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Fedagripesca: in Agrifish evitato danno da oltre 300 mln nel Mediterraneo

Fedagripesca: in Agrifish evitato danno da oltre 300 mln nel Mediterraneo

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“L’accordo raggiunto in sede Agrifish evita al comparto della pesca del Mediterraneo occidentale un danno economico stimato in oltre 300 milioni di euro l’anno, che sarebbe derivato dalla proposta iniziale della Commissione europea di ridurre fino al 64% i giorni di pesca nel 2026”.

È quanto afferma Paolo Tiozzo vicepresidente Confcooperative Fedagripesca, esprimendo soddisfazione per l’esito del Consiglio dei ministri UE che ha approvato il regolamento sulle possibilità di pesca per il 2026.

“Il risultato consente di garantire continuità e stabilità produttiva anche per il 2026, scongiurando un colpo durissimo a migliaia di imprese, lavoratori e intere comunità costiere”, sottolinea Tiozzo, che ringrazia “il lavoro diplomatico svolto dal ministro Lollobrigida e del Masaf, capace di costruire un’alleanza efficace con Francia e Spagna e di correggere un’impostazione iniziale insostenibile e di evitare così nuova mannaia per il settore”.

La proposta di compromesso, presentata dalla presidenza di turno danese, è stata approvata all’unanimità, nonostante il parere non favorevole della Commissione europea. “Un segnale politico importante – conclude il presidente Tiozzo– che dimostra come un’azione coordinata dei Paesi mediterranei possa tutelare al tempo stesso sostenibilità ambientale e tenuta economica del settore”.

Resta tuttavia, secondo Fedagripesca, il disappunto per le misure assunte in precedenza dalla CGPM a Malaga, anche qui dietro una forte spinta impressa dalla Commissione Ue; misure che continuano a pesare – spiega l’associazione- sul comparto e sulle prospettive delle imprese della pesca e per le quali, assieme al Governo italiano, si stanno studiando le necessarie contromisure per tentare di bilanciarne l’impatto su cooperative e imprese.

 

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Agrifish, un grande successo italiano in Europa. I pescatori ringraziano

Agrifish, un grande successo italiano in Europa. I pescatori ringraziano

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Maria Laurenza,  segreteria nazionale della Uila Pesca esprime grande soddisfazione le decisioni assunte dal consiglio dei ministri europei della pesca, riunito fino a tarda notte a Bruxelles, in merito alle possibilità di pesca nel Mediterraneo per il 2026. “Decisioni che – commenta la segretaria generale della Uila Pesca – ribaltano completamente le proposte draconiane della Commissione e ridanno ossigeno alle marinerie italiane”.

Secondo le prime notizie che arrivano da Bruxelles, infatti, nel 2026 sara’ mantenuto il livello di sforzo di pesca del 2025 per i pescherecci a strascico nelle acque spagnole, francesi e italiane. Inoltre, per mitigare l’impatto socioeconomico e premiare le pratiche più selettive, si prevede di utilizzare un meccanismo di compensazione che assegna giornate aggiuntive di pesca agli operatori che optano per attrezzi più selettivi. Resteranno inalterati anche i limiti di cattura del 2025 per il gambero blu e il gambero rosso.

“È un risultato importante per i nostri pescatori e per il paese –  dichiara Laurenza – ottenuto grazie all’azione del governo italiano, fortemente sostenuta da tutte le forze datoriali e sindacali del settore, e al ruolo centrale svolto dal ministro Francesco Lollobrigida che ha saputo creare un’intesa con Francia e Spagna che e’ stata decisiva. È un successo che dimostra anche come sia possibile, con la forza della ragione e tessendo le giuste alleanze, cambiare le politiche europee”.

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AIC e AIC Pesca: “Positiva la moratoria sulle possibilità di pesca 2026”

AIC e AIC Pesca: “Positiva la moratoria sulle possibilità di pesca 2026”

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L’Associazione Italiana Coltivatori e AIC Pesca accolgono con favore la decisione del Consiglio Agrifish dell’11 e 12 dicembre, che ha scongiurato l’ipotesi di nuove restrizioni sulle possibilità di pesca per il 2026.

“Il consenso raggiunto in sede Agrifish frutto della valutazione delle preoccupazioni emerse in modo trasversale, anche da parte di numerosi parlamentari europei, ha evidenziato una consapevolezza diffusa sulle conseguenze negative che una simile proposta avrebbe prodotto su migliaia di lavoratori e piccole imprese del settore”, commenta Giuseppino Santoianni, presidente AIC, sostenendo la battaglia portata avanti da uno degli enti della rete appositamente creati per rispondere alle esigenze delle varie categorie legate all’agripesca.

“Si tratta di un risultato importante per un comparto strategico come quello ittico, che avrebbe subito impatti economici e sociali molto seri – dichiara Natale Amoroso, presidente di AIC Pesca e operatore del settore da tre generazioni – anche perché recepisce una parte delle richieste che avevamo rivolto al Ministro Lollobrigida alla vigilia del Consiglio, affinché se ne facesse portavoce in sede europea”.

“È per noi un segnale che va accolto positivamente e che può dare seguito a soluzioni condivise e più equilibrate – commentano Santoianni e Amoroso – in quanto si tratta di una decisione inevitabile per la sopravvivenza di un settore che da anni opera sotto una pressione crescente. Negli ultimi anni abbiamo perso il 16% dei pescatori imbarcati e quasi il 10% della flotta. Non si può chiedere a un pescatore di dimezzare il proprio lavoro, né si può continuare a procedere una moratoria dopo l’altra, senza una visione strutturale. I bilanci delle imprese di pesca sono da tempo al limite”.

I due presidenti ribadiscono infine la disponibilità a portare nelle sedi istituzionali competenti le proprie proposte per restituire prospettive e dignità al settore ittico.

“Il 2026 – concludono – deve essere l’anno in cui iniziare a parlare delle possibilità per la pesca. Oggi quasi un giovane su due, pur provenendo da famiglie di pescatori, sceglie di non continuare questo mestiere. Servono iniziative concrete per incentivare il lavoro giovanile in mare, una reale semplificazione delle procedure per l’inserimento dei lavoratori stranieri, la revisione delle tabelle minime di armamento e del collocamento di mare, oltre allo snellimento dei percorsi per l’acquisizione dei titoli professionali”.

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Coldiretti, vittoria per la flotta Italia, scongiurato taglio 2/3 giornate attività

Coldiretti, vittoria per la flotta Italia, scongiurato taglio 2/3 giornate attività

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È un grande successo per la Flotta Italia l’aver scongiurato il taglio dei 2/3 delle giornate di pesca, respingendo la folle proposta della Commissione Ue grazie al lavoro di squadra portato avanti assieme al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Ad affermarlo è la Coldiretti Pesca al termine di una seduta fiume del Consiglio Agrifish che ha bocciato in toto il piano della Von der Leyen di ridurre del 64% l’attività delle imbarcazioni a strascico.

Il taglio delle giornate avrebbe messo in ginocchio centinaia di imprese ittiche, l’economia delle zone costiere e l’accesso dei consumatori al pesce fresco nazionale, di qualità certificata, aprendo le porte a ulteriori importazioni. Non è un caso che la dipendenza dall’estero per il pesce sia schizzata dal 30% all’85% negli ultimi quarant’anni, come evidenzia l’analisi di Coldiretti Pesca.

Il Consiglio Agrifish, grazie all’intesa tra Italia, Spagna e Francia che hanno presentato un documento unitario, ha ottenuto il risultato mettendo sul piatto due misure importanti: il fermo biologico (arresto temporaneo) e il bando delle demolizioni messo in campo dall’Italia.

Decisivo il ruolo della Presidenza danese, che ha guidato il confronto superando l’impostazione ideologica della Commissione e rimettendo al centro il principio di equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica e sociale.

“È un risultato che ci soddisfa, frutto del grande impegno portata avanti dal ministro, assieme al sottosegretario La Pietra e alla direzione Pesca del Masaf. La dimostrazione di come, quando il settore viene ascoltato e supportato, sia possibile conciliare tutela degli stock ittici e futuro delle imprese”, dichiara Daniela Borriello, responsabile nazionale Coldiretti Pesca. “Siamo riusciti a fermare proposte prive di buon senso che avrebbero penalizzato in modo irreversibile le nostre marinerie. Ha prevalso una visione pragmatica, costruita grazie all’impegno del ministero e al lavoro congiunto delle organizzazioni della pesca. Quando l’Italia fa squadra in Europa, i risultati arrivano”.

Coldiretti Pesca ribadisce la necessità di proseguire su questa linea anche nei prossimi appuntamenti europei, affinché le politiche comuni sulla pesca tengano conto delle specificità del Mediterraneo e del valore economico, sociale e ambientale delle comunità che vivono di mare.

La filiera della pesca – conclude Coldiretti – conta in Italia circa 12mila imbarcazioni per un giro d’affari complessivo di poco meno di 750 milioni di euro.

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Accordo Ue sulla pesca: definite le possibilità per il 2026

Accordo Ue sulla pesca: definite le possibilità per il 2026

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I ministri europei della Pesca hanno raggiunto un accordo politico sulle possibilità di pesca per il 2026, con alcune decisioni che si estendono anche al 2027 e al 2028 per specifici stock. L’intesa, maturata dopo due giorni di negoziati in sede di Consiglio Agricoltura e Pesca, definisce i totali ammissibili di cattura (TAC) e i limiti di sforzo di pesca per i principali stock ittici commerciali nelle acque dell’Atlantico, del Mare del Nord, del Mediterraneo, del Mar Nero e in altri bacini.

Lo sforzo di pesca, come chiarito nei documenti del Consiglio, è determinato dalla combinazione tra dimensioni e potenza del motore delle imbarcazioni e il numero di giorni di attività in mare. Secondo Jacob Jensen, ministro danese per l’Alimentazione, l’Agricoltura e la Pesca, l’accordo rappresenta un compromesso sostenuto da un ampio numero di Stati membri, in grado di offrire ai pescatori certezza sulle opportunità di pesca per il 2026 e di bilanciare i pareri scientifici con la tutela degli stock più vulnerabili, salvaguardando al contempo la sostenibilità futura del settore.

L’intesa riguarda stock gestiti direttamente dall’Unione europea, stock condivisi con Paesi terzi limitrofi e risorse disciplinate da accordi conclusi nell’ambito delle organizzazioni regionali di gestione della pesca. In questo quadro rientrano anche gli stock condivisi con il Regno Unito, considerati risorse comuni ai sensi del diritto internazionale dopo la Brexit. Le consultazioni annuali UE-Regno Unito, concluse prima del Consiglio Agrifish, sono state integrate nel regolamento principale per Atlantico e Mare del Nord, così come le consultazioni trilaterali tra UE, Regno Unito e Norvegia.

Per Atlantico e Mare del Nord, l’accordo interessa 24 TAC gestiti autonomamente dall’UE. Alla luce di pareri scientifici positivi e di un miglioramento dello stato di alcuni stock, i ministri hanno deciso aumenti delle catture per specie come i rombi e gli scampi norvegesi in specifiche aree. Parallelamente, per altri stock sono state concordate riduzioni dei limiti di cattura, in linea con le indicazioni scientifiche e con l’obiettivo di mantenere un equilibrio con le esigenze socioeconomiche delle flotte interessate. Per lo sgombro, in attesa della conclusione delle consultazioni tra gli Stati costieri dell’Atlantico nord-orientale, sono stati fissati limiti di cattura provvisori per i primi sei mesi del 2026.

Nel Mediterraneo occidentale, il Consiglio ha deciso di mantenere nel 2026 lo stesso livello di sforzo di pesca previsto per il 2025 per i pescherecci a strascico operanti nelle acque spagnole, francesi e italiane. Contestualmente, viene confermato – con alcune modifiche – il meccanismo di compensazione introdotto nel 2022, che consente l’assegnazione di giorni aggiuntivi agli operatori che adottano attrezzi più selettivi o che sono soggetti a misure nazionali di conservazione. L’obiettivo dichiarato è ridurre la mortalità da pesca limitando al contempo l’impatto socioeconomico sul settore.

Sempre nel Mediterraneo, i ministri hanno concordato di mantenere per il 2026 i limiti di cattura già in vigore nel 2025 per il gambero blu, il gambero rosso e il gambero rosso gigante nelle rispettive aree di competenza. Nel Mar Nero, invece, è stato fissato un TAC leggermente inferiore per il rombo chiodato, confermando anche il periodo di chiusura stagionale della pesca, mentre per lo spratto si registra un cambio di orientamento rispetto all’anno precedente.

Dopo la revisione giuridica e linguistica, il regolamento che recepisce l’accordo politico sarà adottato dal Consiglio in una delle prossime sessioni e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Le misure entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2026.

L’accordo Agrifish sulle possibilità di pesca 2026 definisce un quadro articolato tra limiti di cattura, sforzo di pesca e meccanismi di compensazione, con l’obiettivo di coniugare sostenibilità biologica e stabilità economica delle flotte europee.

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