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Vongole italiane sotto osservazione: giovedì l’esame decisivo a Bruxelles

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Giovedì 16 ottobre la Commissione Pesca del Parlamento europeo si pronuncerà sull’obiezione che punta ad annullare la deroga alla taglia minima per le vongole. Questa deroga consente all’Italia di pescare esemplari da 22 mm anziché i 25 mm standard, ed è in vigore fino al 31 dicembre 2025.

Il nocciolo del contendere è la concorrenza: alcuni eurodeputati spagnoli sostengono che la deroga rappresenti un vantaggio commerciale sleale, chiedendo di riportare la soglia a 25 mm. Il fronte italiano risponde che le peculiarità ambientali dell’Adriatico e le evidenze scientifiche giustificano una soglia più bassa.

Il Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (STECF) e il MEDAC hanno valutato le proposte italiane, rilevando che la popolazione commerciale di vongole è rimasta stabile o in crescita in molte aree monitorate. Tali organismi hanno inoltre segnalato la necessità di modellazioni demografiche più robuste per valutare gli effetti futuri di ogni modifica.

Se l’obiezione venisse accolta, l’Italia perderebbe il diritto di prorogare la deroga oltre fine 2025. Se respinta, la deroga potrebbe essere estesa, secondo le trattative italiane, fino al 2030.

Le ripercussioni sono concrete: tornare a 25 mm ridurrebbe le aree pescabili economicamente e comprimerebbe i margini delle imprese costiere. In una fase già segnata da costi energetici elevati e fluttuazioni delle catture, questo drastico cambiamento potrebbe aggravare la crisi del comparto.

Il voto, in programma dalle 9:45 alle 10:30 nella sala Spinelli 5G3, appare come un banco di prova della capacità dell’Unione europea di conciliare uniformità normativa e rispetto delle specificità territoriali. Le marinerie italiane guardano con attenzione: il risultato determinerà il destino di un modello che ha unito territorio, scienza e strategia commerciale.

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Salute e sicurezza al centro del convegno “Mare Futuro” promosso da Confsal Pesca e Blue Chain

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Il mondo del settore ittico sarà al centro del convegno “Salute e sicurezza al centro dell’impegno, con la generazione Alfa per un Mare Futuro“, organizzato dalla Confsal Pesca in collaborazione con Blue Chain, che si terrà il 17 ottobre presso la Stazione Marittima di Salerno, Via Molo Manfredi, a partire dalle ore 09:30 e fino alle 13.

L’evento si inserisce nel contesto del Programma Nazionale Triennale della Pesca e dell’Acquacoltura 2025-2027 del MASAF e prende forma attraverso il progetto “Mare Futuro“, una iniziativa concreta ed innovativa per rilanciare il comparto ittico, affrontando con determinazione la sfida del ricambio generazionale e ponendo la salute e la sicurezza dei lavoratori al centro dell’attenzione.

“Mare Futuro – spiegano gli organizzatori – vuole valorizzare il capitale umano, in particolare le giovani generazioni, attraverso formazione abilitante, esperienze pratiche, tutoraggi e campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità costiere. Un percorso che si traduce in corsi approfonditi su normative europee, tracciabilità del pescato, certificazioni di qualità e sicurezza, affiancati da attività operative su pescherecci con il supporto di biologi marini e osservatori ministeriali. Non meno rilevante – continuano – sarà l’asse dedicato alla digitalizzazione e all’innovazione commerciale, che include la creazione di piattaforme digitali integrate per promuovere e commercializzare il pescato locale, supportate da strategie di marketing digitale e dalla costruzione di reti commerciali con ristoratori, la Grande Distribuzione Organizzata e l’export”.

Il progetto prevede anche un terzo pilastro che riguarda l’educazione ambientale e la diffusione della cultura del mare, con eventi a bordo di una nave scuola itinerante, laboratori didattici e la formazione di giovani divulgatori ambientali. Particolare attenzione è riservata anche al ruolo delle donne nel settore della pesca e acquacoltura, valorizzandone la partecipazione e promuovendo l’equità di genere e le pari opportunità.

La giornata sarà moderata dal giornalista Rogero Fiorentino e vedrà la partecipazione di personalità come: Felice Inverno, Segretario provinciale Confsal pesca; Flaminia Mariani, vice Segretario nazionale Confsal pesca; Francesco Tiralongo, biologo marino; Giovanni Calvelli, Capitano di Vascello e Comandante Capitaneria di porto di Salerno; Giovanni Borgia, Presidente CPO Consulenti del Lavoro della provincia di Salerno; Giovanni Annunziata, Dirigente uff. porti Salerno e Castellammare di Stabia AdSP MTC; Gennaro Scognamiglio, Presidente Unci Agroalimentare; Daniela Novi, Preside IIS Giovanni XXIII; Orazio De Nigris, vice presidente International Propeller Club Port of Salerno; Fulvio Izzo, Associazione produttori tonnieri del Tirreno; Bruno Mariani, Segretario generale Fesica; Paolo Pignalosa, Capitano e CEO Oceanis; Paola Leotta, Blue Chain; Angelo Raffaele Margiotta, Segretario Generale Confsal.

Per la Confsal pesca “questa iniziativa testimonia l’impegno condiviso delle organizzazioni sindacali, delle istituzioni portuali e delle realtà scientifiche e imprenditoriali per promuovere un futuro sostenibile e sicuro per i lavoratori del mare, con una forte attenzione alla formazione, alla sicurezza sul lavoro e alla crescita generazionale nel settore ittico”.

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Bilancio UE 2026: pesca e acquacoltura riconosciute come pilastri della coesione europea

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Durante la sessione di ieri della Commissione Bilanci del Parlamento europeo è stata approvata la risoluzione che orienterà il Bilancio 2026 dell’Unione Europea. Il documento, come dichiarato in un comunicato stampa diffuso dall’eurodeputato Giuseppe Lupo (PD/S&D), vicepresidente della Commissione Bilanci, pone al centro le persone, il lavoro, i territori e la legalità, riaffermando una visione progressista di un’Europa più giusta e coesa.

Nel comunicato, Lupo sottolinea che la politica di coesione resta uno strumento fondamentale per garantire pari opportunità a tutte le regioni europee, con particolare attenzione a quelle insulari e ultra periferiche, spesso penalizzate da svantaggi strutturali e logistici. L’obiettivo è rafforzare la crescita sostenibile e l’innovazione, garantendo servizi di qualità e condizioni di sviluppo equilibrate.

Particolarmente significativo è il riconoscimento, nel testo approvato, del valore della pesca e dell’acquacoltura come pilastri economici e sociali delle comunità costiere e insulari. La risoluzione evidenzia il ruolo del FEAMPA (Fondo Europeo per la Pesca e l’Acquacoltura) quale strumento essenziale per tutelare il lavoro dei pescatori, favorire il ricambio generazionale e promuovere un modello di pesca sostenibile.

Il documento approvato conferma la linea di tolleranza zero verso la pesca illegale, una delle sfide principali per la governance europea delle risorse marine. Rafforzare la tracciabilità, migliorare la competitività e sostenere la transizione verde delle flotte sono obiettivi che si intrecciano con la necessità di salvaguardare l’equilibrio ambientale e il benessere delle comunità che vivono di mare.

Secondo Lupo, la valorizzazione della pesca e dell’acquacoltura all’interno del Bilancio 2026 è un passo concreto verso una politica europea più vicina ai territori, capace di unire sostenibilità, innovazione e inclusione. Il messaggio politico è chiaro: la coesione dell’Europa passa anche dal mare, dalle persone che lo abitano e da chi ogni giorno lavora per custodirlo.

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Un milione di euro per i borghi marinari siciliani

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Contributi a fondo perduto per interventi di restauro e riqualificazione di edifici, porti, spazi pubblici e altre aree legate alla pesca. È questo l’obiettivo dell’avviso da un milione di euro pubblicato dall’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea.

«Questa iniziativa – dichiara l’assessore Luca Sammartino – rappresenta un’opportunità importante per stimolare lo sviluppo sostenibile delle piccole comunità costiere siciliane. L’obiettivo è quello di preservare e valorizzare il patrimonio storico e culturale legato ai borghi marinari della Sicilia, rafforzando la loro identità e promuovendo un turismo sostenibile. Gli interventi proposti dovranno contribuire alla creazione di percorsi culturali, strutture turistiche, musei, aree espositive e spazi di fruizione dedicati sia alla pesca che alle tradizioni artigianali locali: una grande occasione per la nostra Isola».

Ogni progetto può ricevere un contributo massimo di 250 mila euro, che coprirà fino al cento per cento dei costi, permettendo così di mettere in atto iniziative di grande valore per la conservazione e la promozione dei borghi marinari. Possono presentare la propria candidatura Comuni, enti pubblici, Gal della pesca, associazioni culturali e soggetti privati senza scopo di lucro che sono già attivi nel settore e che possiedono beni riconosciuti nel Registro delle identità della pesca mediterranea e dei borghi marinari (Reimar).

La partecipazione è aperta anche in forma associata, favorendo così la collaborazione tra enti pubblici e privati per interventi di maggiore impatto. Le proposte dovranno essere presentate entro il 3 novembre prossimo. Le richieste vanno inviate tramite Pec all’indirizzo dipartimento.pesca@certmail.regione.sicilia.it.

Qui per maggiori dettagli e per consultare l’avviso.

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LEDA: Libya’s New Engine for Non-Oil Exports

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The Libyan Export Development Authority (LEDA)—recently reorganized under the direct supervision of Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh, Prime Minister of the Government of National Unity—is emerging as one of Libya’s most dynamic tools to relaunch exports and diversify an economy historically reliant on energy products.

Following its transformation earlier this year, LEDA has expanded its strategic remit, becoming a bridge between institutions, local businesses and international markets.

In a country where over 90% of revenues still come from the energy sector, LEDA is a bet on the future: promoting agricultural, manufacturing and—above all—seafood exports, leveraging the natural resources of Libya’s Mediterranean waters and the potential of local SMEs. The task is not only to market exports but also to build trust in the “Made in Libya” brand. The goal is to bring to the fore a Libya that exports quality.

Among the most promising industries is fisheries—particularly the harvesting and export of the renowned (and high-value) red shrimp (Aristaeomorpha foliacea), considered one of the Mediterranean’s finest species. Caught in deep waters off Sirte, Misrata and beyond, this crustacean stands out for its intense flavor and premium flesh.

LEDA has launched a dedicated program to enhance seafood products, which includes technical assistance to fishing cooperatives to obtain international certifications (HACCP, ISO, EU Export Code), logistical support for cold-chain integrity and product preservation, bilateral agreements with importing countries such as Italy, Spain and Malta, and participation in international trade fairs like Seafood Expo Global.

According to preliminary data released by the Ministry of Economy, Libyan seafood exports grew by 27% in 2024, with even more encouraging prospects for 2025 thanks to new trade corridors promoted by LEDA.

LEDA’s work extends beyond promotion: the authority is supporting the creation of coastal industrial zones dedicated to seafood processing, aiming to generate local value-added and youth employment.

If current projects in the fisheries sector deliver as expected, Tripoli’s red shrimp could quickly evolve from a little-known local resource into a real competitor to the celebrated shrimp landed by Italian fleets—a shift that, in part, is already beginning to take shape.

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