Mese: Luglio 2025 Pagina 3 di 28

Cooperazione Italia-Etiopia: la pesca entra nell’intesa strategica

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A margine del Summit sui Sistemi Alimentari delle Nazioni Unite, tenutosi ieri ad Addis Abeba, è stato siglato un Memorandum d’Intesa che segna un passo concreto verso una cooperazione rafforzata tra Italia ed Etiopia. L’accordo sulla pesca Italia Etiopia, parte integrante del partenariato bilaterale più ampio in materia di agricoltura e trasformazione alimentare, è stato firmato dal Ministro italiano Francesco Lollobrigida e dal suo omologo etiope Girma Amente.

Frutto di una relazione diplomatica consolidata e dell’esperienza positiva avviata con il progetto sulla filiera del caffè nel 2023, l’intesa si inserisce nel quadro operativo del Piano Mattei, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile delle filiere agroalimentari, ittiche e zootecniche. Per la pesca, si apre un’opportunità concreta di cooperazione tecnica e commerciale in una regione che dispone di risorse idriche interne e costiere ancora sottoutilizzate, ma strategiche per la sicurezza alimentare.

Il Memorandum, della durata quinquennale e rinnovabile, prevede tra le priorità anche la ricerca congiunta di investimenti nella produzione e commercio di prodotti ittici, oltre alla diffusione di tecnologie innovative per la trasformazione alimentare. In questo contesto, l’accordo sulla pesca tra Italia ed Etiopia può rappresentare un volano per le imprese italiane del settore, interessate a esportare know-how, impianti di lavorazione e modelli di filiera integrata.

Altro tema chiave dell’accordo è la tracciabilità: nei programmi di valorizzazione delle produzioni locali si prevede il rafforzamento dei sistemi di certificazione e delle indicazioni geografiche, inclusi i prodotti ittici. Una prospettiva che guarda non solo alla sicurezza alimentare, ma anche all’accesso ai mercati internazionali.

La cabina di regia sarà affidata a un Comitato Congiunto tra i due Ministeri, incaricato di monitorare l’attuazione del Memorandum e di convocarsi annualmente, alternando le sedi tra Italia ed Etiopia. Questo meccanismo garantirà il coordinamento tra le istituzioni e la concreta attivazione dei progetti previsti.

Per il comparto ittico italiano, l’accordo sulla pesca tra Italia ed Etiopia rappresenta una finestra strategica su un continente in crescita, dove le politiche alimentari stanno puntando sulla diversificazione produttiva e sulla modernizzazione delle infrastrutture. Allo stesso tempo, rafforza la dimensione internazionale dell’industria ittica italiana, che può contribuire allo sviluppo con tecnologie, competenze e capacità imprenditoriali.

I due Ministri hanno espresso congiuntamente soddisfazione per il risultato raggiunto, evidenziando come l’intesa risponda a una visione comune: rafforzare la resilienza alimentare attraverso il partenariato, l’innovazione e lo sviluppo economico locale.

L’accordo siglato ad Addis Abeba tra Italia ed Etiopia apre nuove prospettive per la cooperazione internazionale. Tra investimenti, tecnologie e valorizzazione delle produzioni, si consolida un asse strategico che potrà favorire crescita e sostenibilità su entrambi i fronti.

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US tariffs on Italian seafood: A blow to premium exports

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US tariffs on Italian seafood: A blow to premium exports – A new trade deal between Ursula von der Leyen and Donald Trump ushers in a fresh wave of tariffs on European exports to the United States. The agreement sets a flat 15% customs duty on most exported goods, sparing only a few strategic sectors like aerospace and microelectronics. For Italian agri-food exports—including seafood—this could become a serious obstacle to international competitiveness.

While the agreement avoids the harsher scenario of a 30% tariff, which had been discussed until just days ago, the outcome is still far from painless. Italian seafood exports to the US, though not the largest segment, represent a high-value niche for companies operating in processing, premium products, and certified specialties. Prepared tuna, anchovy, and mackerel products, high-end crustaceans, and smoked fillets aimed at gourmet retail and foodservice may see their margins squeezed or demand weakened.

Industry stakeholders warn of a twofold risk: on one hand, higher costs could make Italian products less attractive on US shelves compared to non-EU competitors; on the other, the falling dollar further worsens the outlook for exporters. The seafood sector finds itself absorbing the commercial shock of geopolitical tensions and macroeconomic shifts beyond its control.

Italian agri-food associations have already raised the alarm, calling on Brussels and the national government to introduce targeted support for the hardest-hit sectors. The fisheries and seafood processing industries are closely watching developments: what’s at stake is not just export volumes, but Italy’s hard-earned reputation in the US market, where “Made in Italy” is often synonymous with quality.

Although the full list of affected product categories has yet to be published, it is reasonable to assume that most processed seafood tariff codes will fall under the higher duty bracket. This calls for a strategic reassessment by companies trading with the US—reviewing market positioning, planning targeted promotions, or exploring potential access to alternative bilateral concessions where available.

In short, the deal avoids a damaging escalation but demands a shift in strategy. For the Italian seafood sector—which has built a solid international reputation over the years—closely tracking regulatory changes and deploying mitigation measures will be essential. European trade policy must now ensure that strategic value chains like seafood are not left behind.

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Il merluzzo russo guida le forniture cinesi, in calo l’export norvegese

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Nel 2024, la Russia ha consolidato la propria posizione di leadership nell’export di merluzzo russo sul mercato cinese, superando definitivamente la Norvegia e segnando un’inversione di tendenza significativa per uno dei segmenti chiave della pesca demersale globale. A confermarlo sono i dati ufficiali FAO analizzati da WARPE, rilanciati dall’Associazione panrussa dell’industria della pesca, che tracciano un quadro in cui Mosca, nonostante un calo complessivo delle proprie esportazioni, riesce a mantenere un primato strategico verso Pechino.

La Cina continua infatti a essere un nodo cruciale nella catena globale del merluzzo congelato, non solo come acquirente diretto ma anche come hub di trasformazione e riesportazione. Nel 2024, le importazioni cinesi di merluzzo congelato hanno raggiunto 144 mila tonnellate, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Di queste, oltre il 65% proveniva dalla Russia, che ha spedito verso la Cina 36,7 mila tonnellate nella prima metà dell’anno, contro le appena 4,7 mila tonnellate norvegesi. Il confronto è impietoso: otto volte tanto.

Il sorpasso russo si consolida in un contesto complesso, segnato da una contrazione del commercio globale di pesci demersali. Le cause principali? Riduzione delle quote di cattura, diminuzione della produzione e un embargo che ha colpito il merluzzo russo in alcuni mercati occidentali. Eppure, proprio questo scenario ha rafforzato i legami tra Russia e Cina, portando quest’ultima a preferire un fornitore meno costoso e più affidabile dal punto di vista logistico e politico.

Secondo i dati FAO, nel 2024 la Russia ha esportato circa 800 mila tonnellate di merluzzo, in calo rispetto al 2023 ma comunque dominate in quota destinata alla Cina. La Norvegia, invece, ha visto crollare le proprie esportazioni di merluzzo congelato del 40% rispetto al 2022, con appena 40 mila tonnellate esportate nel 2024. Il motivo? Un chiaro calo di interesse da parte dei buyer cinesi, sempre più orientati verso il prodotto russo per ragioni di prezzo e disponibilità.

Il merluzzo russo sul mercato cinese, quindi, non è solo una questione di volumi ma anche di posizionamento strategico. Mentre i mercati occidentali impongono restrizioni commerciali, la Russia rafforza le relazioni con l’Estremo Oriente, riconfigurando l’equilibrio globale dell’offerta ittica. Il rischio, per i competitor europei, è quello di una marginalizzazione crescente in uno dei mercati più vitali e dinamici al mondo.

La sfida è aperta anche sul piano della trasformazione: la Cina importa, lavora e riesporta. Il merluzzo russo entra nei flussi commerciali globali con una penetrazione che non si ferma al consumo interno cinese. Questo fa del prodotto russo non solo un campione di esportazioni, ma anche un elemento chiave nella filiera industriale asiatica, che potrebbe estendere il vantaggio competitivo della Russia ben oltre il semplice dato doganale.

Il 2024 ha segnato un punto di svolta nel commercio globale del merluzzo congelato: il merluzzo russo sul mercato cinese ha soppiantato il concorrente norvegese, forte di costi più contenuti e volumi più stabili. La Cina consolida il suo ruolo di centro nevralgico, mentre la Norvegia perde terreno. Per la filiera europea, è il momento di ripensare strategie e alleanze.

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Lorenzo Gennari nominato Presidente EATIP: le congratulazioni di AMA

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AMA – Associazione Mediterranea Acquacoltori porge le proprie più sincere congratulazioni al Dott. Lorenzo Gennari per la sua recente nomina a Presidente della Piattaforma Europea per la Tecnologia e l’Innovazione dell’Acquacoltura (EATIP).

Il Dott. Gennari, in qualità di socio di AMA e rappresentante del comparto italiano della molluschicoltura presso la federazione dei produttori europei (AAC), assume tale incarico con una solida esperienza professionale e una visione strategica orientata allo sviluppo e alla promozione dell’innovazione nel settore della molluschicoltura e dell’acquacoltura a bassa trofia.

EATIP è un’associazione internazionale senza scopo di lucro dedicata al progresso del settore dell’acquacoltura in Europa, con particolare attenzione all’innovazione tecnologica.

La missione di EATIP si fonda sull’obiettivo di rafforzare il legame tra l’acquacoltura e il consumatore, promuovere un settore sostenibile, competitivo e resiliente, nonché consolidare il ruolo dell’acquacoltura nella società contemporanea.

La Presidenza del Dott. Gennari giunge in un momento cruciale per:

· Intensificare la cooperazione a livello europeo;

· Promuovere iniziative di ricerca ambiziose;

· Stimolare ulteriori investimenti volti ad affrontare le principali sfide che il comparto sta affrontando.

AMA prosegue con determinazione nel proprio impegno di crescita a livello nazionale e internazionale, partecipando attivamente alla costruzione di un settore dell’acquacoltura lungimirante, sostenibile e innovativo per l’Europa.

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Certificazione ASC: nel 2025, 18 nuovi mangimifici trainano il cambiamento globale

Certificazione ASC: nel 2025, 18 nuovi mangimifici trainano il cambiamento globale

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La certificazione ASC Feed continua a guadagnare slancio a livello globale, con i principali attori del settore che intensificano la produzione di mangimi responsabili. Da gennaio a metà luglio 2025, 18 mangimifici in 12 Paesi diversi hanno ottenuto la certificazione secondo lo Standard ASC Feed, compiendo un passo concreto per promuovere un cambiamento reale nell’acquacoltura.

Dalla Norvegia al Giappone, dall’Ecuador al Regno Unito, dall’Australia al Canada, fino a Cile, Vietnam, Spagna, Italia, Honduras e Costa Rica, queste aziende leader hanno scelto la certificazione ASC Feed per produrre mangimi per acquacoltura sempre più responsabili.

Per Australia, Giappone e Italia si è trattato di un traguardo storico: per la prima volta un mangimificio ha ottenuto la certificazione ASC Feed in ciascuno di questi Paesi. In tutti i casi si tratta di stabilimenti del gruppo Skretting.

Questa nuova ondata di certificazioni conferma il cambiamento in atto nel settore dell’acquacoltura: i produttori di mangimi certificati ASC affrontano in modo più diretto gli impatti ambientali e sociali legati alle loro filiere, dal reperimento responsabile delle materie prime come la soia e la farina di pesce, fino alla garanzia di condizioni di lavoro eque.

Aisla Jones, responsabile per il coinvolgimento dei mangimifici e per i mercati del Regno Unito presso ASC, ha dichiarato: “Scegliendo la certificazione ASC Feed e rispettando i rigorosi requisiti ambientali e sociali dello Standard, queste aziende stanno generando un cambiamento concreto e promuovendo la responsabilità lungo tutta la filiera. Ci congratuliamo con tutti i mangimifici recentemente certificati per i risultati raggiunti e siamo impazienti di vedere l’impatto positivo che avranno sull’intero settore. Si tratta di un altro passo fondamentale nella nostra missione di trasformare l’industria. Sappiamo che c’è ancora strada da fare e restiamo concentrati sull’obiettivo.”

Mangimifici certificati da gennaio a metà luglio 2025:
Skretting – Canada, Spagna, Norvegia, Giappone, Italia, Australia

Cargill – Norvegia, Cile, Regno Unito (Scozia), Ecuador

BioMar – Costa Rica, Norvegia

Salmones Antártica Feed – Cile

Nosan – Giappone

Grobest – Vietnam

Nutreco – Vietnam

CP Vietnam Corporation – Vietnam

Vitapro – Honduras

Il messaggio è chiaro: il futuro dell’acquacoltura passa da mangimi responsabili. Queste aziende stanno tracciando la strada scegliendo ASC come strumento di cambiamento.

Con questi nuovi traguardi, il numero totale di mangimifici certificati ASC nel mondo sale a 35 in 14 Paesi.
Le aziende agricole certificate ASC hanno tempo fino al 31 ottobre 2025 per utilizzare esclusivamente mangimi conformi ASC prodotti da mangimifici certificati. Solo così sarà possibile rispettare lo Standard ASC Farm e mantenere la certificazione.

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