[[{“value”:”
L’elezione di Saber Alazabi – attuale Vice Ministro della pesca del governo libico di Tripoli – a secondo Vice Presidente della CGPM (Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo) eletto a Malaga in occasione della 48ª sessione indetta i primi giorni di novembre del 2025, trascende la pura formalità diplomatica. Essa rappresenta l’occasione cruciale per capitalizzare i segnali di riallineamento che la Libia ha manifestato da tempo, finalizzando l’adesione alle procedure e alle leggi internazionali sulla pesca. 
Nonostante le complesse sfide legate all’instabilità interna, la Libia ha espresso, e già da tempo, la volontà di rafforzare i rapporti con i Paesi europei e di aderire agli standard internazionali per contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN). La presenza del proprio rappresentante nella governance della CGPM offre la piattaforma ideale per tradurre questa aspirazione in realtà, accelerando l’adozione di misure vincolanti – una su tutte l’uso del Numero IMO per la tracciabilità dei pescherecci di grandi dimensioni. La nomina di Alazabi nel Bureau è una mossa strategica per aumentare la credibilità internazionale del Paese e dimostrare un impegno concreto e autorevole.
La regolarizzazione delle acque libiche e la collaborazione attiva del Paese non è solo un beneficio per la Libia stessa, ma rappresenta una necessità impellente per le marinerie del sud Europa, in particolare quelle italiane, maltesi e greche. Gli areali di pesca tradizionali di questi Paesi sono stati nel recentissimo passato iper-sfruttati a causa della concentrazione dello sforzo di pesca. Questo è un punto cruciale, sebbene il recente report SoMFi 2025 indichi che le drastiche limitazioni imposte negli anni stanno producendo risultati importanti, con una significativa riduzione del sovrasfruttamento e un aumento della biomassa, elementi che alimentano la speranza per il futuro del Mediterraneo.
La possibilità di operare, nel pieno rispetto della sostenibilità e con un approccio non predatorio, nelle acque di pertinenza libica offrirebbe comunque una valvola di sfogo vitale, riducendo ulteriormente la pressione sugli stock. Il successo del mandato di Alazabi è, quindi, fondamentale per creare un quadro normativo stabile e sicuro che consenta l’avvio di una cooperazione economica e commerciale di lungo periodo.
La formula più efficace per avviare questo nuovo modello di collaborazione, nel rispetto del mare e delle sovranità nazionali, è rappresentata dalle Joint Ventures (JV). Le JV, regolate da accordi bilaterali, permettono alle marinerie europee – che possiedono le tecnologie e le competenze necessarie- di pescare in acque libiche in partnership con operatori locali. Questo modello garantisce il trasferimento di know-how, promuovendo pratiche di pesca sostenibile e benefici economici reciproci, pertanto accesso a nuove risorse per le flotte europee e sviluppo economico locale per la Libia.
In sintesi, l’elezione Saber Alazabi potrebbe trasformare quello che è stato a lungo un potenziale rischio – legato a sequestri e a tante altre spiacevoli situazioni – in una risorsa strategica per la sostenibilità dell’intero ecosistema del Mediterraneo, per la sopravvivenza economica delle flotte e per una ripresa delle relazioni diplomatiche che aprano la strada a una collaborazione più costruttiva tra i popoli.
L’articolo Libia: da minaccia a partner strategico. L’elezione di Alazabi alla CGPM cambia la rotta proviene da Pesceinrete.
“}]]