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Il consumo di pesce nelle festività è ormai un tratto strutturale delle scelte alimentari delle famiglie italiane, come mostra la nuova ricerca realizzata nell’ottobre 2025 da Marine Stewardship Council (MSC) in collaborazione con NielsenIQ. L’87% degli intervistati porterà in tavola piatti di mare durante il periodo natalizio, un dato che consolida una tendenza già osservata negli ultimi anni ma che oggi si arricchisce di una componente decisiva: la sostenibilità.
Le Vigilie rimangono il cuore simbolico del rapporto degli italiani con il pesce. Capodanno guida le preferenze, con il 70% delle famiglie che lo inserirà nel menu, seguito dalla notte del 24 dicembre (63%). Natale registra una presenza del 40%, mentre l’Epifania segna il calo più netto: soltanto il 14% sceglierà piatti di mare. Una geografia delle abitudini che fotografa un’Italia ancora profondamente legata alla ritualità gastronomica, ma al tempo stesso sempre più attenta all’origine e al significato delle proprie scelte.
Tra le specie protagoniste delle Feste, i crostacei dominano con il 48% delle preferenze: gamberetti, gamberi e mazzancolle restano un classico irrinunciabile. Seguono il salmone (41%) e le vongole (30%). È un trittico che racconta la stabilità del gusto italiano, ma che riporta anche al tema centrale della ricerca: la necessità di diversificare il consumo, ampliando il ventaglio delle specie per ridurre la pressione su quelle più richieste. In questa direzione, MSC ricorda che oltre 200 specie certificate sostenibili sono disponibili sul mercato italiano.
“Il periodo natalizio rappresenta un momento ideale per riflettere sul valore delle nostre scelte alimentari. Scegliere pesce da pesca sostenibile, riconoscibile dal marchio blu MSC presente in Italia su oltre 1300 referenze, significa contribuire concretamente alla tutela degli oceani e alla continuità delle tradizioni che amiamo”, afferma Valentina Prati, responsabile comunicazione MSC Italia. Un richiamo che sintetizza perfettamente il senso della ricerca: la tradizione non è in contrasto con la responsabilità, ma può evolvere attraverso la qualità delle decisioni.
Sul fronte gastronomico, gli spaghetti alle vongole si confermano il piatto-simbolo delle Feste (48%), seguiti dall’insalata di mare (41%) e dalla frittura mista (38%). Resistono due classici che attraversano le generazioni: il polpo con patate e il cocktail di gamberetti, scelti dal 34% del campione. Una mappa culinaria che mescola memoria, continuità e quel tocco vintage che accompagna spesso il gusto delle celebrazioni familiari.
Ma l’elemento davvero innovativo che emerge dai dati è il ruolo della sostenibilità come criterio d’acquisto: il 22% degli intervistati la colloca tra i tre fattori principali nelle decisioni di consumo. Restano in cima, com’è naturale, freschezza (63%), prezzo (45%) e certificazioni di qualità (33%). Tuttavia, l’ingresso stabile della sostenibilità nella sfera delle priorità segna un cambiamento culturale non marginale.
A confermarlo è la risposta degli italiani all’ipotesi che il pesce servito a Natale sia a rischio di estinzione: il 36% ne ridurrebbe il consumo, il 28% sceglierebbe esclusivamente prodotti provenienti da fonti sostenibili e il 22% smetterebbe di consumarlo. È un dato che dialoga direttamente con l’allarme lanciato dalla FAO, secondo cui oltre il 35% delle popolazioni ittiche mondiali è oggi sovrasfruttato. Una consapevolezza che – almeno nelle intenzioni dichiarate – cresce parallelamente all’offerta sostenibile presente sugli scaffali.
Questa crescita di attenzione si lega inevitabilmente al ruolo dello Standard MSC, che rappresenta oggi uno dei riferimenti scientifici più autorevoli per valutare la sostenibilità della pesca. Lo Standard si basa su un approccio tridimensionale: lo stato delle popolazioni ittiche, la tutela degli ecosistemi marini e l’efficacia della gestione e della tracciabilità lungo tutta la filiera. Solo le attività di pesca che rispettano con rigore tutti questi criteri possono ottenere la certificazione. Non si tratta quindi di un marchio di facciata, ma di un percorso complesso fondato su dati, verifiche indipendenti e adeguamenti costanti.
Il quadro che emerge dalla ricerca MSC–NielsenIQ racconta un’Italia che mantiene saldo il proprio legame culturale e simbolico con il pesce nelle Feste, ma che oggi si muove dentro una consapevolezza più adulta. La sostenibilità non è più un concetto astratto, ma una componente che influenza le scelte reali dei consumatori e che, nei prossimi anni, potrebbe diventare un driver determinante per il mercato ittico. In un contesto internazionale in cui la pressione sugli oceani aumenta, i dati italiani offrono un segnale incoraggiante: tradizione e responsabilità possono convivere, e nelle tavole di fine anno trovano una sintesi che parla tanto al gusto quanto al futuro degli ecosistemi marini.
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