Categoria: Pesce In Rete Pagina 4 di 1027

Bloom: il Patto europeo per gli oceani è un regalo alle lobby della pesca

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Doveva segnare una svolta epocale per la protezione marina europea, ma il “Patto europeo per gli oceani” si è rivelato un documento debole e privo di visione, che secondo l’Ong francese Bloom rappresenta un regalo alle lobby della pesca industriale, a discapito della biodiversità, del clima e del futuro del settore.

Presentato dalla Commissione europea durante la Terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC), il Patto ha sollevato dure critiche da parte della società civile e del mondo scientifico. A deludere è la totale assenza di misure vincolanti contro le tecniche di pesca distruttive, come lo strascico, mai menzionato nelle 27 pagine del documento, nonostante la sua comprovata pericolosità per gli ecosistemi marini.

Secondo l’analisi diffusa da BLOOM, non si tratta solo di un’occasione mancata, ma di una vera e propria resa politica della Commissione europea alle pressioni delle lobby industriali. Al centro del Patto non vi è una reale transizione ecologica, bensì l’ammodernamento tecnologico della flotta e la sostituzione dei motori per ridurre le emissioni. Ma, come sottolinea l’organizzazione, “una rete a strascico resta distruttiva, anche se spinta da un motore elettrico o a idrogeno”.

La strategia proposta dalla Commissione – una gestione “caso per caso” delle aree marine protette – smantella il principio di precauzione e apre la porta al proseguimento della pesca industriale nelle stesse zone che dovrebbero essere tutelate. Per Bloom, questo approccio vanifica gli impegni presi nel 2023, che prevedevano il divieto di pesca a strascico in tutte le AMP entro il 2030.

Anche la questione della giustizia sociale è rimasta fuori dal Patto. Nessun riferimento concreto alla valorizzazione della pesca artigianale, né all’attuazione efficace dell’articolo 17 della PCP sulla distribuzione trasparente delle quote di pesca. Il documento si limita a proporre un generico vademecum e la creazione di un consiglio consultivo, senza alcun obbligo per gli Stati membri.

Infine, la rinuncia alla creazione di un “Fondo Blu” centralizzato per finanziare la transizione del settore evidenzia la frammentarietà dell’approccio. Le risorse continueranno a essere disperse tra diversi strumenti europei, senza una visione coerente e coordinata.

Il nuovo Patto, conclude Bloom, rappresenta una vittoria delle lobby industriali. Dopo le retromarce sul Green Deal e il regolamento Omnibus, anche gli oceani sembrano ora abbandonati a logiche che ignorano la scienza, la sostenibilità e il futuro delle comunità costiere.

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Presentato a Nizza il Patto europeo per gli oceani

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Alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani 2025, la Presidente Ursula von der Leyen ha presentato il Patto europeo per gli oceani: un impegno storico verso una governance condivisa e sostenibile delle risorse marine.

In un momento in cui l’oceano affronta minacce senza precedenti – dal cambiamento climatico all’inquinamento, dallo sfruttamento eccessivo alla perdita di biodiversità – l’Unione Europea ha assunto un ruolo guida presentando a Nizza un pacchetto organico di azioni, strumenti e risorse economiche volte a salvaguardarne la salute nel lungo termine.

Cooperazione internazionale e diplomazia oceanica

Il Patto europeo per gli oceani si configura come una piattaforma dinamica di cooperazione internazionale. Promuove una diplomazia oceanica fondata su scienza, innovazione e responsabilità condivisa. L’obiettivo è costruire una governance inclusiva, capace di rispondere in modo efficace alla crisi che minaccia i mari e gli oceani del pianeta.

La visione è chiara: trasformare gli impegni multilaterali in azioni tangibili, rafforzando il ruolo dell’Europa come attore globale responsabile e proattivo nella tutela del capitale blu.

L’attuazione del Trattato sull’Alto Mare (BBNJ)

Tra i momenti chiave della nuova strategia europea, l’adesione formale dell’UE e di vari Stati membri al Trattato sull’Alto Mare (BBNJ) avvenuta il 28 maggio a New York ha rappresentato un passo storico. A Nizza, l’Unione ha confermato l’intenzione di recepire il trattato nel proprio ordinamento e di guidarne l’attuazione globale attraverso la High Ambition Coalition.

Parallelamente, è stato lanciato un programma da 40 milioni di euro per sostenere i paesi partner nel processo di ratifica e attuazione del BBNJ. Uno strumento che si affianca al finanziamento della piattaforma IPOS (International Panel for Ocean Sustainability), per favorire una solida interfaccia scienza-politica.

Oltre 1 miliardo di euro in 50 impegni concreti

La portata del Patto europeo si misura anche in termini di investimento economico. L’Unione ha presentato oltre 50 impegni volontari dal valore complessivo di quasi 1 miliardo di euro, molti dei quali destinati a progetti di cooperazione nei paesi in via di sviluppo.

Un terzo degli investimenti sarà dedicato a scienza e innovazione, pilastri della futura economia blu. Dall’adattamento climatico al ripristino degli ecosistemi marini, la conoscenza scientifica guiderà ogni azione concreta.

Conoscenza e tecnologia al centro della transizione blu

Tra le iniziative di punta, l’Osservatorio europeo dell’oceano e il Gemello digitale dell’oceano rappresentano una svolta tecnologica. L’obiettivo è fornire un’immagine dinamica e tridimensionale del comportamento dell’oceano, grazie a satelliti, sensori in situ, IA e modellizzazione.

Il Padiglione digitale europeo degli oceani ha mostrato per la prima volta il prototipo del gemello digitale, una delle tecnologie chiave per interpretare i cambiamenti in corso e pianificare politiche marine più efficaci.

Un cambio di paradigma nella governance dell’oceano

Il Patto europeo per gli oceani non è solo una dichiarazione d’intenti, ma un cambio di paradigma. Introduce un modello basato su partecipazione, dati condivisi e visione a lungo termine, necessario per affrontare una sfida globale che riguarda l’intera umanità.

La Conferenza ONU sugli Oceani di Nizza ha consacrato l’Unione Europea come leader nella diplomazia oceanica. Il Patto europeo per gli oceani rappresenta una risposta concreta, multilivello e strutturata alle grandi crisi marine. Con risorse economiche consistenti, innovazione scientifica e cooperazione transnazionale, l’UE punta a scrivere un nuovo capitolo nella storia della salvaguardia degli oceani.

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Pesca europea e sostenibilità tra sfide e progressi

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La sostenibilità della pesca UE è al centro della nuova comunicazione annuale della Commissione europea, che fa il punto sui progressi compiuti e sulle criticità persistenti nel quadro della Politica Comune della Pesca. La riduzione dello sfruttamento eccessivo degli stock è un dato incoraggiante, ma i cambiamenti climatici e l’assenza di accordi su alcuni stock condivisi continuano a minacciare gli equilibri ecologici e socioeconomici del settore.

Stock ittici e gestione sostenibile: un quadro disomogeneo

Secondo la valutazione aggiornata, la sostenibilità della pesca UE ha compiuto significativi passi avanti nell’Atlantico nord-orientale, dove la maggior parte degli stock si colloca oggi su livelli considerati biologicamente sostenibili. Tuttavia, restano aree critiche. Nel Mar Baltico, lo stato degli stock è ancora motivo di seria preoccupazione: alcune specie non sono più oggetto di pesca attiva, ma solo di catture accessorie.

Anche nel Mediterraneo e nel Mar Nero si registrano progressi: sette stock hanno raggiunto soglie sostenibili, ma la mortalità da pesca rimane elevata per altri. Le pressioni antropiche, unite agli effetti del cambiamento climatico, continuano a compromettere la resilienza degli ecosistemi marini.

Efficienza energetica e resilienza economica

La Commissione evidenzia una correlazione diretta tra sostenibilità della pesca UE e performance economica delle flotte. I segmenti che operano su stock gestiti in modo sostenibile e che hanno investito in efficienza energetica registrano migliori risultati finanziari e salari più alti per gli equipaggi. Questo dimostra che la tutela ambientale non è solo un imperativo etico, ma anche una leva economica.

Tuttavia, i costi dell’energia restano tra le principali voci di spesa per la flotta peschereccia dell’Unione. Per questo, è attesa una tabella di marcia per la transizione energetica nel settore, prevista entro il primo semestre 2026.

Prospettive per il 2026: partecipazione e governance

La comunicazione della Commissione avvia il percorso di consultazione pubblica per le possibilità di pesca del 2026, coinvolgendo Stati membri, consigli consultivi, imprese e cittadini. L’obiettivo è consolidare i risultati raggiunti in termini di sostenibilità della pesca UE e accelerare il recupero degli stock ancora sovrasfruttati.

Saranno tre le proposte legislative previste per ottobre e dicembre 2025, distinte per area geografica: Atlantico e Mare del Nord, Mar Baltico, Mediterraneo e Mar Nero. Le proposte includeranno adeguamenti tecnici, obblighi di sbarco e piani pluriennali per garantire una gestione sostenibile e trasparente delle risorse ittiche.

La sostenibilità della pesca UE rappresenta un obiettivo condiviso tra ambiente, economia e governance. I progressi registrati sono incoraggianti, ma il settore resta sotto pressione. Rafforzare le misure di tutela degli stock, migliorare l’efficienza energetica delle flotte e incentivare la cooperazione internazionale saranno elementi chiave per garantire la prosperità delle comunità costiere europee.

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Skretting è il primo mangimificio in Italia certificato ASC Feed Standard.

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Dopo l’audit condotto lo scorso febbraio dall’ente di certificazione DNV, possiamo ora confermare che Skretting Italia è il primo mangimificio nel nostro paese ad essere certificata ASC Feed Standard, riconoscimento che li posiziona all’avanguardia nella produzione responsabile di mangimi per l’acquacoltura.
Un traguardo importante, sottolineato dalle parole dell’amministratore delegato Giovanni Serrini, che evidenzia: “Per Skretting Italia la certificazione ASC è un importante elemento che si va a sommare a tutte le iniziative in atto per garantire un futuro alla nostra azienda. Con ASC ci impegniamo una volta di più a perseguire la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale nel nostro operato quotidiano.”

Durante il Seafood Expo Global, svoltosi a Barcellona dal 6 all’8 maggio, il gruppo Skretting è stato premiato da DNV a conferma dell’impegno condiviso a livello internazionale e Sergio Alanis, Amministratore Delegato, Business Unit Southern Europe, Skretting che ha ritirato il riconoscimento ribadisce: “In Skretting, il nostro impegno a fornire mangimi sostenibili inizia con un approvvigionamento responsabile. L’ASC Feed Standard fornisce una metodologia solida per identificare e mitigare meglio i rischi legali, ambientali e sociali associati alle materie prime che utilizziamo. È importante notare che lo standard affronta sia gli impatti ambientali che quelli sociali e offre un solido quadro di riferimento per il rispetto dei diritti umani.”

Con questo traguardo, Skretting conferma la propria posizione di leadership e continua a nutrire il futuro in modo sicuro, responsabile e sostenibile.

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Un unico oceano, una sola strategia: l’Europa vara il suo Ocean Pact

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L’European Ocean Pact è la nuova strategia della Commissione Europea per proteggere l’oceano, promuovere un’economia blu prospera e tutelare il benessere delle comunità costiere. Il Patto riunisce in un unico quadro di riferimento tutte le politiche dell’Unione legate al mare, rispondendo alle minacce che incombono sugli ecosistemi marini, sulle popolazioni rivierasche, sulle isole e sulle regioni ultraperiferiche.

La Commissione ha identificato sei priorità per un’azione coordinata che affronti la crisi dell’oceano e ne valorizzi il potenziale, con ricadute dirette sui settori della pesca, dell’acquacoltura, della ricerca e dello sviluppo costiero.

Sei priorità per il futuro del mare

  1. Protezione e ripristino della salute dell’oceano. La Commissione sosterrà gli Stati membri nel ripristino degli habitat costieri e marini degradati, incoraggiando la gestione delle aree marine protette e la revisione delle direttive sulla strategia marina e sulla pianificazione marittima.
  2. Competitività dell’economia blu sostenibile. Attraverso una nuova Strategia Industriale Marittima e una Strategia per i Porti dell’UE, saranno rilanciati settori come pesca, acquacoltura, trasporto marittimo, turismo ed energie rinnovabili. Verrà valutata la Politica Comune della Pesca e, nel 2026, sarà presentata una visione a lungo termine per garantire il futuro della pesca e dell’acquacoltura. Sarà inoltre avviata una Blue Generational Renewal Strategy per favorire l’accesso dei giovani alle professioni legate all’oceano.
  3. Comunità costiere, isole e regioni ultraperiferiche. La Commissione elaborerà una strategia specifica per lo sviluppo e la resilienza delle comunità costiere, consulterà i portatori di interesse per una nuova strategia insulare e aggiornerà quella per le regioni ultraperiferiche. È prevista anche una proposta per la creazione di riserve europee di carbonio blu.
  4. Ricerca, conoscenza e innovazione. Sarà lanciata un’ambiziosa iniziativa europea per l’osservazione dell’oceano, sostenuta da una strategia per la ricerca e l’innovazione, che alimenterà il Digital Twin of the Ocean. Verrà istituita una rete di giovani ambasciatori per sensibilizzare alla sostenibilità oceanica in Europa e nel mondo.
  5. Sicurezza e difesa marittima. La Commissione rafforzerà la cooperazione tra guardie costiere e marine europee, con una strategia per rimuovere gli ordigni inesplosi nelle acque dell’UE, partendo dal Baltico e dal Mare del Nord. Sarà inoltre avviato un investimento in una flotta europea di droni per il monitoraggio marittimo in tempo reale, con tecnologie avanzate come intelligenza artificiale e sensori.
  6. Governance internazionale e diplomazia oceanica. La Commissione intensificherà la lotta contro la pesca illegale attraverso l’implementazione obbligatoria di IT CATCH, la digitalizzazione del sistema di certificazione IUU a partire dal 2026. Sarà rafforzata la diplomazia oceanica europea, con azioni prioritarie come la ratifica globale dell’accordo sulla biodiversità oltre le giurisdizioni nazionali (BBNJ), il negoziato sul Trattato globale sulla plastica e la proposta di tre grandi aree marine protette nell’Oceano Meridionale.

Implementazione e prospettive

Per attuare gli obiettivi del Patto, la Commissione presenterà entro il 2027 un Ocean Act che garantirà un unico quadro normativo e ridurrà gli oneri amministrativi. La revisione della Direttiva sulla Pianificazione Marittima migliorerà il coordinamento tra settori e bacini marini.

Sarà istituito un Ocean Board ad alto livello, che riunirà rappresentanti dei vari settori legati all’oceano per guidare l’attuazione del Patto. Infine, verrà lanciata una dashboard pubblica e trasparente per monitorare i progressi del European Ocean Pact.

Il Patto sarà presentato ufficialmente dalla Presidente Ursula von der Leyen alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani oggi, 9 giugno.

Una visione integrata per tutto il sistema marino

Il European Ocean Pact rappresenta una svolta nella gestione dell’oceano europeo. Per il comparto ittico, l’iniziativa introduce prospettive di lungo periodo che potranno influenzare positivamente la sostenibilità, l’innovazione, la competitività e il ricambio generazionale.

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