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Tonno rosso, l’UE avrà un aumento delle quote di pesca del 17%

Accordo per il prossimo triennio, alla flotta europea assegnate dallICCAT oltre 25mila tonnellate annue

Conclusa con esito favorevole per l’industria ittica europea la riunione annuale dell’ICCAT (Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico). L’Unione Europea ha incassato, non senza fatica, un consistente aumento delle possibilità di pesca del tonno rosso.

Importanti decisioni prese circa il tonno

L’accordo fissa la nuova quota totale ammissibile di catture (TAC) per il prossimo triennio a 48.403 tonnellate annue a livello globale, misura che si traduce in un aumento specifico del 17% per lo stock dell’Atlantico orientale e del Mediterraneo. L’incremento porta il totale disponibile a 25.164 tonnellate l’anno.

I piani di ricostituzione dello stock

Costas Kadis, il commissario europeo per la Pesca e gli oceani, ha sottolineato come quasi vent’anni fa lo stock di tonno rosso fosse prossimo all’esaurimento ed ora la situazione è molto cambiata. La strategia di recupero, avviata nel 2007 attraverso un piano pluriennale concordato tra UE e ICCAT, è basata su rigorose misure di conservazione, controlli severi e una gestione scientifica, ed ha permesso alla specie di tornare a prosperare. Secondo il Commissario, l’aumento delle quote riflette la fiducia nel processo di conservazione, dimostrando che la sostenibilità ambientale può tradursi in stabilità delle quote e migliori redditi per i pescatori, anziché in una loro contrazione.

Le altre misure per lo squalo mako ed il tonno obeso

Il tavolo negoziale ha affrontato la gestione di altre specie marine con esiti alterni. L’ICCAT ha deliberato una riduzione del numero di catture consentite per lo squalo mako pinna corta meridionale, con l’obiettivo di rafforzarne la protezione e accelerarne il recupero biologico. È stato inoltre espresso sostegno per l’avvio di un processo di discussione sull’assegnazione delle TAC per il tonno pinna gialla, necessario per risolvere le attuali criticità legate al superamento dei limiti. Di segno opposto, invece, il negoziato sul tonno obeso: l’ICCAT non ha trovato l’accordo sulla proposta europea che mirava ad aumentare la quota totale ammissibile per allinearla ai pareri scientifici disponibili.

In attesa di comprendere come la notizia si tradurrà in quote per i pescatori italiani, Mario Serpillo, presidente di Agripesca, ha espresso soddisfazione: “Intanto incassiamo la buona notizia. Ma ci mettiamo subito al lavoro per portare avanti le necessità delle nostre marinerie“.

Il ruolo dell’ICCAT

L’ICCAT si conferma, dunque, organismo centrale per la governance delle risorse ittiche nell’area.

Trancio di tonno

In qualità di Organizzazione Regionale per la Gestione della Pesca (ORGP), è responsabile della conservazione dei tonni e delle specie affini nell’Oceano Atlantico e nei mari adiacenti. Alle sessioni di lavoro hanno partecipato delegazioni provenienti da 52 parti contraenti, tra cui l’Unione Europea, che rappresenta e tutela gli interessi aggregati degli Stati membri in un contesto di gestione delle risorse condivise.

Nuovo utilizzo per il granchio blu, ora diventa cibo per gatti

Si cercano nuove strade per utilizzare il crostaceo

Il granchio blu, specie invasiva che sta cambianbo l’ecosistema dell’Adriatico, potrebbe trasformarsi da problema a risorsa, diventando (anche) ingrediente per la produzione di cibo per gatti. Pescato in grandi quantità, potrebbe avere un possibile utilizzo virtuoso nell’industria del pet food, che già in molti casi ricorre alle farine di pesce.

Nuova vita per il granchio blu

La struttura del progetto

Il progetto di FilBlu, una filiera che mette insieme diversi soggetti (il consorzio delle cooperative di pescatori del Polesine, le università di Milano e Padova e la start-up Feed from food da esse generata; l’azienda Sanypet-Forza10 che produce il nuovo paté, la catena di punti vendita «L’isola dei tesori» che si occupa della distribuzione) sta mettendo in pratica un nuovo utilizzo. I proventi, al netto dei costi e delle tasse, verranno destinati allo stesso progetto che punta a dare una nuova prospettiva agli operatori del settore ittico, che nell’ultimo biennio hanno subito perdite considerevoli.

L’iniziativa è stata presentata nello stabilimento di Forza10 a Bagnoli di Sopra (Padova) dove la produzione in forma di «special edition» è già cominciata. Sostanzialmente dal granchio blu – ma volendo anche solo dalla parte di scarto che non viene utilizzata per l’alimentazione umana -, attraverso un processo meccanico di disidratazione e triturazione si ricava una materia prima seconda, una sorta di granulato da utilizzare come ingrediente nelle formulazioni di cibo per animali. Si è partiti dal gatto, anche perché il sapore del granchio è più affine alla abituale dieta dei felini. La distribuzione è iniziata nei circa 370 negozi della catena specializzata o ora si attende il test più importante, quello del gradimento da parte dei consumatori finali, gli amati quadrupedi. Se il riscontro sarà positivo le filiera si strutturerà per operare su una scala più vasta. 

L’impatto del granchio blu sull’economia ittica

«Nel 2023, c’è stata la prima invasione su vasta scala e la nostra pesca di vongole è stata decimata – le parole di Paolo Mancin, presidente del Consorzio delle cooperative di pescatori del Polesine -. Tiravamo su le vongole e contemporaneamente i granchi blu che se le stavano mangiando. Circa 1.500 pescatori hanno visto in poche settimane crollare le loro entrate».

Un’immagine ravvicinata del pericoloso crostaceo

Quei pescatori, nel giro di due anni, si sono ridotti di un terzo. «Oggi siamo meno di mille – conferma ancora Mancin -, gli altri hanno dovuto cambiare lavoro». 

Oggi è la Giornata Mondiale del tonno

Metà del tonno pescato viene da fonti certificate sostenibili

Ogni anno vengono sbarcati 2,8 milioni di tonnellate di tonno proveniente da attività di pesca certificate MSC, pari alla metà delle catture globali. Un aumento reso possibile anche dalla certificazione, negli ultimi 5 anni, di otto nuove attività di pesca valutate sostenibili secondo lo Standard MSC per la pesca sostenibile; tra queste troviamo la Kyowa-Meiho, la prima pesca giapponese del tonno con reti a circuizione a ottenere la certificazione; la pesca del tonno rosso australe australiano; e la pesca del tonno dell’Atlantico del Senegal, la prima in Africa occidentale a soddisfare lo Standard MSC.

MSC Marine Stewardship Council è un’organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma per la pesca sostenibile basato sulla Teoria del cambiamento, che vede pescatori,
aziende del settore ittico e consumatori uniti in un circolo virtuoso capace di promuovere miglioramenti nella pesca attraverso un aumento della domanda di prodotti ittici da fonti sostenibili.

I volumi sostenibili

Il volume di tonno MSC venduto nel mondo è cresciuto del 24% su base annua arrivando a quasi 300.000 tonnellate metriche al 31 marzo 2025, secondo i nuovi dati pubblicati da MSC nell’ultima edizione del suo Sustainable Tuna Yearbook. I dati comprendono il tonno venduto nelle categorie fresco, surgelato, in conserva, in piatti pronti o pet food.

In Italia si è registrato un aumento del +256% del volume di tonno certificato MSC negli ultimi 4 anni, pari a 13.000 tonnellate di materia prima certificata1. Un aumento che testimonia la resilienza e la centralità
della sostenibilità nell’operato dei principali operatori del settore, nonostante la contrazione del mercato, le sfide legate all’inflazione e l’aumento dei costi produttivi.

Le quote in vendita in Italia

Il tonno certificato rappresenta in Italia il 20% dei volumi totali di prodotto ittico MSC; di questi oltre il 91% è utilizzato per il tonno in conserva, in linea con il mercato nazionale.

Sugli scaffali della grande distribuzione italiana sono presenti oltre 200 referenze di tonno certificato MSC in un’ampia gamma di prodotti che vanno dalla classica conserva, alle insalate di tonno e ai tramezzini. Analizzando le specie, è interessante notare come quest’anno per la prima volta il tonnetto striato abbia superato il tonno a pinne gialle, arrivando a rappresentare il 56% del volume totale di tonno certificato MSC nel nostro Paese.

Il tonno, gigante del mare

Pesce azzurro e Feamp, gli alleati degli italiani

Vantaggi per tutti: perché le proteine del pesce sono l’elemento chiave di una dieta vincente

Gli italiani devono molto al pesce. Uno dei caposaldi della dieta perfetta, infatti, sono le proteine del pesce che, abbinate alle altre come pasta, pane, latticini e uova garantiscono anche il giusto apporto di carboidrati, fibre e vitamine. Non può mancare l’olio extravergine di oliva, che amplifica ancora di più gli straordinari effetti sull’organismo degli acidi grassi monoinsaturi presenti nel pesce.

Il pesce azzurro è di grande importanza

Mare, sinonimo di biodiversità

Ed il nostro mare è uno scrigno di biodiversità. Il Mediterraneo è ricco di diverse specie di pesce azzurro, dai più definito “pesce povero” erroneamente, in quanto palamita, tombarello, acciuga, sgombro, aguglia e sardina sono risorse dalle indubbie qualità nutrizionali: contengono proteine nobili, vitamine del gruppo B, ma anche sali minerali come calcio, fluoro, ferro e fosforo. Inoltre, sono altamente digeribili, grazie all’assenza di grassi saturi.

Pesce azzurro e sostenibilità

Ma scegliere il pesce azzurro è anche un modo per contribuire alla sostenibilità del mare. Le peculiarità nutrizionali di questa risorsa, i suoi abbinamenti e le sue trasformazioni culinarie, sono oggetto di continua attenzione da parte del Programma Operativo del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), uno strumento finanziario ideato per una crescita sostenibile e inclusiva dei settori della pesca e dell’acquacoltura nell’Unione Europea. Il Programma Operativo è gestito dal MASAF, in particolare dalla Direzione Generale della pesca marittima e dell’acquacoltura, che investe in progetti all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, per far emergere modelli vincenti sul fronte nutrizionale e socioculturale. L’approccio parte da una consapevolezza: le risorse del mare vanno salvaguardate attraverso un utilizzo sostenibile e condiviso, con programmi di gestione che sfruttino le conoscenze scientifiche a supporto dell’occupazione e dell’economia.

Feamp e infrastrutture

A beneficiare di questo strumento è la comunità. Il FEAMP si occupa di consolidare e potenziare le infrastrutture portuali a servizio della pesca, per aiutare le imprese del settore a recuperare un’adeguata redditività ed essere concorrenziali, a livello nazionale e internazionale. La politica comune della Pesca ha come obiettivo lo sviluppo di attività di acquacoltura nei territori e nei mari, per creare economia, occupazione e benefici sociali. E’ la produzione controllata di organismi acquatici, la coltivazione dell’acqua salata, salmastra o dolce finalizzata alla raccolta di pesci, molluschi, crostacei e alghe. Un’attività che, insieme a tutto il patrimonio di conoscenze, esperienze, eccellenze e cultura, è all’avanguardia in Europa per la forte integrazione di filiera in azienda e l’eccellente qualità delle produzioni.

Il pesce è un elemento tradizionale della nostra dieta

Infine, la pesca sostenibile, industriale o artigianale che sia, non entra in conflitto con la conservazione della biodiversità marina, evitando così un impatto negativo sulle specie e sugli ecosistemi. In compenso, contribuisce sempre di più a mantenere viva quella cultura gastronomica che è ormai uno stile di vita per tutti noi.

Granchio blu, il piano straordinario

Illustrato dal Commissario Caterino ed i Ministri Lollobrigida e Pichetto

Presentato il “Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu”. Prevede la collaborazione di ISPRA, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), CREA, Capitanerie di Porto ed Enti territoriali delle regioni più colpite dall’emergenza. Con un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro – stanziati nel D.L. Agricoltura – per il biennio 2025-2026, il Piano intende preservare la biodiversità degli habitat colpiti, contrastare la proliferazione della specie invasiva, prevenire ulteriori danni economici e promuovere la ripresa delle attività di allevamento e pesca. Tra le principali misure,  il contenimento e lo smaltimento del granchio blu, la protezione delle strutture di acquacoltura, la valorizzazione delle biomasse attraverso utilizzi alternativi e il sostegno economico alle imprese del settore.

Granchio blu, emergenza economica ed ambientale

Le risorse stanziate per la realizzazione del piano straordinario, si sommano agli oltre 44 milioni di euro previsti dal Masaf negli ultimi anni.

Secondo ISPRA, in Italia si contano oltre 3300 specie invasive, un numero molto importante, che ricorda l’importanza di tutelare la biodiversità marina, cioè la vita e la natura presente dei mari, elemento di benessere ambientale, di sviluppo economico e di attrattiva unica al mondo, senza trascurare l’emergenza economica per i gravissimi danni che il granchio blu e altre specie “aliene” hanno creato agli allevamenti di molluschi con danni che hanno raggiunti in alcuni casi il 100% delle produzioni”.

“Il piano contro il granchio blu – le parole del Commissario Caterino – è il frutto di un lavoro congiunto realizzato in collaborazione con ministeri, Regioni, pescatori e altri attori coinvolti, a cui va un sentito ringraziamento per il contributo fondamentale offerto. La strategia integrata prevede pesca selettiva, monitoraggio e protezione degli ecosistemi, con interventi concreti che vedranno protagoniste le flotte locali. Saranno finanziati cattura, smaltimento e installazione di recinzioni nelle aree idonee. L’obiettivo è unire competenze e risorse per ripristinare l’equilibrio ambientale e garantire il sostegno alle attività produttive”.

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