Bocciata la proposta della Commissione, sventati danni per oltre 300 milioni
L’atmosfera natalizia, evidentemente sentita anche nella algida Bruxelles, porta felici novità per il comparto ittico nazionale; i pescatori non subiranno alcun taglio alle giornate di pesca nel 2026.

Dopo una lunga trattativa si è scongiurato il pericolo dell’approvazione delle proposte della Commissione Europea, che chiedeva di ridurre di oltre la metà le giornate in mare dei nostri pescherecci.
Il ruolo di Agrifish
Bocciato in toto, dunque, il piano Von der Leyen, di ridurre del 64% l’attività delle imbarcazioni a strascico mentre è stato rimesso al centro il principio di equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica e sociale.
Il Consiglio Agrifish, grazie all’intesa tra Italia, Spagna e Francia che hanno presentato un documento unitario, ha ottenuto il risultato mettendo sul piatto due misure: il fermo biologico e il bando delle demolizioni messo in campo dall’Italia. In media una barca, quest’anno, ha lavorato per 120 giorni complessivi, con un fermo continuativo per la tutela delle risorse di 60 giorni consecutivi mentre nel 2026 sarebbe uscita in mare per una cinquantina di giorni.
“Ha prevalso una visione pragmatica, costruita grazie all’impegno del ministero e al lavoro congiunto delle organizzazioni della pesca. Quando l’Italia fa squadra in Europa, i risultati arrivano”, le dichiarazioni che arrivano da Via XX Settembre.
L’entità del rischio corso
Se fosse passata la proposta della Commissione, probabilmente si sarebbe impennata la dipendenza dall’estero. Il taglio delle giornate avrebbe messo in ginocchio centinaia di imprese ittiche, l’economia delle zone costiere e l’accesso dei consumatori al pesce fresco nazionale, di qualità certificata, aprendo le porte a ulteriori importazioni. “Abbiamo scongiurato il pericolo di massicce importazioni dall’estero per colmare i vuoti che questo provvedimento avrebbe comportato”, le parole di Mario Serpillo presidente di Agripesca.

Il taglio è stato ridotto al 39% ed è stato accompagnato da un pacchetto di misure di compensazione che consente, di fatto, di neutralizzare la riduzione dello sforzo di pesca e di garantire agli operatori la possibilità di lavorare con maggiore serenità nel corso del 2026.