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AIC Pesca plaude all’elezione di Saber Alazabi alla CGPM

AIC Pesca plaude all’elezione di Saber Alazabi alla CGPM

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Sull’elezione del Vice Ministro della pesca libico Saber Alazabi a Secondo Vice Presidente della Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM), arriva anche il compiacimento dell’Associazione A.I.C. Pesca, che in una nota ufficiale sottolinea il valore di questo passaggio istituzionale per il Mediterraneo e per le relazioni di cooperazione con la Libia.

L’organizzazione, guidata dal presidente Natale Amoroso, evidenzia come il rappresentante del Governo di Tripoli abbia costruito in questi anni un percorso di impegno tecnico e diplomatico riconosciuto a livello internazionale, trovando ora un punto di approdo nella nuova governance della CGPM.

Di seguito il comunicato stampa integrale diffuso da AIC Pesca a firma del Presidente Natale Amoroso:

Prendiamo con grande entusiasmo l’elezione del dott. Saber Alazabi a secondo Vice Presidente della CGPM (Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo).

Il rappresentante del governo libico di Tripoli ha raggiunto un traguardo che corona il suo eccezionale impegno e la sua competenza professionale, dimostrando per anni la dedizione che gli hanno fatto meritare a pieno questo prestigioso ruolo.

Siamo sicuri che per i prossimi 4 anni insieme alla nuova governance il dott. Saber Alazabi darà a servizio la sua esperienza per raggiungere i compiti della Commissione ed anche il massimo impegno per favorire la cooperazione tra il nostro paese ed il governo libico per futuri progetti.

Tanti sono i temi importanti da affrontare in seno al CGPM in futuro, e tra questi auspichiamo principalmente di concentrarsi sulla valutazione dello stato delle risorse ittiche e la formulazione di raccomandazioni per una gestione sostenibile della pesca con una visione al mantenimento delle popolazioni ittiche a livelli che garantiscano un rendimento massimo sostenibile.

Obiettivo della nuova CGPM sarà trovare il giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale, economico e sociale che consenta la ripresa e l’incentivazione del lavoro in mare soprattutto nei confronti dei giovani di tutti i paesi del mediterraneo su cui bisogna creare politiche di inserimento e cooperazione tra gli stati.

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How “Blue Taxation” Could Transform Italy’s Blue Economy

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In the debate on ecological transition, public attention often gravitates toward technologies and investments. Far less frequently do we look at fiscal policy as a tool for sustainability. Yet, according to a study by Benedetta Coluccia and Pasquale Sasso for the Agrifood Tech & Innovation Observatory of Pegaso Digital University, part of the green shift could begin precisely there: in the rules that govern taxation.

The idea is as simple as it is disruptive.

What if taxes were not merely a mechanism to finance public spending, but a means to influence economic and social choices? This is the logic behind mission-oriented taxation, inspired by the theories of economist Mariana Mazzucato, who argues that states can use fiscal tools to pursue collective goals. Coluccia and Sasso bring this perspective into the field of the Blue Economy, showing that fiscal leverage can stimulate innovation and sustainable practices when framed as a development strategy rather than a budget constraint.

A revealing example: the hidden potential of oysters

To illustrate their vision, the researchers use an unexpected case: Italian oyster farming. A small sector in terms of volume, yet rich in meaning. Oysters are not just a premium food. Each specimen filters several liters of water per hour, cleans seabeds, reduces pollution and promotes marine biodiversity. Every oyster farm functions as a small, living ecological infrastructure.

Yet the Italian tax system does not recognize this value. Oysters are taxed with a 22% VAT rate—the same applied to luxury goods. In France, Portugal or the Netherlands, the rate varies between 6% and 10%. The gap matters: Italy produces around 300 tons per year, compared to over 90,000 in France. A potentially strategic supply chain for both the environment and coastal economies is left on the margins.

Although still limited in overall production, Italian oyster farming represents a niche excellence of Made in Italy. Production stands out for quality, traceability and gastronomic value, with one of the highest unit values globally, calculated by comparing average market price and output volume. This reflects the strong qualitative positioning of Italian oysters, raised in pristine waters with sustainable methods.

Despite this, the fiscal system acknowledges neither their environmental impact nor their economic and cultural value. According to the study, lowering VAT—already permitted by EU Directive 2022/542 for goods with environmental value—would not be a concession but an act of coherence. It would mean recognizing oysters’ contribution to water quality and ecosystem health, and turning taxation into a true industrial policy tool capable of rewarding those who generate public value.

Toward a “blue fiscal strategy”

The proposal by Coluccia and Sasso goes far beyond oysters. It outlines a new way of imagining taxation: a system that integrates economy and environment, rewarding virtuous behaviors and discouraging harmful ones. A blue fiscal policy capable of supporting ecological transition without shifting the burden onto citizens or the most vulnerable businesses.

Their work also calls for the creation of a National Observatory on Taxation and the Blue Economy to collect data, evaluate policy impacts and guide government decisions. Alongside this, they propose establishing the OysterTech – Blue Resilience Lab, an innovation hub dedicated to sustainable aquaculture technologies. Together, these tools could help Italy overcome fragmented environmental policies and build a more coherent governance model for sustainability.

Underlying the proposal is a clear belief: taxation can be a driver of competitiveness, not just a corrective mechanism. A tax system aligned with environmental goals can generate public value, stimulate research and investment, create skilled jobs and attract talent. In this sense, taxation becomes part of the nation’s industrial strategy.

From the sea, a model for sustainable growth

The case of oysters is not an isolated episode, but a symbol of a possible paradigm shift. With 8,000 km of coastline, some of Europe’s richest marine ecosystems and a strong tradition of high-quality production, Italy is well positioned to lead the continent’s blue transition. What is needed is a vision connecting taxation, innovation and territorial development.

In the post–Green Deal era, sustainability is no longer a cost item—it is an economic choice. Blue taxation is one of the keys to turning this idea into practice. Recognizing the fiscal value of ecosystem services means transforming sustainability into a competitive advantage rather than a burden.

As Coluccia and Sasso write, “taxation is not a constraint, but a lever for change.”
A lever capable of moving the country toward a smarter, fairer and more forward-looking growth model. Perhaps the future of Italy’s Blue Economy begins right here—with an oyster that stops being a luxury and becomes a symbol of regeneration.

For more insights on the future of Italian fisheries and the blue economy, follow ongoing coverage and analysis on Pesceinrete.

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Blue2B: un nuovo spazio di promozione e incontri per le imprese ittiche siciliane

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In Rete S.R.L., soggetto proponente del progetto “Blue2B – Connessioni strategiche per l’industria ittica siciliana nei mercati nazionali ed europei”, avvia una Manifestazione di Interesse rivolta alle micro, piccole e medie imprese siciliane della filiera ittica interessate a partecipare gratuitamente alle attività previste dall’iniziativa.
Il progetto, sviluppato nell’ambito dell’Avviso regionale “Fondo Sicilia – Interventi in favore del Sistema Fieristico – Nuova Iniziativa 2025”, mira a creare nuove opportunità commerciali per le imprese siciliane della trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici, rafforzandone la presenza sui mercati nazionali ed esteri.

Obiettivi del progetto

Blue2B prevede un articolato programma di attività finalizzato alla valorizzazione della filiera:
• Presentazione ufficiale del progetto da parte di In Rete S.R.L. durante Marca by BolognaFiere (14–15 gennaio 2026).
• Organizzazione di incontri B2B a Mazara del Vallo, nel periodo marzo–aprile 2026, con buyer italiani e internazionali appositamente selezionati.
• Attività di comunicazione e valorizzazione editoriale attraverso Pesceinrete e Ittico Guida Buyer, con inserimento delle imprese selezionate nel magazine e nei contenuti digitali dedicati al progetto.

Chi può partecipare

Possono aderire alla Manifestazione di Interesse le imprese che:
• hanno sede legale e operativa in Sicilia;
• rientrano nella categoria micro, piccole o medie imprese (MPMI);
• operano nella trasformazione e/o commercializzazione di prodotti ittici;

Come candidarsi

Le imprese interessate devono inviare:
• Modulo di candidatura compilato (allegato alla presente comunicazione);
• Breve presentazione aziendale

La candidatura deve essere trasmessa via email a: commerciale@pesceinrete.com – Oggetto: Manifestazione di Interesse – Progetto Blue2B

Criterio di ammissione

Saranno ammesse al progetto le prime 10 imprese che presenteranno una candidatura completa e conforme ai requisiti, secondo l’ordine cronologico di arrivo delle domande.
Questo criterio garantisce trasparenza e pari opportunità di accesso.

Cosa ottengono le imprese selezionate

• Partecipazione agli incontri B2B con buyer nazionali ed esteri.
• Presenza nei materiali informativi e promozionali del progetto Blue2B.
• Inserimento editoriale su Ittico Guida Buyer, con visibilità verso buyer, distributori e stakeholder.
• Visibilità dedicata su Pesceinrete.

Scadenza

Le candidature devono essere inviate entro il 10 dicembre 2025.
Le imprese ammesse saranno informate via email.
L’elenco sarà inoltre pubblicato su Pesceinrete.com.

Scarica qui il modulo per presentare la candidatura. 
Per ulteriori informazioni:
commerciale@pesceinrete.com

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Nasce Feampa Bandi Online: il portale che rende accessibili i bandi della pesca

Nasce Feampa Bandi Online: il portale che rende accessibili i bandi della pesca

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È pienamente operativo Feampa Bandi Online, il nuovo portale nazionale dedicato alla consultazione e all’aggiornamento dei bandi del Feampa 2021-2027 sviluppato da Consorzio Mediterraneo in collaborazione con Legacoop Agroalimentare.

Uno strumento pensato per il settore della pesca e dell’acquacoltura

Feampa Bandi Online raccoglie in un’unica piattaforma tutti i bandi attivati in Italia nell’ambito del Programma Nazionale Feampa, suddivisi per livello nazionale, regionale e per ciascun Galpa (Gruppo di Azione Locale per la Pesca e l’Acquacoltura). L’obiettivo è semplice ma ambizioso: offrire a cooperative, imprese e operatori della filiera ittica uno strumento chiaro, aggiornato e facilmente navigabile per orientarsi tra le varie opportunità di finanziamento.

Trasparenza e accessibilità attraverso un semaforo

Ogni bando è corredato da una scheda di sintesi e da un link diretto al documento ufficiale sul sito istituzionale competente. Un sistema a “pittogramma semaforo” segnala in un colpo d’occhio lo stato del bando, aperto o chiuso, per consentire così agli utenti di individuare con immediatezza le opportunità disponibili.

Assistenza su misura

Feampa Bandi Online non è solo un archivio: per ogni bando, gli operatori del settore pesca e acquacoltura hanno la possibilità di richiedere supporto nella predisposizione della documentazione necessaria, contattando direttamente il Consorzio Mediterraneo. Questo servizio può risultare determinante per le cooperative e le imprese che vogliono partecipare ma non dispongono di strutture interne dedicate alla parte amministrativa.

Verso una piattaforma sempre più dinamica

Nelle prossime settimane sarà attivata anche una chatbot con assistente AI, pensata per facilitare la ricerca del bando giusto e rispondere a domande frequenti sui requisiti, sulle scadenze e sulle modalità di presentazione delle domande.

Come accedere

Il portale è immediatamente consultabile al link: www.feampabandionline.it. Nei prossimi giorni, il collegamento sarà visibile anche sulla homepage di Legacoop Agroalimentare e su alcuni siti regionali, per garantire la massima diffusione e accessibilità su tutto il territorio nazionale.

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Musumeci rilancia il ruolo dei lavoratori marittimi e l’urgenza di una cultura nazionale del mare

Musumeci rilancia il ruolo dei lavoratori marittimi e l’urgenza di una cultura nazionale del mare

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Dopo l’esordio di Pozzallo dedicato a pesca e acquacoltura, il ciclo nazionale Parliamo di Mare, promosso dal Dipartimento per le Politiche del Mare, ha fatto tappa a Venezia con un confronto centrato sul lavoro marittimo, sulla formazione e sulle competenze necessarie per affrontare le trasformazioni dell’economia blu.
Alla presenza di istituzioni, accademie e rappresentanti delle categorie, il ministro Nello Musumeci ha offerto una lettura ampia e senza filtri del momento che sta attraversando il settore.

Il ministro ha aperto il suo intervento affrontando un nodo culturale che considera decisivo: la distanza che ancora separa una parte rilevante della società italiana dal mare. Questa distanza, ha osservato, è particolarmente evidente tra i giovani e nelle regioni dell’entroterra, dove il mare non è parte della quotidianità e dove permane una visione “terrestre” che penalizza la crescita delle professioni marittime.
Da qui la scelta di un percorso itinerante che non si limiterà alle città costiere. Dopo Pozzallo e Venezia, Parliamo di Mare proseguirà a Castellammare di Stabia con un approfondimento sulla cantieristica e successivamente in Piemonte, regione simbolicamente lontana dal mare, proprio per riportare la cultura marittima al centro del dibattito nazionale.

Musumeci ha ricordato che in alcune aree del Paese, fino a pochi decenni fa, il mare veniva visto per la prima volta solo in età adulta. È un segnale, ha spiegato, di un deficit culturale che l’Italia deve colmare se vuole valorizzare i talenti e formare nuove generazioni di lavoratori marittimi.
Un obiettivo che non riguarda soltanto le imprese, ma anche le università e gli enti di formazione. Il ministro ha riconosciuto che molti atenei hanno già adeguato la propria offerta con corsi di laurea mirati alle professioni del mare, ma ha sottolineato che il problema principale non è accademico: “manca l’allievo”, manca cioè quella consapevolezza culturale che dovrebbe spingere i giovani verso carriere che l’Italia è oggi chiamata a presidiare.

Al centro dell’intervento, Musumeci ha posto il tema dei lavoratori marittimi, definiti spesso “invisibili” perché, nonostante il ruolo essenziale che svolgono, sono rimasti per lungo tempo ai margini delle priorità politiche. Tre mondi – il personale imbarcato, i lavoratori della pesca e gli addetti alle attività portuali – che insieme sostengono l’intera infrastruttura marittima nazionale, ma che non hanno ricevuto nel tempo l’attenzione necessaria.
La riduzione degli addetti nella pesca e la difficoltà nel ricambio generazionale sono, per il ministro, segnali evidenti di un settore che chiede programmazione, tutele e nuove prospettive. Le flotte italiane, ha ricordato, operano in un quadro comunitario sempre più stringente, mentre flotte straniere godono di margini operativi più ampi nei nostri mari.

Per affrontare la fase di transizione in corso – tecnologica, normativa e ambientale – Musumeci ha indicato le priorità su cui costruire il nuovo corso del lavoro marittimo: più formazione, maggiore digitalizzazione, processi burocratici più rapidi, più sicurezza a bordo e nei porti, tutele assicurative e previdenziali adeguate.
Il ministro ha riconosciuto che l’obiettivo è ambizioso, ma ha assicurato il sostegno del Governo e in particolare della ministra Marina Elvira Calderone, che segue i dossier legati alle politiche del lavoro.

Una parte significativa del discorso è stata dedicata al tema del diritto di voto dei marittimi imbarcati, che Musumeci ha definito una “anomalia” della democrazia italiana. Il ministro ha raccontato l’incontro con un lavoratore che, pur avendo sempre avuto diritto al voto sulla carta, non ha mai potuto esercitarlo a causa delle condizioni lavorative.
Garantire a ogni cittadino la possibilità reale di partecipare al voto, ovunque si trovi, è una delle questioni che il ministro intende portare all’attenzione del Parlamento e delle forze politiche, con il sostegno delle organizzazioni sindacali e di categoria.

Chiudendo il suo intervento, Musumeci ha ricordato che Parliamo di Mare non nasce per offrire soluzioni immediate, ma per aprire un confronto strutturato e libero da pregiudizi, nel quale istituzioni, mondo scientifico, università e imprese possano costruire insieme una visione condivisa. Una fase che, secondo il ministro, dovrà andare oltre l’attuale legislatura e diventare parte stabile della strategia marittima nazionale.

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