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La Commissione europea ha pubblicato l’edizione 2025 del report “The EU Fish Market”, un documento di riferimento che analizza produzioni, consumi, commercio e tendenze del settore ittico in Europa. L’immagine che emerge è quella di un mercato complesso, ancora influenzato dagli strascichi inflattivi e da consumi domestici in contrazione, ma con una nota positiva: l’Italia si distingue come uno dei pochi Paesi europei che mostra una crescita, seppur lieve, del consumo apparente pro capite.

Prezzi elevati e consumi di fresco in diminuzione

Nel 2024 la spesa delle famiglie europee per prodotti della pesca e dell’acquacoltura ha raggiunto 62,8 miliardi di euro, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente. Questa crescita, però, non riflette un aumento dei consumi, bensì l’effetto di prezzi rimasti su livelli storicamente alti. Tra il 2020 e il 2024, i prezzi dei prodotti ittici al consumo sono aumentati di oltre il 25%.

Il consumo domestico di pesce fresco continua a diminuire e nei maggiori Paesi consumatori si registra un calo superiore al 4% tra 2023 e 2024. In questo contesto, il caso dell’Italia è particolarmente significativo: il nostro Paese è tra i pochi a segnare un leggero aumento del consumo apparente pro capite, in controtendenza rispetto ai principali mercati europei.

Commercio ittico europeo: lieve contrazione, ma livelli ancora elevati

Nel 2024 il valore complessivo degli scambi ittici dell’UE cala dell’1%, mentre i volumi scendono dello 0,5%. Nonostante ciò, l’anno si posiziona come il terzo migliore dell’ultimo decennio per valore totale delle transazioni.

Gli scambi interni all’Unione raggiungono 31,7 miliardi di euro, superando per il secondo anno consecutivo le importazioni extra-UE. Le importazioni da Paesi terzi restano comunque la principale fonte di approvvigionamento, con 5,9 milioni di tonnellate e un valore di 29,9 miliardi di euro.

Bilancia commerciale: miglioramento europeo, peggioramento italiano

La bilancia commerciale dell’UE migliora del 2% nel 2024 grazie alla combinazione di esportazioni in aumento (+1%) e importazioni in lieve calo (-1%). Tuttavia, l’andamento non è uniforme tra gli Stati membri. Italia, Francia, Spagna e Paesi Bassi registrano un peggioramento del deficit commerciale, evidenziando la forte dipendenza dalle importazioni che caratterizza i mercati ad alta domanda.

Per l’Italia, ciò conferma la necessità strategica di rafforzare la produzione interna, valorizzare il pescato nazionale e potenziare il ruolo dell’acquacoltura come leva di equilibrio.

Consumo apparente UE ai minimi decennali, ma l’Italia cresce

Il consumo apparente europeo nel 2023 scende a 22,89 kg pro capite, il valore più basso dell’ultimo decennio. Il calo è determinato soprattutto dalla riduzione delle importazioni e dalla contrazione dell’acquacoltura in alcuni Paesi. In questo contesto, il dato italiano rappresenta un’eccezione: +1% rispetto al 2022, segnale di un mercato ancora stabile e di una domanda consolidata.

Le specie chiave: tendenze da monitorare per l’industria italiana

L’edizione 2025 del report segnala dinamiche importanti sulle principali specie consumate e lavorate in Italia.

Salmone. Le importazioni europee crescono del 5% nel 2024. Nel 2025, nei primi mesi, i volumi aumentano ulteriormente mentre i prezzi diminuiscono, una dinamica che avvantaggia il consumo e la trasformazione.

Gamberi. Rappresentano il 10% delle importazioni UE. Ecuador, Argentina e India rafforzano le loro posizioni. I consumi italiani del segmento continuano a essere trainanti sia per la ristorazione che per il retail.

Merluzzo. Le quote di pesca del Nord-Est Artico subiscono tagli significativi (-20% nel 2024 e -25% nel 2025), spingendo i prezzi in forte rialzo. Questa specie, fondamentale per il mercato italiano, risente direttamente delle tensioni sul lato dell’offerta.

Tonno. Prima specie per consumo in UE. Nel 2024 le importazioni aumentano del 18% in volume e dell’8% in valore, con una forte crescita dei preparati e dei prodotti trasformati. Segnali particolarmente rilevanti per l’industria conserviera italiana.

Il report “The EU Fish Market 2025” presenta un’Europa che deve ancora confrontarsi con prezzi elevati, consumi altalenanti e una forte dipendenza dall’import. Tuttavia, l’Italia emerge come uno dei mercati più resilienti, con una domanda interna stabile e una capacità di assorbimento che supera quella dei principali Stati membri.

Per le imprese italiane della filiera – dalla produzione alla trasformazione, dalla distribuzione alla ristorazione – il report indica chiaramente le direzioni strategiche: diversificazione delle fonti, valorizzazione dell’origine, rafforzamento dell’acquacoltura e presidio delle specie più esposte alle oscillazioni internazionali.

 

L’articolo UE Fish Market 2025: l’Italia sorprende proviene da Pesceinrete.

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