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L’efficacia delle politiche marittime europee poggia anche sulla qualità delle statistiche europee sulla pesca e l’acquacoltura, che a oggi derivano da una stratificazione normativa spesso ridondante. Con una proposta presentata ieri, la Commissione europea ha avviato un processo di riforma per rendere la raccolta dati del settore ittico più agile, coerente e al passo con le esigenze della sostenibilità.
L’iniziativa prevede la sostituzione di cinque regolamenti distinti con un unico quadro integrato. Si tratta di un passaggio atteso dagli operatori e dalle amministrazioni nazionali, che lamentano da tempo un carico burocratico sproporzionato rispetto all’efficacia informativa dei dati raccolti. Il nuovo approccio permetterà di riutilizzare dati amministrativi già disponibili, evitando doppie comunicazioni e riducendo drasticamente tempi e risorse impiegate dagli Stati membri.
Secondo Valdis Dombrovskis, Commissario responsabile per l’Economia e la Semplificazione, la proposta garantirà una maggiore accessibilità e usabilità delle statistiche, rendendo le politiche dell’UE “più informate e più efficaci per sostenere una prosperità sostenibile”.
Ma la riforma non si limita alla semplificazione. Per la prima volta, le statistiche europee sulla pesca e l’acquacoltura includeranno dati su aspetti finora parzialmente trascurati: rigetti in mare, pesca ricreativa, impatto su specie sensibili, sbarchi nei porti UE di flotte extracomunitarie e, non da ultimo, produzione di acquacoltura biologica.
Si apre così una nuova stagione per l’informazione statistica del settore ittico, orientata non solo alla governance interna dell’Unione ma anche alla cooperazione internazionale. Il nuovo assetto dati, infatti, sarà compatibile con i requisiti delle organizzazioni globali, facilitando la trasmissione di informazioni aggregate e standardizzate.
Costas Kadis, Commissario per la Pesca e gli oceani, ha evidenziato come la proposta “consentirà di prendere decisioni più consapevoli e di sostenere in modo più efficiente la sostenibilità a lungo termine della nostra pesca”, ribadendo il ruolo centrale dell’informazione affidabile nella costruzione di un futuro blu durevole.
Per il comparto ittico europeo — dalle amministrazioni locali alle imprese di pesca e acquacoltura — si profila un’opportunità strategica: disporre di statistiche europee sulla pesca e l’acquacoltura più tempestive, complete e orientate al supporto reale delle decisioni.
Verso una governance del mare basata sui dati
La riforma proposta è un passo deciso verso una governance moderna del mare, dove l’efficienza dei processi amministrativi e la qualità dei dati diventano strumenti concreti di tutela delle risorse.
La proposta della Commissione europea punta a modernizzare la raccolta delle statistiche europee sulla pesca e l’acquacoltura, riducendo la burocrazia e includendo nuovi ambiti fondamentali per la sostenibilità del comparto. Un cambiamento che apre scenari positivi per tutta la filiera, dalla produzione alla programmazione politica.
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L’articolo Pesca e acquacoltura UE, cambia la raccolta dati: meno burocrazia, più trasparenza proviene da Pesceinrete.
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