[[{“value”:”

Il provvedimento che consente l’attività di pesca il sabato, la domenica e nelle giornate di Natale e Santo Stefano è stato oggetto di una contestazione formale da parte di alcune organizzazioni di categoria e sindacali, che chiamano in causa Unci Agroalimentare e Confsal Pesca sul terreno della legittimità, della rappresentatività e della trasparenza.

In risposta, Bruno Mariani, segretario nazionale Confsal Pesca, rivendica la piena conformità della deroga alla normativa e alla prassi amministrativa, richiama la rappresentatività delle sigle coinvolte, sottolinea il peso economico e sociale dell’attività di pesca nelle festività e critica quelle che definisce “posizioni burocratiche”.

In questo quadro, approfondiamo con Bruno Mariani i punti più discussi del provvedimento: basi normative, rappresentanza, ricadute su lavoro e filiera, gestione dello sforzo di pesca e ruolo della concertazione nelle future decisioni sulle deroghe.

Su quali basi normative e procedurali si fonda, a suo avviso, la legittimità della deroga che consente la pesca il sabato, la domenica e nelle festività natalizie?

Su richiesta delle associazioni di categoria la Direzione generale della Pesca del Ministero può emanare circolari e decreti che autorizzano le deroghe al fermo. Per fare ciò si basano su esigenze economiche e produttive, rispettando le procedure ministeriali. Pertanto la deroga è perfettamente legittima, essendo conforme alla prassi amministrativa.

In che modo può documentare concretamente la rappresentatività di Unci Agroalimentare e Confsal Pesca nel settore ittico rispetto alle accuse mosse dalle organizzazioni che contestano il provvedimento?

Per quanto riguarda la nota sulla rappresentatività sollevata da alcune organizzazioni datoriali e sindacali facciamo presente che la Confsal è presente al CNEL con due rappresentanti, parimenti alla UIL, firma i CCNL di categoria ed è presente come Confsal Pesca sui tavoli ministeriali insieme alle organizzazioni che hanno criticato l’iniziativa.

Quali effetti economici e sociali produce, in termini tendenziali, la possibilità di lavorare nei fine settimana e nei giorni festivi per imprese, marittimi e filiera?

La pesca italiana subisce continui fermi pesca che riducono le giornate lavorative creando pesanti perdite economiche sia agli armatori che ai lavoratori. Per decenni la pesca italiana è stata trascurata subendo continue restrizioni. Durante il periodo natalizio la richiesta di pescato aumenta in maniera esponenziale e concedere tali deroghe consentono una boccata di ossigeno per la categoria. Tra l’altro, non consentendo la pesca, avvantaggiamo pescatori di altri Paesi ed il consumo di prodotti congelati.

Come replica ai timori legati allo sforzo di pesca e al ricorso ai fermi?

Il fermo pesca può essere utile se fatto nei periodi di riproduzione delle specie e comunque concordato anche con marinerie delle nazioni che si bagnano nel mare comune.

Che segnali arrivano dal livello istituzionale e cosa vi aspettate per il futuro del comparto?

Proprio in queste ore apprendiamo una notevole buona notizia per i pescatori. Il Ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità alimentare ha scongiurato un nuovo pesante taglio alle giornate di pesca per il 2026. Le proposte della Commissione Europea, che chiedeva la riduzione di oltre la metà delle giornate di pesca consentite per la nostra marineria, sono state rigettate. Confsal Pesca, a nome dei lavoratori del settore, ringrazia il Ministero per il risultato ottenuto e auspica per il futuro maggiore attenzione per il comparto.

L’articolo Deroghe alla pesca nei giorni festivi proviene da Pesceinrete.

“}]] ​