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È dunque ufficiale l’ingresso di Prysmian in AERO, l’Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore. Un passo che segna un punto di svolta nella costruzione di una filiera italiana solida e strategica per le rinnovabili marine. Il coinvolgimento diretto di un gruppo industriale da oltre 17 miliardi di euro di fatturato, con 107 stabilimenti nel mondo e una posizione di leadership riconosciuta nelle interconnessioni sottomarine, rappresenta molto più di un’adesione simbolica. È un segnale chiaro di maturazione dell’ecosistema offshore nazionale, con implicazioni rilevanti anche per settori adiacenti come la pesca e l’economia blu.

L’ingresso di Prysmian in AERO porta in dote un know-how industriale cruciale nella progettazione e installazione di cavi sottomarini ad alta tensione, elementi essenziali per collegare i grandi parchi eolici offshore alle reti elettriche. Questo non solo accelera la transizione energetica, ma rafforza anche le basi infrastrutturali necessarie per valorizzare in modo sostenibile le risorse del mare. Un’evoluzione che, se ben gestita, può rappresentare un’opportunità per tutto il comparto costiero italiano, dalla cantieristica all’itticoltura, fino alla pesca artigianale e alla logistica portuale.

Secondo Fulvio Mamone Capria, Presidente di AERO, il contributo di Prysmian non si limita alla forza produttiva: “Prysmian ci offre un importante contributo industriale e tecnologico per sviluppare la supply chain dedicata alle rinnovabili dal mare. Il suo ingresso rappresenta un segnale forte per il settore offshore in Italia, che sta rapidamente evolvendo verso un ruolo strategico nella decarbonizzazione e nella sicurezza energetica nazionale ed europea”.

In questo scenario, anche la filiera ittica è chiamata a interrogarsi su come posizionarsi. L’espansione della produzione energetica offshore sta già modificando l’uso degli spazi marini, introducendo nuovi vincoli ma anche possibilità inedite. In altri contesti europei, come il Mare del Nord, si sperimenta la coesistenza tra allevamenti ittici e pale eoliche, con sinergie che vanno dalla riduzione dell’impatto ambientale alla diversificazione delle fonti di reddito per le marinerie locali.

L’ingresso di Prysmian in AERO rafforza la possibilità di replicare anche in Italia questi modelli ibridi, in cui il mare non è più solo teatro di conflitti tra usi concorrenti, ma luogo di convergenza tra sostenibilità ambientale, produzione energetica e filiere produttive tradizionali. Per la pesca, questo significa poter contribuire — e non solo subire — alla costruzione del futuro energetico nazionale.

“Siamo orgogliosi di accogliere nel nostro network un player globale come Prysmian — ha dichiarato ancora Mamone Capria —. Il loro know-how rafforza l’intera filiera italiana delle rinnovabili marine e offre nuove sinergie per accelerare lo sviluppo degli impianti eolici offshore. Con Prysmian, la nostra piattaforma nazionale guadagna una voce industriale capace di dialogare con le istituzioni, la ricerca e i territori”.

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L’articolo Prysmian entra in AERO: nuova spinta all’offshore e ricadute per la filiera blu proviene da Pesceinrete.

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