La disinformazione danneggia la pesca

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Il fermo di pesca anticipato per gli attrezzi trainati per le marinerie di Calabria e Puglia non è una decisione immotivata e incomprensibile del MASAF, tantomeno presa su richiesta di associazioni datoriali – come affermato da testate ed associazioni locali – ma la conseguenza di disposizioni vigenti di natura sovranazionale (FAO CGPM – CE) e del piano di gestione pluriennale per lo sfruttamento sostenibile degli stock dei gamberi di profondità (raccomandazione Cgpm/45/2022/6) estensibile anche ad altri stock della pesca a strascico.

L’andamento delle catture e l’intensità di pesca registrate fino al mese di giugno hanno reso necessario lo spostamento del periodo di interruzione obbligatoria di 30 giorni, che le organizzazioni datoriali e sindacali avevano unitariamente proposto a decorrere da lunedì 15 settembre e che il Masaf ha dovuto disporre dal 1° dello stesso mese in virtù della vigenza della Raccomandazione CGPM sopra citata.

La corretta informazione del ceto peschereccio, che esprime a riguardo un comprensibile disagio, rimane sempre più il presupposto essenziale per la comprensione e condivisione degli sforzi necessari al rispetto delle norme vigenti e al raggiungimento degli obiettivi posti dalla politica della pesca sulla base di dati scientifici e negoziati nelle sedi multilaterali, al di fuori dei quali la già difficile situazione del settore non potrà che aggravarsi con sanzioni, procedure di infrazione e inevitabili atti esecutivi della Commissione europea.

Le Associazioni cooperative non rinunceranno mai a sostenere le richieste delle marinerie per trovare soluzioni in difesa dei legittimi interessi di chi vive e lavora di mare e con il mare.

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Rallenta il mercato mondiale del pesce surgelato

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Nel 2024 il mercato mondiale del pesce surgelato ha raggiunto circa 46 milioni di tonnellate consumate, in linea con l’anno precedente, ma il valore complessivo si è ridotto a 159,7 miliardi di dollari, segnando un calo del 2,1% rispetto al 2023 (IndexBox).

La crescita in volume (+1,5% medio annuo dal 2013) non si traduce in un analogo incremento economico, a conferma della pressione sui prezzi lungo la catena globale.

La produzione mondiale si attesta a 45 milioni di tonnellate, per un valore di 173,6 miliardi di dollari, con un trend analogo a quello dei consumi. Il segmento dei pesci interi surgelati domina sia per volume (68% del totale) sia per valore (71 miliardi di dollari), mentre crostacei e filetti seguono con quote più contenute ma dinamiche diverse. In particolare, i crostacei surgelati evidenziano i tassi di crescita più rapidi, sia negli scambi che nei prezzi medi.

Sul fronte commerciale, nel 2024 le importazioni globali hanno toccato 21 milioni di tonnellate per un valore di 78,9 miliardi di dollari, in calo del 3,1%. La Cina è il primo importatore (3,9 milioni di tonnellate), seguita da Thailandia, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. In Europa, Germania, Spagna e Italia restano hub strategici, ma con margini più compressi a causa della volatilità dei prezzi internazionali e della concorrenza asiatica.

Cina leader anche sul fronte dell’offerta

Le esportazioni globali si fermano a 20 milioni di tonnellate (-3,4%), con la Cina leader anche sul fronte dell’offerta (7,8 miliardi di dollari in valore), affiancata da Ecuador e India. I prezzi medi di importazione a livello mondiale scendono a 3.828 dollari per tonnellata, con gli Stati Uniti che restano il mercato più costoso (oltre 8.000 dollari per tonnellata) e l’Africa occidentale a livelli molto inferiori.

Il consumo pro capite continua a mostrare forti disparità geografiche: dalla Mauritania con 254 kg annui per persona, alla media mondiale ferma a circa 5,7 kg. In Europa, la domanda di surgelato è sostenuta dalla distribuzione moderna e dai canali Horeca, ma la sensibilità al prezzo impone una costante ridefinizione delle strategie di approvvigionamento.

Prospettive al 2035

Le prospettive delineate fino al 2035 indicano un incremento moderato: +0,9% in volume e +2,5% in valore, fino a 51 milioni di tonnellate e 208,6 miliardi di dollari complessivi. Per l’Italia e l’Europa questo significa la necessità di consolidare filiere efficienti, rafforzare la diversificazione delle origini e integrare le logiche di sostenibilità e tracciabilità, sempre più centrali nei mercati di sbocco.

Il quadro globale evidenzia un mercato in equilibrio fragile: volumi stabili, valori in calo e margini sotto pressione. La leadership asiatica condiziona gli equilibri internazionali, mentre l’Europa, Italia inclusa, deve muoversi tra competitività, sicurezza alimentare e nuove sfide normative. Capire queste dinamiche oggi è fondamentale per orientare scelte industriali e politiche nei prossimi dieci anni.

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European smoked and dried fish market rebounds in 2024

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In 2024, the European smoked and dried fish market showed a significant trend reversal. According to IndexBox, consumption reached 749 thousand tons, marking an 8.9% increase compared to 2023, with a total value of around $8.1 billion.

European production stood at 794 thousand tons, up 9%, though still below 2022 levels. In value terms, production reached $8.5 billion, confirming the sector’s role as a strategic pillar of the European agri-food industry.

Imports totaled 396 thousand tons worth $4.6 billion. Germany is the largest market, followed by Portugal and Italy, with Italy importing about 49 thousand tons worth $678 million. This highlights Italy’s position as one of the main hubs of European demand, driven both by the foodservice sector and large-scale retail.

On the export side, Europe shipped 431 thousand tons abroad (-3.8% compared to 2023) for a value of $4.8 billion. Poland and Norway lead the ranking, with $1.3 billion and $943 million respectively, while the Netherlands recorded the most dynamic growth rate of the past decade.

Average trade prices reveal diverging dynamics: European import prices rose to $11,676 per ton, with peaks above $16,000 in Germany, while export prices remained stable at $11,218 per ton.

For Italy, the challenge remains the same: competing in a growing market dominated by Nordic players. Differentiation through quality and traceability can strengthen competitiveness and reduce reliance on imports, within a European landscape evolving at a fast pace.

2024 therefore marks a concrete recovery for the European smoked and dried fish market. For Italy, the third-largest importing market, the outlook is clear: invest in added value and qualified supply chains to stay competitive in an increasingly international arena.

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Settembre è il nuovo gennaio: buoni propositi e più pesce in tavola

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Settembre è il nuovo gennaio. Il mese dei buoni propositi, delle agende nuove e delle iscrizioni in palestra. E, stando ai dati di Confcooperative-Fedagripesca, anche del ritorno al pesce: i consumi  aumentano tra il 10 e il 15% dopo l’estate.

Dopo le vacanze e settimane di fritti e aperitivi in riva al mare, tre italiani su quattro dichiarano di volersi orientare verso un’alimentazione più leggera, basata su verdure, frutta e proteine nobili del mare.

Il “pesce del rientro” non è sempre lo stesso. La domanda si concentra su specie magre e facilmente digeribili come nasello, orata, sogliola e spigola. Scelte che si sposano con metodi di cottura semplici — vapore, forno o griglia — pensati per alleggerire i pasti e rendere più digeribile il ritorno alla routine. Un segnale chiaro di come la salute guidi le decisioni di acquisto più del prezzo, almeno in questa fase.

Il calendario della stagionalità aggiunge un tassello importante. Settembre è il mese ideale per acciughe, dentice, sarde, sgombro e triglie: prodotti freschi, disponibili in abbondanza e con un risparmio fino al 30% rispetto alle specie fuori stagione. Qui il tema non è solo economico: scegliere pesce stagionale significa ridurre l’impronta ambientale e sostenere una filiera più equilibrata.

Per la GDO e le pescherie locali, il rientro post-vacanza rappresenta una finestra da sfruttare. Il consumatore torna a pianificare la spesa, è più attento alle etichette e più disposto a sperimentare. Offrire assortimenti calibrati e comunicare il valore del prodotto locale diventa quindi un’opportunità strategica. Non si tratta soltanto di vendere di più, ma di consolidare una relazione di fiducia con chi cerca qualità e trasparenza.

La domanda che resta aperta è se questa spinta duri oltre settembre. L’esperienza degli operatori dice che il picco tende a smorzarsi con l’arrivo dell’autunno, quando la routine prende il sopravvento. Eppure, trasformare i buoni propositi in abitudine è possibile: campagne educative, promozioni mirate e valorizzazione della stagionalità possono aiutare a mantenere costante l’interesse.

Il confronto europeo mostra dinamiche simili. In molti Paesi dell’UE, settembre coincide con un aumento dei consumi ittici legato alla ripresa delle scuole e alla ricerca di pasti equilibrati. L’Italia non fa eccezione, ma ha un vantaggio competitivo: la varietà del pescato disponibile e una tradizione gastronomica che consente di interpretare il “pesce leggero” in mille modi.

Così, tra sensi di colpa e voglia di rinnovarsi, settembre diventa ogni anno un banco di prova per il settore ittico. Non basta cavalcare l’onda del momento: la sfida è dare continuità a un consumo che, partendo dai buoni propositi, può rafforzare l’intera filiera.

Il rientro dalle vacanze non è solo un rito sociale: per il settore ittico è un’occasione di mercato. L’aumento dei consumi di settembre, spinto da leggerezza e stagionalità, può trasformarsi in leva strutturale se produttori e distributori sapranno consolidare l’interesse oltre il picco iniziale.

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Nota catena di ristoranti inglese rilancia il fish & chips: gratis per i bambini

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Il fish & chips di pesce fresco diventa protagonista nel South West dell’Inghilterra con le nuove iniziative lanciate da Rockfish. La catena, fondata dallo chef e imprenditore Mitch Tonks, si è affermata negli ultimi anni come punto di riferimento nella ristorazione costiera, grazie a un’offerta centrata sul pesce proveniente dalle aste giornaliere del mercato ittico di Brixham.

A Exeter, capoluogo della contea del Devon e città storica attraversata dal fiume Exe, Rockfish ha avviato il servizio Click & Collect. Qui i clienti possono ordinare online piatti come haddock e patatine, con contorni tipici, e ritirarli direttamente al Quayside, la zona pedonale sul molo di Exeter. L’iniziativa consente di gustare il pesce fresco all’aperto, abbinandolo a esperienze di turismo costiero e sportivo, come kayak e paddleboard.

A Plymouth, città portuale con una forte tradizione navale e sede del National Marine Aquarium, Rockfish ha introdotto invece l’iniziativa Kids Eat Free. La formula permette ai bambini sotto gli undici anni di avere una porzione gratuita per ogni adulto che ordina un piatto principale. Attiva tutto l’anno, l’offerta punta a creare un legame positivo con il consumo di pesce fin dall’infanzia, rendendo la ristorazione più inclusiva per le famiglie.

Il modello Rockfish non si limita a un’operazione commerciale: unisce freschezza, accessibilità e territorialità, rafforzando il rapporto tra mercati ittici e ristorazione. Per la filiera europea – e italiana in particolare – rappresenta uno spunto interessante su come valorizzare la qualità del pescato attraverso formule che avvicinano il consumatore al mare e alle sue tradizioni.

Rockfish dimostra come il fish & chips di pesce fresco possa diventare un’esperienza culturale e gastronomica, capace di educare i giovani consumatori e valorizzare i mercati locali.

 

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