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In genere sappiamo che si dovrebbe mangiare più pesce. È ricco di proteine nobili, povero di grassi saturi, contiene omega-3, e tutte le linee guida nutrizionali lo raccomandano almeno due volte a settimana. Eppure, nella pratica quotidiana, questo consiglio si scontra con abitudini consolidate, tempi limitati e una certa diffidenza legata al prezzo, alla freschezza o alla difficoltà di preparazione. Proprio in questo divario tra sapere e fare, tra buone intenzioni e realtà di scaffale, si gioca una delle sfide più interessanti per il futuro della filiera: quella del marketing del pesce consapevole, un approccio che combina scelte di assortimento, comunicazione e psicologia del consumo per rendere più semplice e naturale scegliere il pesce.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità
L’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a segnalare la cattiva alimentazione tra le principali cause di obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Le politiche di prevenzione si sono concentrate per anni su campagne informative e programmi educativi, ma i risultati restano modesti. Le persone sanno cosa dovrebbero fare, ma non sempre lo fanno. In economia comportamentale questo fenomeno è noto come say-do gap: la distanza tra ciò che si dichiara di voler fare e ciò che si fa davvero. La mente umana non è un calcolatore razionale — tende a privilegiare le gratificazioni immediate, come un cibo comodo o familiare, rispetto a benefici futuri e più astratti come la salute.
Il marketing che aiuta
Oggi il marketing può aiutare a colmare questo divario non solo comunicando, ma progettando il contesto decisionale in modo più intelligente. Disporre meglio i prodotti, semplificare le informazioni nutrizionali o rendere più accessibili le alternative salutari significa creare un ambiente che orienta le scelte senza imporle. È una forma di influenza gentile che parla ai comportamenti reali delle persone, non solo alle loro intenzioni.
I retailer, ma anche le pescherie moderne, possono diventare “architetti delle scelte”. L’assortimento può dare maggiore visibilità a specie locali o sostenibili, valorizzando il prodotto fresco ma anche le soluzioni pronte o monoporzione, perfette per chi ha poco tempo. Il layout può aiutare il cliente a orientarsi con chiarezza, presentando il pesce non come categoria difficile ma come opzione quotidiana, abbinata magari a verdure, salse leggere o condimenti semplici. Anche la comunicazione visiva ha un ruolo cruciale: etichette intuitive, colori coerenti, simboli nutrizionali chiari o QR code che raccontano la provenienza possono ridurre lo sforzo cognitivo e aumentare la fiducia.
La leva economica
La leva economica, poi, non va sottovalutata. Programmi fedeltà che premiano chi acquista pesce regolarmente, piccole promozioni sui tagli meno noti o sulle specie sostenibili possono creare un circolo virtuoso tra convenienza e salute. Ma la vera forza di questo approccio sta nella continuità. Le azioni più efficaci non sono quelle che convincono una volta, ma quelle che modificano le abitudini nel tempo. Il marketing del pesce consapevole non si limita a informare, ma agisce nel momento della decisione, quando il consumatore si trova davanti al banco e deve scegliere davvero.
Naturalmente non mancano le criticità. Il prezzo medio del pesce resta un freno, così come la percezione di un prodotto più deperibile o complesso da gestire rispetto ad altre proteine. Per questo è essenziale che tutta la filiera — dai produttori ai distributori — collabori per garantire assortimenti costanti, informazioni trasparenti e un’esperienza d’acquisto positiva. Le aziende possono investire in packaging più pratici e sostenibili, la GDO può valorizzare la tracciabilità e la freschezza, mentre le istituzioni pubbliche possono supportare con campagne coordinate e incentivi alla formazione del personale di vendita.
Un approccio integrato di questo tipo conviene a tutti. Promuovere il consumo di pesce significa migliorare la salute collettiva, sostenere le economie locali e rafforzare la reputazione dei marchi coinvolti. In un’epoca in cui i consumatori chiedono autenticità e responsabilità, il marketing del pesce consapevole rappresenta un nuovo paradigma: non spingere a comprare di più, ma aiutare a scegliere meglio. È un modo intelligente per trasformare il punto vendita in un luogo dove salute, sostenibilità e profitto convivono, restituendo al pesce il ruolo che gli spetta — alimento prezioso, quotidiano e alla portata di tutti.
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