Skretting lancia l’Impact Report 2024 con la nuova proposta di sostenibilità ACT

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In qualità di uno dei maggiori produttori mondiali di mangimi per l’acquacoltura, Skretting sta seguendo un percorso ambizioso per contribuire in modo significativo a nutrire, in modo sicuro, sano e sostenibile, una popolazione che si avvicina ai 10 miliardi di persone entro il 2050.

L’Impact Report 2024 documenta i notevoli progressi compiuti a livello globale e segna il lancio di una nuova proposta di valore incentrata sulla sostenibilità. Tuttavia, nel corso del 2024 è emerso chiaramente che una delle sfide più importanti per il settore è il mantenimento della nostra licenza sociale.

Nel tentativo di costruire e mantenere la fiducia lungo l’intera catena del valore, Skretting si impegna ogni anno a pubblicare un report sempre più trasparente, che celebri i risultati raggiunti e rifletta con onestà su ciò che può essere migliorato. Anche quest’anno non fa eccezione.

“Noi di Skretting ci impegniamo a essere i migliori in assoluto per quanto riguarda l’innovazione, l’attenzione al cliente e la sostenibilità. I risultati ottenuti nel 2024 dimostrano che siamo seriamente intenzionati a essere leader in questi settori. Sono orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato insieme”, afferma Bastiaan van Tilburg, CEO di Skretting.

I numeri riflettono i progressi

Per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas serra, nel 2024 Skretting ha reso noti non solo i dati a livello globale, ma anche quelli relativi a ciascuna unità operativa, con un dettaglio ancora maggiore per ogni paese coinvolto nella produzione di mangimi per il salmone (Australia, Cile, Nord America e Norvegia). Le riduzioni sono state misurate su tutti e tre gli ambiti (Scopo 1, 2 e 3), confrontando i risultati del 2024 con i dati di riferimento del 2018. Le emissioni Scopo 1 e 2 sono diminuite del 34,9%, mentre le emissioni Scopo 3 hanno registrato una riduzione del 10,2%. Nello stesso periodo, Skretting è riuscita a ridurre del 26% l’impronta carbonica media per tonnellata di mangime prodotto.

Anche l’utilizzo di antibiotici è stato oggetto di trasparenza: l’azienda ha comunicato quantità, localizzazione e motivazioni dell’impiego. Dal 2021, si è registrata una riduzione del 5% nell’uso di antimicrobici considerati critici per la medicina umana (CIA) e una diminuzione del 53% per quelli non classificati come CIA. Nel 2024, solo l’1,4% del mangime totale conteneva antibiotici, in calo rispetto all’1,6% del 2023.

Importanti progressi sono stati raggiunti anche nell’utilizzo di ingredienti marini certificati, passati dal 77% nel 2023 all’85% nel 2024.

La diversità e l’inclusione (D&I) restano una priorità per Skretting: nel 2024, il 27% dei ruoli dirigenziali era ricoperto da donne. Il Consiglio D&I, composto da rappresentanti di tutto il mondo, ha lavorato attivamente per promuovere un ambiente di lavoro più inclusivo. Tra le tante iniziative, il Consiglio ha sostenuto una cultura del feedback e promosso l’uguaglianza, con particolare attenzione ai membri della comunità Skretting meno visibili o più vulnerabili.

Un anno ricco di eventi all’insegna della sostenibilità

Nel 2024, la casa madre di Skretting, Nutreco, ha celebrato l’apertura del Giardino del Futuro nel cantone di Thurgau, in Svizzera. Si tratta di un centro all’avanguardia dove vengono sviluppati ingredienti vegetali proprietari chiamati Fitocomplessi, ora integrati nei mangimi Skretting per offrire soluzioni innovative in risposta ad alcune delle principali sfide sanitarie che riguardano pesci e crostacei.

Poiché una delle esigenze più urgenti del settore è trovare fonti alternative di EPA e DHA, Skretting ha inoltre sviluppato la Skretting Novel Ingredient Matrix, uno strumento per valutare i propri fornitori. Sono stati identificati tre criteri fondamentali: sostenibilità, performance dell’ingrediente e capacità del fornitore.

Nel medesimo spirito di approvvigionamento responsabile, sette stabilimenti Skretting hanno ottenuto la certificazione ASC Feed, posizionandosi come pionieri nel settore del salmone, così come nell’Unione Europea, in Ecuador e in Giappone. Questo standard impone requisiti rigorosi in termini di tracciabilità, sostenibilità ambientale e responsabilità sociale.

Co-creare il cambiamento con ACT

La sostenibilità significa intraprendere azioni concrete che generano un cambiamento reale e creano valore nel lungo termine. Per questo motivo Skretting ha scelto di lanciare la sua nuova proposta di valore per la sostenibilità, chiamata ACT, in concomitanza con l’Impact Report 2024.

ACT è l’acronimo di: Action (agire su ciò che conta davvero e con impatto), Connection (coinvolgere gli stakeholder giusti per accelerare il cambiamento) e Transparency (essere un partner affidabile, fornendo informazioni chiare e pertinenti).

Questo approccio è stato sviluppato pensando ai clienti di Skretting, per supportarli nel raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità nei mercati in cui operano. Attraverso ACT, Skretting si pone come punto di riferimento nella co-creazione di soluzioni sostenibili che generano benefici concreti per fornitori, allevatori e per l’intero settore.

Un impegno per le generazioni che verranno

“La nostra missione è Nutrire il Futuro e, nel 2024, abbiamo contribuito ogni giorno a fornire 24 milioni di porzioni di pasti a base di prodotti ittici in tutto il mondo. Tuttavia, dobbiamo fare di più per aiutare il settore a esprimere tutto il suo potenziale di crescita. Se non riusciremo in questo, la sicurezza alimentare globale sarà a rischio”, afferma van Tilburg.

“Per questo invitiamo i nostri partner nel settore ad abbracciare una visione a lungo termine e a collaborare per garantire investimenti, innovazione e progresso in ambito di sostenibilità. Insieme ai nostri team presenti in tutte le regioni, Skretting si impegna a svolgere un ruolo di primo piano e a sostenere l’acquacoltura nel raggiungimento del suo pieno potenziale.”

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Granchio Blu, i risarcimenti alle Regioni del nord Adriatico

L’ordinanza del Commissario straordinario

Due milioni 900mila euro all’Emilia-Romagna a titolo di indennizzo per chi ha avuto danni dall’emergenza granchio blu. Li assegna, con un’apposita ordinanza, il commissario straordinario di Governo, Enrico Caterino, all’interno di un pacchetto complessivo da 3,7 milioni, ripartito tra le tre Regioni più colpite dal fenomeno: Veneto, Friuli Venezia-Giulia ed Emilia-Romagna.

Primi indennizzi per l’emergenza da granchio blu

La reazione dell’Emilia Romagna

“Una notizia positiva, che rappresenta finalmente un segnale concreto di attenzione alle imprese colpite da questo dramma – le parole dell’assessore all’Agricoltura e Pesca dell’Emilia, Alessio Mammi-. Adesso aspettiamo anche una strategia di rilancio per il settore e per sostenere azioni di commercializzazione del granchio blu, visto l’interesse manifestato da parte di diversi mercati esteri. Siamo stati al fianco delle imprese e delle cooperative, stanziando risorse per aiutare e sostenere un comparto che dà lavoro a centinaia di persone. Nel 2023 e 2024 abbiamo messo 2 milioni di euro di risorse nostre, uno all’anno, e un altro milione nel 2025, con un bando già pubblicato e in scadenza a metà luglio a beneficio delle attività di recupero e smaltimento del granchio blu”.

In Emilia-Romagna, i danni causati dal crostaceo sono stati quantificati finora in 16,8 milioni: è dall’inizio dell’autunno del 2022 che, nell’area antistante la costa dell’Emilia-Romagna, in particolare nelle acque ricomprese fra la parte settentrionale del comune di Goro e la parte meridionale del comune di Comacchio, si assiste alla proliferazione di granchi blu. Una specie, questa, responsabile della distruzione delle vongole allo stadio giovanile (il “novellame”) e della fortissima riduzione, nell’ordine di oltre il 70% in alcune aree, delle vongole di taglia commerciale.

Cassette in EPS: il packaging che tiene insieme efficienza e riciclo

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Nel dibattito sempre più acceso sull’impatto ambientale degli imballaggi, le cassette in polistirolo per il pesce tornano sotto i riflettori. Non per una nuova accusa, ma per una rivalutazione basata su dati concreti. Lungi dall’essere un problema ambientale, l’EPS (polistirene espanso sinterizzato) si conferma uno dei materiali più tracciabili, riciclabili e performanti utilizzati dalla filiera ittica.

A fronte di percezioni distorte alimentate da immagini suggestive di spiagge deturpate, gli studi dimostrano una realtà ben diversa. Il Ministero dell’Ambiente della Danimarca, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale della Pesca, ha rilevato che, sebbene l’EPS costituisca circa l’11% dei rifiuti plastici per numero sulle coste del Mar Baltico, in termini di peso incide per meno dell’1%. In Paesi come Svezia e Germania questa percentuale è ancora più bassa. Anche l’analisi della Great Pacific Garbage Patch – la più grande isola di plastica galleggiante al mondo – stima che i materiali espansi pesino complessivamente meno del 5% del totale.

Nel contesto nazionale, l’Associazione Italiana Polistirene Espanso (AIPE) conferma l’allineamento dei dati italiani con quelli internazionali. “L’EPS è visibile, leggero e galleggiante. Questo lo rende facile da raccogliere e riciclare, ma anche soggetto a pregiudizi visivi”, ha dichiarato Giuseppe Rinaldi, Presidente AIPE. “Serve un cambio di paradigma: non contare gli oggetti, ma valutare l’impatto reale in peso”.

Il settore ittico conosce bene le qualità dell’EPS: atossico, resistente all’umidità, leggerissimo (98% aria) e riciclabile al 100%, è il materiale d’elezione per l’imballaggio del pesce fresco. Dal 2021, ad esempio, il Mercato Ittico di Milano, il più grande d’Italia, ha avviato un progetto virtuoso con AIPE che consente il recupero e il riciclo di oltre 200 tonnellate di EPS ogni anno, pari alla quasi totalità delle cassette utilizzate. Un modello di economia circolare che può – e dovrebbe – essere replicato.

Oggi, grazie alla collaborazione con COREPLA e all’adesione a iniziative come Operation Clean Sweep®, l’intera filiera dell’EPS si muove verso una maggiore efficienza ambientale. Il nuovo Decreto CAM Rifiuti, pubblicato ad aprile 2025, riconosce ufficialmente l’EPS tra i materiali idonei alla raccolta differenziata e alla preparazione per il riutilizzo, anche in ambito urbano.

La sfida, semmai, è comunicativa. In un’epoca in cui l’impatto ambientale è spesso raccontato più che misurato, l’EPS sconta una cattiva reputazione non supportata dai fatti. Eppure rappresenta un alleato prezioso per tutti gli attori della filiera ittica, dalla pesca alla GDO, passando per logistica, trasformazione e distribuzione. Efficienza termica, igiene, leggerezza e tracciabilità sono caratteristiche che, unite a un’infrastruttura di riciclo già operativa, ne fanno un’opzione che merita attenzione strategica, non stigma.

L’EPS si conferma dunque un materiale strategico per la filiera del pesce. Non solo per la sua efficienza tecnica, ma anche per la sua sostenibilità reale, supportata da dati. In un tempo in cui la narrazione ambientale rischia di sopraffare l’evidenza, è fondamentale tornare ai numeri e alle esperienze concrete già attive sul territorio.

Approfondire l’uso consapevole dell’EPS nella propria attività può fare la differenza: in termini di sostenibilità reale, tracciabilità e gestione virtuosa dell’imballaggio.

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MITICA: Mitilicoltura e alghe contro il cambiamento climatico nel Mare di Taranto

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La Giunta Regionale ha approvato lo schema di accordo di collaborazione con il Commissario Straordinario per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area di Taranto, il Centro Nazionale di Ricerca del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente e il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del mare, per la realizzazione del progetto MITICA. È l’acronimo di Mitilicoltura integrata per la tutela, l’innovazione e la capacità di adattamento al cambiamento climatico e ambientale. L’obiettivo finale è di sviluppare, con questo qualificato team di partner tecnici e istituzionali, su 18 mesi di lavoro, una serie di proposte per la produzione integrata di mitili e alghe, anche al fine di ottenere crediti di carbonio nel Mare di Taranto.

“Questo progetto sperimentale si inserisce nelle attività di tutela della produzione dei mitili sostenute dal bilancio regionale – ha sottolineato l’assessore della Regione Puglia all’Agricoltura e Risorse Idriche, Donato Pentassuglia – ed è nato grazie ad un confronto multilivello con i rappresentanti degli enti di ricerca, alla ricerca di soluzioni efficaci per fronteggiare la moria dei mitili, dovuta al surriscaldamento delle acque. Verranno quindi avviati una serie di monitoraggi ambientali nelle acque del mare di Taranto, utili allo sviluppo di metodologie innovative, capaci di fronteggiare le problematiche causate dal cambiamento climatico alle nostre latitudini. Azioni concertate sempre nel rispetto dell’economia circolare di questo delicato ecosistema per l’allevamento delle cozze, eccellenza autoctona e riconosciuta della produzione ittica pugliese. Possiamo dimostrare che la mitilicoltura e la tenuta ambientale del Mare di Taranto possono coesistere e generare opportunità di lavoro reali e regolari”.

Lo stanziamento regionale per il progetto MITICA è pari a 400.000 euro. La Sezione Gestione sostenibile e Tutela delle risorse forestali e naturali del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia curerà l’attuazione del progetto.

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Indennizzi per il granchio blu: 2,9 milioni all’Emilia-Romagna

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Due milioni 900mila euro all’Emilia-Romagna come indennizzi per chi ha subito danni dall’emergenza granchio blu. Ad assegnarli, con un’apposita ordinanza, il commissario straordinario di Governo, Enrico Caterino, all’interno di un pacchetto complessivo da 3,7 milioni, ripartito tra le tre Regioni più colpite dal fenomeno: Veneto, Friuli Venezia-Giulia e, appunto, Emilia-Romagna.

“Una notizia positiva, che rappresenta finalmente un segnale concreto di attenzione alle imprese colpite da questo dramma – ha commentato l’assessore all’Agricoltura e Pesca, Alessio Mammi-. Adesso, però, aspettiamo anche una strategia di rilancio dal Governo per il settore e per sostenere azioni di commercializzazione del granchio blu, visto l’interesse manifestato da parte di diversi mercati esteri. Voglio ricordare- ha aggiunto Mammi- che fin dall’inizio di questa vera e propria emergenza economica e sociale, che colpisce in particolare le marinerie di Goro e Comacchio e le comunità di pescatori e acquacoltori, come Regione siamo stati al fianco delle imprese e delle cooperative, stanziando risorse per aiutare e sostenere un comparto, unico in Europa, che dà lavoro a centinaia di persone. Nel 2023 e 2024 abbiamo messo 2 milioni di euro di risorse nostre, uno all’anno, e un altro milione nel 2025, con un bando già pubblicato e in scadenza a metà luglio a beneficio delle attività di recupero e smaltimento del granchio blu”.

In Emilia-Romagna, i danni causati da questo crostaceo sono stati quantificati finora in 16,8 milioni: è dall’inizio dell’autunno del 2022 che, nell’area antistante la costa dell’Emilia-Romagna, in particolare nelle acque ricomprese fra la parte settentrionale del comune di Goro e la parte meridionale del comune di Comacchio, si assiste alla proliferazione di granchi blu. Una specie, questa, responsabile della distruzione delle vongole allo stadio giovanile (il “novellame”) e della fortissima riduzione, nell’ordine di oltre il 70% in alcune aree, delle vongole di taglia commerciale.

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