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A ridosso delle festività di fine anno, quando il mercato ittico entra nella sua fase più intensa e allo stesso tempo più rivelatrice, emerge con chiarezza un dato: il mercato dei crostacei e dei molluschi nel 2025 non è più quello di qualche stagione fa. Non per mancanza di interesse, ma per una trasformazione silenziosa che riguarda abitudini di consumo, canali di vendita e strategie di filiera.
Scampi, aragoste, granceole e granchi continuano a rappresentare l’immaginario della tavola delle feste. Sono prodotti che evocano convivialità e occasioni speciali. Ma dietro questa immagine, la realtà è fatta di scelte più ponderate, volumi più controllati e di una crescente attenzione alla sostenibilità economica, prima ancora che ambientale.
Scampi e aragoste: il valore resta, cambia l’approccio
Nel corso del 2025 gli scampi hanno confermato una tendenza già avviata: la domanda non scompare, ma diventa più selettiva. Le oscillazioni dell’offerta, i costi logistici e una maggiore prudenza negli acquisti hanno spinto molti operatori a privilegiare referenze più gestibili, con pezzature uniformi e una maggiore incidenza di prodotto congelato o trasformato di qualità.
L’aragosta resta un simbolo, ma sempre meno un prodotto “di routine” anche nel periodo natalizio. È una presenza mirata, legata a momenti specifici e a un pubblico consapevole del valore – e del prezzo – che porta con sé. La filiera, di conseguenza, lavora sempre più sulla riduzione del rischio: migliore gestione del vivo, maggiore attenzione alla conservazione e a soluzioni che garantiscano stabilità commerciale.
Granceole e granchi: prodotti difficili, ma con nuove prospettive
Il segmento dei granchi, nelle sue diverse interpretazioni commerciali, mostra nel 2025 segnali di rinnovato interesse. Granceola e granchio bruno, storicamente legati a mercati di nicchia o all’Horeca, stanno lentamente trovando spazio anche grazie alla trasformazione.
Polpa confezionata, preparazioni pronte e referenze refrigerate consentono di superare alcuni limiti strutturali di questi prodotti: stagionalità, resa incostante e difficoltà di gestione. Non si tratta di una rivoluzione improvvisa, ma di un percorso graduale che nel corso dell’anno ha iniziato a dare risultati concreti, soprattutto in termini di accessibilità per il consumo domestico.
Molluschi: il comparto che più di tutti si sta reinventando
Se c’è un segmento che nel 2025 racconta meglio il cambiamento in atto, è quello dei molluschi. Cozze, vongole e mitili, soprattutto nelle versioni lavorate e confezionate, sono diventati un vero laboratorio di innovazione.
Di fronte a consumatori più attenti alla spesa e meno inclini allo spreco, il settore ha risposto con confezioni più funzionali, atmosfere protettive, ricette pronte e soluzioni pensate per una fruizione semplice. Il mollusco non è più soltanto un prodotto da banco, ma una referenza che dialoga sempre di più con il libero servizio e con le esigenze della cucina quotidiana.
Questa evoluzione non è una rinuncia alla qualità, ma una reinterpretazione del concetto di freschezza, che oggi passa anche dalla praticità e dalla sicurezza.
Libero servizio e banco: non una sfida, ma un equilibrio
Nel dibattito di settore del 2025 torna spesso una domanda: il libero servizio sta sostituendo il banco tradizionale? La risposta che emerge dai fatti è più sfumata. Il banco resta centrale per i prodotti ad alto valore simbolico e per l’esperienza d’acquisto, soprattutto nel periodo delle feste.
Il libero servizio, però, cresce dove servono continuità, rotazione e controllo dei costi. Ed è proprio qui che crostacei e molluschi, nelle versioni trasformate o pronte, stanno trovando un ruolo sempre più definito, senza snaturare il prodotto.
Un fine anno che parla di adattamento
Guardando al bilancio di fine 2025, il mercato dei crostacei e dei molluschi non appare in difficoltà, ma in fase di assestamento. I volumi non sono più il solo indicatore di successo. Conta la capacità di leggere il consumatore, di offrire soluzioni coerenti e di valorizzare ogni anello della filiera.
Alla vigilia delle festività, il messaggio che arriva dal mercato è chiaro: meno euforia, più strategia. E proprio nei prodotti più iconici della tradizione ittica si stanno sperimentando i cambiamenti più interessanti.
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