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e-Fish: il cuore digitale dei Mercati Ittici alla Produzione

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Nel panorama nazionale della pesca commerciale e dell’acquacoltura, parlare di digitalizzazione significa inevitabilmente parlare di e-Fish, il brand tecnologico sviluppato da GO Infoteam, gruppo ICT italiano con oltre vent’anni di esperienza e una solida reputazione nella progettazione di soluzioni software per la gestione delle filiere ittiche.

Già a partire dal 2005, quando ancora i concetti di tracciabilità digitale e responsabilità ambientale erano agli albori, Infoteam ha avuto la capacità di anticipare i bisogni del settore con l’introduzione di sistemi digitali per la gestione dell’asta nei mercati ittici alla produzione, diventando così un punto di riferimento per il comparto. Realtà strategiche come Pescara, Giulianova, Livorno, Civitanova Marche, Porto Garibaldi, Porto Santo Stefano, Manfredonia, Termoli, Sciacca, Schiavonea e Siracusa sono oggi parte di un ecosistema evoluto che ha saputo crescere in produttività, tracciabilità e sostenibilità.

Oggi e-Fish è molto più di un sistema d’asta: è una piattaforma modulare e integrata che copre l’intera catena del valore, dalla pesca artigianale alla GDO, dal bordo del peschereccio al consumatore finale. Con moduli dedicati all’asta online in tempo reale, alla gestione documentale e fiscale, alla tracciabilità Blockchain e RFID, fino alla valorizzazione dei marchi di filiera e alla creazione di un marketplace B2B per la commercializzazione dei prodotti ittici.

È ormai evidente che il modello di business tradizionale dei mercati ittici, fondato esclusivamente sulle sale d’asta, con meccanismi di contrattazione al ribasso o al rialzo, necessita oggi di una rapida trasformazione per adattarsi alle nuove dinamiche di mercato e alla progressiva riduzione della disponibilità di materia prima. Tutto ciò sta facendo emergere esigenze particolari in una realtà che mostra una certa resistenza all’innovazione tecnologica ma che potrebbe trovare proprio nella digitalizzazione il mezzo più adeguato per rispondere a tali fabbisogni e rilanciare la competitività dell’intero settore. Per questo motivo, GO Infoteam, attraverso il continuo lavoro di Ricerca & Sviluppo, ha ideato e realizzato nuove soluzioni che affiancano e ampliano il perimetro operativo dei mercati ittici, proiettandoli nel futuro.

La necessità di ottimizzare ogni fase della filiera rende sempre più strategico anticipare le vendite già durante le operazioni di pesca. In quest’ottica, e-Fish permette di attivare nuovi modelli di commercializzazione che partono direttamente dai pescherecci, grazie all’integrazione con sistemi e-logbook e moduli digitali per la contrattazione in mare. Inoltre, per gli acquirenti professionali, è ora possibile pre-ordinare il prodotto anche giorni prima dell’asta, garantendosi lotti selezionati e facilitando la programmazione delle vendite.

Per le specie meno richieste dal mercato, ma presenti in abbondanza – spesso penalizzate da logiche d’asta tradizionali – è stato sviluppato un sistema digitale di contrattazione online asincrona, che accelera il processo di vendita e riduce l’invenduto, consentendo ai mercati di essere sempre più reattivi e data-driven. E ancora, nuove funzionalità dedicate alla vendita di molluschi bivalvi e di altri prodotti precedentemente fuori dalle logiche d’asta aprono la strada a una diversificazione commerciale necessaria per garantire finalmente la valorizzazione di tali prodotti e assicurando in questo modo un aumento della competitività e della resilienza di un settore chiamato oggi più che mai a fare leva su tutte le sue risorse per affrontare le sfide del futuro.

Questa evoluzione tecnologica ha già permesso agli operatori di fare un vero e proprio salto di qualità: riduzione dei costi operativi, ottimizzazione logistica, maggiore visibilità commerciale, e soprattutto una tracciabilità a prova di contraffazione, oggi imprescindibile per accedere ai mercati più esigenti. Il sistema e-Fish ChainBox, ad esempio, integra RFID e Blockchain per garantire l’autenticità dei dati e include l’utilizzo di cassette di plastica riciclabile, riusabile e lavabile, in conformità con la direttiva UE contro la plastica monouso. In questo modo, è possibile tracciare l’intero percorso compiuto dal prodotto, dal mare al consumatore finale, garantendo la trasparenza e la precisione delle informazioni.

Ma l’impegno di e-Fish non si limita alla tecnologia. Il team di GO Infoteam è da sempre al fianco dei propri clienti, accompagnandoli in percorsi di crescita e innovazione anche nei momenti più difficili. Gli ultimi anni, segnati da una forte riduzione dell’attività di pesca e da margini economici sempre più stretti, hanno messo a dura prova la redditività del settore. In questo contesto, e-Fish ha rafforzato il proprio ruolo di partner strategico, sostenendo le imprese nel rinnovo tecnologico e nella costruzione di un’identità di filiera forte e riconoscibile, capace di valorizzare le eccellenze locali, favorendo l’accesso a nuovi mercati e migliorando la percezione del prodotto presso i consumatori.

Un passaggio cruciale in questa trasformazione è rappresentato dall’accesso ai finanziamenti europei. Il team e-Fish offre supporto concreto alle imprese nella preparazione dei bandi FEAMPA (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura), che rappresentano oggi uno strumento fondamentale per affrontare gli investimenti necessari in ambito digitale, infrastrutturale e promozionale. Dalla stesura del progetto alla rendicontazione, Infoteam assiste ogni fase, facilitando l’innovazione in chiave sostenibile ed economica.
Parallelamente, e-Fish guarda anche oltre i confini nazionali. È attualmente in corso un processo di internazionalizzazione che punta a esportare le soluzioni tecnologiche sviluppate in Italia verso i Paesi del Sud del Mediterraneo, con particolare attenzione a quei mercati in fase di pre-adesione all’Unione Europea, dove l’adozione di sistemi avanzati di tracciabilità e trasparenza rappresenta una leva strategica per il riconoscimento commerciale e normativo.

La forte spinta all’innovazione è sostenuta da una costante attività di Ricerca & Sviluppo, con investimenti crescenti e partnership autorevoli: dai progetti Horizon Europe come Novafoodies, fino alla partecipazione a cluster nazionali come Blue Italian Growth (BIG) e ai Competence Center come Cyber 4.0 e il Dominio ICT/Spazio Abruzzo. In questo contesto, la sostenibilità non è uno slogan, ma un obiettivo concreto, che guida ogni sviluppo tecnologico: dall’etichettatura intelligente per i consumatori fino ai sistemi di allerta alimentare per l’acquacoltura.

e-Fish oggi rappresenta un’eccellenza italiana nel campo della digitalizzazione delle filiere ittiche, con una visione chiara verso la Blue Economy sostenibile e responsabile. Una visione che si rinnova ogni giorno grazie all’impegno di un team multidisciplinare e alla fiducia dei clienti che, scegliendo e-Fish, scelgono un futuro più competitivo, trasparente e rispettoso dell’ambiente.

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Nel carrello del 2025 vince chi conquista nuovi acquirenti

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Nel 2025, la competizione tra i marchi di largo consumo non si gioca sulla fedeltà, ma sulla capacità di farsi scegliere da chi, fino a ieri, non li considerava. È questo il messaggio preponderante che emerge dal Brand Footprint Report di YouGov, una delle analisi più accurate sull’effettivo comportamento d’acquisto degli italiani.

La classifica dei brand più scelti dai consumatori italiani 2025 non fotografa solo la notorietà o la simpatia verso una marca, ma il numero reale di famiglie raggiunte e la frequenza con cui avviene l’acquisto. In questo scenario, la penetrazione – e non la ripetizione dell’acquisto – è la leva decisiva. I brand crescono conquistando nuovi clienti, non parlando sempre agli stessi.

Tra i primi dieci marchi più scelti figurano nomi noti: Mulino Bianco, Kinder, Coca-Cola. Ma ciò che conta non è tanto chi ci sia in classifica, quanto perché ci sia. Sono brand che si fanno trovare nei luoghi giusti, al momento giusto, con un’offerta aggiornata e riconoscibile. Non si limitano a mantenere la posizione: lavorano costantemente per espandere il proprio bacino d’acquisto.

Il report racconta anche un’Italia che acquista con maggiore frequenza ma carrelli più piccoli, in famiglie sempre più ridotte, attente al valore reale di ogni singolo prodotto. Il prezzo resta centrale, ma non è più l’unico discrimine. I brand che crescono sono quelli che offrono qualcosa in più: chiarezza, coerenza, innovazione. E che sanno parlare ai non-clienti con linguaggi credibili, non invadenti.

La vera sfida oggi è diventare rilevanti per chi non ci ha mai scelti. Questo richiede un salto di qualità strategico: presidiare più canali, essere visibili ma non generici, lavorare sull’identità senza rimanere prigionieri della tradizione. Per chi opera nel largo consumo – e per ogni settore che voglia ispirarsi a questi modelli, filiera ittica compresa – il report è un invito ad allargare l’orizzonte.

Non basta essere buoni o storici. Serve essere percepiti come utili adesso, in un contesto in cui i consumatori ricercano efficienza, benessere e anche un senso nelle loro scelte. Chi non riesce a entrare in questa logica rischia di restare fuori dal carrello, anche se presente sugli scaffali.

Il Brand Footprint Report 2025 mostra che la vera metrica del successo non è più la fedeltà, ma la capacità di attrarre nuovi acquirenti. Per ogni brand, anche nei settori più verticali, si apre la necessità di rinnovare la propria strategia con visione, concretezza e ascolto del mercato.

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Il Brasile supera il Cile e guida l’acquacoltura americana

Il Brasile supera il Cile e guida l’acquacoltura americana

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Con una crescita costante che ha superato ogni previsione, la produzione ittica d’allevamento del Brasile ha raggiunto nel 2024 le 968.000 tonnellate, superando ufficialmente il Cile e confermandosi come la più alta dell’intero continente americano. Un traguardo che riflette la trasformazione strategica in atto nel settore ittico brasiliano, sempre più proiettato verso l’efficienza tecnologica, la sostenibilità ambientale e la leadership nei mercati globali.

L’industria è trainata da un modello fondato su investimenti privati — che rappresentano l’80% del totale — e su un ecosistema imprenditoriale dinamico, capace di innovare anche nei momenti di instabilità macroeconomica. L’adozione su larga scala di tecnologie avanzate, dalla genetica alla gestione integrata degli allevamenti, ha permesso al Paese di consolidare un vantaggio competitivo riconosciuto anche dagli osservatori internazionali.

La tilapia, principale specie allevata, è al centro di questa rivoluzione. I dati mostrano che la produttività dell’allevamento di tilapia in Brasile è oggi il doppio rispetto alla media mondiale. Un risultato che va oltre i numeri: è il segno di una filiera che ha saputo ottimizzare ogni fase del processo, dall’alimentazione al benessere animale, fino alla logistica e alla trasformazione.

Il successo del 2024 ha spinto il Brasile a fissare nuovi obiettivi per il prossimo decennio. L’ambizione dichiarata è diventare, entro il 2040, uno dei principali hub mondiali dell’acquacoltura sostenibile. Per farlo, il Paese dovrà affrontare nodi strutturali come la semplificazione normativa, la biosicurezza e la piena apertura dei mercati internazionali, ma parte da una posizione di crescente forza.

Nel 2025, la produzione ittica d’allevamento del Brasile continua a rafforzarsi, contribuendo in modo sempre più significativo alla sicurezza alimentare globale. L’approccio adottato — fortemente basato su tecnologia, collaborazione pubblico-privato e adattabilità — sta attirando l’attenzione anche da parte di investitori esteri e policy maker impegnati nella transizione alimentare.

Resta alta l’attenzione sulla gestione sanitaria degli allevamenti, punto critico per l’intero comparto. Peixe BR, l’associazione nazionale di settore, sottolinea la necessità di potenziare i sistemi di monitoraggio e prevenzione, soprattutto in vista dell’espansione prevista verso nuove specie e nuovi mercati.

La produzione ittica d’allevamento del Brasile non è più solo un tema nazionale. È un caso di studio globale che dimostra come, in un contesto di visione strategica, l’acquacoltura possa diventare un volano di sviluppo industriale, ambientale e sociale.

Nel 2025, il Brasile è il primo produttore di pesce d’allevamento delle Americhe. Una leadership costruita su innovazione, investimenti e visione a lungo termine, che proietta il Paese tra i protagonisti dell’acquacoltura mondiale dei prossimi anni.

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Granchio blu, altri 3,7 milioni per le regioni del Nord

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Il Fondo di solidarietà nazionale per la pesca dispone ancora di 3 milioni e 700mila euro in fondi per contrastare l’emergenza granchio blu, non ancora utilizzati, destinati a Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, le regioni più duramente colpite da questo fenomeno invasivo. Lo ha annunciato il Commissario straordinario Enrico Caterino, nel corso di un’audizione informale alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

Questo stanziamento aggiuntivo si somma ai 37 milioni già erogati nei mesi scorsi e rappresenta una nuova risposta concreta per sostenere gli operatori della filiera ittica che si trovano ad affrontare una vera e propria emergenza ambientale ed economica. Gli effetti devastanti della proliferazione del granchio blu sulle valli da pesca e sugli impianti di molluschicoltura hanno richiesto interventi mirati e continuativi, tanto a livello di contenimento quanto di riconversione produttiva.

Secondo quanto illustrato in Commissione, i nuovi fondi mirano a rafforzare le misure già adottate: dall’indennizzo per i danni diretti alle incentivazioni per la pesca selettiva, fino al sostegno alla commercializzazione del granchio come prodotto alternativo. L’obiettivo è chiaro: trasformare una minaccia in una possibile opportunità di diversificazione economica.

Il Piano di intervento messo in campo dal Governo ha previsto un approccio integrato, che non si è limitato alla sola fase emergenziale. L’acquacoltura, settore duramente colpito, è stata al centro di un’azione di potenziamento strutturale, e sono state avviate iniziative per accompagnare imprese e lavoratori verso nuovi equilibri produttivi e commerciali. In questo senso, i fondi contro il granchio blu si inseriscono in una visione più ampia, che guarda alla sostenibilità e alla resilienza delle economie locali.

Nel corso dell’audizione, il Commissario Caterino ha confermato che le risorse residue sono già state allocate, ma non ancora interamente impiegate, e ha ribadito la necessità di velocizzare le procedure per non disperdere l’efficacia delle misure. Il presidente della Commissione Agricoltura, Mirco Carloni, ha evidenziato come questo stanziamento rappresenti un ulteriore passo di una strategia pragmatica e orientata ai risultati, lodando la capacità di trasformare l’emergenza in azione politica concreta.

Per le imprese della filiera ittica delle tre regioni interessate, i nuovi fondi contro il granchio blu rappresentano non solo un’ancora di salvezza, ma anche un incentivo a ripensare i modelli di gestione, valorizzando il lavoro già svolto sul piano della tracciabilità, della qualità e dell’innovazione di prodotto.

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Il paradosso del pesce più veloce del mondo

Il paradosso del pesce più veloce del mondo

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Sfrecciano negli abissi a oltre 100 km/h, silenziosi, letali e perfetti. Il pesce vela, il marlin e il pesce spada non sono solo icone della pesca sportiva o protagonisti della tavola mediterranea: sono anche, secondo la letteratura naturalistica, i pesci più veloci dell’oceano. Le stime parlano di picchi fino a 112 km/h, una velocità che supera quella di molti animali terrestri e persino di un’automobile in corsa.

Un dato affascinante, se si considera che l’acqua oppone una resistenza circa 800 volte superiore rispetto all’aria. Eppure questi predatori riescono a spingersi ben oltre i limiti naturali, trasformando il loro corpo in una macchina da caccia perfetta. Il pesce vela, in particolare, con la sua pinna dorsale imponente e il rostro affilato, detiene il primato assoluto. Subito dopo, il marlin e il pesce spada mostrano capacità simili, grazie a una combinazione di potenza muscolare, aerodinamicità e riflessi fulminei.

La loro struttura corporea è un capolavoro evolutivo. Ogni dettaglio sembra pensato per la velocità: un corpo affusolato, pinne pettorali che si incassano lungo i fianchi, una pelle liscia ricoperta da microstrutture che riducono la turbolenza, una muscolatura segmentata che scarica tutta la forza in accelerazioni brucianti. Ma non è tutto. Il pesce spada, ad esempio, è dotato di un organo termogenico in grado di riscaldare selettivamente il cervello e gli occhi, garantendo reattività visiva anche nelle acque profonde e fredde in cui spesso caccia. Lo ha confermato uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Biology, che ha mostrato come la temperatura degli occhi possa salire anche di diversi gradi rispetto all’ambiente circostante, migliorando l’efficienza durante gli attacchi rapidi.

Confrontando le loro prestazioni con quelle di altri velocisti del regno animale, il paragone è sorprendente. Il pesce vela supera agevolmente i 110 km/h, lasciandosi alle spalle anche il ghepardo, che si ferma a 108 km/h. Il marlin tocca i 97 km/h e il pesce spada arriva fino a 88 km/h. Sono cifre superiori a quelle di qualsiasi mammifero marino, come il delfino comune, che si spinge a circa 55 km/h, e ovviamente a qualunque atleta umano, con Usain Bolt che ha raggiunto un picco massimo di 44 km/h nei 100 metri piani. In acqua, la supremazia dei grandi pelagici non ha rivali.

Eppure, nonostante questo primato naturale, pesce vela, marlin e pesce spada restano vulnerabili. La loro incredibile capacità di nuoto non li protegge dalla pesca intensiva e non selettiva. Palangari, reti derivanti, catture accidentali o fuori norma rappresentano una minaccia concreta, soprattutto nel Mediterraneo. Il pesce spada, in particolare, è spesso prelevato al di sotto della taglia minima o in periodi vietati, minacciando la riproduzione e la conservazione della specie. Le normative esistono, ma l’applicazione non è uniforme, e il controllo sulle attività di pesca resta ancora insufficiente in molte aree.

Parlare dei pesci più veloci dell’oceano non è solo una curiosità da Guinness. È l’occasione per riflettere sull’equilibrio delicato tra meraviglia naturale e responsabilità umana. L’oceano ha generato in milioni di anni animali straordinari, capaci di imprese che sfidano la fisica. Ma la sopravvivenza di queste specie dipende da quanto siamo in grado di proteggerle, non solo di celebrarle.

I pesci più veloci dell’oceano, come pesce vela, marlin e pesce spada, raggiungono velocità fino a 112 km/h. Ma la loro evoluzione eccezionale non li protegge dalla pesca eccessiva.

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