[[{“value”:”

Il 29 settembre a Bruxelles prenderanno avvio i nuovi negoziati per l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Thailandia. Per Bangkok, la produzione e l’export di tonno rappresentano una delle priorità del tavolo: il Paese è infatti il primo trasformatore ed esportatore mondiale di tonno in scatola, con circa 445.000 tonnellate esportate nel 2023 e un valore superiore ai 2 miliardi di dollari.

La decisione degli Stati Uniti di introdurre dazi fino al 19% sui prodotti ittici thailandesi ha reso ancora più strategico per Bangkok l’accesso al mercato europeo. Un eventuale ingresso agevolato metterebbe pressione a un comparto comunitario che già oggi fatica a reggere la competizione sul piano dei prezzi.

Le flotte europee del tonno operano nel rispetto di regole severe: sistemi di monitoraggio satellitare, osservatori scientifici a bordo, certificazioni ambientali e sociali riconosciute a livello internazionale. Standard che garantiscono trasparenza e sostenibilità, ma che comportano costi elevati. L’apertura ai prodotti thailandesi senza dazi rischierebbe di minare la tenuta di un settore che sostiene oltre 25.000 posti di lavoro diretti in Europa.

Non mancano criticità anche sul fronte della sicurezza alimentare e della tracciabilità. L’ultimo audit della Commissione europea, nel 2023, ha rilevato carenze strutturali nei controlli sanitari in Thailandia e una piena applicazione solo parziale delle convenzioni internazionali sul lavoro marittimo. A ciò si aggiunge la massiccia importazione da parte dell’industria thailandese di tonno intero da Paesi terzi con standard non sempre trasparenti.

Europêche, la principale organizzazione di rappresentanza della pesca europea, ha chiesto alla Commissione di escludere il tonno dall’accordo o, in alternativa, di introdurre regole di origine estremamente rigorose. In assenza di vincoli chiari, i prodotti thailandesi trasformati con materia prima di provenienza incerta rischierebbero di competere ad armi impari con le produzioni europee.

Il nodo politico resta la coerenza delle politiche comunitarie. Bruxelles innalza continuamente l’asticella normativa per le proprie flotte e imprese, imponendo nuovi obblighi in materia di sostenibilità, controlli e responsabilità sociale. Allo stesso tempo, valuta di concedere accesso agevolato a prodotti provenienti da sistemi produttivi che non rispettano gli stessi standard.

L’accordo di libero scambio tra Unione europea e Thailandia sarà un banco di prova cruciale. Il capitolo sul tonno non riguarda soltanto dazi e quote, ma il futuro della competitività europea, la tutela dell’occupazione e la credibilità di una politica che si vuole fondata sulla sostenibilità.

Ricevi ogni settimana le notizie più importanti del settore ittico

NEWSLETTER

L’articolo Negoziato UE–Thailandia: il capitolo tonno agita la filiera europea proviene da Pesceinrete.

“}]] ​