuperare la circolarità dei fattori produttivi nelle nostre attività. Il settore agroalimentare, con l’agricoltura e l’acquacoltura, possono essere presi ad esempio per la gestione dei prossimi decenni per la riduzione delle emissioni carboniche con le best practice che abbiamo sviluppato come sistema cooperativo».

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Specie invasive: ecosistemi e filiere ittiche sotto attacco

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Specie invasive: ecosistemi e filiere ittiche sotto attacco – Le specie invasive non arrivano mai da sole: portano con sé instabilità ecologica, crisi economiche e l’inevitabile prova di maturità per chi gestisce risorse e territori. La recente diffusione delle cozze dorate in California conferma come organismi ad alta capacità adattativa rappresentino oggi una delle principali minacce per gli ecosistemi acquatici e le filiere produttive connesse.

Originarie della Cina e del Sud-est asiatico, le cozze dorate sono comparse per la prima volta in Nord America nell’ottobre 2024, lungo la costa californiana. A differenza delle già note cozze quagga e zebra, queste nuove arrivate si distinguono per una pericolosità superiore: la loro capacità di sopravvivere in una vasta gamma di condizioni acquatiche le rende particolarmente difficili da contenere. Non si tratta quindi solo di un’invasione localizzata, ma di una potenziale espansione incontrollata che potrebbe coinvolgere bacini idrici e infrastrutture strategiche.

La risposta della California, con l’adozione di un quadro normativo d’urgenza e misure di monitoraggio rafforzate, arriva quando la specie ha già preso piede. Un copione già visto, che riflette una gestione reattiva piuttosto che preventiva.

In Italia, l’esperienza con il granchio blu racconta una storia simile, ma su scala più ampia e con impatti già consolidati sulla molluschicoltura e sulla pesca lagunare. L’adattabilità estrema di questa specie ha reso inefficaci gli interventi tardivi, trasformando quella che era stata percepita come un’emergenza temporanea in una condizione permanente.

Il filo rosso che lega California e Italia è la sottovalutazione del rischio sistemico rappresentato dalle specie aliene. Non si tratta più di fenomeni occasionali, ma di dinamiche strettamente legate alla globalizzazione dei commerci, al cambiamento climatico e alla mancanza di protocolli condivisi su scala internazionale.

Senza una governance integrata, la blue economy continuerà a subire contraccolpi da ogni nuova introduzione biologica. È necessario spostare l’attenzione dalla gestione delle conseguenze alla costruzione di una rete di prevenzione, capace di identificare precocemente le minacce e di attivare risposte coordinate tra istituzioni, ricerca e operatori del settore.

Il caso delle cozze dorate evidenzia come le future invasioni saranno caratterizzate da specie sempre più resilienti e difficili da eradicare. In questo scenario, l’Italia ha l’opportunità di passare da vittima di una gestione frammentata a modello di riferimento per politiche di contenimento e adattamento.

Prepararsi significa investire oggi in strumenti di monitoraggio avanzato, formazione settoriale e collaborazione transnazionale. Perché la prossima specie invasiva non è una possibilità remota: è già in viaggio.

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Caviar Giaveri: un riferimento, mille emozioni a Tuttofood

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Caviar Giaveri: un riferimento, mille emozioni a Tuttofood  – Caviar Giaveri, sinonimo di eccellenza e tradizione nel mondo del caviale, sarà protagonista dal 5 all’8 maggio a TuttoFood 2025, in Fiera Milano Rho, dove presenterà la sua straordinaria gamma di prodotti d’alta qualità. I visitatori della fiera potranno scoprire l’unicità di un’offerta che spazia dalle note classiche alle rarità più esclusive, tutte provenienti dalla stessa, prestigiosa produzione, al PAD 7, Stand T03.

Questa edizione dell’International Food Exhibition permette di portare in una vetrina internazionale una dedizione attiva da oltre quarant’anni, che si distingue per la cura nell’allevamento di storioni e in una produzione interamente realizzata nei possedimenti ittici di proprietà, a San Bartolomeo di Breda (TV). Un controllo completo della filiera che, unito a metodi artigianali come la salatura “malossol” e la selezione manuale delle uova, garantisce un prodotto di qualità superiore, espressione di lusso e rispetto per la natura.

A TuttoFood Milano 2025, l’azienda metterà in risalto la sua ampia collezione, capace di soddisfare i palati più esigenti, come l’Osietra Classic: elegante e dal gusto ricco, con note di burro e nocciola o il Golden Sterlet: un’autentica rarità, dalle uova dorate e dal sapore delicato a fianco di molte altre varietà, tutte accomunate dall’impronta inconfondibile di Caviar Giaveri.

“Siamo orgogliose di essere tra i protagonisti di TuttoFood Milano 2025 e di poter presentare la nostra unica e vasta selezione di caviali”, affermano Jenny, Giada e Joys Giaveri, che conducono l’azienda di famiglia con passione e visione. “La nostra forza è offrire una gamma ampia e di altissima qualità, caratterizzata per ogni tipologia dalla stessa cura e dalla stessa filosofia produttiva. Un’esperienza unica per i professionisti del settore e per gli amanti del buon cibo”.

Caviar Giaveri invita tutti i visitatori di TuttoFood Milano 2025 a scoprire l’eccellenza del caviale italiano e la passione di una famiglia che ha fatto della qualità una missione.

I prodotti sono disponibili anche nei migliori ristoranti e negozi gourmet in Italia e nel mondo. È possibile acquistare direttamente anche presso il punto vendita di San Bartolomeo di Breda (TV) o tramite il sito ufficiale www.caviargiaveri.com.

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L’Ecuador domina il mercato mondiale del tonno in scatola

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L’Ecuador domina il mercato mondiale del tonno in scatola – Il 2024 passerà alla storia come l’anno d’oro dell’industria del tonno in Ecuador. Con un balzo del 18% rispetto all’anno precedente, il Paese sudamericano ha sfondato il muro dei 1,6 miliardi di dollari di fatturato nelle esportazioni, raggiungendo il miglior risultato degli ultimi dieci anni. Il tonno in scatola domina la scena: rappresenta ben il 94% del totale esportato, trasformando l’Ecuador in un punto nevralgico per il commercio globale del tonno.

A trainare questa impennata ci sono due fattori chiave: un’abbondante disponibilità di materia prima e prezzi altamente competitivi. Nel Pacifico orientale, dove l’Ecuador concentra le sue attività di pesca, le catture hanno superato le 930.000 tonnellate nel 2024. A fronte di un prezzo medio di circa 1.600 dollari a tonnellata per il tonno striato e 2.200 per il pinna gialla, l’Ecuador ha saputo collocarsi sul mercato internazionale con un’offerta economicamente vantaggiosa e di qualità consolidata.

Il vero motore del successo resta comunque l’Unione Europea, che assorbe il 63% del tonno esportato dal Paese. Spagna, Paesi Bassi e Italia sono le destinazioni principali. A dare slancio a questo legame commerciale è stato l’accordo di libero scambio firmato tra Ecuador e UE, che ha permesso al tonno ecuadoriano di crescere rapidamente in competitività e accesso al mercato. In appena cinque anni, le esportazioni verso il blocco europeo sono raddoppiate, superando il miliardo di dollari.

Non solo UE. Anche il Regno Unito si posiziona tra i mercati in espansione, grazie agli incentivi doganali frutto di un accordo bilaterale. Più debole invece il legame con gli Stati Uniti, dove l’assenza di un’intesa commerciale penalizza la competitività dei prodotti ecuadoriani rispetto ad altri player globali.

Accanto al boom, però, emergono sfide complesse e pressanti. La crisi energetica legata alla siccità ha già rallentato alcune attività industriali, ma è soprattutto la questione ambientale a porsi con urgenza. La pesca intensiva e il rischio di catture accidentali impongono una riflessione profonda sulla sostenibilità della filiera. Le certificazioni internazionali, come l’MSC, diventano non solo un’opportunità commerciale, ma una necessità per restare nel mercato.

Anche il cambiamento climatico e la volatilità delle preferenze dei consumatori giocano un ruolo non secondario. È proprio per questo che l’industria ecuadoriana, così come quella thailandese (l’altro colosso del settore), sta virando verso l’innovazione dei prodotti: referenze aromatizzate, tonno trasformato per l’alimentazione animale, packaging sostenibili. Tutto per intercettare nuovi segmenti e fidelizzare i consumatori più sensibili ai temi ambientali.

La partita, insomma, è globale. E l’Ecuador, con la sua straordinaria performance nel 2024, ha alzato l’asticella per tutti. Il tonno in scatola oggi è molto più di un prodotto da scaffale: è una leva geopolitica, un indicatore economico, un banco di prova per le politiche ambientali del futuro. Chi saprà governare questa fase con visione, innovazione e sostenibilità potrà mantenere il proprio vantaggio competitivo. Chi invece resterà ancorato a vecchi modelli rischia di trovarsi fuori gioco in un mercato che non aspetta nessuno.

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Snack di mare: un mercato ancora aperto per la filiera italiana

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Snack di mare: un mercato ancora aperto per la filiera italiana – Il crescente interesse dei consumatori per alimenti ricchi di proteine, funzionali, facili da trasportare e adatti a stili di vita dinamici ha favorito l’affermazione di nuovi segmenti, tra cui quello degli snack proteici a base di pesce. Si tratta di prodotti sviluppati prevalentemente in Asia e negli Stati Uniti, dove il mercato offre oggi referenze molto varie: bastoncini affumicati, strisce di jerky al salmone o al tonno, chips di pelle essiccata, barrette di polpa compattata. Il principio è sempre lo stesso: fornire un apporto nutrizionale interessante in un formato pratico e stabile, con shelf life prolungata e un profilo salutistico coerente con le esigenze contemporanee.

Anche in Italia questi prodotti si trovano facilmente in commercio, sia online che in alcuni punti vendita fisici, grazie a distributori specializzati e all’e-commerce internazionale. Tuttavia, a oggi non risultano presenti sul territorio nazionale realtà produttive impegnate nella realizzazione di snack proteici a base di pesce destinati al consumo umano. È un dato che può suscitare interesse, considerando che l’Italia dispone di una filiera ittica completa, sia per quanto riguarda la pesca sia per l’acquacoltura, oltre a un comparto della trasformazione alimentare ben sviluppato.

Le stime sul mercato globale degli snack proteici indicano un’espansione significativa: secondo Future Market Insights, il valore complessivo del comparto potrebbe raggiungere i 10 miliardi di dollari entro il 2032, in netto aumento rispetto ai 4,1 miliardi del 2022. In Italia, il claim “ricco di proteine” è tra i più dinamici, con una crescita del 5% nei volumi di vendita e un incremento del 20% nel valore, per un fatturato che si avvicina ai 2 miliardi di euro. Parallelamente, il mercato dei prodotti ittici trasformati registra un trend positivo, con una previsione di crescita annua attorno al 5% fino al 2031, sostenuta dalla domanda di prodotti ready-to-eat e dall’attenzione alla qualità nutrizionale.

L’assenza di snack proteici di origine italiana non implica necessariamente un ritardo, ma rappresenta sicuramente uno spazio ancora aperto. Un’impresa italiana potrebbe valutare, in base a disponibilità di materia prima, attrezzature e canali commerciali, l’introduzione di una linea innovativa che parta da specie locali o sottoutilizzate. Le tecnologie oggi disponibili rendono possibile l’avvio di produzioni modulari anche con volumi iniziali ridotti, mentre il marketing nutrizionale e il packaging specializzato consentono un posizionamento competitivo non solo nella GDO, ma anche in canali alternativi come vending, sport, viaggi e digital delivery.

Senza pretese di trarre conclusioni definitive, si può ipotizzare che lo sviluppo di snack proteici a base di pesce possa offrire un’occasione concreta per la diversificazione della produzione nazionale. A fronte di una domanda già attiva e di uno scenario internazionale in movimento, il settore ittico italiano potrebbe valutare, con realismo e spirito progettuale, se esplorare questo segmento come integrazione al core business esistente. In un momento storico in cui l’innovazione è spesso legata alla capacità di interpretare esigenze di consumo emergenti, anche una piccola iniziativa in questo ambito potrebbe aprire scenari interessanti.

Snack proteici a base di pesce disponibili in Italia (prodotti importati)

Bulk™ – Snack di pesce essiccato
Disponibili sul sito Bulk.com, questi snack sono realizzati con pesce essiccato, offrendo un’alternativa ad alto contenuto proteico rispetto al manzo essiccato.

Etsy – Dried Fish Snack
Su Etsy Italia è possibile trovare una varietà di snack di pesce essiccato, tra cui spratti, pelle di pesce croccante e altri prodotti simili, spesso provenienti da produttori artigianali internazionali.

​Villaggio Natura – Barfood Snack Filetti di Pesce Bumalo
Questo snack naturale al 100%, noto anche come “Anatra di mare” o “Bombay Duck Fillet”, è disponibile presso Villaggio Natura.

Snack di mare: un mercato ancora aperto per la filiera italiana

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