Mese: Ottobre 2025 Pagina 7 di 32

Ristorazione e filiera ittica: sostenibilità e identità gastronomica per un futuro condiviso

Ristorazione e filiera ittica: sostenibilità e identità gastronomica per un futuro condiviso

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Negli Stati Generali della Ristorazione Italiana, svoltisi il 27 ottobre 2025 a Padova, si è discusso di sostenibilità, innovazione e identità gastronomica come cardini del futuro del settore. Temi che risuonano in tutte le filiere del Made in Italy, dal campo al mare, chiamate a garantire approvvigionamenti responsabili e a tutelare la qualità delle materie prime. La filiera ittica e la ristorazione italiana condividono oggi un orizzonte comune: costruire un modello produttivo e culturale capace di valorizzare le eccellenze e ridurre l’impatto ambientale.

L’iniziativa, promossa da FIPE-Confcommercio e APPE Padova, ha riunito istituzioni, imprese e protagonisti del mondo gastronomico per una riflessione sulle nuove sfide del settore. Dal turismo enogastronomico all’innovazione digitale, fino alla formazione e al ricambio generazionale, il confronto ha delineato una visione ampia, in cui il cibo torna a essere motore di sviluppo e coesione sociale.

Sostenibilità e responsabilità come linguaggio comune

La sostenibilità è emersa come valore condiviso e misurabile, destinato a guidare ogni anello della filiera alimentare. La gestione oculata delle risorse, la riduzione degli sprechi e la tracciabilità delle origini sono ormai prerequisiti per chi vuole restare competitivo. Il mare, con la sua ricchezza di biodiversità e di prodotti ad alto valore nutrizionale, rientra a pieno titolo in questa prospettiva di responsabilità diffusa.

L’attenzione alla qualità e all’etica degli approvvigionamenti accomuna produttori, trasformatori e ristoratori. È una consapevolezza che rafforza il legame tra le imprese del food service e i comparti agricoli e ittici, orientando il mercato verso scelte più coerenti con gli obiettivi della transizione ecologica.

I premi “Land of Venice – Food Excellence”: eccellenze locali in un contesto nazionale

A conclusione della giornata, la premiazione “Land of Venice – Food Excellence”, patrocinata dalla Regione del Veneto, ha celebrato trentotto ristoranti della regione selezionati tra le principali guide gastronomiche. Tra questi, Le Calandre di Rubano, Storie d’Amore di Borgoricco e Lazzaro 1918 di Pontelongo hanno rappresentato la provincia di Padova, mentre due locali — Trattoria Milan di Albignasego e Ostaria Dai Garbo di Santa Caterina d’Este — sono stati premiati per le buone pratiche di sostenibilità.

Una scelta che, pur nel contesto di un evento dal respiro nazionale, ha mantenuto una forte impronta regionale. Il Veneto, in questo senso, è stato proposto come laboratorio di eccellenza gastronomica e modello di integrazione tra qualità, innovazione e territorio.

Un futuro da costruire insieme

Gli Stati Generali della Ristorazione Italiana hanno offerto un momento di visione collettiva su come innovazione, formazione e sostenibilità possano diventare leve di crescita per l’intero sistema agroalimentare. Sostenibilità, approvvigionamenti e identità gastronomica sono i principi che uniscono il futuro della ristorazione e quello delle filiere produttive, mare compreso.

Un percorso che valorizza il Made in Italy e promuove un nuovo equilibrio tra ambiente, impresa e cultura del cibo: un equilibrio in cui il gusto, la qualità e la responsabilità trovano finalmente la stessa direzione.

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Natale Amoroso: senza giovani, la pesca non potrà restare competitiva

Natale Amoroso: senza giovani, la pesca non potrà restare competitiva

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La crisi del ricambio generazionale nella pesca italiana rappresenta oggi uno dei principali fattori di vulnerabilità del comparto.
A evidenziarlo, durante la XXXIV Rassegna del Mare di Trapani, è stato Natale Amoroso, presidente di AIC Pesca, che ha posto l’attenzione sulle rigidità burocratiche e sulle lacune normative che rallentano l’ingresso dei giovani nel settore.

Secondo Amoroso, il percorso per diventare marinaio professionale è oggi troppo lungo e disincentivante: tra tempi, requisiti di navigazione e vincoli amministrativi, un giovane raggiunge l’abilitazione se va bene intorno ai venticinque anni.
Un tempo bastavano due anni di navigazione continua, del resto come adesso, la legge non è cambiata, sono cambiate le abitudini.

In Inverno i natanti si mettono in disarmo, cosa che una volta non succedeva spesso ed i giovani pescatori non maturano la navigazione necessaria per passare di grado.

Oggi la burocrazia scoraggia chi vorrebbe intraprendere un mestiere che richiede invece tempestività, pratica e continuità.

Norme obsolete e formazione inadeguata

Il presidente di AIC Pesca ha sottolineato come il sistema di abilitazioni e tabelle di armamento risponda ancora a logiche del passato, non più coerenti con l’attuale organizzazione del lavoro in mare.
La mancanza di un coordinamento interministeriale tra istruzione, lavoro e pesca, unita alla discontinuità occupazionale, rende difficile programmare una reale transizione generazionale.
Molti giovani, pur formati, non riescono a completare i requisiti di navigazione necessari per accedere stabilmente all’attività, mentre le imprese segnalano carenza di equipaggi qualificati in quasi tutte le marinerie italiane.

Una questione nazionale di produttività

Per Amoroso, la questione non riguarda solo l’occupazione giovanile, ma la tenuta complessiva della filiera.
Senza nuovi ingressi, la capacità produttiva delle imprese di pesca rischia di ridursi ulteriormente nei prossimi anni, con impatti diretti sulla competitività e sulla gestione delle quote.
L’assenza di manodopera stabile incide anche sui costi di esercizio, sui turni di navigazione e sulla sicurezza a bordo.
Amoroso ha invitato le istituzioni a intervenire con strumenti di semplificazione amministrativa, percorsi formativi più brevi e incentivi mirati per favorire l’ingresso stabile dei giovani nel settore.

Un’urgenza per la blue economy italiana

La pesca italiana rappresenta un nodo strategico della blue economy, ma per restare sostenibile deve garantire continuità generazionale e innovazione.

“Non è il mestiere ad aver perso attrattiva – ha osservato Amoroso – ma il sistema che lo circonda.
La sfida è ridurre le barriere all’ingresso e restituire al lavoro in mare la dignità professionale che merita, integrando la pesca nelle politiche attive per l’occupazione giovanile e nei programmi di sviluppo costiero.”

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Red Shrimp Exports: Why North Africa Isn’t Doing Dumping

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Cyclical debates resurface about alleged “dumping” in North African red shrimp exports, particularly from Tunisia, Egypt, and Libya, towards Europe. Several Italian and Spanish seafood operators—major consumers of this product—accuse these imports of unfair competition due to lower prices. Yet, a closer look shows that the economic definition of dumping simply doesn’t fit this case.

Dumping: What It Really Means

In economic terms, dumping occurs when a country exports a product at a lower price than it sells domestically, or even below production cost. When proven, it can justify international trade defense measures. But neither condition applies to red shrimp from North Africa.

No Domestic Market, High Efficiency

Red shrimp are not part of Maghreb culinary traditions. There is no domestic market to compare export prices with. These shrimp are caught exclusively for export to countries where demand and value exist.

Likewise, the idea that North African companies sell below production cost is unfounded. Fisheries in the region operate with high efficiency, low overhead, and lean structures. No company could sustainably sell at a loss; if they did, they simply wouldn’t survive.

Not Dumping — Just Different Rules

The real issue lies elsewhere. European fleets face strict regulations: catch limits, minimum sizes, biological rest periods, and restricted zones—all essential to preserve marine stocks. Extra-EU countries, while often members of international bodies like the GFCM (General Fisheries Commission for the Mediterranean), operate under sovereignly defined rules.

This regulatory imbalance may cause market distortions, but it’s not dumping. It’s a political and diplomatic issue, not a commercial one.

Cooperation, Not Accusation

Instead of pointing fingers at our southern neighbors, Europe should seize this as an opportunity for cooperation. A telling example comes from a Mazara del Vallo entrepreneur who recently launched a joint venture with Maghreb partners—an intelligent and forward-looking move that paves the way for shared growth and new opportunities for Italian enterprises.

Bringing all stakeholders—producers, governments, international bodies—around the same table is the only way to establish fair and sustainable common rules. Avoiding hasty or even offensive judgments and working together for rational resource management is the only way to secure the future of Mediterranean fisheries.

After all, it would be hypocritical to forget that Europe itself practiced unsustainable intensive fishing for decades. The world has changed. What we need now are alliances, not barriers. And red shrimp can become—not a source of conflict—but an opportunity for dialogue.

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Energia offshore e turismo crocieristico: nuove prospettive per il Sud e il Mediterraneo

Energia offshore e turismo crocieristico: nuove prospettive per il Sud e il Mediterraneo

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Terza giornata di lavori per la XXXIV Rassegna del Mare, promossa da Mareamico con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Ministero del Turismo. Al Chiostro di San Domenico, esperti, accademici e rappresentanti istituzionali si sono confrontati su due temi strategici per il futuro del Mezzogiorno e del Mediterraneo: l’energia pulita da fonti rinnovabili offshore e il turismo crocieristico.

La mattinata si è aperta con la tavola rotonda “Energia pulita da fonti rinnovabili offshore: un’incredibile occasione per la generazione di nuovi posti di lavoro al Sud”, moderata da Domenico Coiro (Università di Napoli Federico II).
Tra i relatori, Roberto Bardari e Aurelio Caligiore (Commissione VIA del MASE), Leonardo Damiani (Politecnico di Bari), Antonio Mazzola (Università di Palermo), Marco Marcelli (Università della Tuscia), Fabio Filianoti (Università Mediterranea di Reggio Calabria), Alessandro Corsini (Università La Sapienza – OWEMES), Alberto Basset (Università del Salento) e rappresentanti di TERNA, Edison e altre società del settore.

Dal dibattito è emersa la necessità di creare “corridoi energetici” che colleghino il Paese, rendendo efficaci gli investimenti previsti per lo sviluppo dell’eolico offshore. In Sicilia, si stima la creazione di oltre 6.600 posti di lavoro a tempo pieno durante la fase di costruzione dei parchi eolici, e circa 680 per la loro gestione nei 25 anni successivi.

Sono stati evidenziati ostacoli normativi e infrastrutturali, la mancanza di una normativa specifica, la necessità di porti attrezzati e di una governance centralizzata per la pianificazione degli spazi marini.
Particolare attenzione è stata dedicata agli impatti ambientali e alla necessità di monitorare gli ecosistemi marini attraverso tecnologie avanzate come la telemetria acustica.

L’eolico offshore è stato indicato come una risorsa strategica per la transizione ecologica, capace di generare energia pulita e di costruire una filiera industriale italiana, con ricadute occupazionali e territoriali significative.

Nel pomeriggio, la tavola rotonda “Turismo crocieristico, portualità e Blue Economy” ha approfondito le potenzialità del turismo marittimo come motore di sviluppo sostenibile.

Moderata da Leonardo Damiani e Jean Louis Moretti (Responsabile Turismo Corsica), ha visto la partecipazione di Natale Amoroso (Ittiturismo La Tramontana), Salvatore Braschi (Confcooperative Trapani), Fabio Croccolo (Ministero dei Trasporti), Giovanni Cucchiara (Regione Siciliana), Stefania Frandi (AIDIM), Piergiorgio Manciola (Università di Perugia), Giulia Motta Zanin e Alessandra Saponieri (Università del Salento), Cristina Pozzi (Università di Parma) e Stefano Soriani (Università Ca’ Foscari).
Il turismo crocieristico è stato analizzato come leva economica e culturale, con focus sulle esperienze di pescaturismo nelle Isole Egadi, sulla trasformazione urbana di Trapani e sulle sfide legate alla portualità.

Sono stati presentati dati significativi: nel 2017 il Mediterraneo ha accolto il 30% del turismo mondiale, con 24 milioni di crocieristi e 36 porti principali.

Il caso di Venezia ha offerto spunti di riflessione sulle implicazioni ambientali e sociali del traffico crocieristico, mentre Chioggia si è affermata come esempio virtuoso nel segmento delle crociere di lusso.
I relatori hanno sottolineato l’importanza di una pianificazione strategica che integri turismo, logistica e sostenibilità, promuovendo una filiera produttiva legata al mare capace di generare occupazione qualificata.

La giornata si è conclusa con lo show cooking “A scuola di cucina”, dedicato alla valorizzazione gastronomica delle specie ittiche dimenticate, in collaborazione con la Regione Siciliana – Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea.
La XXXIV Rassegna del Mare si conferma come spazio di confronto e progettualità, dove scienza, imprese e istituzioni dialogano per costruire un futuro sostenibile per il Mediterraneo.

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L’Academy di GS1 Italy lancia un ciclo di webinar per supportare le aziende nell’applicazione delle normative “green” europee

L’Academy di GS1 Italy lancia un ciclo di webinar per supportare le aziende nell’applicazione delle normative “green” europee

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L’entrata in vigore delle normative europee sulla sostenibilità, legate al Green Deal, comportano per le aziende percorsi di adeguamento complessi che coinvolgono tutta la filiera. Per la loro applicazione, si rende quindi necessaria una trasmissione dei dati trasparente e comprensibile lungo le varie fasi del ciclo di vita dei prodotti. In questo contesto, gli standard GS1 rappresentano un insieme di strumenti utili, e già disponibili, per supportare le aziende nell’ottimizzare i flussi informativi e strutturare i dati in modo interoperabile senza dover affrontare grossi investimenti in digitalizzazione.

Per far conoscere le soluzioni che GS1 Italy mette a disposizione del mondo produttivo e della logistica del largo consumo, l’Academy di GS1 Italy organizza il ciclo di webinar Navigare la sostenibilità: il ruolo degli standard GS1 nell’evoluzione normativa, suddiviso in 4 appuntamenti online, in programma tra ottobre e dicembre 2025.

Si inizia martedì 28 ottobre con il primo webinar dal titolo Sostenibilità: sviluppi normativi e standard GS1 a supporto delle imprese in cui verrà data una panoramica introduttiva sulle normative europee relative alla sostenibilità, verranno inoltre descritte le implicazioni pratiche per le aziende e condiviso il ruolo del linguaggio standard GS1 a supporto della compliance. Dal punto di vista normativo il focus sarà su:

  • Il Regolamento deforestazione (EUDR, Reg. UE 2023/1) in base al quale qualsiasi operatore o commerciante immetta sul mercato comunitario un prodotto che contenga una di queste materie prime tra: olio di palma, soia, bovini, gomma, legname, caffè e cacao, dovrà dimostrare che non proviene da aree soggette a deforestazione.
  • Il Passaporto digitale del prodotto (DPP), introdotto dal Regolamento sulla Progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili (ESPR, Reg. Ue 2024/1781), in cui è previsto che i prodotti venduti nell’Unione europea siano dotati di un passaporto digitale che fornisca informazioni sull’origine, i materiali utilizzati, l’impatto ambientale e indicazioni per il corretto smaltimento.
  • Il Regolamento sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio (PPWR, Reg. Ue 2025/40) che promuove, il riciclo, lo sviluppo di economie circolari e l’utilizzo di materie prime seconde.

Dopo questo inquadramento generale, i tre webinar successivi passeranno ad approfondire come gli standard GS1 possono supportare il perseguimento degli obiettivi normativi stabiliti dal legislatore europeo in ciascun Regolamento.

Martedì 11 novembre l’appuntamento è con il webinar intitolato Gli standard GS1 a supporto del regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR). Tra le diverse soluzioni presentate ci saranno lo standard GS1 GDSN (Global data synchronisation network) che aiuta a comunicare se il prodotto contiene una delle materie prime soggette alla normativa. E poi ancora Euritmo, la soluzione web-EDI di GS1 Italy, per la trasmissione digitale dei documenti, e GS1 EPCIS (Electronic product code information services) per la tracciabilità in tempo reale sono utili a favorire la comunicazione lungo la filiera.

Martedì 25 novembre sarà la volta del webinar Gli standard GS1 a supporto del Passaporto Digitale di Prodotto previsto dal regolamento ESPR, durante il quale si parlerà anche degli standard GS1 GTIN (Global trade item number) e GS1 GLN (Global location number) utili alla registrazione dei prodotti sul registro unico comunitario dei DPP previsto dalla Commissione europea.

Infine, il 19 dicembre si parlerà di packaging con Gli standard GS1 a supporto del nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR). Tra i temi illustrati ci sarà il GS1 Digital Link, che consente di collegare un codice a barre tradizionale (come un GS1 GTIN) a un URL web. Ciò permette alle aziende di fornire informazioni dettagliate sul packaging in formato digitale, accessibile tramite la scansione di un QR code. Un fattore è cruciale per l’etichettatura armonizzata richiesta dal PPWR, poiché permette ai consumatori e ai gestori dei rifiuti di accedere facilmente a istruzioni di smaltimento, informazioni sul riutilizzo e altri dettagli ambientali.

Tutti i webinar sono gratuiti per le aziende utenti GS1 Italy, aderenti a ECR, associate a IBC e ADM, clienti GS1 Italy Servizi srl, solution partner accreditati e aziende appartenenti a gruppi della Distribuzione Organizzata associati.

Maggiori informazioni sono disponibili su GS1 Italy.

 

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