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Il mare entra ufficialmente tra le grandi politiche di valorizzazione territoriale del Paese. A partire dal 2026 sarà istituito il titolo di “Capitale italiana del mare”, un riconoscimento annuale destinato ai Comuni costieri che sapranno interpretare il mare non solo come risorsa naturale, ma come leva culturale, economica e sociale. Al Comune vincitore sarà assegnato un contributo di un milione di euro, destinato alla realizzazione del programma di attività presentato in fase di candidatura.
Il provvedimento è stato adottato dal ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, e rappresenta un passaggio significativo nella costruzione di una visione nazionale più strutturata e consapevole sul ruolo strategico del mare per lo sviluppo del Paese.
L’obiettivo è chiaro: promuovere una cultura del mare moderna e responsabile, capace di tenere insieme tutela ambientale, biodiversità, uso sostenibile delle risorse marine e crescita dell’economia blu. Il titolo di Capitale italiana del mare nasce infatti per valorizzare le specificità dei territori costieri, stimolare progettualità di qualità e favorire una competizione virtuosa tra realtà diverse, ma accomunate da una forte identità marittima.
A partire dal 2026, la selezione avverrà tramite procedura pubblica. I Comuni interessati dovranno presentare un piano annuale di iniziative, costruito su basi concrete e misurabili, che includa interventi di valorizzazione del patrimonio marittimo, azioni di sostenibilità ambientale e obiettivi verificabili nel tempo.
I progetti saranno esaminati da una commissione composta da cinque esperti indipendenti, chiamati a valutare la coerenza complessiva delle proposte, il grado di innovazione, la capacità di collaborazione istituzionale e le ricadute economiche, sociali e ambientali sul territorio. Un’attenzione particolare sarà riservata alla capacità dei Comuni di trasformare il mare in un fattore di sviluppo reale, duraturo e condiviso.
L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio, che guarda alle politiche nazionali ed europee sul mare come a un asse strategico del futuro. Il titolo di Capitale italiana del mare è infatti coerente con il Piano del mare 2023-2025 e con il Patto europeo per gli oceani, che pone al centro temi come l’alfabetizzazione oceanica, il coinvolgimento dei cittadini e la costruzione di una nuova consapevolezza collettiva sul valore degli ecosistemi marini.
Il Comune designato dovrà garantire trasparenza nella gestione delle risorse e presentare, al termine dell’anno di mandato, un rapporto dettagliato sui risultati ottenuti, trasformando il riconoscimento in un vero banco di prova per la qualità della governance locale.
Con la nascita della Capitale italiana del mare, il mare smette di essere solo cornice geografica e diventa protagonista delle politiche pubbliche. Un segnale forte per i territori costieri, per le filiere produttive legate alla pesca e all’acquacoltura, per il turismo marittimo e per tutte quelle realtà che, ogni giorno, lavorano per dare al mare un futuro sostenibile e competitivo. Un’occasione che, se ben interpretata, può segnare un cambio di passo nel modo in cui l’Italia guarda al proprio patrimonio blu.
La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 20 gennaio 2026. Tutte le informazioni per partecipare e inviare la candidatura sono disponibili qui.
L’articolo 1 milione di euro alla Capitale del Mare 2026 proviene da Pesceinrete.
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