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La relazione economica annuale sulla flotta peschereccia dell’UE 2025 fornisce una lettura aggiornata e definitiva dello stato del settore a due anni dall’inizio della fase più acuta delle turbolenze post-pandemiche e post-energetiche. Il documento della Commissione europea analizza nel dettaglio i risultati.
Il quadro di riferimento resta segnato dalle difficoltà del 2023, un anno di forte compressione dei margini che ha inciso profondamente sulle dinamiche operative delle flotte. In quell’anno la flotta UE contava 70.280 imbarcazioni, 53.260 delle quali attive, per una capacità di 1,15 milioni di GT e 4,36 milioni di kW. Con 119.479 pescatori equivalenti a 73.974 unità lavorative annue, il settore mostrava già un ridimensionamento strutturale, in parte attenuato dal ruolo trainante della piccola pesca costiera, che rappresentava il 77% delle unità operative.
La produzione aveva raggiunto 3,39 milioni di tonnellate per un valore di 6,1 miliardi di euro, un dato penalizzato dal calo dei prezzi medi alla prima vendita e dalla volatilità dei costi. L’utile netto si era fermato a 59 milioni di euro, con un crollo del 61% rispetto all’anno precedente e un margine vicino all’1%. Il 2023 resta quindi il punto più critico della serie storica recente, condizionato in particolare dall’impatto ritardato degli shock energetici del 2022.
Il 2024 segna però l’inizio di una fase di recupero. Le stime raccolte nella Relazione economica 2025 indicano un miglioramento dell’utile lordo e un parziale riallineamento dell’utile netto, grazie alla riduzione del costo del carburante, alla normalizzazione dell’inflazione e al riposizionamento dei prezzi di alcune specie chiave sul mercato europeo. Questo andamento positivo appare trasversale, seppur con differenze tra segmenti produttivi: la piccola pesca costiera mostra un incremento della redditività più netto, mentre le flotte più energivore evidenziano una ripresa più graduale.
La pesca in acque lontane mantiene una traiettoria positiva e contribuisce ancora in modo rilevante ai volumi totali, seppur con dinamiche di profitto meno marcate rispetto al passato. Per la flotta su larga scala, che nel 2023 aveva registrato un utile netto negativo, il 2024 rappresenta un anno di riequilibrio, con un ritorno verso margini operativi più sostenibili.
I risultati per il 2025, evidenziati nella parte conclusiva del report, delineano un settore più stabile rispetto al biennio precedente. Le flotte europee stanno beneficiando di un contesto macroeconomico meno volatile, della riduzione dei costi variabili e di una domanda più prevedibile all’interno del mercato unico. Pur non essendo ancora un ritorno ai livelli pre-crisi, il 2025 appare come un anno di consolidamento, con una ripresa più uniforme tra bacini e segmenti di flotta.
Il dato generale che emerge dalla Relazione economica 2025 è chiaro: dopo il minimo storico del 2023, il settore della pesca dell’UE sta gradualmente recuperando sostenibilità economica e stabilità operativa. La resilienza mostrata dalle flotte, soprattutto da quelle di piccola scala, conferma l’importanza di un modello produttivo radicato nei territori e più capace di mitigare gli shock di mercato. Restano però nodi aperti sulla struttura dei costi, sulla capacità di attrarre nuova forza lavoro e sulla competitività dei prezzi in alcuni mercati chiave.
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