Mese: Ottobre 2025 Pagina 1 di 32

Proroga del fermo pesca al 30 novembre: allarme del settore e richiesta di indennizzi immediati

Proroga del fermo pesca al 30 novembre: allarme del settore e richiesta di indennizzi immediati

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Fermo pesca

È stato pubblicato il decreto ministeriale che dispone la proroga del fermo pesca fino al 30 novembre, a seguito di una lunga trattativa con la Commissione europea, che aveva ipotizzato il divieto dell’attività di pesca a strascico su tutto il Mar Tirreno fino alla fine dell’anno.

L’estensione del fermo pesca di un ulteriore mese rappresenta una misura estremamente gravosa per le imprese e per i lavoratori del settore, che si aggiunge a una compressione dell’attività produttiva ormai oltre i limiti della sostenibilità economica e sociale. Tuttavia, rispetto all’ipotesi iniziale di una chiusura totale fino a dicembre o del divieto di pesca in tutta la fascia costiera fino a quattro miglia dalla costa, la proroga al 30 novembre è stata l’unica soluzione praticabile per evitare l’apertura di una procedura di infrazione da parte delle istituzioni europee.

“Questa situazione – dichiara Francesca Biondo, direttrice di Federpesca – conferma l’urgenza di rivedere il sistema di calcolo delle giornate di pesca e, soprattutto, di garantire alle imprese maggiore certezza e flessibilità, per consentire una reale programmazione dell’attività, che quest’anno sarà fortemente compromessa. È necessaria la convocazione immediata di un tavolo tecnico di confronto con il settore, per definire per il 2026 un numero adeguato di giornate di pesca e regole certe per le imprese, in modo da assicurare stabilità e sostenibilità al comparto”.

“Ora è necessario assicurare tempi rapidi per l’erogazione degli indennizzi previsti a compensazione del fermo, oltre che rafforzare il sostegno alle organizzazioni di produttori, che svolgono un ruolo fondamentale nel coordinamento e nella valorizzazione della filiera ittica nazionale” ha concluso la direttrice.

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Fermo, arriva l’integrazione del Masaf

Ma solo per le imbarcazioni aventi licenza anche per questo tipo di attrezzatura

Il Decreto Direttoriale n. 582398 del 29/10/2025 interviene ancora sulle misure che regolano lo sforzo di pesca nell’area del Tirreno, stabilendo il divieto di prelievo per tutto il mese di novembre e prevendendo, al contempo, la facoltà per le imbarcazioni dotate di licenza anche per la pesca con strumenti non a strascico quali il palangaro ed altri, di continuare l’attività con l’obbligo di evitare di catturare esemplari di nasello.

Le imbarcazioni intenzionate a seguire questa via ne debbono dare idonea comunicazione alla Capitaneria di porto di immatricolazione entro la giornata odierna, altrimenti tale facoltà di scelta decade.

Viene sancito, inoltre, l’obbligo di consegna delle reti a strascico e la relativa apposizione di sigilli da parte dell’autorità marittima.

Il decreto è disponibile qui.

Federpesca: proroga del fermo pesca, misura pesante ma necessaria per evitare l’infrazione UE

Federpesca: proroga del fermo pesca, misura pesante ma necessaria per evitare l’infrazione UE

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È stato pubblicato il decreto ministeriale che dispone la proroga del fermo pesca fino al 30 novembre, a seguito di una lunga trattativa con la Commissione europea, che aveva ipotizzato il divieto dell’attività di pesca a strascico su tutto il Mar Tirreno fino alla fine dell’anno.

L’estensione del fermo pesca di un ulteriore mese rappresenta una misura estremamente gravosa per le imprese e per i lavoratori del settore, che si aggiunge a una compressione dell’attività produttiva ormai oltre i limiti della sostenibilità economica e sociale. Tuttavia, rispetto all’ipotesi iniziale di una chiusura totale fino a dicembre o del divieto di pesca in tutta la fascia costiera fino a quattro miglia dalla costa, la proroga al 30 novembre è stata l’unica soluzione praticabile per evitare l’apertura di una procedura di infrazione da parte delle istituzioni europee.

“Questa situazione – dichiara Francesca Biondo, direttrice di Federpescaconferma l’urgenza di rivedere il sistema di calcolo delle giornate di pesca e, soprattutto, di garantire alle imprese maggiore certezza e flessibilità, per consentire una reale programmazione dell’attività, che quest’anno sarà fortemente compromessa. È necessaria la convocazione immediata di un tavolo tecnico di confronto con il settore, per definire per il 2026 un numero adeguato di giornate di pesca e regole certe per le imprese, in modo da assicurare stabilità e sostenibilità al comparto”.

“Ora è necessario assicurare tempi rapidi per l’erogazione degli indennizzi previsti a compensazione del fermo, oltre che rafforzare il sostegno alle organizzazioni di produttori, che svolgono un ruolo fondamentale nel coordinamento e nella valorizzazione della filiera ittica nazionale” ha concluso la direttrice.

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Stockfish finds a new home in Milan

Stockfish finds a new home in Milan

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If you say stockfish, your mind likely travels to Veneto — to kitchens scented with patience and tradition, to dishes like baccalà alla vicentina or baccalà mantecato, symbols of a culinary culture that turned a northern fish into an Italian story.
Yet today, surprisingly, the new gravitational center of stockfish in Italy is Milan.

According to Nielsen data, Lombardy was the Italian region with the highest growth in stockfish consumption in 2024, with Milan leading the trend. This says much about how the meaning of tradition is changing — from nostalgic memory to rediscovered ingredient, now interpreted through an urban lens that speaks to contemporary audiences.

Behind this evolution lies not only a market figure but a cultural shift. Milan is a city that welcomes and blends influences: Venetians, Ligurians, Calabrians, Campanians — communities that brought their culinary habits with them — have made stockfish part of everyday life, even far from the coast. And when tradition moves, it changes shape.

In this context stands Daniel Canzian — a Veneto-born, Milan-adopted chef renowned for combining technical precision with modern sensibility. Recently named Stockfish Ambassador in Italy by the Norwegian Seafood Council, Canzian embodies an ideal synthesis of skill, geography, and vision. His cuisine, often described as “subtractive,” refocuses attention on the essence of ingredients — simplicity elevated to elegance.

At his Milan restaurant, stockfish isn’t a relic of the past but a living ingredient — relevant and renewed without losing its memory. His version of stockfish stewed with carrots and ginger is a statement of intent: a perfect balance between the natural flavor of Norwegian fish and the lightness of a modern touch.

Beyond the recipe lies a deeper theme. In a market where overall stockfish consumption has slowed — hindered by rising cod prices and evolving eating habits — the real goal for Norwegian producers and exporters is to reposition the product. The challenge is to strengthen its perceived value, keeping consumers willing to recognize its quality even in a higher-price context. Choosing an ambassador like Canzian is part of a medium-term strategy focused on major cities, where the greatest potential for growth and cultural renewal lies.

Milan, in this sense, is the perfect laboratory. Here, consumers are more open to ready-made recipes, gourmet products, and dishes that merge roots and innovation. Here, stockfish can once again become a star — not only in restaurant kitchens but also on supermarket shelves, where demand for traditional products reimagined for modern life is growing.

Norwegian stockfish, then, is no longer just a symbol of the past. It’s a raw material suited for a new culinary and cultural narrative — one that connects two extremes of Europe: Norway’s Lofoten Islands, where it’s born from the cold Barents Sea, and Italy, where for centuries it has been transformed into culture, identity, and collective memory.

And if we say stockfish today, perhaps it’s time to think not only of the past, but of how this ancient product is finding, in Milan — and across Italy — a new sense of modernity.

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Scognamiglio: Ue prolunga fermo pesca Tirreno, governo media e riduce danni

Scognamiglio: Ue prolunga fermo pesca Tirreno, governo media e riduce danni

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“L’Unione europea ancora una volta penalizza la pesca italiana con il prolungamento del fermo temporaneo nel Tirreno, che inizialmente addirittura si voleva protrarre fino al nuovo anno, ma fortunatamente la mediazione del governo ha portato al dimezzamento dei tempi, consentendo agli operatori di lavorare almeno nel mese di dicembre”.

Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“I pescatori del Tirreno – ha proseguito il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico –, dopo il fermo biologico osservato sinora, dovranno ancora obbligatoriamente sospendere l’attività a strascico per un altro mese (fino al 30 novembre), come imposto da Bruxelles.
Proseguono dunque le politiche vessatorie della Commissione europea che ormai da anni colpisce indiscriminatamente lavoratori e imprese del comparto ittico, in particolare del nostro Paese, mettendo sul lastrico migliaia di addetti, ai quali viene gratuitamente attribuita la colpa di essere i principali responsabili dei problemi ambientali del mare e del fragile equilibrio ecologico, che ormai vive da tempo, trascurando invece gli effetti dell’inquinamento e dello sversamento di rifiuti e scarichi nocivi da terra e più in generale gli effetti del cambiamento climatico, che alterano significativamente la condizione delle acque e dei fondali, incidendo negativamente sulla biodiversità, sugli stock ittici e sulla proliferazione di specie aliene invasive.
Soltanto grazie all’intervento della delegazione governativa italiana, composta dalla dirigenza del Ministero dell’Agricoltura, dal ministro Lollobrigida e dal Sottosegretario La Pietra, si è riusciti a limitari i danni, consentendo una ripresa della pesca a dicembre, potendo contare in tal modo sugli acquisti per i cenoni di Natale e Capodanno.
Come abbiamo più volte sottolineato, l’atteggiamento ostile dell’Unione europea non soltanto danneggia la pesca italiana e più in generale l’economia di un importante segmento dell’agroalimentare, con ricadute su tutta la filiera, ma penalizza anche i consumatori, che non possono più ritrovare nei negozi e nei mercati l’assortimento e la qualità dei nostri prodotti, mentre si agevola l’importazione dall’estero”.

“Di fronte ad un quadro così critico e paradossale – conclude Scognamiglio – non possiamo che chiedere a gran voce un’inversione di rotta dell’Unione europea, colpevole del grave declino del settore e dei notevoli disagi che migliaia di famiglie stanno vivendo. Al governo nazionale invece sollecitiamo massima attenzione nei confronti dei pescatori, affinché sia ridotto il più possibile l’impatto del fermo e delle scelte scellerate dell’Ue, anche attraverso provvedimenti mirati, che assicurino dignità e reddito agli operatori”.

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