La Regione Lazio, nell’ambito delle proprie attività di attuazione del Pn-Feampa 2021/2027 (Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura), ha approvato l’avviso pubblico finalizzato alla promozione di investimenti per i porti pescherecci, nei luoghi di sbarco e nelle infrastrutture collettive per la vendita diretta. Il bando mette a disposizione dei Comuni e dell’Autorità portuale, operanti nel territorio regionale, fondi per un totale di 800mila euro, destinati a investimenti per la riduzione del consumo di energia e per l’efficienza energetica, per sistemi di energia rinnovabile; per le infrastrutture fisiche nei porti di pesca o nei luoghi di sbarco (nuovi o esistenti), e per migliorare la tracciabilità e le tecnologie dell’informazione (hardware e software).
“L’obiettivo di questo provvedimento è aumentare la competitività del sistema portuale del Lazio. Investire sull’efficienza energetica e sull’ammodernamento dei sistemi informatici significa accompagnare le imprese del settore verso una svolta tecnologica, che siamo convinti, porterà benefici infrastrutturali ed economici”, ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, alla Pesca e al Bilancio, Giancarlo Righini.
Le domande di finanziamento dovranno essere presentate a mezzo Pec, presso l’area decentrata agricoltura territorialmente competente entro il novantesimo giorno dalla pubblicazione dell’avviso sul Burl.
Un riconoscimento atteso per il Consorzio Molluschi Nord Gargano
Il riconoscimento formale del consorzio di gestione “Consorzio Molluschi Nord Gargano” da parte della Direzione Generale Pesca e Acquacoltura del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, approvato il 24 dicembre 2024, rappresenta un traguardo importante per Unci AgroAlimentare e per le imprese di pesca autorizzate alla cattura dei molluschi bivalvi con il sistema draga idraulica.
Un obiettivo raggiunto dopo un lungo percorso condiviso, che ha preso il via nel 2008, per iniziativa dell’ex presidente Ferdinando Del Giudice e dei rappresentanti Unci AgroAlimentare di Foggia (Donato Fanizza, Lelio De Laurentiis e Michele Lombardi). Questi, in sinergia con i pescatori e le altre organizzazioni datoriali del settore presenti in loco, si sono impegnati nel raggiungimento della meta, superando numerosi ostacoli, anche di natura burocratica.
Altro che “impresa in un giorno”, come recitano slogan istituzionali distanti dalla realtà.
Revisione del decreto ministeriale sulla pesca dei molluschi bivalvi: la visione di Unci AgroAlimentare
Una delle priorità su cui ha puntato Unci AgroAlimentare, oltre al riconoscimento del consorzio, è la revisione del decreto ministeriale sulla “Disciplina della pesca dei molluschi bivalvi” (22 dicembre 2000), che ancora oggi rappresenta un ostacolo per la costituzione di questi organismi.
Tali consorzi sono l’unica vera opportunità per attuare una pesca selettiva e mantenere lo sforzo di pesca. È necessario, come segnalato dall’organizzazione, rivisitare e ampliare gli areali di cattura per non insistere su un unico ambito. Grazie alla ricerca, agli studi scientifici e agli strumenti tecnologici, adesso è possibile procedere in questa direzione, anche per contenere i gravi effetti negativi causati dalla presenza di specie aliene invasive, come il granchio blu, soprattutto nell’Alto Adriatico.
La responsabilità del Consorzio e il Piano di gestione
In capo al Consorzio Molluschi Nord Gargano, in virtù dell’affidamento della gestione della pesca dei molluschi bivalvi nell’ambito del Compartimento marittimo di Manfredonia, resta la responsabilità delle attività di cattura e del mantenimento della risorsa ittica.
Un Piano di gestione sarà elaborato in collaborazione con l’Università di Bari “Aldo Moro”, quale istituto scientifico di riferimento scelto dal Consorzio.
Un impegno per la sostenibilità
“La nostra organizzazione – ha sottolineato il presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio – ha portato avanti la tutela della pesca nell’area del Gargano, evidenziando l’importanza della sostenibilità ambientale coniugata a quella economica e lavorativa degli operatori.
L’intento è salvaguardare il reddito dei pescatori e delle loro famiglie, oltre alla presenza dei molluschi bivalvi. A questo scopo, il Consorzio metterà in campo azioni mirate a protezione della risorsa: semina, ripopolamento, controllo delle catture, istituzione di aree di riposo biologico e una turnazione delle unità da cattura.
Un plauso agli sforzi dei pescatori e al supporto del Masaf
Ai nostri cooperatori e a tutti i pescatori aderenti al Consorzio va quindi il nostro plauso per gli sforzi compiuti e al Masaf – Direzione Generale della Pesca apprezzamento per aver supportato l’istanza di riconoscimento, riconoscendone l’effettiva importanza”.
“Ci lasciamo alle spalle un 2024 complesso e delicato per il settore primario, messo in difficoltà dalla congiuntura economica poco felice, dai conflitti militari in corso, dal cambiamento climatico e da scelte politiche poco concrete. Per questa ragione, il 2025 sarà un anno fondamentale per la tutela e la ripresa della agricoltura e della pesca italiane.
Importante, inoltre, sarà il ruolo del nostro governo e delle grandi potenze globali nella lotta al cambiamento climatico e al contrasto alla crisi idrica: in tal senso, Confeuro chiede azioni mirate e urgenti per proteggere le nostre colture, i nostri territori e il futuro delle nuove generazioni.
A livello europeo, invece, rivolgiamo un appello a Bruxelles per una PAC più equa, sostenibile e capace di rispondere alle reali esigenze delle imprese, in particolare per il sostegno al reddito agricolo ed incentivi per le assicurazioni. In parallelo, servirà operare a difesa delle nostre eccellenze enogastronomiche, tutelandole dalla concorrenza sleale extra UE, dall’italian sounding e dal dumping commerciale. Insomma, da fare c’è davvero tanto e Confeuro è pronta a fare la sua parte per far sentire la voce di piccoli e medi produttori del settore primario e costruire un’agricoltura più forte, sostenibile e rispettosa dell’ambiente”
Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori europei e del mondo.
“Confeuro accoglie con favore la decisione del governo di prorogare il credito d’imposta per le imprese operanti nelle Zone Economiche Speciali (ZES). Questa misura rappresenta un segnale davvero importante per il sostegno alle filiere agricole e della pesca, settori strategici per l’economia italiana e per la valorizzazione dei territori. E rappresenta altresì un provvedimento, che consentirà alle aziende di affrontare con maggiore serenità le sfide economiche e ambientali che caratterizzano il contesto attuale. Questi incentivi fiscali infatti sono importanti per sostenere lo sviluppo e favorire investimenti che contribuiscano a migliorare le infrastrutture, la sostenibilità e l’innovazione.
Confeuro dunque sottolinea la rilevanza di continuare a investire nelle Zes come strumento per ridurre le differenze territoriali e promuovere lo sviluppo economico e sociale nelle aree meno avvantaggiate del Paese, sopratutto nel Meridione. Il settore primario, in particolare, è al centro di questo processo, garantendo non solo ricchezza economica ma anche tutela ambientale e valorizzazione delle tradizioni locali. Ci auguriamo che il governo prosegua con politiche strutturali di lungo respiro per il settore agricolo e della pesca, assicurando una pianificazione integrata che coinvolga tutti gli attori del territorio, e la promozione di un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo per tutto il settore primario”.
Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.
Sono 3 i milioni di euro messi a bilancio dalla Regione Veneto, 1 milione per ciascuna annualità a partire dal 2025 e fino al 2027, per sostenere le avversità e le emergenze incontrate dal settore pesca veneto. “Si tratta di uno stanziamento che si somma agli ampi sforzi messi a terra in questi anni per un comparto che è strategico per il Veneto, non solo dal punto di vista socio-economico ma anche identitario”.
Lo dichiara l’assessore regionale alla pesca, Cristiano Corazzari, per chiarire il contenuto dell’articolo 13 del collegato alla Legge di stabilità regionale 2025 – 2027 approvata la settimana scorsa.
“Lo stanziamento nasce con il fine di contrastare le avversità emergenti nel settore primario e della pesca derivanti da fattori biotici, climatici e meteorologici, da pratiche agricole, dalla globalizzazione e da ogni altro intervento sull’uso del territorio. Spetterà poi alla Giunta regionale, con apposita delibera, stabilire le diposizioni attuative, anche sulla base del confronto che avverrà al tavolo tecnico permanente costituito presso Veneto Agricoltura, coinvolgendo le principali associazioni di categoria e tutti i settori della pesca, di tutte le aree del Delta del Po e della costa veneta” conclude Corazzari.